Nel libro Le Mete Lontane vengono citate sette linee di pensiero su cui potrebbe basarsi la nuova Religione Mondiale, descritte nell’articolo Il secondo anno del Sesto Settennio; la terza di queste proposizioni recita:
“Per esigenza naturale di una tale globalità [della Nuova Religione mondiale] (spontanea, non ottenuta per conquista) il rito, la liturgia e il culto saranno dichiaratamente solari. Seguiranno con intelligenza i moti del Sole, visto come il simbolo migliore e vivo dell’Ente spirituale centrale. Tutti i popoli lo riconoscono come il segno più perfetto del Lume divino, tutta la natura lo proclama. La pulsazione della sua energia lo rivela inoltre come il supremo Officiante per il Sistema che dirige dal centro. Ne segue che la nuova religione sarà progressiva, evitando di chiudersi in un modello statico. Sarà capace di programmare il proprio sviluppo e l’ascesa generale”.
Il futuro che ci attende, dunque, poggia le basi sul riconoscimento dello splendore solare quale immagine, Modello e Realtà, del fuoco che arde nel Cuore della Vita, sul riconoscimento del Principio che guida ritmicamente e solennemente ogni pensiero ed azione dell’Umanità e del Sistema solare nel suo complesso.
“Il Sole è il Cuore del suo Sistema: così il cuore umano è il sole del suo organismo. Esistono molti cuori-sole, e l’Universo è un sistema di cuori; pertanto il culto della Luce è il culto del Cuore. Comprendere ciò in astratto lascia il cuore freddo; ma non appena la Luce del cuore solare prende a vivere, il calore necessario del magnete comincia a splendere come un vero e proprio sole. (…) L’Insegnamento del cuore è luminoso come il sole, e il suo calore si propaga veloce come un raggio solare. Tutti stupiscono per l’immediatezza con cui il sole nascente riscalda le cose: il cuore agisce nello stesso modo”. (1)
“Come grandiosi fiori di luce tutti i pianeti adorano il Sole, cui tributano un culto espresso in altrettanti modi diversi ma comunicanti. L’insieme di tutte queste ritualità favorisce ed esprime la comunione solare. (…) Il Sistema solare non frantuma la propria comunione, com’è semplice constatare. Ciò rivela che la Meta che persegue è il SISTEMA SOLARE UNIVERSALE, governato dal Sole centrale spirituale, immerso nello Spazio infinito e adorante”. (2)
Fin dai primordi della storia umana il Sole è stato visto dagli uomini come l’immagine più pura ed evidente della Luce divina, simbolo della Vita e dell’Amore nonché Centro che illumina e vivifica il suo Campo. Il Sole, inoltre, è sempre stato considerato il “cuore” ardente del suo sistema, anche in virtù della potente analogia del Sole con il cuore, organo fisico che mantiene in vita la maggior parte degli esseri viventi, e con l’Io, “cuore” dell’individuo cosciente e pensante.
Nella storia umana innumerevoli sono le divinità solari e altrettanto innumerevoli i culti legati all’adorazione dell’astro solare, sul quale, tra l’altro, si basano la maggior parte dei calendari umani a riconoscimento dell’importanza del ritmo ciclico che il Sole imprime ad ogni cosa.
Ma per quanto varie ci possano apparire tali tradizioni, culti e teorie ciò che li accumuna è la consapevolezza della necessità di un centro visibile ed “operativo”, a sua volta velo di un vibrante centro invisibile e “sottile”, che, per le sue qualità intrinseche, possa infondere la vita (chiamata di volta in volta luce, calore, ordine celeste, legge divina, logos, ciclo della vita…) a tutti gli esseri che, disseminati nello spazio, nutre col suo respiro ritmico.
Un centro che sapesse incarnare simbolicamente anche i massimi principi che l’uomo andava via via scoprendo in sé e che ha chiamato Bene, Intelligenza creativa, Amore, Uno.
In particolare Platone, nel testo Repubblica, confronta e paragona l’immagine del Sole con l’Idea di Bene: come il Sole non solo dà la capacità di vedere le cose ma è anche la causa della loro generazione, crescita e nutrimento, così il Bene, che del Sole è “Padre”, causa la conoscibilità delle cose e ne è l’essere e l’essenza, essendo, in qualità di Principio supremo, “superiore all’essere e all’essenza per dignità e per potenza”.
“Ciò che nel mondo intelligibile il bene è rispetto all’intelletto e agli oggetti intelligibili, nel mondo visibile è il sole rispetto alla vista e agli oggetti visibili”.(3)
Anche il cristianesimo ha utilizzato la simbologia solare per accostarla, talora esplicitamente talora velatamente, alla figura del Cristo trionfante che viene visto come il “Sole invitto” che con la resurrezione rinasce dalle tenebre della morte per condurre ogni uomo alla Casa del Padre.
Dobbiamo volgerci dunque con rinnovata consapevolezza verso il Centro, verso quel punto focale che raccoglie e concentra la tensione del nostro impegno fervente, verso quel cuore-Sole che mostra il sentiero verso l’Uno, culmine di ogni Religione.
