I 4 pilastri della Nuova Cultura. Seconda pietra: la Bellezza

Il secondo appuntamento per porre i pilastri del Tempio della Nuova Cultura per l’Umanità Una è illuminato dalla Luce di Taurus che rappresenta quell’energia ricettiva e plastica, nonché vibrante e radiosa, dalla quale può avere inizio la generazione, il principio materno (Madre Terra) nel quale l’energia vitale lanciata in manifestazione da Aries può trovare un ricettacolo ove crescere ed esprimersi in una molteplicità di forme belle ed armoniche.
Come abbiamo visto nello scorso articolo, la costruzione di una Nuova Cultura necessita di pilastri saldi, capaci di irradiare l’essenza del Proposito che informa la costruzione. Durante l’anno (1), dunque, al centro dei Segni zodiacali di Croce Fissa si celebrerà la posa di questi pilastri ideali ispirati dal seguente brano dell’Insegnamento:

Amici! Ponete quattro pietre a base delle vostre azioni: Primo: Venerazione per la Gerarchia. Secondo: Realizzazione dell’unità. Terza: Commensura. Quarta: Applicazione del canone: “Secondo il tuo Dio”. (2)

Nella luce di Taurus ci soffermiamo a riflettere sulla Commensura guidati da queste affermazioni dell’Insegnamento: La commensura con il fine, nella creazione universale, si estende a tutte le operazioni costruttive. Essa dunque sta alla base dell’azione creativa del Fuoco”. (3)

Il Cosmo crea per l’Infinito, e costruisce secondo commensura” (4) mentre “L’umanità crea senza commensura e quindi turba i fondamenti dell’Essere”. (5)

Creare e costruire secondo commensura, come fa il Cosmo, sembrano dunque le azioni più consone al raggiungimento del Proposito. La commensura si svela non solo canone dell’atto creativo, ma anche canone secondo il quale erigere la propria vita interiore: la coscienza risvegliata deve saper discriminare ciò che ha valore nella molteplicità delle forme e deve, di conseguenza, saper mettere al “giusto posto” e nelle giuste relazioni i due poli del creato, il finito e l’infinito.

E ancora: “Quando consigliai di iscrivere la commensura su un pilastro, nessuno comprese quella progressione folgorante. Eppure ci sono dei bipedi che salgono sul piedistallo. Abisso tenebroso di ignoranza”. (6)

Commensura. E non stupite se ripetiamo sovente questo termine, concetto particolare sovente distorto dall’uomo. Affermo che è uno dei pilastri della Nostra vita interiore”. (7)

La vita spirituale è regolata dalla commensura. L’uomo che non distingue il piccolo dal grande, l’insignificante dall’importante, non può essere spiritualmente evoluto”. (8)

Questi brani bastano a porre in evidenza l’importanza, oltre che la complessità, del termine in esame; la coscienza umana capace di equilibrio, capace di “interazione coerente” (9) con il fine, capace, infine, di distinguere il grande dal piccolo, l’essenziale dall’accessorio, ciò che è primario da ciò che è invece semplicemente un dettaglio è in grado anche di sganciarsi dalla pesante gravità terrestre e accogliere nel cuore l’Infinito.
Commensurare la vita terrena con l’Infinito”, (10) questo è il monito dell’Insegnamento e in questo è l’anelito delle coscienze risvegliate che sono in grado, discriminando con saggezza, di non confondere il personale con il generale, le piccole date personali con gli eventi planetari e sistemici, il bene individuale con quello dell’Umanità.

E per non cadere nell’illusione del particolarismo l’Insegnamento indica la via da seguire: “… scegliete nel luogo ove lavorate la linea verticale più lunga, quale scala dimensionale del Piano. Applicatele mentalmente ogni scontento, irritazione e fatica e, così paragonando, non troverete il minimo posto per gli umori illusori”. (11)
La via verticale è la via della Commensura, la via che connette il piccolo al grande dando a ciascuno la giusta “misura”, la giusta collocazione, il giusto peso; è la via che sgombra il campo dalle pretese del piccolo sé, mantenendo aperta la strada della corretta ed equilibrata percezione delle energie e delle forze in campo.

