Benedette le vie della Bellezza!

Nel fulgore della luce rigenerante di Scorpio, immersi nelle ultime battute della potenza dell’anno 5.5, Nuova Cultura Nuova Civiltà, si depone nello Spazio il seme eterno, eppur obliato, della Bellezza.

Più volte, e da sempre, l’uomo si è interrogato su cosa sia la Bellezza e che rapporto abbia con le varie forme d’arte e di conoscenza che l’Umanità ha forgiato nel suo cammino millenario.

Nuovi principi verranno affermati quando scienza, arte e vita saranno fra loro coordinate e in equilibrio. È infatti necessario che questo basi sul concorso di tutte le espressioni” (1).

Ma non solo; la Bellezza l’uomo l’ha intravista anche nelle leggi e nelle formule indagate dalle scienze pure, nella multiformità espressiva del linguaggio, nella magnificenza e nella variopinta molteplicità delle forme di natura, nella verità dei retti rapporti umani, insomma in ogni forma, visibile o meno, che in qualche modo raggiunge la percezione umana.
La Bellezza ci appare infatti mediante un duplice registro: da una parte è l’impronta dell’Infinito, dall’altra è la porta mediante la quale l’Infinito si rivela nel finito. Infinito e finito si incontrano, si specchiano, si avvicinano fino a toccarsi e, nel migliore dei casi, a fondersi. Così non sono più distinguibili e dalla materia rifulge lo Spirito.

L’Infinito si manifesta nella Bellezza. Essa illumina gli insegnamenti dei Cercatori dello spirito. Nel Bello esprimiamo senza timore la verità della libertà. Con la Bellezza accendiamo splendori in ogni goccia d’acqua; trasformiamo la materia in un arcobaleno”. (2)

La Bellezza è dunque uno specchio a due facce: riflette il superno così come il materico, è canale di luce eppure tocca, e si incarna, nella pesantezza delle forme. Come soleva dire Platone “Il Bello è difficile”.

E l’uomo, che in ogni momento della sua vita ha a che fare con la Bellezza, troppo spesso percorre queste vie di Bellezza in modo inconsapevole e discontinuo, a tratti esaltandosi e tremando di fronte alla potenza del Bello, a tratti piegandolo ai suoi fini, a volte distruggendo ogni forma di bellezza perché incapace di vederne il valore e la verità, a volte ancora discendendo negli inferi dell’io e della materia nell’illusione che la libertà che la Bellezza e l’Arte consegnano all’uomo sia la libertà del disordine, della sregolatezza, del puro caos.

Urusvati rammenta quanta costanza e cura poniamo nel proteggere il Bello. Avendo previsto gli eventi dell’Armageddon decidemmo di diffondere i metodi migliori per salvaguardare i tesori del mondo. Sappiamo che le forze oscure faranno di tutto per ostacolare le Nostre urgenti precauzioni: sanno benissimo che un’opera d’arte emette vibrazioni potentissime, ed è l’arma migliore contro i loro attacchi. Esse tentano dunque di distruggere l’arte o almeno di farla dimenticare. Infatti le opere d’arte, se prive di attenzione, perdono il loro potere irradiante e la loro benefica energia. Fra un osservatore o ascoltatore indifferente e l’arte che non comprende non c’è legame vivente. L’idea del pensiero creativo è profonda. L’opera d’arte ne resta permeata e diviene un forte magnete e grande collettore di energia. Perciò tutte le creazioni artistiche vivono, e favoriscono gli scambi e gli accumuli di energia. Anche nel bel mezzo dell’Armageddon si vede in qual misura gli oggetti d’arte esercitano il loro influsso. La loro cura sollecita può salvare un’epoca”.(3)

Lasciamo dunque le diatribe umane e seguiamo le indicazioni dell’Insegnamento eterno, capace di insegnare a costruire “secondo regola” quei ponti verso l’infinito che l’uomo ha chiamato Arte.

L’arte pura è l’espressione dello spirito radiante. Mediante l’arte hai la luce”. (4)
Basterebbe questa indicazione per fugare ogni dubbio in merito non solo alla potenza dell’Arte, veicolo di Bellezza, ma anche in merito alla connessione dell’Arte con l’Uno, del quale rivela la Luce quando lo specchio interiore è nitido e trasparente.
L’uomo è operatore d’Arte perché questa è il segno tangibile della sua attività creativa, del suo essere co-creatore in un cosmo di spiriti ardenti che creano.

