Base

Glossario – Base

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino basis, base, piede, zoccolo, mutuato dal greco basis, che significava passo, movimento ritmico, originando dal verbo baino, camminare. La radice indoeuropea del termine è *GA-, che esprime l’idea del muoversi: sanscrito gamati, andare e venire; inglese go e tedesco gehen, andare. Secondo F. Rendich la radice ga/gam indica in particolare l’“effetto dell’azione [a] di muovere in ogni direzione [g]”, dove quest’ultimo suono esprime il moto guizzante del fuoco, il lampo ((DEC, p. 65).

 

La Base è la matrice infuocata

 

Nel Lambdoma Modello la definizione è: La Base è la matrice infuocata (7.2)


Treccani

baṡe s. f. [dal lat. basis, gr. βάσις]. –

1.a. La parte inferiore di una costruzione o di un elemento architettonico, e in genere la parte inferiore di un oggetto qualsiasi, che costituisce il sostegno delle parti sovrastanti: b. di una colonna, di un pilastro; b. rettangolare, circolare, quadrata; la statua è collocata sopra una b. di travertino; il vaso è troppo stretto alla b. e non regge bene. Con accezioni affini in anatomia e in botanica: b. di un organo, la parte con cui esso s’inserisce nel resto del corpo; b. del polmone, la porzione inferiore del lobo inferiore del polmone; b. del cranio, la porzione del cranio situata inferiormente al piano trasversale passante per la glabella e per la protuberanza occipitale esterna; ecc. Al plur. è sinon. di fondamento: gettare le b. di un edificio; costruzione che poggia sopra solide basi.

1.b.In geometria elementare, il lato sul quale appoggia o si immagina appoggiato un poligono, e rispettivam., per un solido, il poligono o il cerchio su cui poggia o si immagina appoggiato il solido: b. del triangolo, b. del quadrato, b. della piramide, b. del cilindro. Analogam., in geodesia, b. geodetica, l’unico lato di una triangolazione geodetica, di cui è strettamente necessario determinare preventivamente la lunghezza, per poter ricavare, con sole misure di angoli, tutti gli altri elementi della triangolazione stessa. In ottica, b. d’una lente (sottile), la curvatura di una faccia della lente, nota la quale e assegnata la convergenza della lente, si determina la curvatura dell’altra faccia.

2.fig.

2.a. Fondamento, sostegno: ipotesi priva di base, accuse che non hanno base; abbiamo opinioni troppo diverse, e manca perciò una b. comune per una serena discussione; è un’attenta analisi del testo, che potrà servire di base per un più ampio saggio critico; la legge dell’amore è alla b. della religione cristiana; ruinosa è senza La b. del timor ogni clemenza (T. Tasso). Frequente la locuz. in base a, e più corretta ma meno com. sulla b. di, sul fondamento di: è stato arrestato in b. a gravi indizî; sulla base delle ricerche fatte, si può legittimamente dedurre, ecc. Nel linguaggio scient., ricerca di base, ricerca che ha per oggetto i fondamenti stessi di una disciplina, di una teoria, ecc.; talora la locuzione viene usata, in contrapp. a ricerca applicata, come equivalente di ricerca pura. In economia, industrie di b., le industrie pesanti, e più in partic. quelle che hanno per oggetto la produzione di energia o di materie prime essenziali per il funzionamento di altre industrie; prodotti di b., materie prime di origine agricola o minerale, a largo mercato, suscettibili di essere accumulate come scorte e di essere quindi oggetto di regolamentazione internazionale (sono tali grano, caffè, zucchero, cacao, cotone, gomma, stagno, piombo, zinco e altri metalli). In senso più concr., b. dell’imposta, la materia imponibile, costituita da patrimonio, reddito, merce prodotta o consumata, ecc. Al plur., per traslato dalle fondamenta di un edificio: gettare le b. di un’impresa, di una società, della prosperità futura; porre le b. per un accordo; e con riferimento alla preparazione intellettuale, agli studî: cultura, capacità professionale che ha b. solide; uno scolaro che manca di basi.

