L’Azione imperfetta – parte 2°

Per i due capitoli precedenti vedi:  “L’Azione imperfetta – parte 1°”

3. Il sacro Arciere

l'arciere

Come un sacro Arciere, il discepolo mira all’obiettivo, ad esso subordinando ogni aspetto della sua vita. Non sempre il fine è raggiunto, per difficoltà individuali o di gruppo.

E’ evidente a molti che le personalità dei singoli e dei gruppi sono d’impaccio soprattutto quando sono grandi le differenze evolutive; tra individui avanzati le diversità vengono accettate e integrate con maggior rispetto per l’evidenza della verità, e con umorismo, atteggiamento amichevole e leggerezza.

Sicuramente la collaborazione va radicata essenzialmente sui piani sottili ma il grido di dolore dell’umanità è ormai insostenibile ed è compito di ciascun individuo o Gruppo agire; non possiamo aspettare tanto per l’azione, sia pur nella consapevolezza che essa sarà, per lungo tempo, “imperfetta”. Anche azioni incerte o apparentemente fallimentari mirate all’Unità, alla chiarezza dei rapporti, alla concretizzazione di progetti evolutivi, hanno il loro valore nell’evoluzione: sono il ‘sacro aratro’ che smuove il suolo indurito da inconsapevolezza e indifferenza; creano il solco, preparano il terreno e spargono semi – ovvero le idee e le possibilità – per programmi successivi più ampi e meglio strutturati, di cui costituiscono lo “schema iniziale”. Altri continueranno, raccogliendo e perfezionando modelli, visioni e progetti, così come avviene per scoperte e innovazioni.  Il nostro atteggiamento fiducioso li evocherà e sosterrà nel Lavoro. L’Evoluzione è un gioco a staffetta, in cui competono squadre o singoli attori in successione; ciascuno passa il testimone a colui che segue, che continuerà l’opera intrapresa in tempi più idonei e con maggior vigore, capacità innovative, creatività, disponibilità collaborativa.

Come gli antichi Muratori che costruivano cattedrali esteriori ed interiori, ma ad un livello mentalmente ancora più elevato, l’occultista pratico della Nuova Era edifica Templi, all’interno di sé ma anche all’esterno, ovvero assume compiti sociali, umanitari, filantropici, educativi, scientifici, che sono espressione e concretizzazione speculare delle sue intime realizzazioni.

Lucille Cedercrans insiste sulla necessità di associare Pensiero e Azione, portando costantemente in azione manifesta quanto appreso nel concreto del proprio campo di servizio:

Il discepolo non cerca la conoscenza, attraverso lo studio o la meditazione, semplicemente per amore del sapere. Egli comprende il suo posto nel tutto e proietta in avanti il suo sforzo in modo concentrato, cercando solo quella conoscenza che riguarda il suo particolare campo di servizio. Egli cerca solo ciò che può utilizzare immediatamente.
(L. Cedercrans, Saggezza applicata, I)

 

Alice A. Bailey invita a creare “istituti fisici” adeguati a esprimere le nuove idealità dell’Età dell’Acquario:

Egli (il discepolo) saprà impiegare le forze eteriche per dare inizio a creazioni e istituti fisici adeguati a esprimere la vita divina nell’epoca di Aquarius.
(Alice A. Bailey, Magia Bianca, pag. 467  ed. It.).

 

Che la “materializzazione dello spirito” sia prassi sentita e vissuta tra gli aspiranti-ricercatori-discepoli tanto quanto la forse la più diffusa tensione ideale alla  “spiritualizzazione della materia”:

Avere pensieri chiari, giusti ed elevati non è sufficiente. Tutti questi pensieri devono scendere nel cuore e nella volontà, in modo da manifestarsi dapprima attraverso sentimenti, e poi attraverso azioni loro corrispondenti.
(Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani).

