La forza gentile della Gratitudine

“Grazie” è una delle parole più usate e abusate. Prescritta dalla “buona creanza” in modo feroce, viene imposta fin da piccolissimi per ogni nonnulla, una necessità del galateo, una forma relazionale fissa e imprescindibile. Non è quindi facile valorizzare il suo senso più autentico e liberarlo dalle convenzioni. Eppure sappiamo che quest’arma gentile apre molte porte, poiché fa breccia direttamente nel cuore, sicché possiamo ipotizzare che la sua qualità sia assolutamente cardiaca, una dotazione spontanea del Cuore aperto e grande, che sa riconoscere e gioire per ogni più piccola forma di valore.

In questo campo che coltiviamo alla luce del tema “Comunità/Ideali Valori”, non può mancare un richiamo, uno sguardo… grato all’energia di gratitudine. Poiché se ben riflettiamo, possiamo riconoscere la sua forza costruttiva e riparativa, si potrebbe dire “terapeutica”. Se “molto viene perdonato per un atto di misericordia” – come fa dire il Manzoni a Lucia ne “I promessi sposi” –  potremmo aggiungere che molto viene guarito da un moto di gratitudine, se il cuore dell’Innominato  viene trasformato dalla supplica e dalla gratitudine di Lucia, che gli riconosce una gentilezza da lui  stesso ignorata. (1)

Ha una qualità, la gratitudine, tale per cui può sorgere in ogni circostanza e nei confronti di qualsiasi cosa, avvenimento o persona, come semplice percezione della Vita e della Grazia. Fa il paio con la Grazia, ed è, appunto, uno stato di grazia. Del resto “grazie”, “grazia”, “gratitudine”, “gratis” hanno tutte la stessa radice,  quindi la stessa qualità intrinseca.

Poco si parla e si comprende della forza gentile della Gratitudine, a fronte di  considerazione maggiore concessa a dei “sentire” più corposi, eroici, straordinari: Amore, Sacrificio, Abnegazione, Coraggio… la piccola Gratitudine rischia di esserne sopraffatta, relegata a sorellina minore, a sentimento di scarsa importanza.

Ma quando riflettiamo meglio e cerchiamo anche nelle nostre semplici esperienze di persone, nel nostro normale vivere quotidiano, possiamo ricordare quanti diverbi risolve, quanta profonda Gioia regala. Con i suoi gesti semplici e lievi, purché sia autentica e sentita, cambia radicalmente la situazione energetica, volgendola al Bene e al Bello. Annulla l’irritazione e lo sconforto, lenisce il dolore e la disperazione, ri-orienta il sentire verso la gioia e la serenità.

Così – nell’iconografia più ususale – una rosa donata all’innamorata offesa, riconosce la sua bellezza e afferma la gioia grata della sua presenza, nonostante il conflitto. Nel dolore e nella rabbia di un torto subito, il ricordo improvviso di un aspetto bello e buono agisce come un balsamo fresco sulla ferita. Nel rimpianto e nelle delusioni, il ricordo dei benefici, la consapevolezza della bellezza che senza alcun merito nostro ci circonda e ci avvolge (gratis, dunque), muove il cuore ad allargarsi e la mente a riconsiderare le sue scure valutazioni.

Come tutte le energie sottili, la Gratitudine va curata e protetta come un fiore delicato: facile sciuparlo con i venti malevoli, schiacciarla sotto il peso di “più urgenti necessità”, eppure è così forte e indistruttibile da vincere la morte.

Di tante cose possiamo lamentarci, nel vivere e nei rapporti, è certo, e con ragione. Di cosa invece possiamo essere grati? A questa domanda ciascuno deve trovare la sua risposta unica e segreta, poiché essa deriva dal grado di coscienza e conoscenza che si può chiamare a conforto.

Qui vorrei solo e parzialmente sottolineare due aspetti a mio vedere fondamentali per la vita della Comunità:

– la Gratitudine  si coltiva e si impara a sentire, come l’Arte: non viene inventata, bensì espressa in base al riconoscimento

– la Gratitudine è uno dei valori in atto e imprescindibili in ogni vera Comunità orientata al Bene Comune.

