L’Azione imperfetta – parte terza

Con questo scritto concludiamo il documento intitolato l’Azione imperfetta.

Per rileggere gli articoli precedenti vedi: “L’Azione imperfetta – parte prima” e “L’Azione imperfetta – parte seconda“.

 

5. La crisalide

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L’azione imperfetta è la crisalide non ancora farfalla ma che di sicuro lo diventerà, fluendo con la vita e l’evoluzione naturale.

Da Prometeo a Socrate, da Cristo ai grandi filantropi e innovatori che hanno agito –  con sacrificio talvolta totale di sé nel campo del sociale, dell’educazione, dei diritti umani, della psicologia e della spiritualità, tutti tali “iniziatori” di Verità e Bellezza saranno ri-cordati (“riportati al cuore”) dall’umanità ancora bambina, sempre più dolorante ma sempre più consapevole e pronta al cambiamento.

Economia e politica, coppia e famiglia, amicizie e relazioni, gruppi e comunità, scuola ed educazione, politica e rapporti umani, attività sociali e del “Tempo libero” richiedono nuova ispirazione e nuova vita, spesso manifestando con il loro collasso di senso o la loro pochezza la necessità di una Visione più ispirata e adeguata ai Tempi. Sta a noi proporre nuovi modelli che prospettino avventure umane ampie e diverse, basate  sulla Cooperazione e Collaborazione, sul Coraggio e sulla Verità, sull’apertura e sul “Dialogo visionario” che crea il Futuro.

Promotore di tali Prospettive possibili è il Gruppo della Nuova Era, il cui compito non consiste solo – come avveniva nell’Era dei Pesci – nell’adesione all’insegnamento di un Istruttore, così spesso acritica e passiva;  in conseguenza dell’elevazione progressiva del livello mentale medio dell’umanità nella Nuova Era dell’Acquario che ci accingiamo a vivere, esso è sede di sviluppo mentale e spirituale, che – come prospettato nei testi di Alice A. Bailey – favorisce in ciascuno e nel Gruppo:

  • la maturità del pensiero autonomo all’interno del Progetto comune;
  • la tensione ardente, che prospetta l’Evoluzione come l’unico alto Fine;
  • la Programmazione sistematica e costantemente condivisa;
  • la Proposta innovativa e la definizione delle tappe per la sua realizzazione;
  • il Progetto ispirato agli Archetipi che si intende concretizzare sul piano fisico;
  • la Creatività della libera iniziativa, ovviamente in concordanza,intesa e collaborazione con il percorso comune dei “compagni di viaggio”;
  • la Cooperazione aperta, intensa e costante;
  • il Movimento, interiore ed esteriore;
  • l’Azione ispirata e unitiva.

Il discepolo sa che nulla dello sforzo umano va perduto. Ogni azione, inizio di azione o tentativo di azione è o sarà utile all’Evoluzione. I Maestri che con Saggezza vigilano sull’avanzamento dell’Umanità e che ispirano idee e progetti illuminati alle “anime pioniere”, sapranno trarne frutti evolutivi.

Agiamo pertanto nella consapevolezza che ogni atto concreto di verità, di coraggio e di amorevolezza – nato e nutrito dal Pensiero volto al Bene – si incide nei registri universali del cammino umano (l’“Akasha” degli orientali) e crea il futuro, individuale e collettivo. L’espressione di Buona Volontà e dell’agire disinteressato, libero e forte, si riproduce moltiplicandosi esponenzialmente nello Spazio.

Forte e alta la stimolazione all’azione del Maestro Aïvanhov a riconoscere lucidamente le proprie limitatezze per poter agire con efficacia:

La pratica della vita spirituale comincia con l’affinare la percezione che avete del vostro essere interiore, ed è normale che non siate sempre contenti di ciò che scoprite: limitazioni, lacune, debolezze. Ma non è una buona ragione per scoraggiarsi e interrompere il lavoro; a poco a poco acquisterete nuove forze, amplierete e arricchirete il vostro dominio. Chi rimane seduto su una sedia può ritenersi capace di ogni impresa. Ma non appena cerca di alzarsi,di camminare, di correre e saltare misura il vero stato delle sue forze; a quel punto è obbligato ad abbandonare le proprie illusioni.
(OmraamMikhaëlAïvanhov, Pensieri quotidiani)

 

 

6. “E’ a te che affido”

germoglio nelle mani

 

Con il tempo e la costante focalizzazione interiore, dopo pazienti tentativi ed inevitabili errori, il discepolo diventa “creatore di eventi”; utilizza ogni situazione, gradevole o sgradevole che sia, con l’intento di comprenderne il messaggio evolutivo e utilizzarlo per l’azione futura per sé e per il mondo.