In particolare in questa fase del ciclo del Piano che recita Nuova Cultura, Nuova Civiltà diventa ancor più urgente e vitale volgersi a coltivare l’Arte e la Bellezza come strumenti per il riorientamento dell’Umanità sul sentiero evolutivo.

Ricordate, l’Arte è il solo mezzo vitale della prossima cultura. Seguirai la via del Bello. Ti esorto a pronunciare la parola Bellezza. Chi dice: Amore. Chi dice: Azione. Tu dici: Bellezza”. (5)

Il miracolo della Bellezza nell’ornare la vita quotidiana esalterà il genere umano. Tieni alta la tua luce. Illumina le bellezze del Mio Tempio. Insegna la Gioia della Bellezza. Insegna la Felicità della Saggezza. Insegna la Beatitudine dell’Amore. Insegna la Gloria dell’Unione con Dio”. (6)

Queste sono le azioni interiori che l’Uomo ha da compiere per manifestare la sua potestà creativa: volgersi al Bello, imparare l’arte di pensare e lavorare con “arte”, ovvero secondo commensura, con coraggio, mediante regola aurea, elevando ogni pensiero, ogni sentimento, ogni azione verso l’Infinito, per il Bene comune.

Quando l’energia psichica avrà il ruolo che le spetta, quando la donna assumerà il compito di proteggere la cultura, quando la collaborazione sarà posta a base della struttura, tutta la vita sarà trasformata. Il sapere e l’attività creativa saliranno al loro posto. Dico «al loro posto», perché già in epoche remote si trovano casi in cui il valore della scienza e dell’arte fu ben compreso”. (7)

Gli uomini dedicati all’arte di pensare sono quasi introvabili. In fatto di atletica si è pronti a incoronare d’alloro i vincitori. Ma chi mai incoraggia o riconosce l’attività mentale? Gli applausi che salutano i corridori assordano le orecchie, ma ogni corsa del pensiero viene vista con sospetto e subito derisa. Combattenti del pensiero, unitevi!”. (8)

L’arte del retto pensare è dunque quell’Arte che permetterà all’Uomo di offrire i suoi doni allo Spazio, quell’Arte che prelude al compimento della sua natura di Uomo e che avrà il suo suggello nell’Arte di vivere.

Ci si deve abituare … a usare l’Arte come un condensato di forze. Un capolavoro non solo può intensificare l’attività, ma anche accrescere le forze. Ma lo si deve accettare coscientemente, e sapere impiegare le sue emanazioni creatrici”. (9)

In questi tempi oscuri e confusi è dunque urgente e necessario volgere incessantemente il pensiero in uno sforzo comune e concorde sulle vie dell’Arte e della Bellezza, poiché “Chi proclama la Bellezza sarà salvato”. (10)

Ciò che garantisce all’uomo la felicità è la bellezza. Perciò Noi affermiamo che l’arte è lo stimolo migliore per rigenerare lo spirito. Per Noi essa è immortale e senza limiti. Noi distinguiamo fra scienza e conoscenza proprio perché questa è arte, mentre quella è metodo. Perciò il Fuoco è l’elemento che intensifica l’arte e l’azione creativa dello spirito. Le prodigiose perle dell’arte possono veramente elevare e trasmutare lo spirito all’istante. (…) In verità, le perle dell’arte esaltano l’umanità e i fuochi creativi dello spirito le rivelano una migliore comprensione della bellezza”. (11)

La vitalità dell’arte, custode del fuoco divino, satura l’umanità di quel fuoco che accende lo spirito e pervade i mondi. Pertanto le splendide torce della bellezza creativa sono massimamente preziose. Le creazioni artistiche, lo si è visto, hanno trasformato gli uomini – cosa che tutti i libri del mondo non riescono a fare. Così la Bandiera della Bellezza e della Pace unifica il mondo, e l’azione creante dello spirito satura lo spazio”. (12)

Benedette le vie della Bellezza!


