La direzione Sole/Vulcano–Mercurio–Terra sull’asse zodiacale Sagittarius–Gemini oggi (1) richiama al cuore la potenza del Quarto Raggio che, invisibile e silenzioso, traccia le infinite simmetrie spaziali sulle quali prenderanno colore e movimento i sentieri della Vita.
Già abbiamo ricordato che la Vita procede avanzando tra opposti, pareggiando i quali ciascuno si avvicina via via al Centro dal quale, come fonte dissetante, questa stessa Vita sgorga; già abbiamo ricordato che Bellezza ed Armonia sono le armi che il Quarto Raggio offre ai pellegrini per traversare le sponde della Via e che l’imitazione dei modelli, piccoli o grandi che siano, consente di procedere di “luce in luce” sulle vie dell’Infinito.
Oggi vorremmo porre l’attenzione su un altro aspetto della Quarta energia, un aspetto apparentemente secondario ma che, al contrario, si rivela come quell’azione interiore che permette di camminare nella luce superna.
Quando siamo in grado di affermare “Dal posto del Fuoco contemplo e rifletto il Modello” (2) ecco che la nostra coscienza ha assunto una “postura” particolare, si è assisa nell’Essere e da quel Centro inizia a governare non solo i propri atti interiori, ma anche quegli atti che la rendono partecipe, assieme ad una Gerarchia di coscienze, del Piano evolutivo planetario e solare.
E la prima azione che la coscienza è chiamata a fare è “contemplare”, quantunque non sembri una vera e propria azione; l’atto del contemplare richiama alla memoria uno stato passivo e fideistico, un totale abbandono, per lo più inconsapevole, a forze più grandi di noi, un’assoluta dimenticanza delle nostre capacità mentali se non anche della nostra stessa identità.
La cultura occidentale ha reso profonda la dicotomia tra “vita attiva” e “vita contemplativa” (e ne ha dato un’efficace immagine nelle figure di Marta e Maria nell’incontro con il Cristo) connotando la seconda come via mistica, come atteggiamento nel quale si rivolge la mente, e il cuore, svuotati di ogni contenuto intellettuale verso una fonte elevata di luce ed amore, verso inviolati orizzonti spirituali; questa profonda concentrazione su cose spirituali diventerebbe di conseguenza garanzia e significato di ogni atto pratico della vita.
Già Platone, e dopo di lui, sulla stessa scia, Plotino, avevano sottolineato l’importanza del contemplare; Platone sosteneva che solo attraverso la contemplazione fosse possibile giungere alla conoscenza delle Idee, le forme sovrasensibili su cui si modella il mondo formale, mentre Plotino vedeva nella contemplazione la via maestra per giungere all’Assoluto, all’Uno.
Contemplare si delinea quindi come una precisa “azione” interiore, un preciso movimento interiore che permette di rivolgere, in piena consapevolezza e volontà, la propria coscienza, salda nella luce, verso il Modello e che la mantiene in quella Luce fino a identificarsi con quel lume.
Contemplare il Modello è farsi uno col Modello, è fare “come se” non ci fossero gradi di separazione tra noi e il Modello che l’Occhio interiore sta contemplando: dopo questa operazione sarà possibile agire in modo più incisivo nel mondo delle forme, riflettendo (e lo vedremo) l’energia di luce con cui si è venuti in contatto.
“Dite ai contemplatori ipocriti che se contemplare significa tendere l’energia, prepararsi per un balzo, dal “Leone” viene l’ordine di contemplare. Ma se al contrario è solo indolenza e indifferenza, è impossibile presentare quel passatempo vergognoso come un grande Precetto”. (3)
La contemplazione è dunque una vera e propria “azione”, un moto di fuoco che consente alla coscienza di slanciarsi verso l’Infinito, sua meta primaria, e di guardarlo “occhi negli occhi”: “Bisogna insegnare non solo ad apprezzare la verità, ma anche a contemplare l’Universo. Con ciò non si intende che chiunque deve essere astronomo, si sostiene il pensiero dell’infinito. Come continuare a mentire mentre si apprende la grandiosità del Cosmo?” (4); “Accogliete le correnti del moto incessante. Vi adatterete con la stessa naturalezza della pulsazione del Cosmo. Dolore e angoscia non servono! Dovrete accettare la vera vita del Cosmo, se volete davvero contemplare l’Infinito”. (5)
E se quel moto conduce la coscienza verso le sfere più infuocate, quello sguardo penetra nell’essenza dell’Essere e vi prende dimora; non c’è più distanza tra noi e l’Infinito perché il tempio (templum) del cuore ha accolto lo Spirito ardente che lo vivifica.
