Verso il Neocristianesimo

“Chalice of Christ” – N. Roerich

Celebriamo nel Cuore comune l’allineamento annuale Sole-Terra-Nettuno affinché la sua forza salvifica possa scendere copiosa attraverso la coscienza inclusiva del Discepolo Mondiale, consapevolezza per la quale l’umanità si sta rapidamente preparando in quest’epoca.*

“Nella coscienza umana si afferma il significato della vita quando affiora la comprensione del ruolo cosmico dell’uomo. Il mondo appare allora designato da Noi come campo d’azione nel nome del bene dell’umanità. Quando lo spirito scopre la verità dell’unione inseparabile fra macro e microcosmo, il legame diventa cosciente ed è possibile collaborare con le energie universali. Ma come sono inermi gli uomini, quando vivono isolati da quelle correnti! Invero tutta la vita si trasforma allorché lo spirito sale coscientemente, riconoscendo il principio guida: la Gerarchia. Solo quando questa è percepita e affermata di proposito l’uomo scopre qual è il suo vero ruolo nel Cosmo. Ogni anello della catena si chiude su quello che lo precede in alto. Povera umanità, che ancora non riconosce in coscienza l’idea delle grandi leggi universali! Solo la creatività spirituale legherà i mondi fra loro in intimo rapporto. Sulla via del Mondo del Fuoco ricordate la legge della catena gerarchica.” (Collana Agni Yoga, Mondo del Fuoco 3 § 67)

*

Seminiamo in questa Data sacra alla volontà di liberazione un compendio illuminante sull’Idea di Neocristianesimo:**

1 – IL CRISTIANESIMO ATTUALE. LE DUE CHIESE

Oggi è pressoché impossibile risalire alla limpidezza originaria dell’antico cristianesimo, dato lo spessore della coltre di polvere e detriti che lo ricoprono, e i pregiudizi, le corruzioni e le manomissioni che ne hanno deformata l’immagine; e ciò vale … per tutte le religioni e le culture.

Emerge da queste considerazioni la profonda saggezza di istituire, al momento della dispensazione di un Insegnamento, due Chiese, dalla diversa funzione eppure collaboranti in senso univoco: l’oggettiva, detta “di Pietro”, e la soggettiva, chiamata “di Giovanni”. La prima ignora l’esistenza della seconda, ma questa vigila, al riparo di quella, dietro le scene.

La Chiesa di Giovanni non ha apparati esteriori, non ha Libri della Legge, non emana decreti o editti. Non gestisce edifici di culto, è spoglia ma ricchissima. Custodisce lo spirito, non la lettera dell’Insegnamento, che non vi subisce distorsioni. Per quanto appartata, è accessibile al vero cercatore, di qualunque parte sia; per la verità che possiede è potentissima. La sua funzione non è soltanto passiva, poiché prevede, dirige, chiama, governa. Invisibile agli occhi terreni, splende come sole nel Cielo interiore.

La contrapposizione delle due Chiese (in ogni campo, si ripete), può essere spiegata come applicazione della “Tactica adversa”,*** che equilibra i contrasti e li crea per equilibrare. Si tratta, a ben vedere, della sua pratica “verticale”, quella che oppone due enti disposti in alto e in basso, con compiti confacenti.

… Il gioco di due polarità energetiche opposte, inserite nel campo sociale, permette di guidarlo senza imposizioni, semplicemente pareggiando i contrasti, ossia usandoli per ottenere la parità. Si tratta di un metodo di governo talmente elevato e imparziale che merita di essere detto divino.

2 – L’ANTICO CRISTIANESIMO

antico e neo cristianesimo non sono diversi, e annunciano che l’uomo è immortale.

Si riconosce insomma che per promuovere il nuovo si deve, quale primo passo, riscoprire l’antico; se s’intende trasmettere, nell’epoca di Aquarius, l’acqua di vita bisogna andare alla Sorgente. Le parole del Maestro non sono tutte trascritte nei Vangeli, ma vibrano eternamente, nelle lingue di allora e di oggi, e accendono echi nelle coscienze.

Per prepararsi alla nuova dispensazione bisogna dunque riscoprire la cristallina semplicità e la potenza del vecchio cristianesimo. Le sacre scritture servono, ma sono ingombre di molte interpretazioni intellettuali, sovente desuete e poco profonde. La via più sicura, che pare la più incerta, passa per il cuore, che è il Luogo del Maestro.