Molto ci rimane ignoto, eppure superiamo l’ignoranza. Se anche non comprendiamo il significato dell’Infinito, pure ci rendiamo conto che è inevitabile e che merita, quindi, adeguata attenzione. Come altrimenti imporre la giusta commensura ai pensieri e alle azioni? In verità, il confronto con l’Infinito restituisce reali dimensioni alle nostre pene e ai nostri trionfi”. (12)

Il costruttore deve sapere quanto carico possono reggere i pilastri dell’edificio. Dalla mancanza di commensura derivano distruzioni, bestemmia, menzogna, tradimento, e molte altre orribili conseguenze. Può durare una struttura dove si attribuiscono ad una pulce le qualità di un gigante; dove il poker è più cercato del Signore ed il turbine paragonato al volo di una zanzara? Condizione propria della Fratellanza è la commensura perfetta fra pensiero ed espressione – ecco l’ossatura della vera bellezza. Vivere senza reticenza e senza esagerare è facile. Con grande attenzione Noi sorvegliamo chi lavora con Noi, che si esprima in modo conforme al vero significato. Solo in tal modo esseri diversi possono cooperare. Il giudizio migliore sarà quello fondato sulla bellezza. È brutto dire: “Metterò il gigante in una scatola”, oppure: “L’aquila vola come una gallina”. Quante volte gli apparati migliori sono distrutti per mancanza di commensura, facile a evitarsi con un poco di cura”. (13)

La commensura ci fa dunque volgere gli occhi all’Infinito e ad esso ci collega ricordandoci nel contempo che l’Infinito stesso, e il Cielo che ne è l’immagine visibile, è il nostro Modello.
Spalancare le finestre della nostra coscienza sul “cielo interiore” è come spalancare gli “occhi interiori” sull’Infinito dentro di noi: lo sguardo si posa sulla bellezza della visione, promessa della Bellezza che, a poco a poco, si riesce a percepire in ogni forma, in ogni pensiero, in ogni atomo che pulsa nell’universo, poiché il bello non è vago e personalistico sentire, ma Legge che regge il cosmo, ordine e proporzione, perfetta struttura matematica che plasma le forme e le rende irradianti, armoniche, essenziali.
Forti di questa speranza, che è anche lieta consapevolezza delle risorse dell’Umanità, ci riallacciamo a quanto detto nel precedente articolo ove si poneva la prima pietra, quella del Bene Comune. Come ci ricorda Platone il Bene è “misura esattissima”, il valore supremo che permette di creare comunione ed armonia, il modello cui tende ogni pensiero ed ogni azione, il canone per ogni manifestazione. L’uno/Bene è lo scopo verso il quale tende l’Umanità e, per sua natura, è intriso di Bellezza e Verità; in tal senso, dunque, la Bellezza rappresenta uno dei pilastri della Nuova Cultura.
Non c’è atto più contrario alla commensura che cessare di pensare al bello. La commensura è come un pilastro”. (14)

La connessione col tutto secondo regola è la lezione che la commensura ci impartisce: il rapporto, la giusta misura, che si stabilisce tra ogni aspetto del creato rivela la Bellezza e l’Armonia che sottendono le maglie del visibile e dell’invisibile e consentono alla Luce che porta in manifestazione ogni cosa di rivelarsi con particolare fulgenza.

Mercurio, tramite del 4° Raggio che innerva il campo sostanziale di Taurus, riflette questa Bellezza intrinseca nelle strutture del Reale e, in qualità di intermediario, sollecita le coscienze a porre in relazione il Modello celeste con quelli umani affinché lo iato che li separa sia sempre più sottile, fino a far combaciare forma ed essenza in armonica perfezione. La Bellezza del creare è anche la Bellezza dell’arte di vivere, ovvero la pienezza d’espressione di ciò che ci rende Uomini, un’arte che si impara affinando la coscienza e ponendo la commensura come ardente pietra interiore. E l’immagine che il Maestro suggerisce di scolpire nella pietra come simbolo della commensura non a caso è un pilastro, quella possente linea verticale che si slancia nell’Infinito e che connette il visibile all’invisibile; quella forza che sorregge i nostri sforzi umani e che, adorna di decori, regge la cupola del Tempio dell’Umanità.