2.b. Con analogo uso fig., ma con sign. proprio e recente, registrazione della parte strumentale di una canzone, usata in sostituzione dell’orchestra o di altri strumenti nelle esecuzioni dal vivo, negli studî televisivi o per il karaoke (v.).

3.estens.

3.a. L’elemento costitutivo fondamentale (per es. nella preparazione di una vivanda, di un cocktail, di un farmaco, ecc.); in questo senso è spec. usata la locuz. a base di, costituito essenzialmente di: un dolce a b. di cioccolata; alimentazione a b. di verdure, di latticinî. Nelle ricette mediche, il medicamento principale e più attivo. In cosmesi femminile, crema o liquido incolore che viene applicata sulla pelle del viso come preparazione al trucco; anche lo smalto incolore che viene steso sulle unghie, a scopo protettivo, prima di quello colorato.

3.b. Con il sign. di «fondamentale» e con valore di agg. è talora usato come elemento giustapposto (invar. al plur.): la nota b. di un accordo musicale; prezzo b.; salario b.; stipendio b.; problema, argomento, criterio b.; idea base. c. Di un partito di massa (in opposizione al vertice), l’insieme degli iscritti che ne costituiscono la forza e che partecipano all’attività politica del partito senza ricoprire cariche o esercitare responsabilità: darsi, formarsi una b.; consultare la b., fare ricorso alla b.; analogam., b. elettorale, il complesso degli elettori di un partito. Per i comitati di base (dove la base si contrappone al sindacato), v. comitato2.

4. Luogo dove si preparano azioni o imprese generalmente di notevole importanza, spesso a carattere militare, con concentramento di mezzi e di uomini: b. logistica, b. militare, ecc. In partic.:

4.a. B di fuoco, luogo dove viene disposto un complesso di armi che assicurino l’efficace e continuo fuoco di accompagnamento a favore delle minori unità di fanteria moventi, in fase di attacco, verso un obiettivo.

4.b. B. navale e aeronavale, ancoraggio per navi da guerra, riparato dal mare, con organizzazioni difensive e, a seconda dell’importanza, con sistemazioni necessarie al raddobbo, manutenzione, rifornimento di navi e aerei della marina, e al ricovero di questi ultimi; dal punto di vista dell’impiego si distinguono b. logistiche, se atte alle riparazioni e con ampî depositi, e b. di operazione (o operative), se di minore capacità ma situate in posizione strategica opportuna per le operazioni di guerra.

4.c. B. aerea, luogo dove un reparto operante trova l’autosufficienza tecnica e logistica per il suo impiego operativo di carattere soprattutto militare, o anche civile.

4.d. B. missilistica, il luogo dove vengono effettuate le operazioni di lancio dei missili.

4.2. B. orbitale, stazione interplanetaria, costituita da un satellite artificiale, attrezzata per l’assistenza tecnica e logistica ad astronavi.

4.f. B. spaziale, espressione con cui si indicano sia le due basi prec., sia, più genericam., una stazione spaziale o cosmodromo.

4.g. Appartengono al linguaggio com. le espressioni rientrare, tornare, fare ritorno alla b. (di partenza), riferite a navi e aerei o anche a reparti militari, e in forma negativa, non fare ritorno alla b., come eufemismo per indicare l’affondamento di una nave o l’abbattimento di un aereo; frequenti anche in senso fig. scherz.: il libro te lo presto, ma vorrei che rientrasse alla b. quanto prima; e, in forma negativa, con riferimento a cose perdute o non restituite, o a persone che si sono allontanate da un luogo senza farsi più vedere, e sim.

5. Nel gioco del baseball, nome (ricalcato sull’inglese base) di ciascuno dei 4 angoli del «diamante» tracciato sul terreno di gioco, tre dei quali debbono essere toccati o occupati dai corridori, che avanzano successivamente, fino a ritornare al quarto di partenza (casa-base), per conseguire un punto.