E’ forse impossibile incontrarLo nel deserto e ascoltarne le parole? Quando si rinuncia ai pregiudizi vecchi e nuovi appare la Sua Luce. E’ cosa mirabile udire il silenzio della Sua Figura invisibile.

L’antico cristianesimo, in realtà, non si è mai lasciato ridurre in catene da una dottrina. Credendo di far bene si è tentato di farlo, e si è persino creduto di averlo fatto, ma in verità in tal modo l’Insegnamento è stato esteriorizzato, frantumato e sepolto.

Come chiudere l’Infinito in una serie di vasi, decorati e di buona fattura? Molti ora s’accorgono che sono vuoti.

La Resurrezione fu un evento storico, ebbe testimoni e narratori, e mostrò l’immortalità non soltanto del Maestro, ma anche dell’Insegnamento. Ora quest’ultimo giace sepolto, come un tempo il Maestro, e ciò significa che, come Lui, sta per risorgere.

*

Nei secoli la Chiesa di Pietro ha tentato più volte di diffondere (e imporre) la sua dottrina a tutte le genti, ricorrendo sovente alle armi. Non è mai riuscita a tanto, e oggi retrocede. Ha creduto alla quantità, alla forma, a ciò inclinata dalla sua natura, e ha fallito. Il neo cristianesimo sarà realmente ecumenico, sarà di tutti e per tutti, ma a seguito di libera e spontanea espansione, certo non per conquista imperiale.

3 – IL NUOVO CRISTIANESIMO

Narrano le Scritture che la Resurrezione avvenne all’alba del terzo giorno dopo la Deposizione. Altrettanti Giorni solari sono trascorsi da allora. Il Maestro prese dimora nei cuori, ma riapparve solo dopo qualche tempo.

Identica procedura, amplificata dal potere moltiplicante dei cicli, si ripete oggi, sotto gli occhi di tutti. E’ l’alba del terzo Giorno solare, la domenica di Pasqua. Il Maestro è risorto, ma non ancora ricomparso. I due grandi eventi, di allora e di oggi, sono collegati dalla capacità, propria dei cicli, di rinascere e rinnovare. cicli non solo ripropongono il tema storico, ma ne moltiplicano le misure e gli effetti. In Palestina la scena del dramma fu ristretta a quella regione, assai limitata; ora, dopo duemila anni, l’evento sarà testimoniato dal mondo intero.

Non sarà soltanto una crescita quantitativa: muteranno le qualità. Ciò è più difficile da capire, perché poco si conosce delle qualità e dei loro regimi; si sa però che è possibile intensificarle, purificarle, esaltarle. Le qualità sono vive e reali, a differenza delle quantità, inerti e illusorie, e si combinano come gli elementi chimici.

I cicli agiscono sulle qualità, perciò il nuovo cristianesimo sarà dilatato fino all’ecumenismo, sarà comune agli occidentali e agli orientali. Farà di chi l’accoglie un uomo nuovo e libero, non più inglobato in un sistema, in contrasto con altri, che lo separa e distingue. La nuova visione spianerà gli ostacoli che oggi impediscono la vera comunione dei popoli. Molte cose cambieranno, e nuovi rapporti, oggi impossibili, saranno scoperti e praticati.

*

Da queste prime riflessioni s’impara che alcuni lineamenti generali del neo cristianesimo sono già noti al cuore, che ne ode il presagio. Il cuore sa che il Maestro non viene per chiudere gli umani in una gabbia, per quanto vasta, ma per liberarli e indicare altri mondi e contatti. Non viene per restringere gli orizzonti mentali con una serie di divieti, ma per ampliarli. Insegnerà lo Spazio, la grande Madre, la Vergine cosmica che partorisce e nutre creature e pensieri.

La nuova dispensazione, pertanto, non sarà pari all’antica, ché altrimenti sarebbe inutile, ma portatrice di quelle novità e freschezza che sono proprie delle verità antichissime. Quella di due millenni or sono, ad esempio, non ebbe veste scientifica, né avrebbe potuto, data la mentalità generale del tempo. La prossima offuscherà l’attuale sapere scientifico, alquanto misero e arrogante (anch’esso ha la sua Chiesa di Pietro). Stabilirà la nuova scienza sui principi celesti, sradicandola dalle sabbie mobili della materia. Unirà finalmente spirito e sostanza. L’imponente struttura eretta dalla scienza moderna, che nega il divino, cadrà rapidamente in rovina, sostituita da concezioni nuove e sicure. Essa soffre di un grave squilibrio, perché non tiene conto del cuore, che regge ogni cosa.