Note

  • 1- Collezione Agni Yoga. Mondo del fuoco III 93
  • 2- Collezione Agni Yoga. Foglie del giardino di Morya, Illuminazione, § 322
  • 3- Collezione Agni Yoga. Sovramundano I 122
  • 4- Collezione Agni Yoga. Foglie del giardino di Morya, Appello, § 2
  • 5- Ibidem § 333
  • 6- Ibidem § 45
  • 7- Collezione Agni Yoga. Aum, § 424
  • 8- Ibidem § 550
  • 9- Collezione Agni Yoga. Comunità, § 224
  • 10- Collezione Agni Yoga. Foglie del giardino di Morya, Appello, § 199
  • 11- Collezione Agni Yoga. Gerarchia, § 359
  • 12- Ibidem § 366
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2 risposte a Benedette le vie della Bellezza!

  1. Bianca V. dice:

    Cara Giuliana, com’è importante la Bellezza nel nostro Cammino. Essa si manifesta e potenzia nella sensibilità verso ogni cosa, che conduce a sensazioni di pienezza e gioia senza causa esterna e senza fine, e nella fusione con la Vita.
    Nell’anima risvegliata conduce a esprimersi anche nel quotidiano con cuore vibrante; si inaridisce quando viene ristretta o mal compresa da un ego limitato e si nasconde di fronte all’ignoranza o all’illusione della separatezza:

    “La nostra gioia e la nostra ispirazione dipendono quindi dal rispetto che manifestiamo verso la bellezza. Imparando ogni giorno a contemplarla, assaporiamo la vera vita.”
    (O.M. Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

    Bellezza ed Armonia sono inscindibili; l’Armonia alimenta la vita e produce Bellezza; la Bellezza ravviva nel cuore l’Entusiasmo (da én, dentro e theos, dio: un dio interiore); esso rende l’uomo sul Sentiero, che vive nella costante e ardente aspirazione, capace di ricevere ispirazione dall’Alto e di concretizzare la Visione con opere finalizzate al “bene più elevato per il maggior numero di esseri”.

    La Bellezza – afferma Plotino – fiorisce negli spazi immensi della consapevolezza:

    “…Noi stessi possediamo la bellezza quando siamo sinceri con noi stessi; altrimenti siamo brutti; conoscendoci siamo belli: al contrario siamo brutti o ci rendiamo brutti.”
    (Plotino)

    Platone annovera la “Bellezza” tra i quattro principi fondamentali dell’Essere, posti alla sommità della Piramide; e nel Tempio Massonico la Bellezza è rappresentata da una delle due colonne (Forza e Bellezza), che rappresentano i riferimenti entro cui gli uomini risvegliati devono muoversi.
    Su una delle due colonne presenti in Piazza San Marco, a Venezia, si erge la statua di un leone, che simboleggia la Forza; sull’altra, una statua di San Giorgio che rappresenta la Bellezza che emerge dopo l’uccisione del Drago. Il Drago è la personalità da trasmutare, l’ombra da rischiarare, il complesso degli ostacoli, spesso nascosto alla consapevolezza, chiamato anche “Guardiano della Soglia”. Contro di esso il discepolo combatte la battaglia decisiva, definita dall’Islam jihad, guerra santa.

    Poesie, dipinti, sculture, poemi, trattati, templi, cattedrali, manufatti di ogni epoca, concepiti secondo la Legge dell’Armonia e della Bellezza, anche dopo migliaia d’anni irradiano l’energia degli archetipi divini cui gli artisti, entrando in risonanza con il Cosmo (da kosmos, ordine), si sono ispirati.
    Al loro contatto l’anima si eleva e l’ “uomo dei sensi” diventa “estetico”:

    “…con una parola, non c’è alcuna altra via per rendere ragionevole l’uomo dei sensi che renderlo dapprima estetico.”
    (F. Schiller, Lettera sull’educazione estetica dell’uomo, XXXIII lettera)

    In ogni tempo, l’arte ha dato testimonianza dell’Unica archetipica Bellezza creatrice, da cui ogni cosa è nata, manifestandosi come metafora e rivelazione parziale e imperfetta della più grande Arte: quella di dar forma e significato al reale, prefigurando l’Assoluto:

    “Tutte le cose sono state create per imitare la bellezza divina in qualsiasi modo possibile. La beltà divina è la causa di tutti gli stati di movimento e quiete, sia della mente che del corpo e dello spirito.”
    (Tommaso d’Aquino)

  2. antonio dice:

    Molto Bello! Grazie.

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