Ogni uomo possiede in sé un organo, il cuore, che lo collega al Cuore solare e mediante il quale può sintonizzarsi, ovunque sia, con la pulsazione ritmica che innerva lo spazio sistemico e l’intero universo: “Il cuore ospita in sé il Cielo intero, con tutta la sua liturgia di pianeti, stelle, galassie. Ospita i riti dell’atomo, il fuoco solare, le scintille monadiche. Risuona a tutte le musiche dello Spazio. E’ la Chiesa universale”. (4)
La celebrazione della futura Religione mondiale terrà conto di questa consonanza e consentirà all’Umanità di costruire in modo sempre più sapiente il ponte tra Cielo e Terra, erigendo, per quanto gli spetta, quel Tempio di consapevolezza planetaria che sarà lume anche per gli altri abitanti del Sistema solare: “La Terra vive in modo rigorosamente rituale, ma gli uomini non ci fanno caso e non ne rispettano le liturgie cosmiche. Le interpretano, tutt’al più, come mere risultanze meccaniche. E’ un atteggiamento assurdo e blasfemo, che dovrà essere sradicato. Dimora rituale significa Tempio. (…) La Casa comune è un Tempio, un Monastero, un Laboratorio, una Campagna, un Oceano, un Sistema solare. Vi si celebra un solo Rito secondo molte liturgie diverse”. (5)
Ed è mediante la pulsazione, ritmica e solenne, del cuore solare che si “mette in rapporto il discontinuo con il continuo, che altrimenti sarebbero incomunicanti”. (6)
“II sole di Fuoco non è visibile, come non lo sono altri grandi corpi celesti. Nelle scuole si dovrebbe insegnare quanto è insignificante il campo della visione umana. Solo così si potrà far capire all’umanità che pur essendo divina per l’essenza che ha in cuore, è limitata gravemente nel corpo, e i bambini sapranno cosa veramente ha valore. Essi si meravigliano per ciò che hanno in petto, continuamente pulsante”. (7)
Così le trame dello spazio possono essere conosciute e percorse; così è possibile, in concorde ascesa verso l’Uno, valicare le dicotomie tra finito ed Infinito e tra divenire ed essere; così, infine, possiamo rivolgerci al Cielo, fonte della Comunione, e “approfondire senza fine la coscienza”. (8)
Questa stessa attitudine consentirà alla Religione (e ai suoi riti, alle sue liturgie e ai suoi culti) di non chiudersi in una rigida, e sterile, ripetizione dell’evidenza dei meccanismi astronomici, ma di rimanere aperta e flessibile ed accogliere, giorno per giorno, la variabile luce solare in tutte le sue qualità che non prevedono improvvisazione né inutile ripetizione, allestendo nei cuori il festoso riconoscimento dell’avanzata comune verso l’Uno.
“Così si susseguono, maestose e solenni, le battute della polifonia solare”. (9)
Un’avanzata che non può che esser condotta con la solennità cardiaca che richiede la celebrazione del vibrante sorgere del Sole, del suo fulgente culminare, del suo morbido tramonto e del suo silenzioso ed intimo splendore notturno: “Decuplicate la solennità: moltiplicatela, così come si fa con le lampade votive. Quando marciate sulla via dell’ascesa lasciatevi guidare per mano da Noi. Affrettatevi verso la Vetta del Cuore. (…) Con solennità e con coraggio tendete le vostre energie per la gloria del Signore!” (10)
La solennità, senza la quale ogni rito solare apparirebbe null’altro che un vuoto agitarsi di membra e di emozioni, sarà il migliore baluardo, e la perfetta armatura, che conduce alla vittoria sulla superficialità e la vacuità, che richiama alla responsabilità e all’allineamento verticale con le profondità del Cielo, sarà il passo, ritmico e lieve, che conduce alle alture supreme.
Alture che hanno nome Misteri, svelati in accordo ai cicli solari e, una volta appresi dalle coscienze umane, formulati in una religione capace di elevare l’animo umano alla comprensione di un’altra scintilla del Fuoco eterno: “I Misteri periodicamente si aggiornano, assumendo gli attributi della cultura e della civiltà che promuovono. La loro essenza è immutabile, sono invece flessibili nelle forme del rito”. (11)
Mentre il fuoco dei Misteri si approssima commensurato alla battuta del ciclo evolutivo, si accendono, dapprima come fioche fiammelle poi in modo sempre più robusto e consapevole, le torce che illumineranno il mondo futuro: ideali che prendono forma, bandiere di bellezza ed armonia, pulsazioni di comunione ed unità, arabeschi di collaborazione, di comprensione e di fraternità.
E saranno la tensione verso il Cielo e l’impegno fervente di ogni uomo a lacerare il velo d’annebbiamento che nasconde il possente rituale solare agli occhi dei molti, mostrandolo finalmente in tutta la sua verità di ponte tra l’Umanità e i Mondi lontani.
E così salirà la comune e fervente preghiera di riconoscimento solare dal cuore dell’Umanità verso la limpida lucentezza celeste:
“Il mio modello è il Cielo. Lo ricopio in me a punto a punto, di luce in luce”. (12)
Note
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1-Collezione Agni Yoga, Cuore § 62
2-Savoini, Libro dei Rituali ‘92
3-Platone, Repubblica, 508 b
4-Savoini, Calendario ’98, scritto inedito
5-Ibidem
6-Primo Vertice, La luce delle due stelle, ed. Nuova era, 2021, p. 20
7-Collezione Agni Yoga, Mondo del fuoco II § 238
8-Savoini, Dispense del 3° Settennio, Lezione di geometria, scritto inedito, 2003
9-Savoini, Dispense del 3° Settennio, Partizione dell’unità, scritto inedito, 2002
10-Collezione Agni Yoga, Cuore § 492
11-Savoini, Dispense del 3° Settennio, I Misteri, scritto inedito, 2001
12-Savoini, Libro dei Rituali ’92