Da prima che Abramo fosse, Io Sono

Cristo Redentore - Pisces

Celebriamo oggi l’entrata in Pisces (ingresso del Sole: h 23.35), segno di Salvazione e Liberazione – facendo risuonare solennemente nello Spazio vivo, portatore della Coscienza Universale, l’Attestazione cristica ad esso associata (vedi articolo introduttivo e Celebrazioni rituali online).

DA PRIMA CHE ABRAMO FOSSE, IO SONO

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Questa Formula è tra le pagine neotestamentarie trasmesse dal Discepolo prediletto, Giovanni, e si trova nella parabola evangelica in cui il Maestro Gesù tentò di spiegare ai Giudei quel cammino che conduce alla Vita eterna:

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».

Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: ”È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io Lo conosco e osservo la Sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». [Vangelo secondo Giovanni 8, 51-59] 

Con queste parole eterne, senza tempo, Colui che “guida i nostri passi nello Spazio cosmico”, nell’Infinito, nel segno del Ritorno alla Casa del Padre (Shamballa), chiarisce il Mistero della Vita, sacra al Primo Raggio di Volontà e Potere e trasmessa da Vulcano e da Plutone, reggitore esoterico e gerarchico di Pisces. Questa è la chiave per “La VITA UNICA, eterna, invisibile e tuttavia onnipresente, senza principio né fine, e tuttavia periodica nelle sue manifestazioni regolari, fra i periodi nei quali regna l’oscuro mistero del Non- Essere; incosciente, e tuttavia Coscienza assoluta; irrealizzabile, eppure l’unica Realtà auto-esistente; insomma, ‘un Caos per i sensi, un Cosmo per la ragione’. Il suo unico attributo assoluto, che è ESSO STESSO Movimento eterno ed incessante, è chiamato in termini esoterici il ‘Grande Respiro’, che è il moto perpetuo dell’universo, nel senso di Spazio illimitato, sempre presente […]”. (Helena P. Blavatsky, La Dottrina Segreta. Cosmogenesi, ed. Cintamani, 2007, p. 45)

Plutone filtra le possenti energie di Pisces, segno che trasmette il Secondo e il Sesto Raggio, con la sua energia di Primo Raggio, producendo così nel discepolo la Volontà di Salvare. Pisces, segno di morte e compimento, è l’ultimo segno del cammino del Discepolo, quello in cui ritorna alla Casa del Padre nel cammino che prende l’avvio nel segno di Aries come semplice aspirante e che termina in Pisces come colui che tutto conosce, il vittorioso Salvatore del Mondo, che libera l’umanità dall’asservimento alla forma.

Cristo, con l’affermazione: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno, riporta proprio all’idea del cammino del discepolo lungo la via del karma, che attraverso innumerevoli vite permette alla coscienza di evolvere e dissolversi, alla fine del cammino, nella Luce maggiore, nella vita più abbondante.

 “Non solo è difficile comprendere bene la legge del karma, ma ancor più lo è intendere quella elementare della rinascita. Eppure, le Sacre Scritture dei tempi più remoti accennavano sovente al cambiamento di vita. E sovente dal Mondo sottile se ne è data notizia agli uomini. Non è insolito che qualcuno rammenti qualcosa delle proprie vite anteriori. Per lunghe epoche si è riconosciuta questa legge, per poi tornare a dimenticarla, e si giunse persino a vietare di pensarla. È difficile capire le ragioni di questo insulto all’evidenza. Talvolta si sarebbe potuto pensare che i saggi costringessero gli uomini a rivolgersi solo al futuro, ma una tale saggezza sarebbe unilaterale. Bisogna aspirare a un sapere illimitato. Non si deve costringere l’uomo all’ignoranza, cioè privarlo del diritto di migliorarsi. Sappiate e ricordate che il Maestro traccia una linea netta tra passato e futuro.
Dunque non chiudete gli occhi sulla realtà. La legge della rinascita è giusta. Il seme dello spirito è inviolabile e perpetuo. L’Infinito genera l’Eternità, e chiunque può immaginare l’uno e realizzare l’altra. Non contrastate quei fanciulli che parlano di vite passate: essi sanno ciò che è avvenuto attorno a loro. Oggi poi le rinascite si susseguono sovente con rapidità: molti si affrettano a rientrare dal Mondo sottile, e ciò manifesta lo sviluppo e l’accelerarsi dell’evoluzione, nonché un riavvicinarsi fra i mondi. [Aum §97, Collana Agni Yoga]

Ma quindi come seguire i pensieri del Cristo, come ‘osservare la sua parola?

