Educare alla Bellezza-1°

                            

                            “Senza bellezza non si ha vera educazione”. *

Nei tre articoli di quest’anno che riguardano la nuova Educazione si parlerà della Bellezza, delineando brevemente una panoramica storica che evidenzi come nei vari secoli, per la formazione umanistica e classica, l’educazione al bello è stata fondamentale perché ha accompagnato la necessità innata nell’uomo di contemplare la bellezza sia per il piacere che ne deriva, sia per elevare il proprio ambito conoscitivo e spirituale.

La nostra società tecnologica sembra aver scordato questo bisogno umano e la trasformazione operata nel corso dei secoli sul pensiero e sull’arte ha modificato considerevolmente il valore assegnato alla bellezza, giungendo a ridurre il bello a gusto personale.

“È la coscienza d’armonia e di bellezza che sospinge l’unità umana sul sentiero dell’evoluzione verso il ritorno finale alla Fonte da cui è emanata”. **

Il maestro Tibetano ci dice che l’uomo ha in sé, fin da piccolo, un senso di insoddisfazione, un malcontento che lo spinge verso una ricerca continua e che il dovere dell’educazione è quello di esaminare quell’inquietudine e interpretarla a coloro cui si insegna, in modo che possano capire se stessi e lavorare con intelligenza.

In questo momento astrologico Sole-Vulcano è nella seconda Qualità di Pisces e poiché stiamo vivendo l’anno 5.4, che introduce le Nuove basi della cultura, l’Arte e il Mondo delle immagini, ognuno di noi è sollecitato ad assumere la consapevolezza di essere un Artista planetario che, contemplando il Modello che sta in alto, lo riflette per mezzo di suoni, colori, immagini e forme, nel mondo manifesto, secondo la regola aurea della Bellezza.

Per poter portare in terra, in miriadi di fattezze, quel Modello celeste l’artista deve necessariamente ricorrere alla Bellezza perché l’universo altro non è che Bellezza infinita.

La domanda che ci si pone è: si può parlare oggi di educazione alla Bellezza?

Molte grandi menti, in tempi diversi, hanno creduto nella possibilità che la Bellezza possa salvare il mondo, perché l’uomo ha bisogno di contemplare ciò che è bello, per essere elevato alla Verità e alla Bontà.

“Urusvati ha ragione: la bellezza contiene una verità meravigliosa. L’Universo costruisce l’evoluzione in base a questa formula, e insegna alle creature la maestria della bellezza”. ***

L’educazione alla Bellezza, quindi, è indispensabile per gli uomini, perché possano riconoscersi come ‘cosa bella’ e, di conseguenza, partecipi di bontà e di verità.

L’esperienza della Bellezza, pur essendo conoscenza personale, non è comunque un’esperienza unicamente soggettiva, ma è una relazione tra il soggetto che contempla e l’oggetto contemplato.

Chi è educato alla Bellezza, è veramente capace di comunicare con persone diverse perché riconosce che l’altro possiede una bellezza intrinseca, che deriva dalla sua partecipazione alla Bellezza dell’Essere e non dal gusto personale di chi guarda. Per questo, il gusto è facoltà da educare, al pari delle altre facoltà umane, perché l’uomo, unico essere al mondo che necessita di educazione e aspira alla Bellezza, possa essere ricondotto all’Essenza.

Se si insegnasse la Bellezza alle persone, essa diventerebbe un mezzo importante per combattere contro la rinuncia e la paura, per tenere in vita la curiosità e lo stupore perché il bello deve avere un senso: non deve essere estetismo fine a se stesso, ma un veicolo per il riconoscimento di ciò che è buono.

Questo sogno è stato sempre coltivato perché si guarda alla Bellezza come a un luogo di educazione e di salvezza per un mondo che diventa sempre più scettico e pessimista, dimenticando la formazione integrale ed essenziale dell’uomo.

Con le grandi trasformazioni avvenute nel tempo è come se si fosse rotta l’armonia tra conoscenza e bellezza e tra verità e bellezza.