Del primo punto non c’è molto da dire: chiunque voglia cimentarsi nella comprensione della gratitudine, non può che ricercarla in sé e dal sapore ricavare sapere. Faccia, ad esempio, come ci ha suggerito il Dalai Lama in uno dei suoi oceanici incontri: “Chiudi gli occhi. Cerca nella tua mente un ricordo, un’esperienza di gratitudine. Ora tienila ben salda nella luce della tua Mente…. osservala…. senti il tuo Cuore che la prova…potenzia questo sentire, approfondiscilo… stai con esso per un po’ di tempo, e quando aprirai gli occhi cerca di non perdere il sapore di quanto hai provato, almeno per qualche minuto. Proponiti di rinverdire il ricordo di quanto hai qui sperimentato.” (2)

Per il secondo punto riflettiamo: in ogni insieme umano senz’altro inevitabili sono gli aspetti più pesanti delle diversità, quelli che rendono difficile la convivenza, la comprensione reciproca, la comunicazione reale; quelli che scattano in base ai nostri e altrui “difetti” o mancanze. Come poter vincere queste insidie se non con la forza gentile della Gratitudine? Se posso pensare che tu, apparentemente in questo momento così lontano da me, sei qui per il mio stesso scopo di Bene, porti in questa nostra vita tanto di bello e di utile (perché così è, sempre e comunque), e tante volte me lo hai dimostrato (attiviamo il ricordo…), se posso tenere salda questa consapevolezza pur nella giusta operazione di risoluzione e di trasformazione, ecco che si palesa la Gratitudine, e la sua forza sottile e lieve, come un venticello fresco nel calore, come un rivolo d’acqua cristallina nell’arsura, rivolge completamente a poco a poco, senza nessun alto proclama, la Qualità energetica del momento, ed apre così le porte alle vere Soluzioni.

Senza Gratitudine nessuna Comunità ha speranza e possibilità di Vita.

“Imparate a comprendere la Gratitudine che costruisce la dimora del Bene” (Sovramundano IV, § 826 – collana Agni Yoga)

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(1) “Oh no! Vedo che lei ha buon cuore, e che sente pietà di questa povera creatura. Se lei volesse, potrebbe farmi paura più di tutti gli altri, potrebbe farmi morire; e in vece mi ha… un po’ allargato il cuore. Dio gliene renderà merito. Compisca l’opera di misericordia: mi liberi, mi liberi.” (A. Manzoni “I promessi sposi” cap. XXI)

(2) libera parafrasi di un esercizio di meditazione  proposto dal Dalai Lama, alcuni anni fa,  in un’assemblea di 2000 persone

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3 risposte a La forza gentile della Gratitudine

  1. Marilù T. dice:

    L’energia della gratitudine esiste da tanto tempo. In quanto energia, la gratitudine è presente non solo tra gli uomini, ma in tutti i regni di natura. Non a caso viene chiamata “il diamante dell’esistenza”
    E’ sentimento di riconoscente apprezzamento per i benefici ricevuti, è un’espressione dell’anima, la scintilla della divinità presente in ognuno.
    Tutte le vere dimostrazioni di gratitudine sono radicate nell’amore e si esprimono attraverso il cuore.
    La gratitudine spirituale richiede l’identificazione con la bontà, la verità, la bellezza, il riconoscere che ad ognuno verrà dato ciò di cui ha bisogno, niente di più, niente di meno.
    Marilù T.

  2. Lucia G. dice:

    Tanti sono stati gli sguardi e i sorrisi di gratitudine. Aver fatto dono di un po’ del tempo libero che ha dato a me il senso del calore di un sorriso e all’altro un po’ di sollievo alla sua sofferenza che era stata anche la mia. E’ vero nella reciprocità del dare e avere in quello spazio senza tempo il cuore si apre a questa nobile energia a questa forza che fa crescere e da senso alla propria e l’altrui vita.
    Lucia G.

  3. Maria Luisa M. dice:

    La gratitudine è una delle concezioni più reali per quanto riguarda i risultati. La si può praticare anche nelle minime cose.
    In futuro nelle scuole la si insegnerà come capace di garantire la buona salute.
    Cuore § 95
    …Gli antiche dicevano che il sentimento è la forgia del potere. In verità, come sono maestosi l’amore reciproco e il potere della mutua gratitudine, e come è invincibile l’eroismo dell’abnegazione. In questo modo si possono costruire grandi torri e forti cittadelle. …
    Cuore § 278 Collana Agni Yoga

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