Tra le Le sette leggi della vita dell’anima o di gruppo che ci rivelano come servire in modo più potente e mirato le richieste del Piano di evoluzione, trattiamo oggi* la 1^ Legge di Sacrificio, associata al 4° Raggio di Armonia tramite conflitto, dunque particolarmente connessa al 4° Regno umano e alla 4^ Gerarchia creativa.
“1. La legge di sacrificio.
… La Legge di Sacrificio, la prima che l’intelligenza umana deve comprendere, e dunque la più facile per l’uomo (in quanto è già governato da essa e ne è quindi consapevole), pervenne alla sua prima espressione maggiore durante l’epoca che ora declina, l’era dei Pesci. È sempre stata in vigore e attiva nel mondo, perché è una delle prime leggi soggettive a manifestarsi coscientemente e come ideale attivo nella vita umana. Tema di tutte le religioni è stato il sacrificio divino, l’immolarsi della Divinità cosmica nel processo della creazione universale, e dei Salvatori del Mondo la cui morte e il cui sacrificio sono stati i mezzi di salvezza e di liberazione finale.
… questa legge dominante regola la comparsa e la scomparsa degli universi, dei sistemi solari, delle razze e delle nazioni, dei capi e dei dominatori, degli esseri umani che si incarnano e dei Figli di Dio che si rivelano.
Cerchiamo ora di interpretare o definire il suo vero significato che in realtà è l’espressione di un impulso divino verso un’attività precisa, con risultati ed effetti conseguenti e successivi. …
a) SIGNIFICATO DELLA LEGGE DI SACRIFICIO.
Significa impulso a dare. Il segreto della dottrina del “perdono dei peccati” e “della espiazione” è tutto racchiuso in questa semplice frase. È la base della dottrina cristiana dell’amore e del sacrificio. Da ciò l’enfasi particolare posta, durante l’era dei Pesci e per l’influenza del Cristianesimo, su questi due fattori: perdono ed espiazione.
Ma l’uomo, come sempre, deformò e interpretò erroneamente l’insegnamento e la verità e cadde, come ogni altra cosa attualmente, sotto l’annebbiamento astrale e l’illusione del piano astrale, oltre che sotto l’influenza del segno dei Pesci. Il pensiero umano si impadronì dell’ideale, lo deformò e produsse la perversa dottrina del designato da Dio, dell’eletto del Signore, o del singolo popolo che beneficia del sacrificio e della morte del grande Figlio di Dio, e che passa, per i meriti di quella morte, a uno stato di beatitudine in cielo soltanto in virtù di una scelta emotiva, che ignora i milioni di uomini che non la fecero o non ne ebbero mai l’occasione. L’attività simbolica del grande Maestro di Nazareth sarà veramente compresa e il suo significato inteso per quel che vale solo quando si studieranno con più attenzione le implicazioni di gruppo, quando il significato del sacrificio e della morte occuperà il giusto posto nella coscienza umana, e la legge del dare, con tutto ciò che include, sarà compresa ed applicata in modo corretto. Coloro che si sacrificano in tal modo sono:
– La Divinità Solare che diede la Sua vita all’universo, al sistema solare, al pianeta e ai mondi che apparvero di conseguenza. La Divinità cosmica fece altrettanto …. Fu il Suo impulso, la Sua volontà, il Suo desiderio, il Suo incentivo, la Sua idea e il Suo proposito di apparire. Si ebbe allora l’atto creatore e il processo di manifestazione iniziò la sua esistenza ciclica evolutiva. Il Cristo Cosmico fu crocifisso sulla croce della materia, e mediante quel grande sacrificio fu offerta occasione a tutte le vite che si evolvono in tutti i regni della natura e in tutti i mondi creati. Così ebbero modo di progredire. Nel tempo e nello spazio ebbero inizio il lavoro e la meravigliosa marcia degli esseri viventi verso una meta non ancora realizzata. … Tutto ciò che l’uomo intelligente può capire se si volge a considerare la storia del pianeta (per quel che la storia moderna gli può offrire) è che vi è stato:
- Un progresso nella facoltà umana di essere cosciente.
- Un crescente e parallelo raffinarsi delle forme di vita nei vari regni della natura.
