La Croce nel Cerchio

La Croce nel Cerchio è il simbolo fondamentale* del Rapporto tra Terra e Cielo, tra Forma e Idea, tra Materia e Spirito: è la presa di coscienza acquisita sulla Terra, la quadratura del cerchio.

È il simbolo dell’Uomo crocifisso ponte tra Cielo e Terra, quale “Messaggero degli Dei” o della Realtà: è la “discesa nella generazione” della nostra Anima spirituale o buddhica, il Cuore al centro, di Mercurio , il Principio e Principe dell’Armonia (4° Raggio) quale trionfo dell’Amore-Saggezza (2° Raggio) espresso intelligentemente (tramite la Mente/Manas o Venere, 5° Raggio ) :

“La croce, dicono i cabalisti, ripetendo l’insegnamento degli occultisti, è uno dei più antichi, anzi, forse il più antico dei simboli … Gli Iniziati orientali lo definiscono coetaneo del cerchio dell’Infinitudine Deifica, e la prima differenziazione dell’Essenza, l’unione tra Spirito e Materia … il primo simbolo fondamentale della Causa creatrice, da applicarsi alla geometria, ai numeri, all’Astronomia, alla misura ed alla riproduzione animale … Dimostriamo quest’affermazione. In Astronomia, Mercurio è il figlio di Coelus e di Lux, del Cielo e della Luce, o Sole; in mitologia è la progenie di Giove e Maia. È il “Messaggero” del Padre Giove [2° Raggio], il Messia del Sole; in greco, il suo nome “Hermes” significa tra l’altro “l’Interprete”, la Parola, il Logos o Verbo … Come Genio psicopompo, conduceva le anime dei defunti all’Ade e le riportava indietro; compito attribuito a Gesù dopo la sua morte e resurrezione. I simboli di Hermes—Mercurio (Dii Termini) erano posti lungo le grandi strade e alle loro svolte (come ora in Italia si mettono delle croci), ed erano cruciformi …

L’idea di rappresentare la Divinità nascosta con la circonferenza di un Cerchio, e il Potere Creatore — maschio e femmina, il Verbo androgino — con il diametro che l’attraversa, è uno dei simboli più antichi. Tutte le grandi Cosmogonie sono state costruite su questo concetto. Per gli ariani, gli egiziani e i caldei, il simbolo era completo, abbracciando l’idea del Pensiero Divino eterno e immobile nella sua assolutezza, interamente separato dallo stadio incipiente della (cosiddetta) “creazione”, che comprende l’evoluzione psicologica ed anche spirituale, e la sua opera meccanica, o costruzione cosmogonica …

Dio è un cerchio, il cui centro è dappertutto e la circonferenza in nessun luogo.

… Il cerchio e la croce sono inseparabili… la Crux Ansata unisce il cerchio e la croce a quattro bracci. In conseguenza di questo [essi] sono divenuti talvolta intercambiabili. Per esempio, il Chakra, o Disco di Vishnu, è un cerchio; il nome denota la circolazione, la rotazione, le periodicità, il ciclo del tempo. Il dio la usa come arma da lanciare contro il nemico. Similmente Thor lancia la sua arma, il Fylfot, una forma della croce a quattro bracci (Svastika) e un tipo dei quattro quadranti. Così la croce equivale al ciclo dell’anno [secondo la chiave astronomica del simbolo] …

“La Croce a quattro bracci è semplicemente la croce dei quattro quadranti, ma il segno della croce non è sempre così semplice. È una figura che si è sviluppata da un inizio identificabile, adattato poi all’espressione di varie idee. La più sacra croce d’Egitto che sia stata portata nelle mani degli Dèi è l’Ankh , il segno della vita, un giuramento, un patto… La sua parte superiore è il geroglifico Ru   posto sopra la croce del Tau. Il Ru è la porta, l’entrata, la bocca, l’apertura d’uscita; denota il luogo di nascita nel quadrante settentrionale del cielo, dal quale il Sole nasce. Quindi, il Ru del segno Akh è il tipo femminile del luogo di nascita, rappresentante il nord. In questo quadrante settentrionale, la Dea delle Sette Stelle, chiamata la “Madre delle Rivoluzioni”, diede origine al tempo nel primo periodo dell’anno. Il primo segno di questo ciclo e cerchio primordiale disegnato in cielo è la prima forma della croce Ankh , un semplice cappio, che contiene in una sola immagine il cerchio e la croce. Questo cappio o nodo è portato sulla fronte della più antica genitrice, Tifone dell’Orsa Maggiore, come la sua Arca, l’ideogramma di un periodo, una fine, un tempo, usato per indicare una rivoluzione. Questo, dunque, rappresenta il cerchio percorso nel cielo settentrionale dell’Orsa Maggiore, che costituì il primo anno di tempo, dal qual fatto arguiamo che il cappio o Ru del nord rappresenta quel quadrante, il luogo di nascita del tempo, raffigurato come il Ru del simbolo Ankh. … Il Ru della croce-Ankh fu continuato nel cipriota R, Ω, e nel copto Ro, Ρ. [La R degli alfabeti slavi e russi (il cirillico) è anche la P latina – nota 6]. Il Ro fu portato nella croce  greca che è formata dal Ro e dal Chi, o R-k … Il Rak, o Arca [Ark in inglese], era il segno di tutti gli inizi (Arche) a questo riguardo, e il nodo dell’Arca è la croce del Nord, la parte posteriore del cielo.”