Sa che è necessario pertanto perseverare, finché anche il gesto e la parola siano espressione dell’Ideale:

Chi non si è un giorno entusiasmato improvvisamente all’idea del bene, della verità e della bellezza? Ma come è difficile in seguito accordare i propri sentimenti a tale idea! E quanto più difficile ancora accordare le proprie azioni! E tuttavia occorre perseverare. Per facilitare la discesa delle idee dal mondo spirituale al mondo fisico, il gesto e la parola sono tra i mezzi più efficaci. Per questa ragione è così importante fare esercizi ogni giorno.
(OmraamMikhaëlAïvanhov, Pensieri quotidiani)

Imparerà a recepire gli influssi delle correnti superiori e a manipolare le energie sottili; raggiungerà infine la Maestria del Realizzatore, che conosce e sa utilizzare i suoi strumenti,fisici e non fisici, per il maggior bene per il maggior numero.

Confluiranno allora nell’“Azione consapevolmente evolutiva” le ricerche della Mente e gli impeti del Cuore; le più pure energie saranno canalizzate nella programmazione innovativa e poi nella salda attuazione e strutturazione dell’Opera:

L’uomo non àncora un concetto di verità, non diventa quella verità fino a quando non procede come se egli fosse quella verità, fino a quando non la mette in atto.
 (L. Cedercrans, Saggezza applicata, I)

Cresce il senso di responsabilità per l’Opera nuova, invade ogni spazio della Mente e rinvigorisce ogni tendine  del corpo, nella tensione al fare utile e alto attraverso “un’attività di servizio programmata”:

Come Anima egli (il discepolo) concepisce un’attività di servizio programmata e la mette in moto sui livelli mentali, costruendo una Forma-pensiero. Come Anima, sapendo che l’energia segue il pensiero, egli le consente di prendere forma nella forza astrale e infine di fluire attraverso l’eterico in manifestazione oggettiva.
 (L. Cedercrans, Saggezza applicata, I)

Comprendiamo che, riconoscendo la nostra parte di responsabilità rispetto alle condizioni di esistenza in cui noi stessi e il nostro mondo ci troviamo, siamo chiamati al cambiamento purificatore: “Purificate il cuore: questa è vera religione” (Buddha).

Con l’avanzamento spirituale, può capitare di contemplare con orrore il nostro passato; irrompe nella coscienza la percezione drammatica degli effetti di nostre “creazioni” sentite come “oscure”, perché poco amorevoli e responsabili.

Ma il pentimento sincero e l’esperienza del dolore accelerano i tempi per la nascita luminosa della Compassione e portano alla con-versione: ovvero all’aspirazione a connettersi alle Verità essenziali e a cooperare al Piano Divino.

E’ questo il diritto (e la responsabilità!) che l’uomo si è guadagnato in millenni di evoluzione: “La libertà dovrebbe affermarsi nell’uomo a seguito dell’elevarsi della coscienza” (Cuore, 1932).

Irresponsabilità e gregarismo acritico non potranno appartenere all’anima matura:

Un crimine non cessa dall’essere un crimine perché commesso da molti. Il Karma non tiene in alcun conto la consuetudine.
(J. Krishnamurti, Ai piedi del Maestro)

Alla luce della nuova consapevolezza ogni aspetto dell’esistenza che non riguardi direttamente il Lavoro appare minimo se confrontato alla costruzione dell’Opera intuita dall’anima. In essa il discepolo impegna tutto se stesso, poiché sa che non c’è limite al Bene.

Idee e Progetti a lungo immaginati e visualizzati con l’occhio interiore trovano infine realizzazione in esiti creativi visibili.  All’orecchio interiore risuona l’antico motto: “E’ a te che affido”.

 

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