“Si può affermare prima di tutto che la meditazione è la scienza che ci permette di giungere alla diretta esperienza di Dio. Ciò in cui viviamo, ci muoviamo e siamo non è più allora per noi l’oggetto di un’aspirazione o il simbolo di una divina possibilità. Conosciamo Dio come Causa Eterna e origine di tutto ciò che esiste, noi compresi. Riconosciamo il Tutto. Ci uniamo a Dio, unendoci alla nostra anima immortale e, quando quell’evento grandioso si compie, riconosciamo che la coscienza dell’anima individuale e la coscienza del tutto, che la separazione, le divisioni, le distinzioni e i concetti di io e tu, di Dio e di un figlio di Dio, si sono dissolti nella conoscenza e nella realizzazione dell’unità. L’unità ha sostituito il dualismo. È la Via dell’Unione. La Personalità integrata è stata trascesa mediante un ordinato processo di sviluppo dell’anima, ed è avvenuta l’unificazione (at-one-ment) cosciente tra il sé personale o inferiore e il Sé divino o superiore.

Questa dualità deve essere realizzata e poi trascesa, prima che il Sé Reale divenga, nella coscienza dell’uomo, il Sé Supremo. È stato detto che le due parti di cui si compone l’uomo per lunghe età non hanno avuto nulla in comune; sono l’anima spirituale e la natura formale, che sono però eternamente unite (e qui sta la soluzione del problema umano) dal principio mente. In un’antica scrittura indù, la Bhagavad Gita, si trovano queste parole dense di significato:

“Il Sé è amico del sé per colui nel quale il sé è conquistato dal Sé; ma per chi è lontano dal Sé, il suo proprio sé è ostile come un nemico”. E San Paolo dice praticamente la stessa cosa, nel suo grido disperato:

“Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non dimora il bene, poiché la volontà di bene c’è ma non ha la forza di compierlo. … E difatti secondo l’uomo interiore mi compiaccio della Legge di Dio; però nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi incatena alla legge del peccato che è nelle mie membra. Infelice uomo che sono! Chi mi libererà da questo corpo di morte?”.

Questo Sé reale è Dio – Dio trionfante, Dio Creatore, Dio Salvatore dell’uomo. È, con le parole di San Paolo, “Cristo in noi, speranza di gloria”. Ciò diviene un fatto nella nostra coscienza, e non è più solo l’ipotesi a lungo sperata.

La meditazione trasforma ciò in cui crediamo in fatti accertati, e le nostre teorie in provata esperienza. L’affermazione di San Paolo rimane solo un concetto ed una possibilità̀ fino a che, per mezzo della meditazione, la vita Cristica non sia evocata e divenga il fattore dominante dell’esistenza quotidiana.

Ci riconosciamo divini e figli di Dio. Sappiamo di coloro che hanno dimostrato la loro divinità al mondo e stanno all’avanguardia del conseguimento umano, testimoniando di facoltà che si trovano oltre la nostra portata. Siamo coscienti, entro noi stessi, di aneliti che ci spingono verso la conoscenza, e di suggerimenti interiori che hanno costretto l’umanità a salire la scala evolutiva fino al livello attuale di esseri umani che definiamo educati. Uno stimolo divino ci ha portati dall’età della pietra fino alla civiltà moderna. Soprattutto, siamo consapevoli di coloro che possiedono, o dicono di possedere, quella visione delle cose celesti che aneliamo condividere, che testimoniano di una via che porta direttamente al centro della Realtà divina e ci invitano a percorrerla. Ci dicono che è possibile averne un’esperienza diretta e la nota dominante dei nostri tempi potrebbe essere riassunta con queste parole: “Dall’autorità all’esperienza”. Come possiamo conoscere? Come fare quest’esperienza diretta, senza ricorrere ad intermediari? Ci viene risposto che esistono un metodo già usato da innumerevoli schiere di uomini ed un procedimento scientifico formulato e seguito da pensatori di ogni epoca, che in tal modo sono divenuti dei conoscitori. [la meditzaione]” [Alice A. Bailey, Dall’Intelletto all’Intuizione, ed. Nuova Era, 1999 p. 72]

“Per realizzare la natura del Sé, abbiamo dovuto uscire dalla nostra eterna dimora in Dio, per lottare e soffrire fra le illusioni del tempo e dei sensi. Dobbiamo superare tutto ciò, prima di poter penetrare la verità eterna che si trova di là dalle apparenze. In questo superamento, dobbiamo dominare la carne ed esaltare lo spirito, disprezzare il mondo per salvarlo, e perdere la vita per ritrovarla”.

