Sognare a regola d’arte

Nei due scorsi articoli etimosofici di quest’anno 5.4, pubblicati l’uno in pieno inverno, e l’altro in primavera,  abbiamo esplorato tutte le parole che ne designano la Meta, “Nuove Basi della Cultura. Arte. Mondo delle immagini” e il concetto della costruzione mentale, che ne è il fondamento [1]. Ora, nella stagione segnata dal solstizio estivo, nella quale nell’emisfero nord la luce solare giunta al culmine del suo ciclo annuale va calando, sentiamo importante verificare l’interiorizzazione degli impulsi lanciati nello spazio all’inizio dell’anno, per nutrirli con un’ulteriore dose energetica e, nel contempo, già proiettarci verso la porta del futuro, che al prossimo solstizio invernale si apre sulla grande Meta 5.5 Nuova Cultura/Nuova Civiltà del Piano Planetario, presentato nel testo Le Mete Lontane. Sentiamo insomma che in questa manciata di mesi che ci conducono al prossimo 21 dicembre, questa volta dobbiamo trovare incise dentro di noi quelle parole che la Meta 5.5 non specifica bensì sintetizza.  È il tempo di dedicarci a sognare un mondo nuovo, con tutto l’impegno di cui siamo capaci. È il tempo di acquisire la piena consapevolezza che apprendere a pensare in modo nuovo significa prestare ascolto al Sé superiore, che è in comunicazione con i livelli superni: la coscienza attua una sorta di rivoluzione copernicana che, nel momento in cui si riconosce di ricevere l’impulso dall’Alto, consente di ordinare la visione dei mondi e delle relazioni.

Si ritrova nei Vangeli una parola straordinariamente efficace per esprimere il senso di una rivoluzione interiore, associata all’annuncio del Vangelo o Buona notizia: si veda ad es. in Marco, I, 15-17, la sintesi dell’appello cristico[…] convertitevi e credete nella buona notizia […] seguitemi”. Il verbo greco quasi sempre tradotto con il termine “convertitevi” è metanoéite, che in realtà significa esattamente “mutate il pensiero”: il primo appello è per un nuovo orientamento della mente. Il verbo è composto dal prefisso metà-, che esprime il concetto di mutamento, trasformazione, e dal verbo noéo, che significa “pensare” e, secondo il linguista Rendich, deriva dalla radice indoeuropea *NA-/*NĀ-, ad esprimere “l’effetto dell’azione [-a] del soffio vitale delle Acque [n], origine della nascita, del pensiero e della mente”. Così scrive il Linguista: “Le Acque cosmiche, oltre ad aver concesso all’uomo la facoltà di generare […] gli hanno concesso anche quella di “conoscere” […] In indoeuropeo la nozione di “conoscenza” nacque dall’idea del “moto in avanti” delle Acque cosmiche [nā] nel loro incessante viaggio attraverso l’universo. […] Oltre ad aver dato all’uomo l’an-ima [dalla radice an “respirare”] tramite Vāc, la Parola, loro figlia, le Acque cosmiche avevano attribuito i nomi agli dei. Ce lo dice anche l’etimologia, perché la parola “nome”, nāman in indoeuropeo e in sanscrito, significava infatti “il pensiero [man] delle Acque divine [nā]” [2].

La pregnanza di questa radice indoeuropea che esprime l’idea del pensiero, custodita in numerose parole della lingua greca, si è conservata in italiano solo in alcuni termini dotti e filosofici, quali ad es. “noetico”, ma è presente, come sopra accennato da Rendich, nella variante che è “mente” e nei suoi derivati.

L’anno 5.4 che stiamo vivendo esalta, attraverso le energie del 5° Raggio, la visione dell’uomo come una stella a cinque punte, che custodisce il potere della proporzione aurea: la mano è manifestazione della mente – i due termini hanno lo stesso etimo – ed è allora che avviene il riconoscimento che base del Lavorare è la Gioia, espressione dell’infinita e ordinata collaborazione tra le unità del cosmo. A loro volta le energie del 4° offrono alla mente/mano umana lo specchio che, svelando il Sovramundano, consente di rifletterlo nella vita quotidiana, facendoci comprendere che scopo dell’Esprimere è la Bellezza [3].

L’attenzione al Pensiero cardiaco è dunque l’opportunità offerta dal momento del ciclo che viviamo, e ne consegue che la nuova Cultura/Civiltà dovrà essere sognata sulla base di valori numerici e armonici, che ripartiscono l’Unità in modo rigorosamente esatto e nel contempo dispiegano rapporti all’Infinito. Come l’etimo della parola “cultura” rivela –  dalla radice indoeuropea  *C’AR- che esprime l’idea di “muoversi [ṛ/ar] tutt’intorno [c]”, dando origine anche ai termini “coltivare”, “volta celeste” – la sua essenza à il rapporto con il Cielo.

Accenniamo ora al termine “sognare/sogno”: deriva dal latino somniare/somnium, dalla radice indoeuropea *SVAP-, composta da [su], “legame intenso, bene”, e da [ap], “operare”: svapas in sanscrito è “colui che fa un buon lavoro”[4]. In questo contesto, non è nostra intenzione dilungarci sul concetto di “sogno”, bensì abbiamo semplicemente richiamato il suo etimo, tanto inaspettato da darci uno scossone, per ribadirne la forza, nel momento in cui lo si utilizza nel senso indicato da un’esortazione dell’Agni Yoga: […] Sognate il futuro e vedrete il mondo rigenerato [5].

Sogniamo il futuro per saturare lo Spazio, per lanciare, fiduciosi ed esatti, muniti di canoni armonici e alimentando la gioia e la comprensione della bellezza – due idee pervadenti in particolare quest’anno 5.4 ­– in formazione ordinata di gruppo, pensieri quali scintille di fuoco che, nel momento consono ai ritmi cosmici, solari e planetari, diano vita alla Cultura degna del suo nome: che risponde al Cielo.

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[1] Oggi, come succede ad intervalli di circa tre mesi, e dunque stagionali, avviene la congiunzione eliocentrica tra Mercurio e Nettuno, associata all’armonia del linguaggio

[2] Dizionario Etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo- Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. 198

[3] Si veda il documento “Dipartimenti della Nuova Cultura/Civiltà”, p. 7

[4] Dizionario Etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo- Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, pp. 466-467

[5] Collezione Agni Yoga, Foglie del Giardino di Morya, Appello, Editrice Nuova Era, 1997, § 333

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