6. In algebra, b. di una potenza ax, con x reale qualsiasi, è il numero a; logaritmo in base a di un numero è l’esponente a cui va elevata la base a per ottenere come risultato il numero stesso; b. di un sistema di numerazione, numero mediante le cui potenze si rappresentano tutti i numeri nel dato sistema (v. numerazione): per es., la numerazione in base 10 è la corrente numerazione decimale. Con sign. diverso, s’intende per base di un dato insieme di elementi un gruppo di elementi dell’insieme dal quale tutti gli altri possono essere ricavati.

7. In chimica, sostanza che presenta proprietà contrarie a quelle di un acido. In partic.:

7.a. In chimica inorganica, si dicono basi quelle sostanze che in soluzione acquosa si scindono dando ioni idrossido OH- o, parlando di sistemi acido-base, che sono in grado di acquistare uno o più protoni da un’altra sostanza (acido) capace di cederli; hanno l’effetto di far divenire rossa una soluzione incolore di fenolftaleina, azzurra una soluzione rossa di tornasole. A seconda che la molecola di una base contenga un solo ione OH-, o due, o tre, come per es. nei composti NaOH, Ca(OH)2, Al(OH)3, ecc., si dice che è mono-, bi-, tribasica, e mentre dalla prima si può avere una sola serie di sali (neutri), dalle altre se ne possono avere più di una (neutri o basici).

7.b. In chimica organica, si definiscono basi i derivati contenenti azoto, ottenuti sostituendo con radicali organici gli atomi d’idrogeno dell’ammoniaca o dell’idrossido d’ammonio.

8. In linguistica storica, la forma linguistica originaria di altra o di altre che la continuano in fasi linguistiche successive; b. apofonica, la parte (radice o suffisso) di una parola che presenti alternanza nel vocalismo (v. apofonia). In fonologia, b. d’articolazione o articolatoria di una determinata lingua, il predominio in essa di un particolare tipo d’articolazione; in fonematica, b. di comparazione, l’insieme dei coefficienti distintivi comuni a due o più fonemi in correlazione.

9. Nella metrica classica, base fu in origine sinon. di piede o di dipodia; con accezione più recente, le prime due sillabe libere di alcuni metri, usati principalmente dai poeti eolici (donde la denominazione anche di b. eolica), che possono presentare forme di giambo, trocheo, spondeo, pirrichio.

10. In elettronica, uno degli elettrodi di un transistore.

11. Alterazione di bassa2 (dovuta a paretimologia, per raccostamento a base come «motivazione, documento giustificativo», o anche a un influsso del fr. passe s. f. «lasciapassare»), frequente soprattutto nell’espressione base di ricovero, con cui, per estens. dall’ambito militare, viene popolarmente indicata sia l’ordinanza di ospedalizzazione (rilasciata in passato dal Comune agli indigenti), sia la proposta o autorizzazione di ricovero ospedaliero rilasciata da un ente mutualistico (più comunem. detta impegnativa), sia la richiesta di ricovero urgente rilasciata dal medico curante.

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Base (geometria)

In geometria, per base si intende un particolare lato di un poligono, o una particolare faccia di un solido. Originariamente, il termine venne utilizzato per indicare il lato o la faccia disegnato orizzontale in basso, con funzione, in un certo senso metaforica, di basamento su cui “poggia” la figura.

In alcuni poligoni o solidi particolari, il termine ha poi acquisito un significato più specifico e più formale, e viene utilizzato per indicare uno o più lati o facce particolari (la cui particolarità dipende di volta in volta dalla figura in questione, ma solitamente li distingue nettamente dagli altri lati o dalle altre facce).

Il significato grafico

È importante notare che solitamente in geometria – in particolare moderna – le illustrazioni vengono considerate aiuti per la comprensione, non elementi chiave di un ragionamento formale. A maggior ragione, è sulla carta irrilevante, ai fini del ragionamento, l’orientamento con cui una figura è rappresentata in un disegno.