Verba volant, scripta manent”, si dice e ripete, convinti che i documenti sono fedeli testimoni del vero, mentre le parole lasciano il tempo che trovano. Poche parole “volanti” del Maestro basteranno, nondimeno, a seppellire nell’oblio molti ponderosi trattati. Già accadde in passato, quando rese obsolete le Scritture e le loro dotte ma fumose interpretazioni semplicemente parlando a pochi uomini incolti. (La Chiesa di Pietro, dopo molti secoli, pose la Bibbia a fianco dei Vangeli, ponendo così accanto al Dio dell’amore quello iracondo, violento e vendicativo degli ebrei: un errore colossale).

Il Maestro visse fra gli ebrei, ma nessuno lo pensa quale giudeo: non è membro di alcun’istituzione, non è neppure cristiano. E’ modello di libertà e indipendenza; perciò appartiene a tutti i popoli e il Suo Insegnamento è generale.

*

L’elenco dei presagi del neo cristianesimo, noti al cuore, potrebbe continuare; essi derivano dall’antico, non sono ancora stati forgiati dal fuoco del Maestro, eppure sono già percettibili. Si sa, ad esempio, che insegnerà l’arte suprema, l’arte di vivere, che è ancora misconosciuta. Già ne diede prodigioso esempio in Palestina, ma pochi se n’accorsero; fu intesa quale dimostrazione di divinità, quale capacità sovrumana, sminuendone in tal modo la maestria. Egli fu tanto bravo artista di vita da apparire divino, piuttosto che capace perché divino.

Il concetto di arte è oggi rovinato dall’intelletto, che critica, vaglia, suppone, e s’aggira in un campo che non è suo e dove spadroneggia senza diritto. Questa visione razionale separa le opere dell’artista dalla sua vita, e le considera alla stregua di variabili indipendenti. Per di più, intende l’arte come “questione di gusto”, dunque soggettiva e opinabile. Ne deriva una gran confusione, che sconcerta ed esclude le limpide vie dell’arte reale, basata sul potere del numero e del suono. E’ una situazione inammissibile in una società colta e civile, e deve essere riformata. Altra impresa neo cristiana.

Pensare all’arte di vivere, e applicarla all’esistenza quotidiana, è forse il modo più conciso, semplice e potente per introdurre il neo cristianesimo. Imparare come si vive nel mondosenza essere del mondo, accettare e sopportare la solitudine per il bene dei molti, sorridere quando il cuore soffre per i dolori umani, sono lezioni educative sia per chi le compie sia per chi le osserva.

4 – SALDATURA FRA VECCHIO E NUOVO

… Oggi si parla molto di pace, ma, di fatto, per impedire una guerra si ricorre a interventi armati. Persino le manifestazioni pacifiste assumono ridicoli aspetti guerreschi.

Gli eventi bellici di questi ultimi anni non sembrano minacciare la pace complessiva, poiché restano circoscritti in ambiti particolari, tuttavia sono focolai che dimostrano l’esistenza di un pericolo. Se lo stato di conflitto armato sembra sotto controllo, la vera guerra cova sotto le ceneri, e non dipende da questioni politiche o ideologiche, perché ha natura interiore: con Lui o contro.

Ancora una volta, si tratta di risolvere il problema della Croce: due espressioni che sembrano opporsi (il vecchio e il nuovo) si devono saldare con l’intervento del Fuoco. Il campo di battaglia è la sfera della coscienza, e il successo si ottiene quando un Operatore, di levatura superiore, mette in moto la Croce e trasforma Terra e Cielo, che si equivalgano.

*

Chi pensa e vuole veramente la pace deve essere sempre pronto alla guerra, poiché il dilemma “con Lui o contro” si agita in ciascuno, e si deve risolvere nel cuore. Fra non molto l’umanità sarà chiamata a riconoscere il neo cristianesimo come progenie dell’antico, nonostante le grandi differenze provocate dall’esplosione delle verità affermate duemila anni or sono.

