Quest’anno, sesto del quinto settennio del Piano, vede i Costruttori del Tempio operare sulla Meta 5.6 che recita: “Costruzione degli Ideali”.
I Luminari che particolarmente ne illuminano i passi sono quindi Venere (5°R.) e Nettuno (6° R.), insieme a Marte, trasmettitore anch’esso del sesto Raggio.
Proprio all’inizio di questo ciclo annuale, il 21 dicembre 2019, Venere (il maggiore della Terra, la cui rivoluzione attorno al Sole sta in rapporto aureo con quella del nostro pianeta) e Nettuno, 6° R. (Signore delle Comunità e reggitore esoterico in Leo, insieme al Sole stesso) si erano congiunti (secondo la visione eliocentrica) in Pisces, segno che trasferisce nel Sistema solare il 2° ed il 6° Raggio.
Oggi, in concomitanza col potente plenilunio di Leo, segno nel quale, secondo il Maestro Tibetano, si celebrerà la maggiore festività della nuova Religione mondiale, risuona nello spazio solare lo stesso intervallo sonoro col quale l’anno si era aperto: Venere infatti, compiuto il Suo percorso attorno al Sole, si ritrova nuovamente nelle acque spaziali di Pisces, congiunta a Nettuno.
Proprio in questi giorni, inoltre, si verifica anche il sorgere contemporaneo del Sole e di Sirio (il Suo maggiore, sede della grande Loggia Bianca).
Questa data infuocata, oltre che di Comunione intelligente e amorevole, ci parla quindi del rapporto aureo, di coesione universale e di Fratellanza, idea che, al nostro livello, può essere anche declinata come “retti rapporti umani”. Il rapporto aureo, il più perfetto dei legami, è il modo per ripartire l’Unità senza dividerla o per ricondurre costantemente le parti all’Uno. La sua formula recita: “il minore sta al maggiore come questo sta al tutto”.
“La legge della divina proporzione agisce in due sensi, ossia ripartisce e ricompone l’Unità, che rimane intatta. Lancia la coscienza verso il mondo concreto mentre la riconduce alla fonte sottile. Perciò è connessa al processo iniziatico, che è il nome dato alla risalita. Quando il minore (il candidato) è pronto, interviene il maggiore (l’Iniziatore) che lo pone in diretto contatto con l’Uno. La sua coscienza allora sale di livello e si stabilizza. La procedura è precisa, poiché la sezione aurea, che agisce con potenza, non è una vaga dizione, ma un Numero. Essa segna la famosa soglia che il candidato varca in quell’occasione, la quale sussiste quale partizione dell’Unità, e non sussiste perché l’Unità è indivisibile.
Le sezioni auree successive tendono, all’infinito, all’unità microcosmica, che è altrettanto irraggiungibile e sfuggente dell’Unità assoluta, macrocosmica; così le spirali auree mostrano le due polarità dell’Essere, eternamente ignote, che sono la radice dello Spazio”. (da “Partizione dell’Unità”, inedito di E. Savoini)
Siamo quindi tutti contemporaneamente maggiori e minori nell’infinita catena che porta i molti all’Uno e viceversa, e quando l’Umanità sarà in grado di comprenderlo e di assumersene la responsabilità, ricomponendo ad ogni livello, pur se in modo relativamente imperfetto, l’Unità, la Fratellanza del genere umano sarà attuata e non solo al suo interno; di conseguenza, infatti, sarà attestata la continuità armonica con la Gerarchia planetaria, nonché con i regni inferiori di natura, dei quali quello umano è maggiore e custode.
È semplice, ma è possibile solo quando si realizza infine il Servizio, e quindi la famosa formula: “Io sono Te e Tu sei me, parti del Sé divino” s’imprime nelle nostre coscienze.
La parola Fratellanza, il cui etimo è stato sintetizzato come “Sostegno cosmico della Vita”, tiene in sé diversi livelli di significato: è un’Idea, ma anche un Ideale; è la Bandiera della nuova Era; è l’interrelazione fra tutte le unità di vita; è il rapporto fra tutte le anime e la Superanima; è la Confraternita dei Maestri, la Gerarchia planetaria; è il riconoscimento di essere tutti Figli dello stesso Padre ed è la parentela di sangue più stretta.
A proposito della Fratellanza planetaria, il Maestro Tibetano dice, rivolgendosi ai Suoi discepoli:
“Mi rendo conto che voi intendete la Fratellanza in termini di un Unico Padre e dei Suoi figli. Questa comprensione è in sé così limitata ed inesatta che serve soprattutto a deformare la verità; eppure, tutto ciò che potete comprendere in questo momento è contenuto in questo concetto. La definizione più approssimata di questo vero rapporto potrebbe essere data nel modo seguente: la Fratellanza è un’espressione della relazione fra il Logos planetario (sul piano mentale cosmico) e la Sua Personalità che si esprime sul piano fisico cosmico, mediante il pianeta con tutte le sue forme di vita; questo rapporto è focalizzato tramite Sanat Kumara, che è la Mente individualizzata di quella grande Vita. In altre parole, il Logos planetario sul proprio piano è per Sanat Kumara ciò che l’anima è per la personalità umana sul piano fisico nei tre mondi. La totalità delle relazioni e dei rapporti stabiliti è perciò espressa inadeguatamente dalla parola “fratellanza”.
