Giove in Capricornus

Da oggi, e per la maggior parte del prossimo ciclo annuale, un benefico cambio di scena condiziona gli eventi dell’intero Sistema solare: Giove (Secondo Raggio di Amore-Saggezza), il Luminare dell’Amore e Signore dello Spazio solare, lascia il Segno del Discepolo trionfante, Sagittarius, e celebra il Suo Capodanno entrando nel Segno iniziatico di Capricornus,[1] la Luce superna della Vetta, la Porta degli Dei già presidiata da Saturno (Terzo Raggio dell’Intelligenza creativa) e Plutone (Primo Raggio di Volontà o Potere, vicario di Sole/Vulcano al Centro).

Cambia il colore di fondo della rappresentazione celeste, la qualità corrente, comune a tutti gli eventi e le cose, fornita dal Grande Signore del Campo solare.

La natura magnetica del grande Scenografo e Padre della luce celeste, Giove, estrae infatti l’energia vitale dal Segno che lo ospita (Capricornus) per un anno terrestre e ne rivela ciò che il colore nasconde, ossia la forza o qualità: la triade di colori attiva (rosso Raggio, giallo R e viola R) che porta capacità di governo, pianificazione e organizzazione, sostituisce l’altra triade di Sagittarius (indaco 4°, arancio 5°, verde ) che ha sospinto per 3/4 dell’anno 2019 ad incontrare la Meta, a sancire la forza iniziatica di tale raggiungimento.

Con la Sua entrata in uno dei Segni dell’Essere, della realtà trascendente, della volontà spirituale, le energie iniziatiche del Segno irrompono sulla scena del divenire, e si tramutano in forze applicate ai vari processi per condurli in alto e in avanti, alla meta.

L’Amore divino splende in Vetta, bussa ad ogni cuore, non si sfugge al suo potere magnetico, dunque grandi possibilità iniziatiche si presentano alla coscienza planetaria e umana.

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L’anno scorso, con Giove in Sagittarius, si descrisse la magistrale lezione impartita dal Maestro d’Amore solare secondo l’intensità e il ritmo suggeriti dalla legge del Segno, dal dinamismo delle sue fasi espresse nel motto “Vedo la Meta, la raggiungo, ne vedo un’altra”. [vedi per approfondimenti l’articolo: Il mondo parallelo].

Quest’anno, il tema centrale dell’insegnamento del saggio e benevolo Giove riguarda la lezione iniziatica di Capricornus. A tale proposito, si propone una illuminante lettura dei motti (involutivo ed evolutivo) del Segno, che alludono alle finalità contemplate dalla sua Vetta.

“I motti dello Zodiaco sembrano pronunciati, come parole di potere, da una misteriosa Entità, che dalle stelle comanda alle stelle. Quelle brevi fasi, umanizzate, contengono verità potenti e ordinamenti vastissimi. Studiarle è come guardare nel fondo infuocato di un vulcano cosmico. Sono sempre duplici, e in un esame generale bisogna prenderle in conto entrambe: le loro opposte apparenze agiscono simultanee per rivelare la Via di mezzo, che altrimenti scompare. Ciò vale soprattutto per questo Segno, che di quel Sentiero è la forza ascendente verticale.

A) — ‘L’AMBIZIONE GOVERNI E LA PORTA SIA APERTA’.

La componente involutiva del motto ingiunge che le energie spaziali mutino in eventi, in cose, in fatti, in fenomeni. Indagini come questa, che si propone di capire dove, come e quando si formeranno quelle concretezze, non possono trascurarla.

Il primo inizio di Capricornus è un impulso discontinuo […] ha potere di causa. E’ dunque l’esordio provocatore di tutti i futuri sviluppi (continui) dell’Anno solare.

La prima parte del motto è divisa in due ambiti. Ciò accade anche per gli altri Segni e ne mostra la natura spaziale, bipolare: ciascuno di quei poli attira l’altro e forma il campo magnetico, doppiamente duale. Nel caso in esame:

a) — ‘CHE L’AMBIZIONE GOVERNI …

b) — … E LA PORTA SIA APERTA’

Qualunque cosa essa sia, questa non si apre se quella non governa: l’ambizione è il potere che apre la Porta. Gli elementi in gioco sono tre: l’ambizione, la Porta e il loro rapporto.

Cos’è l’ambizione? E’ il desiderio. E’ l’energia che produce le crescite, i processi, gli sviluppi, ovvero quei fenomeni continui che puntano a una loro meta specifica e, nella loro totalità, al Bene comune. Per il discepolo, e per lui soltanto, l’ambizione, come intesa comunemente, è qualcosa da cui affrancarsi. Per l’intero popolo delle forme solari il desiderio è la forza divina che le afferma e le costruisce, ed è altrettanto necessario dell’impulso a superarle.

Il desiderio però non può agire senza un campo in cui affermarsi, senza una palestra di vita e di gioco dove esprimere il suo potere. Questo campo è il mondo formale ed esteriore e vi si accede varcando la soglia di una Porta magica che esiste ma non è.

Essa si apre, ed esiste, quando si è nel concreto. Si chiude, e non è, quando si esce: perché dovrebbe essere, se l’Ente reale non scende mai in quel campo?

È una lezione chiara per alcuni, oscura per altri. Nei primi l’ambizione è ancora accesa e arde intensamente, negli altri è spenta. È l’ambizione, si ricordi, che tiene aperta la Porta.