Già allora il Maestro pensava a oggi. Fin da allora preparava la Ricomparsa, sapendo quanto è difficile saldare il vecchio con il nuovo. La società umana è profondamente mutata, le coscienze sono progredite e bisogna alimentarle in modo adatto, restando fedeli alla verità di sempre. La verità si dilata, e il suo nuovo aspetto è l’espansione dell’antico. Nulla esiste di nuovo sotto il Sole, si dice, ma tutto si espande, si moltiplica, si diffonde. Tale è il processo generale evolutivo, che non solo avanza e sale, ma si dilata a conquistare lo Spazio. Così la coscienza, sempre più vasta e inclusiva, si approssima allo stato primigenio.

Una rosa, una spirale posta al centro della Croce illustra questa procedura universale. La spirale descrive l’espansione illimitata, il fiore ne testimonia la bellezza.

Se il Maestro in Palestina pensava a oggi, il secondo Avvento è parte di un progetto di amore e di luce, non la ripetizione di ciò che fu. Tutto sarà uguale e diverso, ed è bene prepararsi a riconoscere entrambe le qualità: è l’atteggiamento necessario per saldare l’antico al moderno.

*

Alle forze conservatrici, che sono naturali, si affiancheranno le maligne, che non lo sono, e sarà ben difficile distinguerle.

5 – LA DIFFUSIONE

… Quando si accenna al neo cristianesimo si allude a un contenitore di nuove energie: politica, scienza, arte, filosofia, religione, socialità, ordinamento, tutte rinnovate e migliori. Il Ritorno è un evento interiore e sfugge alla percezione comune. Pone in rotazione la Croce, e tale moto procura nuove aperture, distrugge pregiudizi e stimola l’evoluzione … la diffusione del neo cristianesimo deve irradiarsi dal cuore, che è l’organo del pensiero sintetico.

… Duemila anni fa il Maestro disse poche parole, in Palestina. Frasi essenziali d’indicibile potenza, che stupiscono per la sintesi. I cicli trascorsi da allora ne hanno dilatato il significato, e quelle coscienze che nei secoli si sono espanse stanno per riconoscerlo. Si ripete che il nuovo è l’espansione del vecchio, e si aggiunge, per conferma, che l’Infinito spaziale è l’espansione del Punto.

Si può affermare che il Maestro seminò, allora, ciò che oggi viene a raccogliere. È opinione diffusa che il cristianesimo abbia fallito il suo scopo, poiché il genere umano non è cambiato dai tempi di Roma antica. Si sostiene che il suo progresso è stato soltanto meccanico o esteriore, mentre i vizi, le abitudini, la condotta sono oggi gli stessi, e persino peggiori. C’è del vero, ma è un giudizio superficiale. La società umana è stata, in verità, ben coltivata dal cristianesimo, specie in Occidente, nonostante molti errori di dottrina e di metodo. I semi sparsi in Palestina hanno preparato un raccolto abbondante, e le messi sono mature in molti campi. Il cuore umano è oggi meno crudele, anche se certi fatti e apparenze sembrano negarlo; la mente concreta è molto più sviluppata, il livello medio dell’istruzione assai più elevato. Il progresso generale è comprovato dal fatto, da tutti riconosciuto, che molti problemi, da locali che erano, si sono fatti globali (segno di crescita) e alcuni sono stati risolti. Bisogna poi considerare come indice positivo che altri, più gravi problemi si presentano a sfidare le capacità umane. Il potere moltiplicante dei cicli agisce, infatti, in tutti i campi e dilata sia il problema sia le forze, le cure e i sistemi di soluzione.

La condotta umana ristagna in superficie, ma dal profondo salgono correnti innovatrici.

Si afferma, con pessimismo, che il miglioramento morale dell’uomo è impossibile, perché la sua natura è quella che è e non si può cambiarla. Non si vedono, o non si vogliono vedere, i grandi mutamenti, numerosi e notevoli, affermatisi nella psiche umana dopo il Calvario. La crescita della popolazione comporta l’aumento o l’aggravarsi dei problemi, e ciò può nascondere la miglioria delle coscienze, non ancora visibile in superficie. E’ ingiusto, inoltre, giudicare l’umanità intera in base a quella sua parte presente in questo periodo storico, che per essere di crisi profonda attira molti dei suoi membri peggiori e pessimi, e pochi dei migliori.