- Un intensificarsi dell’attività cosciente, in un modo di esistere sempre più rapido, che tende di continuo a trascendere il tempo, così come lo intendiamo.
- La crescente comprensione di un progresso che si espande da una dimensione a un’altra, che ci permette oggi di parlare in termini di uno stato di coscienza a quattro dimensioni e di comprendere che cinque o sei dimensioni sono senz’altro possibili.
- Un dominio scientifico sempre migliore sugli elementi in cui viviamo, e sulle forze della natura. Oggi parliamo di dominio dell’aria come cinquecento anni fa (quando una cosa siffatta era ritenuta impossibile) si parlava di dominio degli oceani. Stiamo controbilanciando il campo di gravitazione della terra in modo da poter “volare in faccia al sole”.
- Dalla vita istintiva della coscienza sensoria in forme materiali siamo progrediti alla vita intellettuale di esseri umani coscienti di sé, e alle realizzazioni intuitive di chi comincia ad agire come entità sovrumana.
Tutto ciò si è ottenuto come effetto della precisa, condizionata attività di una Grande Vita, che scelse di compiere un grandissimo sacrificio ed essere inchiodata sulla Croce cardinale del Cielo, e con ciò passare per una iniziazione cosmica …
Sarà quindi chiaro perché l’energia del quarto raggio sia connessa con la Legge di Sacrificio, e perché in questo quarto schema planetario, e nel nostro quarto globo (la Terra) si annetta tanta importanza a questa “Legge di Coloro che scelgono di morire”.
Il quarto raggio, del conflitto (conflitto mirante all’armonia finale) non è attualmente in manifestazione pur essendo, nella luce di un ciclo maggiore, uno dei principali fattori di governo nell’evoluzione terrestre e del sistema solare, che è del
quarto ordine. Comprendendo ciò, capirete perché questo pianeta, la Terra, rivesta un’importanza così palese nel sistema solare. Non è semplicemente per presunzione che pensiamo così, ma perché il quarto raggio, di conflitto, e questa prima legge, nel tempo e nello spazio sono fattori dominanti nel quarto regno della natura, l’umano. Il nostro pianeta, quarto nella serie di espressione divina cui siamo associati, ha una relazione particolare con la posizione del sistema solare nella serie di sistemi solari che sono il corpo di espressione di Colui del Quale nulla si può dire. [Vedi L’Ordine di Orione]
Non si dimentichi che le energie di questo quarto raggio, correttamente applicate e comprese, producono armonia e unificazione. Effetto di questa armonizzazione è la bellezza, ma che si ottiene lottando. Così la vita è prodotta mediante la morte, l’armonia mediante la lotta, e l’Unione mediante la diversità e il contrasto.
– Il sacrificio degli angeli solari [la Quarta Gerarchia umana] produsse il quarto regno della natura. I “nirvana ritornanti” (così chiamati nella letteratura esoterica) deliberatamente e con piena comprensione, presero corpi umani per elevare quelle forme inferiori e avvicinarle alla meta. Quelli fummo e siamo noi stessi. I “Signori di Conoscenza e Compassione, e di Devozione perseverante e continua” (noi stessi) scelsero di morire affinché esistenze minori vivessero, e questo sacrificio permise l’evolversi della coscienza immanente della Divinità.
Questa coscienza, che si era aperta la strada attraverso i regni subumani della natura, non poteva progredire senza l’attività degli angeli solari. Ciò racchiude:
a. Il nostro servizio a Dio [al Proposito evolutivo], mediante il sacrificio e la morte;
b. Il nostro servizio alle altre anime, mediante un deliberato proposito di autosacrificio;
c. Il nostro servizio alle forme di vita degli altri regni della natura.
Tutto ciò implica la morte e il sacrificio di un Figlio di Dio, un angelo solare, perché dal punto di vista della Divinità la discesa nella materia, la manifestazione formale, l’assunzione di un corpo, l’estendersi della coscienza mediante incarnazione, sono occultamente considerati come morte. Ma gli angeli “scelsero di morire, e morendo, vissero”. Tramite il loro sacrificio la materia è assunta in Cielo. È il tema principale de La Dottrina Segreta, ripreso ed elaborato nel Trattato del Fuoco Cosmico. Il sacrificio degli angeli, la morte dei Figli di Dio, l’immolazione del Cristo mistico, la crocifissione nel tempo e nello spazio di tutte le entità viventi dette anime, ecco l’argomento di quei libri. … Sopravviene allora una vita in cui, in una forma o in un’altra, si opera o rappresenta entro di sé, ma anche di fronte al mondo che osserva, il grande dramma simbolico che chiamiamo: Il Sacrificio di un Salvatore del Mondo.