… La versione purânica in India presenta tutta la questione sotto un altro aspetto. Senza negare l’interpretazione precedente, essa rivela una parte dei misteri con l’aiuto della chiave astronomica, e così offre una versione più metafisica. Il nodo dell’Ankh non appartiene al solo Egitto. Esiste sotto il nome di Pâsha, una corda che Shiva tiene nel suo braccio destro inferiore (avendo Shiva quattro braccia). Il Mahâdeva è rappresentato nella posizione di un asceta, come Mahâyoghi, con il suo terzo occhio  che è “il Ru,  posto sopra la croce del Tau”, in un’altra forma … Come emblema di una “porta, portale, bocca o apertura d’uscita”, significa la “porta stretta” che conduce al Regno dei Cieli … È veramente una croce in un cerchio e una Crux Ansata; ma è una croce sulla quale le passioni umane devono essere crocifisse prima che lo Yogî passi la “porta stretta”, il cerchio ristretto che si dilata nell’infinito, non appena l’Uomo Interiore ha superato la soglia. Quanto alla misteriosa costellazione dei sette Rishi, nell’Orsa Maggiore, se l’Egitto li ha consacrati “all’antica genitrice, Tifone”, l’India da lunghe ère ha associato questi simboli con il Tempo, o le rivoluzioni Yuga, e i Saptarshi sono intimamente associati con la nostra presente èra, l’oscura Kali Yuga …

… È questo dunque il primo e più antico simbolo di croce e cerchio, nella cui formazione entra la Divinità (simbolizzata da Vishnu), il Cerchio Eterno del Tempo Illimitato, Kâla, sul cui piano sono disposti a croce tutti gli Dèi, tutte le creature e le creazioni nate nello Spazio e nel Tempo, che, come dice la filosofia, muoiono tutte al Mahâpralaya. Intanto, sono i sette Rishi che segnano il tempo e la durata degli eventi nel nostro ciclo di vita settenario [da ricordare anche che, per l’Astrologia esoterica, il potere delle Sette Stelle dell’Orsa Maggiore, Fonti dei Sette Raggi per il nostro sistema solare, entra nella sfera e ciclo della coscienza planetaria proprio attraverso i Segni Aries e Libra, l’alfa e l’omega dello Zodiaco]. Essi sono tanto misteriosi come le loro supposte spose, le Pleiadi …

… I quattro bracci della x, o croce decussata, e della croce di Ermete, diretti ai quattro punti cardinali, erano ben compresi dalle menti mistiche degli indù, dei Brahmâni e dei buddhisti, centinaia di anni prima che se ne sentisse parlare in Europa, giacché questo simbolo si trovava, e si trova in tutto il mondo. Essi piegarono le estremità dei quattro bracci, e ne fecero la loro Svastika,  che sta ora sullo scettro di potere dei buddhisti mongoli. Questo implica che il “punto centrale” non è limitato a un individuo, per quanto perfetto; che il Princìpio (Dio) è nell’Umanità, e l’Umanità, come tutto il resto, è in esso, come le gocce d’acqua sono nell’oceano, le quattro estremità essendo dirette verso i quattro punti cardinali, e quindi perdendosi nell’infinito.

… la linea verticale, che è maschile, nella croce diventa una linea quadripartita … Il quattro era chiamato dai Pitagorici il Custode delle Chiavi della Natura; ma, unito al tre, che faceva sette, diventava il numero più perfetto ed armonioso: la natura stessa. Il quattro era “il maschio nella forma femminile” quando formava la croce** … La Filosofia Esoterica spiega che quattro è il simbolo dell’Universo nel suo stato potenziale, o Materia Caotica, e che occorre lo Spirito per permearlo attivamente; cioè, il Triangolo astratto primitivo deve perdere la sua qualità unidimensionale e spandersi attraverso questa Materia, formando così una base manifestata nello spazio tridimensionale, affinché l’Universo possa manifestarsi in modo intelligibile. Questo è compiuto dal cubo disteso. Ne deriva la croce ansata quale Simbolo dell’uomo, della generazione e della vita. In Egitto Ankh significava anima, vita e sangue. È l’uomo vivente dotato di anima, il settenario.“*

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Queste meravigliose indicazioni sulla metafisica dei Simboli e dei Numeri svelano l’infinita profondità della Croce nel Cerchio e aiutano a cogliere la potenza dei 4 impulsi cardinali di ogni Ciclo o Cerchio spaziale, che la Coscienza umana deve imparare a “dominare magneticamente” per dare vita ai suoi intenti evolutivi e per ‘tornare’ scientemente alla sua Essenza divina, al Sole centrale.