Questo stato di cose è un invito per chi più è capace di sacrificio, e il Maestro di sacrificio verrà a curare il raccolto e gettare altri semi.

*

Lentamente i capisaldi del neo cristianesimo si fanno visibili. Sono ancora sfuocati, come immersi nella nebbia, simili in ciò agli antichi, per opposto motivo. Sembra giustificato, ad esempio, presumere che la località ignota destinata al nuovo Avvento, pur essendo specifica, sarà tuttavia planetaria; che la scena, insomma, sarà mondiale, e non più così ristretta, come in Palestina – anch’essa dilatata dal potere dei cicli.

Uomini solitari, quali precursori del neo cristianesimo, spandono silenziosi nello Spazio le ricchezze dei loro cuori. Non dicono parole, eppure molti li ascoltano.

“Signs of Christ” – N. Roerich

6 – COMUNIONE SOCIALE

Il concetto di comunità, come molti altri, deve essere liberato dalle scorie che da molto tempo lo deformano. Si ritiene per lo più che la radice alla base di una comunità sia il bene goduto e utilizzato dai suoi membri. E’ un’interpretazione restrittiva, che tende a ridurre il molteplice al monotono.

Ciò che è comune, infatti, è uguale per tutti. Le dosi possono variare per ciascuno dei membri, ma il bene è quello che è: un terreno, un bosco, una sorgente, una dottrina, un modo di vivere. E’ un “oggetto” che scarica le sue qualità su coloro che ne usufruiscono e li uniforma. Il popolo italiano, ad esempio, è la comunità di coloro che dispongono dell’italianitàbene indefinibile eppure reale ed esistente. Gli ordini monastici (altro esempio) si sono sempre distinti per le Regole osservate, diverse e peculiari per ciascuno, che li plasmano in comunità uniformi e specifiche.

Secondo questa concezione, accettata e prevalente, il bene, quale ne sia la natura, modella la comunità dei suoi utenti. Così i cristiani si distinguono dai musulmani e altri credenti perché il bene comune è diverso; e la società umana si divide in classi secondo il bene di cui dispongono, per quanto complesso.

Si osserva pertanto che le comunità, così dipendenti dal loro bene, sono inevitabilmente divise e separate, al punto che non si vede come unificarle senza salire a una comunità sociale che abbia come bene la somma dei beni – e si comprende come sia arduo giungere a tanto. In termini che si potrebbero dire neo cristiani, per costruire una comunità generale occorre rinunciare al proprio bene separato, il che equivale a metterlo in comune.

Oggi si sente predicare la necessità di accomunare le varie fedi religiose, ma in pratica non si va oltre a una certa tolleranza reciproca; nessuno intende realmente abbandonare la sua proprietà dottrinaria. Le antiche e dolenti separazioni e i feroci contrasti rimangono tali e quali, avvolti in un manto d’ipocrisia. I tentativi odierni di risolvere il problema basano su una partigianeria travestita e insincera e non affrontano il nucleo della questione, che richiede un grande atto di sacrificio.

*

Si pensi ora a una comunità non più gravitante attorno a un bene qualchessia, ma modellata sull’ineffabile Bene generale, di valore solare. La sua potenza trascendente deriva proprio dall’essere indescrivibile, e quindi adattabile a qualsiasi coscienza. Una società siffatta tenderebbe all’unione, gradualmente, mentre migliora sorretta dalla marea evolutiva. I contrasti, anziché accentuarsi, a poco a poco svanirebbero.

Oggi ciò sembra irrealizzabile e utopistico, ma la Ricomparsa, che è Bene comune, darà l’impulso necessario. Così ragionano coloro che pensano al Maestro quale Bene comune.

In varie occasioni si è già affermato che la comunione generale dei popoli è una meta prioritaria, raggiungibile nell’epoca settima [Ciclo di 840 anni dal 1910 al 2750]. S’intende con ciò che deve precedere altre finalità, che la presumono realizzata. E’ dunque un passo relativamente imminente. Come sperare, infatti, in un rapporto cosciente con altre umanità solari, se prima non si è pervenuti all’unione? Al lume di queste riflessioni sembrerebbe che la comunione dei popoli sia, per il pianeta, la meta generale dell’attuale settimana solare [dal 3130 a.C. al 2750 d. C.].