Questo è il tema della vicenda storica di tutti i grandi Figli di Dio che nel corso delle epoche compresero il significato del divino proposito, del Verbo incarnato in un pianeta, degli angeli solari che sono anch’essi il Verbo incarnato in forma umana. Che essi vivano questo dramma, come fece il Cristo, in modo da presentare all’uomo il simbolismo della morte e del sacrificio, o che lo rappresentino, come fece il Buddha, in modo da dimostrare il sacrificio e la morte del desiderio personale (per citare due soli dei Figli di Dio manifestati) il tema rimane invariato: la morte di ciò che è inferiore per liberare ciò che è superiore oppure, su scala più vasta, la morte di ciò che è superiore nell’ordine e nella progressione degli esseri, per liberare ciò che è inferiore.
Ma è necessario imparare la lezione (e l’uomo lo sta facendo) che la morte, come intesa dalla coscienza umana, dolore e sofferenza, sventura e calamità, gioia e miseria, sono tali soltanto perché l’uomo si identifica ancora con la vita della forma e non con la vita e la coscienza dell’anima, l’angelo solare, la cui consapevolezza è potenzialmente quella della Divinità planetaria, che (a Sua volta) ha potenzialmente una consapevolezza pari a quella della Divinità solare. Nell’istante in cui l’uomo si identifica con l’anima e non più con la forma, comprende il significato della Legge di Sacrificio; ne è spontaneamente governato; e con intento deliberato sceglierà di morire. Ma ciò non implica dolore, né sofferenza, né vera morte.
Questo è il mistero dell’illusione e dell’annebbiamento astrale. I Salvatori sono liberi da questi due fattori di limitazione. Non sono più ingannati. È bene a questo punto notare che nella nuova era il concetto di Salvatore del Mondo verrà ampliato. Finora lo applichiamo in prevalenza alle anime che appaiono sul raggio dell’insegnamento, il secondo o del Cristo.
Esse vivono il dramma della salvazione. Ma è un errore dovuto alla potente illusione emotiva dell’era dei Pesci. Questa influenza astrale ha le sue radici nella civiltà dell’Atlantide, che precedette la nostra. Allora il corpo astrale era il fulcro dell’attenzione. Molto di ciò che avviene ora e potrà accadere in futuro ha le radici in quell’aspetto dell’energia. I semi gettati allora danno i loro frutti. Ciò è benefico e necessario anche se l’esperienza è penosa.
Ma l’avvento dei Salvatori si deve ravvisare nel suo aspetto di servizio all’umanità, comportante un sacrificio, in campi e forme diverse. Essi possono essere grandi governanti o dittatori, uomini politici e capi di stato, scienziati e artisti. Il loro è un compito di salvazione, di riparazione, o di rinnovamento e rivelazione, compiuto mediante il sacrificio di sé. Pertanto devono essere riconosciuti per quello che sono. Attualmente sono incompresi, male interpretati, e giudicati più in base ai loro errori che alle loro mete. Ma sono anime consacrate. Salvano, elevano, integrano, illuminano, e l’effetto finale della loro opera, dal punto di vista della storia definitiva, è buono.
In ogni regno della natura si può rintracciare l’espressione di questa Legge di Sacrificio e dell’impulso a dare. È simboleggiata dai sacrifici fondamentali che avvengono fra i vari regni. Un esempio calzante è fornito dalle qualità essenziali degli elementi minerali e chimici. Esse sono necessarie ad altre forme di vita, e sono donate all’uomo tramite il regno vegetale e l’acqua che beve, e così anche nel primo e più denso dei regni (la cui coscienza è tanto estranea alla nostra) il processo di dare resta valido.
Ma non è questo il luogo opportuno per seguire questa legge nei regni subumani, e limitiamo l’attenzione al mondo dell’esistenza e della coscienza umana.
b) L’OPERA DI SALVEZZA.