Parlare di commensura come di quel rapporto sapiente tra cielo e terra, tra grande e piccolo, tra infinito e finito, tra eterno e transeunte è dunque parlare di equilibrio, di essenza, di misura che connette Spirito e materia, così come connette discepolo e Maestro; la commensura esprime l’armonia tra elementi e di conseguenza, se impiegata come canone d’azione e di pensiero, rivela la Bellezza che la anima, quel nucleo infuocato del Reale senza il quale ogni cosa, ogni atto, ogni costruzione mentale o fattuale, perderebbe la possibilità di lasciare un segno vivente nello Spazio, perdendosi nell’indistinto.
La commensura fra azione e bellezza è l’unica formula di vita. Le fasi migliori del processo evolutivo si potranno realizzare solo se in commensura con la bellezza”. (15)

In pieno accordo con l’attuale 2a formula dell’anno 5.5 “La Saggezza celeste sia la forza della Nuova Cultura” possiamo quindi porre nello Spazio il seme prezioso della Bellezza, pilastro vivente del Tempio dell’Umanità Una:

 

 

Solo una cosa esiste – la Bellezza.

E Io te l’affido.

Difendila, affermala e spiegala”. (16)

 

 

NOTE

  • 1- L’anno in corso rappresenta (nella logica di un Lambdoma o matrice armonica e numerica organizzata secondo un modello settenario) il culmine del Quinto Settennio ed è animato dal grande sogno di porre i principi di una Nuova Cultura e una Nuova Civiltà attraverso la semina, peraltro già avviata da tempo, di “semi” energetici che andranno a germinare in tempi, luoghi e modi sconosciuti ma adeguati alla futura svolta evolutiva. Il Quinto Settennio (in una matrice sistemica, o tavola del Piano, che comprende 7 Settenni) si è aperto col Solstizio di dicembre del 2014, dando nel contempo avvio all’anno 5.1 che ha visto i Misteri quali centro propulsivo della cultura umana. Col Solstizio di dicembre 2015 si è avviato l’anno 5.2 dedicato alla costruzione soggettiva de L’Istituto del Cuore, organo primario per diramare in ogni coscienza la luce della Nuova Cultura. Il Solstizio di dicembre 2016 ha aperto le porte all’anno sistemico 5.3, dedicato alla Semina dei principi della Nuova Cultura, mente l’anno 5.4 si è aperto al Solstizio di dicembre 2017 avviando congiuntamente la riflessione e il lavoro soggettivo in merito alle nuove basi della cultura umana e alla potenza creatrice del pensiero. Il Solstizio di dicembre 2018 ha dato avvio all’anno 5.5 dedicato proprio alla Nuova Cultura e Civiltà, posta quale Quinta Meta centrale di un Piano a 49 meteper l’avanzata evolutiva e cosciente dell’umanità e del pianeta nell’attuale terzo millennio. Il testo “Le Mete Lontane” che presenta la Tavola del Piano è pubblicato a cura della Casa Editrice Nuova Era, nella Collana Semi di nuova cultura.
  • 2- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
  • 3- Collana Agni Yoga, Infinito I 400
  • 4- Ibidem, § 52
  • 5- Ibidem, § 224
  • 6- Collana Agni Yoga, Aum 198
  • 7- Collana Agni Yoga, Sovramundano I 47
  • 8- Collana Agni Yoga, Comunità 67
  • 9- Nella sezione Documenti di TPS è possibile consultare il frutto di un lavoro sull’Idea di Modello; al suo interno è riportato il Lambdoma Modello che presenta la seguente Formula: La Commensura è l’interazione coerente
  • 10- Collana Agni Yoga, Aum 284
  • 11- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
  • 12- Collana Agni Yoga, Infinito I, introduzione
  • 13- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 208
  • 14- Ibidem, § 316
  • 15- Collana Agni Yoga, Infinito II 368
  • 16- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Appello 333
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