Le vicende storiche di questo lungo periodo mostrano il genere umano impegnato a padroneggiare questa lezione di suprema importanza, imparando penosamente dagli errori, passati e presenti. Le menti migliori la hanno appresa da tempo, e la spargono silenziose nello spazio: l’unione sociale (non quella politica) non è più l’impervio concetto di un secolo fa.

La prima mossa verso quella meta sta dunque nell’assumere il Bene generale quale centro della comunità nascente, senza volerlo definire o accettando tutte le definizioni, liberamente scelte dalle singole coscienze.

*

Il progresso sociale può essere controllato anche mediante un altro metodo, che oggi nessuno però saprebbe applicare: è basato sul principio della sezione aurea, che fa carico al maggiore di intercedere per il minore.

“Intercedere” è termine scelto di proposito. Letteralmente significa “marciare nel mezzo” (inter – cedere) e descrive la funzione che in una società compete al maggiore, che sta, appunto, fra il minore e il massimo e deve metterli in rapporto. Che un tale compito sia espresso con rigore da un numero trascendente (Φ) dimostra che i fatti matematici sono veri prodigi.

La soluzione delle sperequazioni sociali non si ottiene applicando ideologie fumose e spesso sinistre, ma dosando con precisione e il maggiore e il minore.E’ ben vero che oggi non si sa farlo: non avendo ancora appreso come valutare con esattezza il rapporto fra le qualità umane non si sa andare oltre il semplice enunciato della legge. Si rifletta, però, che ciascuno è sia maggiore sia minore di altri, nei campi più diversi. Nessuno perciò sfugge al precetto: è tenuto sia a dare sia a ricevere aiuto. Questa frase è un approccio alla regola aurea:

chi dona il giusto aiuto (non troppo, non troppo poco) si pone, per quell’atto, quale mediatore fra minore e massimo, dal quale riceve e trasmette soccorso.

Queste azioni non tendono a uguagliare le quantità (ideale di varie rivoluzioni, cruente quanto miopi) ma a utilizzare le qualità a vantaggio comune.

Si è affermato che oggi non si sa applicare la proporzione “sociale”, ma è anche vero che non si è mai tentato di farlo, per immaturità. Oggi i popoli maggiori spediscono aiuti di vario genere alle popolazioni minori. E’ cosa encomiabile, ben diversa dallo sfruttamento del recente passato. Non coglie però nel segno, perché non è giusta, è spesso spropositata quanto sproporzionata, sì che quei minori restano tali.

L’ambiente sociale dove ciascuno può esercitare e comprendere la misura della proporzione aurea è la famiglia, sempre composta di maggiori e minori. Fra le pareti domestiche il maggiore impara a dare il doveroso soccorso, nella giusta misura, in ogni campo, e a connettere il nucleo famigliare al massimo. Oggi si potrebbe descrivere la grave crisi sociale semplicemente affermando che la famiglia è in crisi. E’ una situazione che dipende dai moltissimi errori del passato, ossia dal mancato rispetto e dall’igno­ranza della regola aurea. La vita di famiglia perciò ha perso bellezza, non è più attraente, pertanto si slega e si sfascia: il processo si ripercuote in tutto il genere umano, che dovrebbe essere una famiglia e non lo è.

La regola aurea non è impraticabile. E’ uno dei fondamenti del neo cristianesimo, annunciata tanto tempo fa dal Maestro, quando disse: “Amatevi l’un l’altro come io vi ho amato”, indicando il modo più sicuro e semplice di sciogliere gli incatramati nodi sociali.

7 – IL NUOVO ORDINAMENTO

Non esistono comunità senza ordinamento. E’ una legge universale, e le società umane la confermano, dalle tribù agli Stati.

L’Ordine però, per sua natura, non contrasta mai un ordine preesistente: se lo combattesse negherebbe la propria essenza. La storia umana sembra confutare quest’as­sioma, date le molte rivoluzioni che hanno mutato nei secoli l’assetto sociale. In realtà queste rivolte, quasi sempre cruente e violente, non hanno instaurato un ordine nuovo, ma modificato uno stato di disordine. Conseguenza di uno sfacelo sociale, predicate da uomini di scarsa lungimiranza, furono crudeli, e dunque incapaci di ordinare: la violenza non è maestra di vita.