La Legge di Sacrificio ha anche un significato di salvazione e sottostà a tutti i processi evolutivi, il che è particolarmente chiaro nel genere umano. L’istinto di migliorare, l’impulso a progredire (fisico, emotivo e intellettuale), lo sforzo per migliorare le condizioni, la tendenza alla filantropia che si diffonde rapida ovunque, e il senso di responsabilità per cui gli uomini si riconoscono protettori dei loro fratelli, sono tutte espressioni di questo intento al sacrificio. Anche se la psicologia moderna non lo ammette, ciò ha un’importanza ben maggiore che non si creda. Questa tendenza istintiva è la stessa che governa la Legge della Rinascita. È l’espressione di un fattore ancora maggiore nel processo creativo. È l’impulso principale che spinse l’Anima di Dio stesso a vivere nella forma; che sollecita la vita, sull’arco involutivo, a scendere nella materia, attuando l’immanenza di Dio. È pure ciò che spinge l’umanità nella sua corsa sfrenata al benessere fisico. È lo stesso infine che sollecita l’uomo a voltare le spalle “al mondo, alla carne e al diavolo” come è detto nel Nuovo Testamento, per volgersi alle cose dello spirito. Il figliuol prodigo sacrificò la casa del Padre quando scelse di avventurarsi nelle contrade remote. Sperperò e sacrificò le sue sostanze con l’uso che fece dell’esperienza terrena, finché esaurì le sue risorse e non gli rimase che sacrificare ciò che teneva in sì gran conto ma che infine l’aveva deluso. Per cose da poco aveva sacrificato i valori più alti e dovette tornare dove era partito. Questa è la vita di tutti i figli di Dio scesi nella carne, come descritta simbolicamente dalla Bibbia. Ma il tema è lo stesso in tutte le Bibbie del mondo.
Questo impulso a sacrificare, a rinunciare a questo per quello, a scegliere una strada o una condotta piuttosto che un’altra, a lasciare per prendere, è la storia fondamentale della evoluzione. Richiede comprensione psicologica. È un principio che regge la vita stessa, e scorre come un’aurea struttura di bellezza nell’oscuro materiale di cui è fatta la storia umana. Quando l’impulso a sacrificare per vincere, conquistare o salvare ciò che si ritiene desiderabile sarà capito, si potrà spiegare lo sviluppo dell’uomo. Questa tendenza o questo impulso è diverso dal desiderio, come oggi inteso e studiato. Ciò che comporta in realtà è l’affiorare di ciò che di divino è nell’uomo. È un aspetto del desiderio ma ne è il lato attivo e dinamico e non il sensuale e sentimentale. È la caratteristica predominante della Divinità.
Per gli studiosi di esoterismo è interessante osservare che questo stimolo a salvare e a sacrificare a scopo di redenzione, opera in maniera diversa nei diversi schemi planetari. Ogni Signore di raggio di uno schema, manifestantesi mediante un pianeta, lo esprime in modi diversi, e ciascuno tanto differisce dagli altri, che l’essere umano riesce appena a percepire il metodo seguito sul nostro pianeta. Gli iniziati sanno che le varie caratteristiche psicologiche delle Vite di raggio condizionano nel modo più peculiare il metodo per cui si esprime il sacrificio, durante la manifestazione. La grande corrente di energia vivente che si manifesta nello schema evolutivo della Terra è condizionata da un temperamento, un atteggiamento e un orientamento propri di un “Ribelle divino”. Solo la ribellione produce pena e dolore, ma essa è inerente e innata nella Divinità stessa del nostro pianeta, “Colui in Cui viviamo, ci muoviamo e siamo”.
È perciò una tendenza più potente di quella dell’unità individuale. …
Le stesse condizioni che associano la Legge di Sacrificio alla sofferenza, al dolore e alle difficoltà, esistono anche su Marte e Saturno. Non esistono sugli altri pianeti. … la Terra non è un pianeta sacro [ossia esprime ancora il Raggio della Personalità, non ancora quello della Sua Anima].
Tuttavia Saturno, Marte e la Terra, in un curioso modo esoterico, costituiscono la personalità di una stupenda Vita, la cui energia è del terzo raggio. Come già detto altrove, esistono sette pianeti sacri e dieci schemi planetari, e in tre casi (quelli dei tre raggi maggiori) tre pianeti formano la personalità di ogni Vita di raggio. Alcuni esoteristi suppongono dodici pianeti nel nostro sistema solare, il che non è infondato. La personalità di questa Vita di terzo raggio opera tramite i tre pianeti in questo modo:
1. Il corpo mentale per mezzo di Saturno.
2. Il corpo astrale attraverso Marte.
3. Il corpo fisico attraverso la Terra.
La Sua potenza è tale da richiedere tre schemi completi per esprimersi, tutti e tre intimamente uniti e interdipendenti. Urano, Giove, e Venere sono associati in modo analogo per manifestare un’altra grande Vita [quella di Secondo Raggio] …
1. Soltanto tre schemi planetari hanno coscienza del dolore e della sofferenza nel senso in cui noi li intendiamo e nessuno lo conosce o sente tanto quanto il nostro Logos planetario.
2. Dolore e sofferenza sono l’effetto della ribellione e dello scontento divini. L’istinto di migliorare, basato sull’insoddisfazione, ha implicato di necessità il temperamento o atteggiamento planetario che riconosce le dualità.
3. La coscienza umana è destinata a raggiungere uno stadio in cui potrà e dovrà riconoscere ciò che sta oltre le dualità: l’unità essenziale.
4. Quando ciò avverrà, la coscienza umana si fonderà con quella fondamentale del tutto, che non conosce né dolore né sofferenza, e che è perciò sfuggita alla realizzazione che predomina nella coscienza delle tre grandi Vite del nostro sistema solare [Terra, Saturno e Marte].
5. Questa verità oscuramente percepita è alla base del pensiero metafisico superiore …, nonché dell’importanza data dal Cristianesimo e dalle scuole esoteriche all’unificazione.
In questo istinto al miglioramento mediante il sacrificio esistono due distinzioni.
Vi è anzitutto l’istinto al miglioramento individuale che porta all’egoismo, alla cupidigia e, per chi ha mentalità materialistica, all’inclinazione per i possessi materiali.
Segue l’istinto a migliorare le condizioni altrui, mosso dapprima da un movente egoistico (sottrarsi alla sofferenza personale suscitata dalle miserie altrui), e in seguito dal servizio puro e disinteressato, che è una qualità dell’anima.
Infine, l’applicazione attiva e il sacrificio completo del sé separato inferiore realizzato mediante la capacità di “stare nell’essere spirituale”, ciò che necessariamente implica il raggiungimento dello stato di coscienza che trascende ciò che si può simbolicamente chiamare la coscienza “della Terra, di Saturno e di Marte”.
Non si dimentichi tuttavia che il contributo a queste tre grandi Vite planetarie, che incarnano soprattutto la Legge di Sacrificio mediante il dolore e la ribellione, è uno dei maggiori offerti al tutto, e molto arricchisce il complesso totale. Le unità di vita divina e gli atomi di energia elettrica che passano per questi tre schemi planetari vi sono soggetti per acquisire quella sensibilità psichica che altrimenti sarebbe impossibile. Soltanto le unità di vita in cui predomina il terzo raggio di attività li attraversano per qualche tempo. Ciò spiega il prevalere delle Monadi di terzo raggio fra i figli degli uomini. Il raggio di intelligenza attiva, che si esprime tramite i sette tipi di raggio, è soprattutto quello cui attualmente appartiene la maggioranza delle Monadi umane. La gran parte dell’umanità è perciò colorata dai seguenti tipi psicologici, e il raggio di intelligenza attiva si manifesta tramite:
- Volontà, che evoca il proposito divino.
- Amore, esprimente qualità divina.
- Intelletto, riflettore dell’intuizione.
- Conflitto, che produce armonia.
- Conoscenza o scienza, che provoca irradiazione.
- Idealismo, che fissa il modello divino.
- Organizzazione o rituale, che manifesta il divino.
… È chiaro quindi che la Legge di Sacrificio non si può mai eliminare dallo schema terrestre per quanto riguarda le reazioni umane e sub-umane al dolore e alla sofferenza, né dai pianeti Saturno e Marte. È invece relativamente sconosciuta altrove. Beatitudine e Sacrificio sono sinonimi per il nostro Logos Solare, come per la maggioranza dei Logoi planetari. Ricordatelo.
Un tanto di questa libertà dalle limitazioni del dolore e della sofferenza si trova fra gli uomini più progrediti della Terra, che conoscono l’estasi del mistico, l’esaltazione dell’iniziato e l’agonia del sacrificio, o di qualsiasi sentimento elevato fino alla sublimazione.
Quando questo punto è raggiunto, il meccanismo della sofferenza e la capacità di registrare le percezioni sensorie sono trascese e momentaneamente l’uomo evade sul piano dell’unità. Qui non esiste dolore, né sofferenza, né ribellione, né pena. Quando il ponte vivente e vibrante, l’antahkarana, è costruito, questa “via di salvezza” è il normale sentiero di vita. È allora automatico sottrarsi al dolore perché il centro della coscienza è altrove. Negli esempi che precedono, e quando l’antahkarana non è ancora una realtà compiuta e accertata, il tenue filo della “via di salvezza” parzialmente costruito, sospinto da tremenda pressione ed eccitazione, si proietta come una tremula striscia luminosa, e tocca temporaneamente la luce che è il Sé. Ciò produce l’estasi e l’esaltazione. Ma non dura e non lo si può recuperare coscientemente prima della terza iniziazione. Dopo, la “via di salvezza” diventa la “via del vivere quotidiano” (traduzione inadeguata dell’antica frase occulta). Allora il dolore è stabilmente trasceso, e le paia di opposti — piacere e dolore — non hanno più presa sul discepolo.
Tutto ciò costituisce l’argomento della psicologia esoterica, e quando sarà ben compreso spiegherà:
- L’influenza di Saturno sulla vita umana.
- La fine della ribellione, o la fine dell’influenza di Marte.
- La costruzione dell’antahkarana, che libera l’uomo dal dominio della vita personale.
- L’evocazione della coscienza di gruppo.
- La conseguente negazione del dolore e della sofferenza.
- L’ingresso nel Nirvana, e l’inizio della vera Via.
La legge del Sacrificio significa anche:
c) L’ABBANDONO DEI RISULTATI.
È il tema fondamentale della Bhagavad Gita. In quel trattato dell’anima e del suo sviluppo si insegna ad “agire senza attaccamento”, gettando così le basi per successive rinunce che saranno allora compiute senza dolore né rimpianto, perché si sarà conseguito il potere, latente in ognuno, di staccarsi dai possessi acquisiti.
Questa legge opera in diverse maniere ed è possibile indicare solo alcuni dei significati generali che rappresentano le principali lezioni che il discepolo deve apprendere.
Per prima cosa l’anima deve abbandonare la personalità. Per epoche intere si è identificata con essa, e per suo mezzo ha acquisito esperienza e molto sapere. Deve giungere il momento in cui l’anima “non tiene più” a quella mediazione e le rispettive posizioni si invertono. L’anima non si identifica più con la personalità, ma quest’ultima si identifica con l’anima e perde la propria qualità e posizione separate. Tutto ciò che è stato acquisito in lunghe epoche di lotta, di dolore e di piacere, di sconfitte e di desideri appagati, tutto ciò che la ruota della vita, che non si è mai fermata, ha dato in possesso all’anima: tutto deve essere abbandonato. Per il discepolo la vita diventa allora una serie di distacchi, fino a quando non ha imparato la lezione della rinuncia. [4^ iniziazione]
Nell’ordine abbiamo dapprima l’indifferenza, poi la discriminazione, e infine il distacco. Tutti i discepoli devono meditare su queste tre parole, se vogliono cogliere un giorno i frutti del sacrificio.
“Avendo pervaso i mondi con un frammento di Me, Io rimango”. Ecco il tema di condotta dell’anima, e tale è lo spirito che deve animare ogni lavoro creativo. Ciò spiega il simbolo della Legge di Sacrificio: una croce rosa sorvolata da un uccello. È la croce amata (il rosa è il colore dell’affetto) e l’uccello (simbolo dell’anima) che vola libero nel tempo e nello spazio.
In secondo luogo l’anima deve abbandonare non solo il legame e il profitto ricavato dal contatto con il sé personale, ma anche in modo assoluto i legami con altri sé personali.
Deve imparare a conoscere e incontrare gli altri soltanto sul livello dell’anima. È una dura lezione per molti discepoli. Molti infatti non si preoccupano per loro e sono giunti ad un notevole distacco personale, curandosi poco del contatto con il sé personale. Imparano a trascendere tutto ciò, forse l’hanno ampiamente trasceso, ma l’amore per i figli, la famiglia, gli amici e gli intimi conserva per loro grandissima importanza e li imprigiona nei mondi inferiori. Non riflettono che quell’amore è soprattutto rivolto alle personalità, e solo secondariamente alle anime. Molti fanno naufragio per molte vite su questo scoglio, finché per il dolore, la sofferenza e la perdita continua di ciò che prediligono tanto, il loro amore entra in una nuova fase, più vera ed elevata. Superati i fattori personali, dopo aver provato sofferenza e perdita, ritrovano coloro che amano ora come anime. Constatano di aver guadagnato anziché perduto e che è scomparso soltanto ciò che era illusorio, effimero e irreale. Il vero Uomo è stato raggiunto e non potrà essere mai più perduto. … per tenere bisogna staccarsi e per conservare bisogna lasciare. Così è la legge.
L’anima deve anche imparare ad abbandonare i frutti del servizio e servire senza tenere ai risultati, ai mezzi, alle persone o alle lodi. …
In quarto luogo l’anima deve abbandonare anche il senso di responsabilità per ciò che altri discepoli fanno. Molti servitori sinceri non sanno staccarsi dai compagni e dalle loro attività sul piano oggettivo. È un errore sottile perché si maschera dietro un senso di giusta responsabilità, come l’adesione ai principi quali appaiono al singolo, e all’esperienza accumulata, che per forza di cose è incompleta. Il rapporto fra i discepoli è egoico e non personale. È un vincolo di anima e non di mente. Ogni personalità ha un suo metodo, ha responsabilità da assumere, svolge il suo dharma e soddisfa il suo karma, e così risponde di sé al suo Signore e Maestro, l’Anima. E la risposta verrà. Vi sembra forse che questo significhi separazione e solitudine? Sì, per quanto riguarda le circostanze esterne. Soltanto se i servitori collaborano secondo il vincolo soggettivo interiore si può compiere un lavoro d’insieme.
In questa fase della storia del mondo e del suo salvataggio periodico dalle condizioni che minacciano la civiltà odierna, gli aspiranti devono comprendere che la salvazione deve compiersi secondo la Legge di Sacrificio e che oggi è possibile soltanto una unità esterna relativa. I molti che servono non hanno ancora una chiarezza di visione sufficiente per lavorare in perfetta unanimità di proposito e di mete, di tecnica e metodo, né la completa comprensione e unità di approccio. Quella collaborazione perfetta, fluida, appartiene ancora al futuro. Esiste tuttavia una splendida possibilità di relazione e contatto interiori, basati sulla realizzazione dell’unità di proposito e d’amore dell’anima, per la quale i discepoli sono tenuti a lottare. Sul piano oggettivo non è possibile un accordo completo di metodi, di dettagli e di interpretazione dei principi, per la separatività mentale propria dell’epoca e del momento.
Tuttavia, nonostante le divergenze esteriori delle opinioni, si devono stabilire e sviluppare le relazioni e la collaborazione interiori. Quando il vincolo interiore è tenuto nell’amore, e i discepoli abbandonano il senso di autorità reciproco e la responsabilità per le attività altrui, pur procedendo affiancati nell’Opera Una, le divergenze, le differenze e i disaccordi sono automaticamente superati.
Tre sono le regole capitali per il discepolo di oggi.
Primo, che nessuna incrinatura turbi le reciproche relazioni interiori. L’integrità della schiera dei servitori deve serbarsi intatta.