Un bellissimo pensiero dello scrittore russo Solgenitsin, dice:

Il mondo moderno, essendosela presa contro il grande albero dell’essere, ha spezzato il ramo del vero e il ramo della bontà. Solo rimane il ramo della Bellezza, ed è questo ramo che ora dovrà assumere tutta la forza della linfa e del tronco”.

La bellezza è un’aspirazione che nessuno è ancora riuscito a togliere dal cuore dell’uomo ed è la via per ritornare allo stupore originario che genera conoscenza.

“Se i cuori umani fossero colmi di bellezza, non sarebbe necessario alcun sacrificio”. ****

Oggi viviamo in una società globale che tende a rendere relativi il Bene, il Vero, l’Essere stesso, per cui ci si domanda nuovamente: la bellezza può ancora salvare il mondo?

Già dall’antichità, nel mondo greco, si dava alla bellezza e all’armonia delle forme il compito di educare i giovani ad una vita onesta e virtuosa, perché fossero incoraggiati a vedere la Bellezza nelle attività umane e dappertutto, in modo da poter accedere alla virtù passando per gradi dalla contemplazione della bellezza fisica alla scoperta della bellezza in sé, per poi poterla riconoscere in ogni aspetto della realtà.

Gli autori greci collegavano alla bellezza tutto ciò che è degno di ammirazione e quindi spronavano i giovani ad imitare l’eroe morto in battaglia o l’atleta vincitore, perché il bello, nella concezione greca, non può essere separato dal buono che lo identifica e lo guida.

Nella letteratura greca il bello è splendente, seducente perché attraverso di lui si manifesta la divinità.

Per il mondo omerico, l’ideale di bellezza è strettamente connesso all’aretè, la cui etimologia conduce a tutto quello che è buono e nobile perché implica la capacità di qualsiasi cosa o essere vivente di svolgere bene il proprio compito.

Quindi l’àristos, per preservare la sua eccellenza, deve aspirare a livelli sempre maggiori di aretè, tramite un continuo esercizio e una perseverante aspirazione alla bellezza.

I Pitagorici attribuiscono al bello i caratteri della simmetria e della proporzione, che hanno il compito di condurre l’uomo alla sua piena realizzazione e per Platone il valore di misura e proporzione del bello deve misurarsi sempre con il vero e con il bene per riuscire a «rinunciare a essere misura per lasciarsi misurare dall’universale e poter così incorporare la bellezza alla propria vita, al sapere e all’agire».

Per Socrate e per Platone la bellezza ha sicuramente la competenza assoluta di accompagnare l’uomo alla ricerca della conoscenza dell’Essere, in cui dimora la vera sapienza: attraverso il desiderio di ciò che è bello, che Platone chiama Eros, l’uomo è spinto a risalire dal sensibile al sovrasensibile, per giungere al Principio.

La bellezza, quindi, non ha un valore in sé, ma nel richiamo alla verità e alla bontà dell’essere che, gerarchicamente, precede e costruisce tutto ciò che esiste: contemplando la vera bellezza, l’uomo contemplerà se stesso e la verità.

Per Platone, il cammino verso tale contemplazione è graduale: dalla bellezza dei corpi, si passa alla bellezza dello spirito, per raggiungere la bellezza in sé e quindi la bellezza ha anche valore educativo perché, se essa riporta al Principio, educare alla gradualità della bellezza significa avviare l’individuo alla gradualità dell’Essere.

“La bellezza non è qualcosa di astratto, ma va assieme alla bontà. Bontà di comportamento, bontà di condotta, bontà di azione.”
J. Krishnamurti

Compito della bellezza è, quindi, educare l’uomo all’ascesa verso il bene, che dovrà manifestarsi nell’azione buona e meritevole.