L’uomo non comprende ancora l’ordine celeste, e chiama “ordine” certe sue mutevoli fantasie, del tutto avulse dall’idea solare. Il neo cristianesimo è portatore dell’Or­di­ne superiore, che per quanto si è affermato è immutabile, seppure flessibile e dinamico: per questa sua natura non è imperioso e non emana divieti. Affermazioni di questo tipo suonano strane, poiché l’uomo ha dell’ordine un concetto ben diverso, addirittura opposto: rigido controllore della condotta, tutela dell’ortodossia e giudice spietato.

Nulla di simile si trova nell’Ordine che governa l’Universo.

L’ordine cosmico ha una proprietà che manca nella modesta concezione umana: la facoltà di organizzare. Essa consente di stabilire legami, affinità e operazioni ritmiche fra serie di enti dalla diversissima natura, sì che concorrano liberamente a costruire il Bene comune, ossia a formare la Comunità universale. Ciò traspare nel funzionamento del Sistema solare, ma l’uomo lo ritrova in sé, nelle mansioni dei propri organi fisici, fra loro molto differenti eppure collaboranti al benessere dell’insieme: da quel potere organizzante e segreto dipende la sua stessa esistenza.

E’ da notare che tale funzione non dispone di un organo proprio, a ciò preposto. Come la prima e la quarta virtù divina, l’Ordine è elusivo, non ha sede. Dedicato al suo compito di stabilire precedenze, gerarchie, dipendenze e sovranità, non dispone di un organo esteriore. Si conclude che ha sede in tutti gli altri, ossia che è onnipresente.

E’ regola universale che quando, per quanto si faccia, non si riesce a trovare ciò che si cerca, quella cosa è ovunque. Non si trova il Maestro, non si trovano l’Infinito, la Vita, lo Spazio perché sono onnipresenti.

*

Dopo quanto si è scritto, parlare di nuovo ordinamento pare improprio: il neo cristianesimo non intende certo spodestare l’antico. Meglio dunque dire “ristabilire” piuttosto che “impiantare” un ordine diverso. L’Ordine celeste non può dirsi nuovo né antico. Forse questa è la ragione per cui l’ultima stanza della grande Invocazione recita appunto di “ristabilire” il Piano di sempre.”

Il Governo Reale


* Oggi Terra e Nettuno ( Raggio) si incontrano eliocentricamente negli abissi dell’oceano sostanziale di Pisces per l’8^ delle 13 volte prima della Sua entrata in Aries nel 2025.

Come viene insegnato dall’astrologia esoterica, “Pisces controlla i piedi e quindi tutto il pensiero del progresso, della marcia verso la meta e del sentiero del Ritorno, sottostà alla rivelazione spirituale del grande ciclo che sperimentiamo.”

“… Nettuno focalizza l’influsso di Pisces per quanto riguarda l’umanità nel suo complesso, e non soltanto per l’uomo singolo, poiché ciò avviene solo nelle fasi finali del Sentiero del Discepolato. Oggi l’umanità si prepara spedita ad essere il Discepolo Mondiale.”

In, certe scritture antiche, il Cristo, grande Maestro dell’Occidente e attuale Iniziatore del mondo, è chiamato Nettuno, Signore del l’oceano — il Cui simbolo astrologico, il tridente, significa la Trinità manifesta — e Che è il governatore dell’epoca di Pisces. Dicono quelle frasi, in termini esoterici: “… le divinità marine che da terra (Virgo) si sono tuffate in acqua (Pisces) partoriscono assieme il Pesce divino (il Cristo) che versa acqua di vita nell’oceano della sostanza e così illumina il mondo. Questa è l’opera di Nettuno”.” (A. A. Bailey, Astrologia Esoterica, Collezione Lucis)

** Tratti dalla dispensa omonima di Enzio Savoini, 2001, testo inedito.

*** Da Gerarchia, 211: “La base del potere creativo è il pensiero… creatura capace di azione indipendente… quale entità spirituale non può essere annientato. Gli si può solo opporre un’entità simile, ma più potente: questa è l’essenza di Tactica adversa…”

Da Infinito 2, 367: “Tactica adversa è il nostro metodo.” [nota dell’autore]

Taggato . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento