Spiritualizzare le forme

Oggi nello Spazio solare, precisamente dal primo settore del Segno di Taurus, vengono irradiate le energie combinate di Venere (5° Raggio, Manifestazione) e di Urano (7° Raggio, Ordinamento).
L’impeto irruente della forza vitale che, sostanziata da Taurus, si protende verso la realizzazione delle forme è incanalato dall’energia dei due Luminari, il primo volto a dettare le regole auree della costruzione formale, l’altro ad organizzare, ordinare e perfezionare le forme che scaturiscono dal vorticare dell’energia vitale e rivolgerle, rifulgenti di Bellezza, all’Uno da cui sono scaturite.

Nella furia di Taurus tutto sembra disordinato, e ogni processo si frantuma in molti sviluppi minori e divergenti. La terra si apre, i semi germogliano, e le forme di vita si affermano e crescono su altre forme che crescono. Lo scompiglio è causato dall’accendersi della fiamma innescata da Aries. Ma il fuoco che separa e distrugge è sempre animato da quello che unisce e crea. In verità tutte le cose e i processi ardono illuminati dalla luce ultima, che afferma l’Ordine. L’Ordine, a ben vedere, è ciò che unisce, tramite uno sviluppo, il principio alla fine; il comando, l’esecuzione e il compimento”. (1)

L’Ordine, pertanto, è la chiave che apre lo scrigno della manifestazione, il cardine su cui volge eternamente la ruota del divenire, apparentemente segnato dal tumultuoso apparire delle forme, eppure instancabilmente ricondotto all’Unità, traguardo dell’organizzare e dell’ordinare. La piena manifestazione dell’Idea originaria nel mondo formale e, con moto speculare, la perfetta trasfigurazione di ogni forma nella sua essenza è il compito dell’irradiarsi di queste energie planetarie, per giungere alla completa funzionalità ordinata, organizzata e rituale di ogni parte del creato.

Il “moto costante verso l’unità” che governa l’evoluzione della manifestazione è dunque quel regolare procedere di ogni cosa in modo che ciascun elemento possa assumere la posizione che gli spetta; un moto dinamico ed evolutivo, ardente di fuoco, che si palesa come un ritmo, una pulsazione, come il Principio ritmico della Vita. L’Ordine, pertanto, come suggerisce anche la sua radice indoeuropea *AR- -/*OR-/*UR- che indica “movimento verso”, “moto per unire”, e, detto per inciso, è la medesima di Armonia, innerva ogni fibra della sostanza e la guida verso la piena realizzazione.

Le forme nascono, evolvono e poi sfioriscono sotto la guida dell’energia costruttiva che le anima e che le raffina; i poli della creazione via via si avvicinano e laddove nell’apparenza c’era solo forma si intravede l’essenza, pulsante come un cuore e sempre più vivida e luminosa.
Le energie combinate del 5° e del 7° Raggio consentono quest’opera magica che si concretizza in una perfetta e sapiente tensione a spiritualizzare le forme affinché i due poli dell’Essere, Spirito e materia, si possano fondere e possano irradiare la gloria della Manifestazione.

Il quinto Raggio, come si è detto e ripetuto, scrive quei segni che imprigionando temporaneamente la vita, le imprimono una qualità specifica e la manifestano. L’azione sua si limita a questo: il rapporto fra i segni e l’ambiente o il loro contesto è invece controllato dal settimo Signore, che interviene per gestire l’universo oggettivo. Il 7 è infatti l’artefice creativo responsabile degli scambi fra la forma e l’infinità che l’attorniano. Egli è sempre ai confini, ovunque essi appaiano e a qualsiasi livello. Non è mai sbilanciato verso l’interno o l’esterno, verso l’una o l’altra parte: è un arbitro di assoluta e imparziale indifferenza. Perciò è ritenuto straniero o foraneo, sia dalle coscienze estroverse sia dalle introspettive. (…) Quella grande Sentinella, per pareggiare i conti fra dentro e fuori, a poco a poco, controllando di continuo la situazione, migliora l’esattezza, ovvero sale a livelli di precisione maggiore, eliminando per gradi gli effetti disastrosi dell’approssimato. La forma, così amministrata, diviene per conseguenza più leggera, più espressiva, più trasparente, al punto che da ultimo svanisce. Qui cessa l’Opera del 7, e la Vita riacquista la sua libertà, arricchita dall’esperienza che solo la forma conferisce. (…) Compie questa missione senz’altro fare che correggere gli errori di tracciato, affinare i calcoli e i disegni, perfezionare le scelte sino a raggiungere l’esatto. Allora la forma, che è la vera e unica sede dell’imperfetto, non ha più ragione di esistere”. (2)

La costruzione e l’organizzazione di una Nuova Cultura e Civiltà necessita dunque di queste energie attive e pulsanti; il lavoro congiunto e concorde degli uomini di Buona Volontà, ad esse ispirato, può tracciare il sentiero per la sua realizzazione e la forza che si sprigiona dai retti rapporti umani potrà fungere da spinta per varcare i confini del finito e spalancare i cuori sulle visioni ultramundane.

La Fratellanza è da concepire come un istituto i cui membri non lavorano a giornata, ma secondo le rispettive mansioni. Bisogna saper amare il lavoro per giungere a tanto. Rendetevi conto che questi compiti sono illimitati, e che anche il processo di perfezione non ha un termine”. (3)

Il disordine attuale è una specie di gara tra il Caos e la Manifestazione. Le nuove energie invocate producono esplosioni negli elementi; bisogna dunque non perdere altro tempo e usare tutti i mezzi a pro del creato. I cavalli bianchi della Luce devono superare quelli neri delle tenebre. È un monito da ripetere, altrimenti qualcuno potrebbe lasciarsi tentare da questi secondi”. (4)

In consonanza con le energie irradianti di Venere ed Urano anche noi in questo giorno ci proiettiamo al Centro con ardente slancio e da questo ci spingiamo verso la periferia del Sistema gravidi di quella Bellezza perfetta capace di ispirare ogni uomo alla costruzione (manifestazione) di una Nuova Cultura, in accordo con i Principi della veniente era di Aquarius.

 

Note

  • 1- Primo Vertice, Il Sistema solare nello spazio, ed. Nuova era, 2018, p. 66
  • 2- Primo Vertice, Le mete lontane, ed. Nuova era, 2017, p. 183-184
  • 3- Collezione Agni Yoga. Fratellanza, § 17, ed. Nuova era
  • 4- Collezione Agni Yoga. Cuore, § 247, ed. Nuova era
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Una risposta a Spiritualizzare le forme

  1. Bianca V. dice:

    Grazie Giuliana della tua riflessione sullo “spiritualizzare le forme”, che è il Compito primario di noi esseri umano-divini in questa dimensione, nella quale sperimentiamo la “terrestrità” e la materia, che com’è noto, spesso confondono la Volontà e ottundono il senso del Fine.

    L’uomo risvegliato, che, dopo un lungo vagare nel mondo deila profanità, mira ormai chiaramente a “spiritualizzare la materia e materializzare lo spirito”, si sente, sempre e comunque, un Servitore. Sa che ciascun lavoro, opera o attività, può essere compiuto a diversi livelli di coscienza, a seconda della maggiore o minore consapevolezza spirituale di chi agisce. Ogni atto può spegnersi nel grigiore del quotidiano, se non osservato e contenuto in una più alta prospettiva, o illuminarsi d’infinito, se vivificato dalla visione della Meta più alta:

    “Di per sé, un gesto, un atto, non è né puro né impuro: ciò che è puro o impuro è l’intenzione, è il sentimento, è il desiderio che spinge gli esseri a compiere quel gesto o quell’atto.
    Qualunque cosa si faccia, la purezza consiste nel riuscire ad elevarsi interiormente per captare elementi d’una maggiore sottigliezza, d’una maggiore luce, e portare così qualcosa di buono agli altri.”
    (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

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