Necessità

Glossario – Necessità

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino necessitas, necessità, inevitabilità. Quale Necessitas, indica la divinità omonima personificata. Sostantivo derivato dall’aggettivo indeclinabile necesse, necessario, inevitabile. Dalla radice indoeuropea *NAC-, che esprime l’idea di “raggiungere”, “conseguire”. Sanscrito nac-ati, conseguire. Greco a-nagke, necessità (la g davanti a k si legge “n”). Antico latino nancit, poi nanc-ìscitur da nanciscor, ottenere, raggiungere, conseguire. In Omero e in Esiodo la divinità Ananke è la dea che regola tutte le cose, dal moto degli astri alle vicende particolari degli uomini. In Platone, ne “La Repubblica”, laddove è raccontato “il mito di Er”, è scritto: “[…] uscita dal suo corpo, l’anima aveva camminato insieme con molte altre ed erano arrivate a un luogo meraviglioso […] potevano scorgere, tesa dall’alto attraverso tutto il cielo e la terra, una luce diritta come una colonna, molto simile all’arcobaleno, ma più intensa e più pura. […] Era questa luce a tenere avvinto il cielo e, come le gomene esterne delle triremi, a tenere insieme tutta la circonferenza. Alle estremità era appeso il fuso di Anànke, per il quale giravano tutte le sfere […] Il fuso ruotava tutto volgendosi con moto uniforme e nel girare dell’insieme i sette cerchi interni giravano lenti in direzione opposta. […] Il fuso si svolgeva sulle ginocchia di Anànke. Sull’alto di ciascuno dei suoi cerchi stava una Sirena che, trascinata in quel movimento circolare, emetteva un’unica nota su un unico tono; e tutte e otto le note creavano un’unica armonia. Altre tre donne sedevano in cerchio a eguali distanze, ciascuna su un trono: erano le sorelle di Anànke, le Moire, in abiti bianchi e con serti sul capo: Lachesi, Cloto, Atropo. E cantavano in armonia con le Sirene: Lachesi il passato, Cloto il presente, Atropo il futuro”. […] (La Repubblica, ed. Laterza, 1971, X, §§ 614 – 617). Notiamo quindi che in Platone Anànke è la divinità che fa girare in modo armonico tutti i mondi, e che ad essa è associata l’idea di ciclo: Passato, Presente e Futuro sono i canti delle sue sorelle.

 

Necessità indica la causa del moto ciclico dei mondi

 

Nel Lambdoma Vita la definizione è: La necessità è il propellente della Vita (3.1)


Treccani

 

necessità s. f. [dal lat. necessĭtasatis, der. di necesse (v. necessario)]. –

1.a. L’essere necessario; carattere, qualità, condizione di ciò che è necessario: n. di un atto, di un comportamento, di una soluzione drastica, di un intervento chirurgico; agire per n.; non vedo la n. di ricorrere a mezzi legali; cercate di non disturbarmi, senza n.; essere, trovarsi, mettere nella n. di … (compiere un atto, adottare un provvedimento, ricorrere a un rimedio, ecc.): chi gli ha messi, non dico nella n., ma nella tentazione di far ciò che hanno fatto? (Manzoni); fare di n. virtù, sopportare o eseguire quanto non è possibile evitare riuscendo comunque a trarne un utile; in caso di n., qualora le circostanze lo rendano (o lo rendessero) necessario: in caso di n., fate pure affidamento su di noi; in partic., con riferimento a singole persone o a determinate situazioni: avere n. di cure, di riposo, di calma, di un’alimentazione sostanziosa; venire a trovarsi nella n. di chiedere l’elemosina. In diritto penale, stato di n., la condizione che giustifica penalmente chi agisce violando la legge, ma perché costrettovi dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo incombente di un danno grave alla persona, senza che il pericolo sia stato da lui volontariamente causato né fosse altrimenti evitabile (per es., guidare pericolosamente per trasportare in ospedale un malato o ferito estremamente grave). Nel linguaggio econ., moneta di n., quella emessa e usata in circostanze eccezionali, durante il corso di avvenimenti che impediscono la coniazione regolare (per es., monete fuori corso contromarcate e rimesse in circolazione, monete divise in più parti per rimediare alla deficienza di spiccioli, ecc.). Come locuz. avv., di necessità, necessariamente: se questo è vero, ne segue di n. che …; mi volsi al suon del nome mio, Che di necessità qui si registra (Dante).

1.b. In senso più generico, forza superiore al desiderio e al volere degli uomini, che ne determina l’azione (in questo senso anche personificata, come la Necessitas dei Latini e la ᾿Ανάγκη dei Greci): una ineluttabile n. lo spingeva; obbedire, piegarsi alla necessità.

2. Con uso assol., grave mancanza o penuria di mezzi, indigenza: versare in grave n.; essere ridotto all’estrema necessità.