Secondo, fate il vostro dovere e il vostro compito, assumete le vostre responsabilità, e lasciate che i condiscepoli facciano altrettanto, senza la pressione del vostro pensiero e della vostra critica. Le vie e i mezzi sono tanti; i punti di vista variano per ogni individuo. Il principio cui si ispira il lavoro è l’amore per tutti gli uomini e il servizio all’umanità, conservando nello stesso tempo un amore interiore più profondo per coloro con i quali siete chiamati a lavorare. Ogni anima progredisce nella via della luce mediante il servizio reso, l’esperienza ottenuta, gli errori commessi e le lezioni imparate. Ciò è necessariamente una questione individuale e personale. Ma il lavoro in sé è uno solo. Il Sentiero è uno solo. L’amore è uno solo. La meta è una sola. Ecco le cose che contano.
Terzo, nel lavoro conservate sempre l’atteggiamento mentale che risulta dall’osservanza fedele delle due regole precedenti. Punto di vista e coscienza sono vostri, e quindi per voi sono giusti. Ma ciò che vi sembra così chiaro e importante può non esserlo per i vostri fratelli.
Un principio che per voi è vitale può apparire a una mente più acuta e a un discepolo più avanzato come aspetto di un principio maggiore, come l’interpretazione di un principio, giusta e appropriata in un certo momento, ma suscettibile di diversa applicazione in un altro tempo e da un’altra mente.
Secondo la Legge di Sacrificio queste tre regole si possono così interpretare:
- Abbandona o sacrifica l’antichissima tendenza a criticare e correggere l’operato altrui, e conserva in tal modo l’integrità interiore del gruppo. Più numerosi sono i progetti di servizio falliti e i lavoratori ostacolati dalla critica che da qualsiasi altro fattore.
- Sacrifica o abbandona il senso di responsabilità per le azioni altrui, specialmente se discepoli. Cura che la tua attività sia all’altezza della loro, e lottando con gioia e sulla via del servizio le differenze spariranno, e sarà raggiunto il bene generale.
- Abbandona l’orgoglio mentale che vede giusti e veri i propri metodi e la propria interpretazione, falsi ed errati quelli altrui. Questa è la via della separazione. Aderisci alla via dell’integrazione, che è dell’anima e non della mente.
Sono parole ardue, ma queste regole guidano le azioni e i pensieri dei Maestri sul lato interiore, quando lavorano insieme e con i discepoli. Per Essi l’integrità interiore è necessariamente un fatto dimostrato. Non è così per il discepolo. I Maestri interiori abortiscono le divergenze esterne. Essi si lasciano reciprocamente liberi nel servire il Piano. Educano i discepoli (di qualunque grado) a servirlo in libertà, perché il lavoro riesce nel migliore dei modi quando è compiuto nella libertà, nella gioia e nella forza dell’amorevole cooperazione interiore. Cercano la sincerità.
Cercano la disposizione a sacrificare l’inferiore quando viene percepito ciò che è superiore, sacrificare il secondario al primario, una volta scoperto. La spontanea rinuncia di ideali lungamente perseguiti allorché altri si presentano, maggiori e più inclusivi, è la Loro guida. Il sacrificio dell’orgoglio e della personalità quando si comprende l’ampiezza dell’opera e l’urgenza della necessità, li sprona a cooperare. È indispensabile che i discepoli imparino a sacrificare i fattori non essenziali affinché l’opera proceda. Per difficile che sia capirlo, le varie tecniche, i metodi e i mezzi, sono cose secondarie di fronte alla suprema esigenza del mondo. Molti sono i modi e i punti di vista, gli esperimenti e gli sforzi infruttuosi o riusciti, e tutti transitori. Ma l’umanità resta. Ognuno di essi dimostra la molteplicità delle menti e delle esperienze, ma la meta non cambia. La divergenza è sempre della personalità. Quando la Legge di Sacrificio governa la mente, induce inevitabilmente i discepoli ad abbandonare ciò che è personale per ciò che è universale e dell’anima, che non conosce separazione né divergenze. Allora né orgoglio né ristrettezza di vedute, né il piacere di interferire (così caro a tanti), né incomprensione del movente, ostacoleranno la cooperazione fra i discepoli e il loro servizio al mondo.” (Da A. A. Bailey, “Psicologia Esoterica II”, Collezione Lucis, pp. 87-109)
* Oggi nel Cielo delle Cause, avviene la consona congiunzione eliocentrica tra Mercurio (4° Raggio) e Plutone (1° Raggio di Volontà e Potere).