“Pochi contemplano i mondi lontani o pensano alla continuità della vita, e proprio quelle idee che la migliorerebbero sono trascurate. L’accelerazione tecnologica non serve per concentrare la mente: ci vuole il desiderio di imparare cose nuove. Ma come, se nella coscienza non si accolgono le Verità fondamentali? Non basta ascoltare compunti parole come queste, bisogna praticarle come vere. Il Pensatore disse proprio queste stesse cose più di duemila anni fa. Ciò suona come grave rimprovero per il genere umano, che ha perfezionato le tecniche del mutuo assassinio ma è rimasto incapace di contemplare la Verità. (…) Quante volte lo dobbiamo ripetere! Come può l’uomo contemplare il vero se ha la mente occupata dalla brama di uccidere?” (6)
Contemplare è dunque il primo passo sulla via che conduce all’Uno, è immergersi nella pienezza dell’Essere fino a venirne completamente intrisi; così, colmi di questa pienezza di Vita, si può tornare per le vie del mondo per farsi specchio della Luce, avendo nel cuore lo splendore del Vero, del Bello e del Bene.
Questa perfetta unione con l’Infinito è un atto immediato e consapevole, un lampo d’amore che ci rende simili a quanto contempliamo e che ci trasfigura nell’intimo.
“Urusvati sa che molte volte un pensiero luminoso e breve vale più di una contemplazione prolissa. Ma non è facile capirlo. Si ritiene che la profondità artificiosa sia più intensa di un pensiero rapido e non si sa che un pensiero-lampo può essere indizio di un influsso elevatissimo. I ponderosi e prolissi hanno di norma provenienza terrena, ma è molto più arduo individuare la sorgente di quelli fugaci, rapidi al punto che non si riesce a capirli del tutto e ad esprimerli in parole. Sono messaggi capaci di contenere grandi concetti. Sovente si fraintendono, il loro significato sottile viene distorto e svaniscono senza lasciare traccia. In molti casi partono da Noi, che li inviamo per il bene generale dell’umanità senza sapere chi sarà a riceverli. Così nasce il pensiero, in varie parti del mondo. Purtroppo molti di tali ospiti gloriosi sono respinti dalla mente umana. Molto tempo fa il Pensatore consigliò agli allievi di prestare attenzione ai pensieri brevi e vivaci: “Le scintille dell’Intelligenza suprema colpiscono come lampi. Benedetto chi sa custodirli nel cuore. È infatti proprio il cuore che li percepisce, poiché il loro fuoco non lo brucia, mentre ridurrebbe in cenere il cervello.” (7)
Anche noi dobbiamo imparare a custodire nel cuore i lampi dell’Intelligenza suprema che abbiamo scorto contemplandola; anche noi dobbiamo imparare a vedere l’Invisibile, quel Modello supremo che vivifica e non brucia.
Come Mercurio, il lucente figlio del Sole, si approssima al cuore dell’astro contemplandone lo splendore per poi mandare messaggi di Bellezza all’intero sistema solare, così noi, piccole luci figlie di quello stesso Sole, impariamo a contemplare la fulgenza dell’Uno e a farci specchio di quel “sommo lume”.
“Mercurio, il grande Discepolo, indica il traguardo dell’iniziazione,
risultato dell’aver imitato il Maestro e praticati i suoi precetti con amore”. (8)
Note:
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1-L’11 giugno si celebra la seconda delle tre congiunzioni di quest’anno tra Mercurio (4° Raggio) e Terra (3° raggio non sacro), che volgono concordi l’Occhio interiore allo splendore irradiante di Sole/Vulcano (1° Raggio). Luce ed Armonia risuonano nello Spazio ed alimentano la potenza trasfigurante del Cuore solare, Modello supremo di ogni cuore che pulsa in sintonia con l’Uno. La prima congiunzione è stata l’8 febbraio e la terza di quest’anno avverrà il 9 ottobre.
2-Tale Formula ideale viene attestata nel silenzio del cuore dai Funzionari dei Quarti Vertici in vista del 2025, momento iniziatico che sancisce, secondo l’Insegnamento esoterico, il ritorno in manifestazione dell’energia di Quarto Raggio.
3-Collana Agni Yoga, Comunità 213
4-Collana Agni Yoga, Sovramundano II 264
5-Collana Agni Yoga, Infinito I 13
6-Collana Agni Yoga, Sovramundano I 183
7Collana Agni Yoga, Sovramundano II § 250
8-Primo Vertice, Il sistema solare nello spazio, ed. Nuova Era, 2018, p. 220