Sulla stessa linea, Aristotele evidenzia il bisogno della proporzione come caratteristica del bello e mette l’accento sulla consonanza tra il Primo Motore Immobile e il bene, il vero e il bello, per cui tutto ciò che discende da esso, possedendo per analogia bontà, verità e bellezza, è di per se stesso appetibile ed intelligibile. Verità, bontà e bellezza sono presenti anche nella vita dell’uomo, che dovrà però manifestarle con il suo comportamento virtuoso, che rivela la bellezza nella vita umana.

Ciò che appare evidente nell’orizzonte culturale greco è il collegamento tra la bellezza e il saldo principio del Reale. La bellezza ricorda agli uomini il ri-conoscimento che, al di là dell’incertezza del mondo materiale, esiste una sorgente dalla quale tutto scaturisce, che permette di spiegare la complessità delle cose come kósmos (ordine, armonia) e non come káos (vuoto,disordine).

 

 

Poiché gli uomini non sono mai isolati, ma tutti hanno come bagaglio una memoria storica di provenienza, la missione di ogni educatore è quella di consegnare ai discepoli tutto ciò che le generazioni precedenti hanno realizzato in termini di bellezza e di valore, affinché si sentano parte integrante di una comunità e, al tempo stesso, possano costruire la propria personalità, esclusiva e senza eguali.

La sensibilità estetica, se giustamente educata, può divenire il centro da cui scaturiscono le qualità morali che, se allenate, assicurano una vita sensibile, generosa e felice.

Se si dovesse ritenere vero il pensiero prevalente nel nostro mondo, cioè che è bello ciò che piace, sarebbe impossibile anche solo immaginare di poter insegnare la bellezza perché la corsa al cambiamento senza limiti e, ahimè, senza regole e senza ordine, stanno portando la società occidentale alla mancanza di stupore di fronte a tutto ciò che esiste.

Se bello è ciò che piace, secondo il pensiero dominante, diventa impossibile cercarne una definizione e, ancor di più, è inutile pensare di poter insegnare la bellezza. Il progresso tecnologico, il sostituirsi progressivo della conoscenza tecnica al sapere umanistico, la corsa al mutamento senza limiti e senza regole, ha creato un disorientamento cognitivo e morale.

In un mondo in cui tutto è soggettivo non ha senso parlare di oggettività della bellezza, quindi è bene riflettere sull’esperienza del bello, per tentare di rispondere sulla possibilità di educare alla bellezza.

Il bello è una manifestazione di arcane leggi della natura, che senza
l’apparizione di esso ci sarebbero rimaste eternamente celate. (Goethe)

 

 

 

 *   Collana Agni Yoga-Comunità,pag.104-ED.Cintamani

**    A.A.Bailey-L’Educazione nella Nuova Era, pag.20-Ed.Nuova Era-

***  Collana Agni Yoga-Infinito1, pag.178

****Collana Agni Yoga-Appello, pag.202-Ed.Cintamani

 

 

 

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2 risposte a Educare alla Bellezza-1°

  1. Bianca V. dice:

    La Bellezza eleva, ispira, svela gli Archetipi divini e apre a più ampie Visioni.
    Ricerchiamo la Bellezza, oltre che nella natura e nelle opere artistiche del passato e del presente, anche nel dire e nel fare quotidiani.
    Che essi siano ispirati agli Ideali divini e che la loro qualità possa essere elevata riverberandone gli Intenti e il Senso più alto.
    Che le azioni del vivere comune siano improntate ad una gioiosa e autentica Creatività e mirino a rendere la vita di ciascuno “un’opera d’arte” in perenne divenire:

    “Il Bello è il riverbero dell’Infinito sul finito, è Dio intravisto”
    (I. Kant);

    “Il segno della Bellezza aprirà le Sacre Porte”
    (Maestro Morya).

  2. URSULA RAAB dice:

    Un grazie di cuore per questo articolo che è un meraviglioso Messaggero di Bellezza. L’ho girato agli amici della nostra associazione Sarasvati che si occupa della diffusione della Bellezza dell’arte e della cultura nonché ad alcuni educatori come stimolo per il lavoro.
    Ursula Raab

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