(Se il lettore a questo punto ha compreso che senza desiderio non c’è Porta ha la chiave per aprirla).

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Allorché Giove entra (per quale Porta?) in Capricornus tutte le energie del Segno irrompono nel mondo del divenire, e si tramutano in forze applicate ai vari processi per sospingerli alla meta. Tali stimoli non sono subito percettibili, perciò è difficile cogliere e descrivere le tendenze del [2020] o di qualsiasi altro periodo. L’aver capito il congegno è però sicuramente un successo. E’, infatti, possibile sin d’ora affermare che quest’anno sarà specialmente dedito a seminare impulsi e incentivi e nuovi pensieri, e non è cosa di poco conto. Si arguisce inoltre che gli sviluppi così avviati tenderanno a completarsi entro il [2031], alla fine dell’Anno solare. Questo è il genere di risultanti che più contano per il cercatore.

B) ‘MI PERDO NELLA LUCE SUPERNA, E LE VOLTO LE SPALLE’.

Anche questo motto, evolutivo, consta di due poli:

a) — ‘MI PERDO NELLA LUCE SUPERNA …

b) — … E LE VOLTO LE SPALLE’.

È prodigioso che poche parolette umane riescano, come queste, a dire la maestosa potestà dell’Infinito.

Luce superna’ sono termini che alludono, infatti, al mondo a-formale dell’Essere, spirituale, del Fuoco. Dove non esistono ‘cose’ nulla si oppone alla luce. In quella sfera tutto è Luce: onde e raggi di Luce. Là si perde il sé minore, che è una ‘cosa’.

La prima parte del motto riguarda la polarità negativa dello Spazio. È la corrispondenza superiore dell’ambiente formale o concreto cui si riferisce l’altro motto: ‘Che l’ambizione governi’. Allorché questo comando ha esaurito il suo impulso, e il desiderio si spegne, l’illusione non trattiene più la coscienza, che allora vive di Luce e di Fuoco. La legge universale del ciclo ha compiuto l’opera sua e il Pellegrino è tornato, ora libero e consapevole, là donde non era mai partito.

A questo punto nel significato del motto si ha un mutamento sottile. La seconda parte si deve leggere non più come un comando, ma come l’annuncio di una libera scelta:

‘… E A QUELLA LUCE VOLTO LE SPALLE’.

Se la coscienza decidesse di restare ‘nella Luce superna’ la sequenza ciclica avrebbe termine, poiché nulla costringe a tornare fra le ombre. Pertanto l’ultima parte del motto riguarda solo quelle coscienze che scelgono liberamente di tornare nella ‘valle di lacrime’ per volontà di servire. La loro impresa in tal senso è avviata e descritta dal motto evolutivo del Segno seguente, Aquarius: 

‘VERSO ACQUA DI VITA AGLI ASSETATI’.

Se il desiderio è ancora acceso, come un fuoco che cova sotto la cenere, il ritorno è inevitabile, non è una libera scelta. Lo comanda il motto involutivo dello stesso Segno:

‘CHE IL DESIDERIO NELLA FORMA GOVERNI’,

che ripete il motto corrispettivo di Capricornus. Il ciclo ricomincia.

… ora la Porta è aperta. Le energie e le formule si irradiano in tutto lo Spazio, gravide di effetti non ancora manifesti; e le potestà luminose del Servizio, voltate le spalle alla Luce superna, accorrono. Il ciclo futuro è così avviato verso lo sviluppo che gli è destinato, sospinto dalla forza divina del desiderio”.[2]

***

La Scena è una per tutti e ciascuno vi ha la sua parte.[3]

Bisogna trovare la forza di vedere il tutto dall’alto, dal Cielo, forti dell’onnipotenza dello spirito. [4]

Che l’Amore spirituale inizi alla Sacralità della Vita

 

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[1] Secondo la visione eliocentrica tropicale, Giove entra oggi nel Segno di Capricornus, (geocentricamente il 3 dicembre) e vi resterà fino al 12 ottobre 2020.
È il Capodanno dell’anno solare: in tale Giorno, Giove principia il suo anno, che si propone di chiamare Anno solare, allorchè transita per l’inesistente ma reale passaggio fra Sagittarius e Capricornus, ogni dodici rivoluzioni terrestri. Inizia dunque una serie di 12 anni, ossia 1 ciclo di rivoluzione del Maestro solare attorno al Sole (il secondo in questo secolo), 1 anno per attraversare ciascuno dei Segni zodiacali. 12 è il Numero sia delle vibrazioni del centro del cuore che dei Segni dello Zodiaco, quei 12 influssi concentrati cosmici che attualmente sospingono l’evoluzione della Coscienza planetaria: Giove corrisponde infatti al Centro del Cuore ed è l’Agente dell’Amore e Saggezza (Buddhi-Manas) solari, energie connesse alla Stella Sirio, l’Anima del nostro Sole.
Giove conta gli anni e i Segni, canta le lodi della Madre, lo Spazio, ad una ad una.
[2] Da: Calendario 1996, testo inedito di E. Savoini
[3] Da: Il Sistema solare nello Spazio, E.Savoini, ed. Nuova Era, 2016
[4] Da: Calendario 1995, testo inedito di E. Savoini 
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