“Compagnia”, parola usata frequentemente per esprimere un’idea simile, è il modo in cui la fratellanza percepita confusamente cerca di far sentire la sua presenza. Le parole “la compagnia del Cristo” indicano l’emergere soggettivamente di questo concetto sul piano mentale; col passar del tempo, ciò sarà seguito dalla manifestazione concreta sul piano fisico. Questa è l’idea all’origine delle parole tanto facilmente usate: “idea, ideale, idolo”, e dalla quale deriva anche il crescente senso di responsabilità che caratterizza tutti i progressi umani sulla via della vita. È questa l’idea fondamentale che domina la Camera del Consiglio di Shamballa e che costituisce l’impulso motivante all’origine dell’espressione planetaria della vita. È questo che caratterizza l’ideale perseguito dalla Gerarchia e che attua il Piano; è questo il progetto spirituale il cui risultato sono le crescenti “forme di relazione” che oggi sembrano prendere una forma definita nella concretizzazione del progetto divino: Giusti Rapporti Umani”. (Ed. Nuova Era, A.A. Bailey, Vol. quinto, I Raggi e le iniziazioni, pag. ing. 277)
L’Idea di Fratellanza fu sempre presente negli Insegnamenti dei grandi Maestri ed in modo particolare in quello del Cristo, che ne presentò il concetto, insieme a quello di Dio come Padre, nel contesto della Sua predicazione d’Amore. San Francesco la cantò poi mirabilmente nel “Cantico delle creature”.
In tempi recenti, a partire dall’ultimo quarto del diciottesimo secolo, tale Idea è stata posta, come Ideale, insieme a quelle di Libertà e di Uguaglianza, sulle bandiere di tutti coloro che contribuirono ad incrinare i vecchi ordinamenti, privilegi e prevaricazioni, nonché le distinzioni di genere, di censo, di razza e di religione, prefigurando un mondo nuovo che cominciava a prender forma nelle menti dei pensatori più illuminati.
Intanto, da metà ‘800 a metà ‘900, i Maestri della Gerarchia dispensarono copiosamente Insegnamenti di saggezza, nell’intento di elevare la visione di quella parte della famiglia umana più responsiva.
Oggi, per la buona parte dei discepoli del mondo, la Libertà non è infatti più semplicemente vista come la necessità di affrancarsi da poteri dispotici o come licenza di agire secondo la propria inclinazione, ma come il processo di affinamento e spogliazione dalla personalità separativa nel cammino del ritorno all’Uno. Così l’Uguaglianza non presuppone più, come certe ideologie hanno proposto, che dobbiamo essere tutti uguali secondo un modello imposto d’autorità, ma che uguale è il seme dello spirito e che tutti debbono disporre delle stesse possibilità di crescita e di Giustizia.
Se queste due Idee/Ideali sono ormai contemplate in tutte le carte costituzionali dei Paesi più avanzati, quella di Fratellanza sembra ancora fumosa, evanescente e vagamente sentimentale, non essendone compresa la portata decisiva, suscettibile di determinare un cambiamento irreversibile nella coscienza umana, anche perché cozza contro gli egoismi personali, di gruppo, di nazione. Se ne comincia a parlare, si promuovono azioni di solidarietà, ma perlopiù non se ne intende il valore fondante ed universale, e la necessità impellente di metterla in atto in un mondo nel quale siamo ormai tutti interdipendenti e connessi. Papa Francesco l’ha definita “l’unica forma di patriottismo possibile”
È questo infatti l’ideale veramente rivoluzionario che ci traghetterà nell’era di Aquarius e che, con la sua forza dirompente, getterà maggior luce anche sugli altri due. Ed è questo il segno che imprimiamo sulle nostre Bandiere, per unirci alle schiere dei nostri Maggiori.
La parola Fratellanza definisce infatti anche una Comunità di spiriti che si fa carico dei destini del mondo e che opera per l’evoluzione dell’Umanità, promuovendo l’instaurarsi al suo interno di aurei rapporti, secondo l’antica formula “da cuore a cuore”.
Nei testi dell’Agni Yoga, nei quali diffusamente se ne parla, la Fratellanza è definita come un elevatissimo grado di rapporti umani, nel quale si realizza spontaneamente la Gerarchia.
La Fratellanza è una Scuola di pensiero; è Fiducia in atto, è Unione, Unità, Comunione; è Compassione; è Condivisione; il suo campo è la Collaborazione. È la nuova Alleanza.
Per i discepoli del mondo la Fratellanza è un faro, una Torre di Guardia, un Magnete. Il sentiero per pervenirvi è il sacrificio di sé. Il modo è l’impegno ardente.
“Verranno dei viandanti a bussare alla porta.
Parleranno delle grandi Anime che vivono oltre il deserto, oltre i monti e le nevi, dedicate a servire.
Non diranno se sono stati in quell’Eremo. Non pronunceranno la parola Fratellanza; ma tutti potranno capire di quale Centro di Sapere essi parlino. Quando l’Umanità trema, i Seminatori del Bene si spargono nel mondo.
Gli uomini vorranno sapere della Fortezza, della Cittadinanza. Se non sentiranno dei suoi Statuti, nondimeno si rafforzeranno al solo sentire che esiste. Il Loto del cuore freme quando le scadenze sono imminenti.
Gioia! La Fratellanza esiste!”
(Collana Agni Yoga, Fratellanza § 610)
Gioia, la Fratellanza esiste!