Consideriamo ora la situazione e i procedimenti ai quali dobbiamo assoggettarci se vogliamo raggiungere la meta. Dei requisiti preliminari poco occorre dire, perché sono universalmente noti, e in parte posseduti da ogni principiante che, altrimenti, non starebbe per iniziare questa fase particolare dell’eterna ricerca della verità. Nel nostro intimo siamo coscienti di una dualità e di un conflitto in atto fra i due aspetti di cui siamo costituiti. Siamo coscienti di una profonda insoddisfazione della vita fisica nel suo complesso e dell’incapacità di afferrare e comprendere la divina Realtà, che speriamo esista. Ma questo rimane materia di fede, e noi vogliamo certezze. La vita dei sensi non sembra farci avanzare di molto verso la meta. Conduciamo un’esistenza mutevole, e a volte elevati desideri ci portano in vetta ad una montagna meravigliosa, dove restiamo appena quanto basta per cogliere una visione di bellezza, per poi essere ricacciati nell’abisso dell’ambiente quotidiano, della nostra natura animale e del caotico mondo in cui il destino ci ha posti. Sentiamo una certezza che continuamente ci sfugge; lottiamo per un fine che sembra al di fuori di noi e che elude i nostri sforzi più disperati; ci affanniamo, lottiamo e agonizziamo per raggiungere una realizzazione di cui i Santi e i Conoscitori rendono continua testimonianza. Se la nostra volontà e abbastanza forte, se la nostra determinazione è ferma e perseverante, e se le regole e formule antiche sono state comprese, possiamo affrontare il problema sotto un altro aspetto e usare l’insieme delle nostre doti mentali, invece della pressione emotiva o del desiderio febbrile. [Alice A. Bailey, Dall’Intelletto all’Intuizione, ed. Nuova Era, 1999 p. 91]

Quando il cammino del discepolo arriva a Pisces, egli entra in contatto con le potenti energie di due importanti luminari. Plutone quale Reggitore esoterico e gerarchico e Giove quale reggitore exoterico. “Due raggi maggiori si manifestano tramite i reggitori di questo segno, l’esoterico (Plutone) e l’ortodosso (Giove): il primo Raggio, della Volontà o Potere, mediante Plutone, e il secondo, dell’Amore-Saggezza mediante Giove.

Pisces è il segno in cui muore la personalità, l’anima sfugge alla schiavitù della forma e il discepolo riprende la propria missione di Salvatore del mondo; si trova quindi alla fine del suo cammino iniziatico nella forma, ed è pronto per proseguire oltre il cammino ed operare su altri livelli.

“L’assimilazione di energie superiori, per l’evidente tensione, può dare forma a energie nuove. Spirito e materia si perfezionano a vicenda. Quando la corrente della volontà, ricca di tensione, accelera il moto, la materia viene assorbita dallo spirito, e si adempiono allora le funzioni di un creatore spirituale; si raffinano le forme. Il fuoco dello spirito ha lo stesso potere di quello che fonde i metalli. Solo mediante un processo di fusione si riesce a produrre combinazioni nuove. Lo spirito che aneli a rendere incandescente la propria energia si fa capace di sciogliere la materia. Quali forme e dimensioni può fondere, da tutta la materia spaziale e dalle nostre vite!

Da tempo immemorabile i Grandi si sono proposti di fondere la coscienza. L’eternità è la fiamma in cui si elaborano combinazioni nuove, senza fine. In verità, le ricerche proseguono da millenni. Qual è l’inizio? Diciamo, per ora, che è l’eterno desiderio di forme nuove. Plasmiamo il nostro futuro con la stessa apertura di visione.” [Infinito I §42]

 

Per deserti, mari e monti

trascorrete in un soffio.

E là ci incontriamo, faccia a faccia.

Non c’è distanza. Il tempo non esiste.

Il potere della conoscenza è svelato.

[Foglie del Giardino di Morya I §328]

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Vedi il calendario di tutte le celebrazioni online ore 21 (entrate nei 12 Segni e Feste solari dei pleniluni e noviluni 2023 – orari in UTC-GMT) – con relativi link:

Date celebrazioni online 2023

I video delle Celebrazioni rituali online delle Entrate nei 12 Segni con le Attestazioni cristiche sono disponibili alla seguente Playlist: Ritual·e · Rituel – Zodiac 2023.


Vedi anche il seguente scritto basato sull’Astrologia Esoterica di A. A. Bailey, a cura del gruppo astrologico ‘Aldebaran’:

PISCES 2023

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