***

4. La Caduta

caduta

Sul Sentiero molti sono gli errori e le cadute, più o meno duraturi e rovinosi; di essi andranno ricercate spregiudicatamente le cause:

Notate la manifestazione negativa collegata a tali azioni – stress finanziario e tensione, rapporti sbagliati, mancanza di contatti idonei, manifestazioni fallite, ecc. e collegatela alla causa appropriata.
(L. Cedercrans, Saggezza applicata, I)

In tale processo di applicazione dell’Ideale al reale  i nemici sono la Paura dell’azione e del fallimento:

Farete errori, affronterete problemi e una delle prime aree di pericolo in cui vi imbatterete e che dovrete superare sani e salvi è quell’area di paura che impedisce l’azione iniziatoria. L’audacia si ottiene solo se si affronta la paura stessa, quale che essa possa essere.
(L. Cedercrans, Saggezza applicata, I)

Talvolta tali episodi “di insuccesso” sono dovuti all’ostinazione nel seguire vie ormai inidonee perchè non adeguate ai Nuovi Tempi, i quali richiedono sempre maggior Cooperazione e Condivisione e sempre maggior apertura a nuove concezioni riguardo a diversi aspetti della vita (economici, sociali, ecc.), al Gruppo e alla vita spirituale.

serve anche il fallimento nel seguire il vecchio sentiero. Egli (il discepolo) deve fallire molte volte prima di essere pronto e deciso a passare a quello nuovo.
(Lucille Cedercrans, Saggezza applicata, I)

Riguardo alle inevitabili cadute ed errori, il discepolo potrà seguire alcuni passi:

  • ricercherà e comprenderà le cause dell’errore;
  • imparerà a mutare punto di vista, posizione e modalità del fare riguardo ad esso: “Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo” (Einstein);
  • vedrà nell’errore i propri limiti (approssimazione, orgoglio, ostinazione, egoicità, negligenza, mancanza d’amore…) e li accetterà specchiandosi nella Verità;
  • si libererà della “zavorra dell’errore”, affinché il senso di fallimento non infici il fare futuro, eseguendo il passo del “ridiventare vergini”;
  • terrà presente che “tentare è umano”, non implica necessariamente il riuscire ma è comunque “fare”, che muove l’interiore.

Quando riesce a superare la paura e a strutturare il percorso, il discepolo lavora in una dimensione di senso e di Gioia, estendendo naturalmente e intuitivamente al mondo la sua azione e i suoi effetti, ottenuti attraverso la sua accresciuta comprensione.

Gli appare evidente che ogni nuova consapevolezza interiore non dovrà rimanere acquisizione teorica ma andrà concretizzata:

Così come deve sforzarsi di sfuggire all’attrazione del mondo inferiore, l’essere umano non deve neppure abbandonarsi completamente all’attrazione del mondo superiore. La sua missione è lavorare sulla terra con i mezzi del Cielo, e per far questo deve trovare il modo di mantenere l’equilibrio fra la terra e il Cielo, fra la materia e lo spirito. Dal momento che è sulla terra, non deve trascurare i doveri terreni. Se rompe questo equilibrio, vivrà forse nell’immensità, nella luce, ma non avrà portato a termine la sua missione.
(Omraam Mikhaël AïvanhovPensieri quotidiani)

E’ necessario pertanto che discepoli ed aspiranti muovano mente e volontà per l’azione. E’ di gran lunga preferibile, ribadisce la Cedercrans, tentare e fallire che non tentare affatto, poiché il fallimento può essere utile insegnamento: 

Vorrei ora fare un’affermazione molto importante, e che la gran parte dei discepoli non riescono a comprendere per molto tempo: è molto meglio fare un errore, fare l’esperienza del fallimento che non fare alcuna esperienza…. costruite quella forma quanto più possibile vicina all’astrazione, costruitela e poi, se ci sono degli errori, se c’è fallimento, imparate da quegli errori e costruite un’altra forma. Questo è l’unico modo in cui un discepolo può imparare, attraverso l’applicazione, l’esperienza di applicare quei concetti che conquista nella sua vita e vicende di ogni giorno, perché l’esperienza è sempre la grande maestra.
(L. Cedercrans, Saggezza applicata, III)

 

 

 

 

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Una risposta a L’Azione imperfetta – parte 2°

  1. anna.z dice:

    Già….la cosa più difficile in assoluto penso sia il raggiungimento del famoso equilibrio perché, per ottenerlo, la mente dovrebbe stare sempre ‘nella Luce’ e non lasciarsi distrarre dai banali e spesso dannosi pensieri della quotidianità! Quante volte sbagliamo in una sola giornata? Per non farlo dovremmo essere sempre presenti, sempre coscienti di essere ciò che in effetti siamo. Comunque sappiamo anche, come dice Bianca, che dobbiamo mettere in pratica ciò che conosciamo e che ogni errore è il benvenuto perché ci permette di andare avanti nel cammino.

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