3. Con valore concr., di singola cosa necessaria: è una n., una dura n. questa; e specificando: è una n. fisica, morale; n. naturale, che deriva da una legge di natura; n. sociale, imposta dalle abitudini, dalle convenzioni sociali; anche al plur., avere poche, molte n.; soddisfare alle più urgenti n. della vita; in partic., le n. corporali, i bisogni fisiologici (scherz., assentarsi, o sim., per una impellente n., per una n. improrogabile).

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Wikipedia

 

La necessità è un principio metafisico secondo il quale la dinamica della materia in ogni suo aspetto (compresa quella biologica) è governata da un nesso diretto causa/effetto, ovvero da causalità lineare, sicché si nega la realtà del caso. La concezione necessitaristica, a base del determinismo, teorizza inoltre che l’evidenza della casualità nel divenire della materia deve essere considerata quale pura ignoranza di qualche causa sconosciuta.

Storia antica

La necessità ontologica, cioè il fatto che tutto ciò che è ed accade “debba esser così e non altrimenti” nasce con Parmenide. Prima di lui, e in particolare nei primi creatori della filosofia su base naturalistica (Talete e Anassimandro) il necessitarismo non era stato posto.

Secondo una testimonianza di Simplicio (Physica, 179, 31) Parmenide avrebbe detto nel suo poema Sulla natura (versi 15-18): “Di modo che è necessario o che sia del tutto o che non sia per nulla. Giammai poi la forza della convinzione verace concederà che dall’essere alcunché altro da lui nasca”. E più avanti (versi 28-38): “Per cui tutto è contiguo: difatti l’essere è a contatto con l’essere. Ma immobile nel limite di possenti legami sta senza conoscere né principio né fine, dal momento che nascere e perire sono stati risospinti ben lungi e li ha scacciati la convinzione verace. E rimanendo identico nell’identico stato, sta in se stesso e così rimane lì immobile. Infatti la dominatrice Necessità lo tiene nelle strettoie del limite che tutto intorno lo cinge; perché bisogna che l’essere non sia incompiuto e non manchevole. Se lo fosse mancherebbe di tutto”.

Parmenide ha posto le basi di tutta la metafisica posteriore a cominciare da Platone fissando alcuni punti fermi che sono: ciò che “è” è immutabile; ciò che è immutabile è reale; ciò che è immutabile è vero; ciò che è vero è necessario. Al contrario, ciò che muta in quanto tale “non è”; ciò che non è necessariamente falso; il non-necessario non può esistere e sarebbe comunque falso. Platone è necessitarista, ma senza che il principio della necessità ontologica emerga costantemente nei suoi dialoghi, mentre in Aristotele essa è sostenuta con chiarezza. Egli afferma nella Metafisica (V, 5,1014) che la necessità si presenta come “l’impossibilità dell’altrimenti” .

Nella filosofia stoica la necessità coincide con la verità e il Logos è la necessità stessa dell’essere e il dossografo Aezio riferisce che (H.Diels, Dox.Gr., 322) Zenone di Cizio diceva essere il destino la forza che muove il tutto sempre nello stesso modo di necessità, e che essa si identifica con l’essere che può essere chiamato Natura o Provvidenza.

In Plotino l’Uno è in sé necessario e crea le sue emanazioni in modo necessario. Nelle Enneadi (VI, 8, 9) Porfirio ci dice che per lui l’Uno «non è per accidente, bensì era necessario che così esso fosse».

Dalla tarda antichità al XVII secolo

La necessità caratterizza le filosofie panteistiche e quindi il Neoplatonismo dei seguaci di Plotino, specialmente Proclo, confermano il necessitarismo del Dio plotiniano. I neoplatonici sussisteranno sino al V secolo, convivendo col Cristianesimo ormai trionfante, come un residuo del politeismo pagano rivisto e corretto.

Correnti necessitariste si riscontrano sotterraneamente anche in alcune correnti del cristianesimo e Marsilio Ficino ne è esponente importante. Anche Giordano Bruno è necessitarista e nel II dialogo metafisico del De la causa, principio et uno sostiene che Dio è Causa Prima «in quanto tutte cose sono dopo lui, secondo certo ordine di priore e posteriore».

Spinoza è sicuramente il più importante teorico della Necessità divina che governa la Natura in ogni sua espressione con un determinismo assoluto.

Epoca moderna

I Deisti britannici erano deterministi, specialmente Collins e Toland, ma anche i materialisti atei del Settecento Claude-Adrien Helvétius e Paul Henri Thiry d’Holbach erano necessitaristi. Anche Voltaire, soprattutto nella tarda maturità, era diventato necessitarista.

Anche in Georg Wilhelm Friedrich Hegel la necessità ontologica è uno dei fondamenti del suo Idealismo.

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