 

“I 4 angoli dell’orizzonte (il cerchio di posizione) corrispondono ai 4 cardini di qualsiasi ciclo (il cerchio in moto), che sia quello giornaliero, annuale o di qualsiasi ampiezza. È la Croce della Vita o del Cuore che ad ogni livello quadra il cerchio e veicola la Vita nella Forma o, viceversa, sublima l’apparenza in essenza.

Il tempo è il moto in uno spazio ordinato. Il tempo ciclico è uno spazio ritmato.

In tali 4 angoli del giorno o dell’anno, o di qualsiasi vortice a spirale (svastica), l’energia di tutti i cicli ritmici o vortici superiori si riversa al Centro, nel Cuore dell’Entità in questione, così come al centro di ogni sua creatura e forma. Lo Spirito crocifigge la Sostanza secondo tali direzioni, e la libera, facendone esplodere la coscienza o Suono/Luce essenziale.

Ogni creatore rispetta queste 4 tappe o direzioni primarie per convibrare con il cosmo e per imprimere le proprie mete e impulsi; i Sette Raggi reggono secondo liturgia queste 4 Porte sacre che ancorano nello Spazio ogni Ciclo o evoluzione della Coscienza attestata al Centro, ‘luogo’ o stato dell’Essere e dell’Eterno Presente.

In tal senso sono concepite ed orientate, ad esempio, le Letture dei quattro quarti del ciclo annuale della direzione Segni del Cielo, che ‘quadrano il cerchio’ attestando nello spazio della coscienza umana 4 settenari di Formule o Parole di Potere sintetiche che mirano a fissare le energie causali attivate da tali 4 battiti del Cuore planetario (solstizi ed equinozi).

Viverle ed incarnarle in sé, saturandone lo Spazio ciascuna per un quarto di ciclo, contribuisce in qualche modo, quali co-creatori come se dei grandi Pensatori celesti, ad imprimerle e a depositarle nella sfera planetaria e nella coscienza di ogni uomo.

L’Uomo, parafrasando Pitagora, nominando le cose ha il potere di dar loro vita. Nel Cielo sono scritte per essere lette le Formule viventi dell’Evoluzione. A noi apprendere gradualmente questa arte di collaborare in modo coordinato e conforme con il Cielo.

Il Proposito e il Piano planetari, parte di quelli maggiori, saranno gestiti sempre meglio dalla coscienza ben orientata dell’Uomo, quel messaggero che è il frutto o “corona della creazione planetaria”, la “prima Forma” e primo regno che può autoiniziarsi e assurgere al livello dei creatori coscienti.

Possiamo rischiare di perdere l’opportunità di essere co-creatori consapevoli dei nostri giorni e, in ultimo, del nostro destino universale?

È questo un diritto o un dovere per l’umanità, o mirabilmente entrambe?” ***


* “… il Cerchio, la Croce e il Sette — quest’ultimo essendo divenuto una base delle misure circolari — sono i primi simboli primordiali. Pitagora, che derivò la sua sapienza dall’India, lasciò alla posterità uno sguardo in queste verità. La sua scuola considerava il numero 7 come un composto dei numeri 3 e 4, che si spiegava in due modi. Sul piano del mondo noumenico, il Triangolo, quale prima concezione della Divinità manifestata, era la sua immagine, “Padre-Madre-Figlio”; e il Quaternario, il numero perfetto, era la radice ideale, noumenica, di tutti i numeri e di tutte le cose sul piano fisico. Alcuni studiosi, in conseguenza della sacralità della Tetractys e del Tetragrammaton, si sbagliano sul senso mistico del Quaternario. Questo, per gli antichi, era solo una “perfezione” secondaria, per così dire, essendo in relazione con i piani manifestati, mentre il Triangolo, il greco Delta (Δ) era il “veicolo della Divinità sconosciuta”.” (H. P. Blavatsky, Antropogenesi, Ed. Cintamani 2009, p. 384.
Gli estratti successivi sono a p. 357, 142, 354, 359-362, 367, 398)
** “Il quattro era “il maschio nella forma femminile” quando formava la croce; e sette è il “Maestro della Luna“; perché questo Pianeta è obbligato a cambiare apparenza ogni sette giorni. Basandosi sul numero sette, Pitagora compose la sua dottrina sull’Armonia e sulla Musica delle Sfere, chiamando “tono” la distanza della Luna dalla Terra; dalla Luna a Mercurio, mezzo tono; da questo a Venere altrettanto; da Venere al Sole, un tono e mezzo; dal Sole a Marte un tono; di qui a Giove, mezzo tono; da Giove a Saturno, mezzo tono; e da questo allo Zodiaco, un tono; così si ottenevano in tutto sette toni: l’armonia del diapason. Tutta la melodia della Natura risiede in questi sette toni, e perciò è chiamata la “Voce della Natura”.” (Ibidem, p. 398).
*** Estratto rielaborato dal testo Dal tempo lineare al tempo ciclico (p. 35) nella pagina Documenti.
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