Il moto della Luce

In ambito etimosofico, siamo soliti dedicare il primo articolo* di ogni anno all’impegno di comprendere l’essenza delle parole che ne designano la meta: “Costruzione degli Ideali”, che identifica questo sesto anno del quinto Settennio della Tavola del Piano.

Rispetto alla valutazione degli etimi, è bello trovare affinità sia negli Insegnamenti tradizionali sia nella più recente indagine linguistica: si afferma nella Collezione Agni Yoga che […]  I termini usati per esprimere le idee fondamentali dovrebbero essere quanto più possibile netti e consonanti. […] Ogni lettera, con il suo suono, esprime una vibrazione dei centri. [1]; un Linguista [2] contemporaneo, a proposito delle radici verbali, sostiene che […] gli elementi che le costituiscono (consonanti e vocali) abbiano ciascuno un proprio valore semantico […]. Insomma la fonetica stessa incide lo spazio.

Poniamo dunque al centro della nostra attenzione la parola “ideale”, che deriva da “idea”: è vero che sono termini già reperibili nel glossario e che caratterizzano rispettivamente una direzione specifica di lavoro e il sottotitolo di questo blog, ma la meta di quest’anno ci offre l’opportunità di riflessioni nuove.

La parola generatrice di ideale, idea, significa [3] essenzialmente moto [i] della luce [d].Sentiamo importante soffermarci e custodire nel cuore e nella mente la natura intima della parola, perché effonde Energia trainante ed essenza luminosa, e perché, simbolicamente parlando, gli ideali che ci compete concepire e alimentare quest’anno sono propriamente i figli della Luce. Ci sprona in quest’attitudine un’indicazione dell’Agni Yoga: […] Quando si è guidati giornalmente, si può perdere coscienza del pensiero guida. […] Ma fra gli eventi di tutti i giorni è veramente possibile coltivare un pensiero fiammeggiante. Come si forgia un metallo con un comune martello e si miete un seme pervaso di vita con una falce ordinaria, così fra le cose di ogni giorno cercate il filo della grandezza. [4]

Un articolo pubblicato sullo scorcio di quest’anno, Il mondo delle Idee, sulla base degli Insegnamenti tradizionali debitamente citati, descrive la discesa dell’Idea dal livello buddhico ai livelli superiori del piano mentale ove, vivificata dal riconoscimento dell’anima, compie il primo  passo verso la manifestazione: un ideale altro non è che un’idea che ha preso forma. [5]

La ricerca etimologica, andando alla radice delle parole, e quindi direttamente alle parole-madri, non ci consente una discriminazione linguistica tra un termine originario e i suoi derivati, tuttavia offre spesso delle “spie”, dei segnali, che fanno intuire una parentela di significati, una comune area semantica: se noi definiamo l’ideale quale “visione spirituale”, utilizzando due termini per definire al meglio la derivazione dall’idea, scopriamo che il termine del vedere ha una radice affine a id moto della luce – che è  vid, la quale esprime il concetto di “distinguere [vi] alla luce [d]”. Così da questo etimo nasce ad es. il termine sanscrito Veda, che significa “vera conoscenza, conoscenza sacra”. [6]

La primaria importanza del suono della luce d nell’ancestrale cultura indoeuropea, dalla quale deriva la nostra, ci viene illustrata ad es. da quest’altre parole, che tutte ne derivano: il sanscrito dīv, cielo; il greco dios e il latino divinus, divino. Anche il verbo “dire” ha quest’origine: deriva dalla radice diś – collegarsi [ś] al moto continuo [i] della luce [d]. Il sanscrito dhī, pensare, da cui deriva dhyāna, meditazione, e i termini latini fides, fede, fiducia, fiducia, fidelitas, lealtà, derivano dalla radice dhī – spostamento continuo [hi] di luce [d], “pensare in sintonia con la luce divina” [7]. La consapevolezza della forza intrinseca che irradia da questi termini, che tutti esprimono foneticamente energia luminosa, contribuisce a renderci più rispondenti al ritmico appello dei Luminari del Cielo e alla necessità di curare la lucidità di pensieri e parole.

Colpisce notare che il nome greco Ades, che indicava il dio degli Inferi e il luogo stesso delle tenebre – in cui si riconosce il prefisso a– privativo e il suffisso –ēs del soggetto che compie l’azione – designa letteralmente “colui [ēs] che rende privi [a] della luce [d]” [8].

Eracle discende nell’Ade affrontando la sua decima fatica: ‘La luce della vita deve ora risplendere nel mondo delle tenebre’ dichiarò Colui che presiedeva il Consiglio [9]. Quest’impresa corrisponde al segno di Capricornus, il cui Luminare reggitore – ortodosso ed esoterico – è Saturno, Signore del Terzo Raggio della Luce, dell’Intelligenza creativa a base dell’evoluzione della coscienza.

Considerando ora la parola “costruzione” vediamo che è così definita nel Lambdoma Manifestazione, di cui occupa il Vortice 1.7: La Costruzione è l’attuazione del Pensiero creativo.

Da un punto di vista linguistico, non ne esaminiamo qui in modo approfondito l’analisi etimologica, poiché essa è già reperibile nel documento sul Lambdoma  sopra citato, pp.6-7, e in un precedente articolo etimosofico: semplicemente rimarchiamo che anch’essa ha un’anima che irradia luce.  Costruzione deriva infatti dalla composizione del prefisso con, che indica unione, e della radice del verbo lastruere, “innalzare”, “disporre”, in cui si riconoscono le componenti “s” e “tṛ”, ad esprimere l’idea di “simile [s] alle luci che attraversano il cielo [tṛ]”, dando origine anche ai termini “astro” e “stella” [10].

L’opera che siamo chiamati a compiere quest’anno, designata dalla meta “Costruzione degli Ideali” è dunque potentemente contrassegnata dalla radiosità della Luce.

Ci danno coraggio queste parole, tratte dalla Collezione Agni Yoga:

[…] È tempo di dire alla Luce “Vengo per aiutarti, e tenderò la mano al sole stesso. E finché il filo d’argento sarà intatto, le stelle saranno la mia armatura”. Così semplice è la via prescritta per l’uomo.

E alfine l’idolatria dei simboli sarà spazzata via dal raggio di Luce. E Ci sarà consentito di essere non degli Dei, ma dei Collaboratori. Questo è il Patto della semplicità.[11]

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[*] Oggi, come succede ad intervalli di circa tre mesi, avviene la congiunzione eliocentrica tra Mercurio e Nettuno, associata all’armonia del linguaggio.
[1] Mondo del Fuoco II, § 134
[2] Franco. Rendich, Dizionario Etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo- Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. X
[3] Op. cit., p. 143
[4] Comunità, § 137
[5] A.A. Bailey, L’Illusione Quale Problema Mondiale, par. ingl. 56
[6] Franco Rendich, Dizionario Etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo- Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p.406
[7] Op. cit., pp. 159-160; 189
[8] Op. cit., pp. 139, 163
[9] A.A. Bailey, Le Fatiche di Ercole, par. ingl. 81
[10] Franco Rendich, Dizionario Etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo- Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. 481
[11] Foglie del Giardino di Morya II, § 270
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