Se nel triangolo raffigurato come a sinistra chiameremo “base” il lato AB, nello stesso triangolo disegnato come a destra chiameremo invece “base” BC.

Ciononostante, esistono prassi piuttosto consolidate, sia nelle pubblicazioni, di qualsiasi livello, che nella didattica frontale, ad esempio con l’utilizzo di una lavagna, ed una delle più radicate vuole che i poligoni vengano disegnati con un lato più basso di tutti gli altri e orizzontale.

Simile è la situazione per le forme tridimensionali: nella loro raffigurazione piana (in prospettiva o assonometria), una delle facce viene solitamente raffigurata sotto le altre e parallela ad un ipotetico piano orizzontale.

Alla luce di ciò, si può spiegare l’utilizzo del termine “base” per indicare tale lato, nonostante la sua specificazione dipenda unicamente dalla scelta del disegnatore.

Questa accezione del termine si è poi diffusa anche in situazioni in cui si può considerare più formale, ovvero quando prescinde da un particolare disegno: l’esempio più celebre è il seguente:

«L’area di un triangolo è uguale alla lunghezza della base moltiplicata per la lunghezza dell’altezza diviso 2.»

Questa è un’affermazione generale: di un qualsiasi triangolo, una volta scelto – arbitrariamente, e a prescindere da qualsiasi raffigurazione – uno dei lati e chiamatolo “base”, se consideriamo l’altezza relativa, possiamo calcolare l’area in questo modo.

I significati particolari

Alcuni poligoni e solidi particolari vengono solitamente raffigurati con un orientamento convenzionale: ad esempio, un triangolo isoscele simmetrico rispetto ad un asse verticale, o un cono con la punta rivolta verso l’alto.

In virtù di queste consuetudini, per queste ed altre forme geometriche si è preso a chiamare base un lato o una faccia specificato da alcune caratteristiche. Ad esempio:

  • in un triangolo isoscele, sarà il lato diverso dagli altri due
  • in un trapezio (geometria), si dirà “base maggiore” il più lungo dei due lati paralleli, e “base minore” l’altro
  • in un cilindro (geometria) o in un prisma, sarà una delle due facce tra loro parallele (e, nel caso del prisma, con più di 4 lati)
  • in una piramide equilatera, sarà la faccia che è un poligono regolare, mentre in una generica piramide con più di 4 facce sarà la faccia con più di 3 lati (non a caso, una piramide viene detta a base quadrata, o pentagonale, ecc.)
  • in un cono, sarà la sola faccia piana
  • in un tronco di cono o un tronco di piramide, si dirà “base maggiore” la più grande delle due facce parallele, e “base minore” l’altra.

In più dimensioni

Nonostante l’evidente difficoltà insita nel raffigurare oggetti n {\displaystyle n} n-dimensionali – o perlomeno la mancanza di convenzioni riguardo alla loro raffigurazione – il concetto di “base” viene talvolta utilizzato anche in geometria di dimensione arbitraria, ad esempio quando si considera oggetti che sono la versione n {\displaystyle n} n-dimensionale di figure piane o solide.

Ad esempio, in dimensione 4, del prodotto cartesiano di una sfera S {\displaystyle {\mathcal {S}}} {\mathcal S} per il segmento [ 0 , 1 ] {\displaystyle [0,1]} [0,1], si potrà considerare “base” la sfera stessa, o più precisamente i seguenti due insiemi:

{ ( x , y , z , 0 ) ∣ ( x , y , z ) ∈ S } {\displaystyle \{(x,y,z,0)\mid (x,y,z)\in {\mathcal {S}}\}} {\displaystyle \{(x,y,z,0)\mid (x,y,z)\in {\mathcal {S}}\}}

{ ( x , y , z , 1 ) ∣ ( x , y , z ) ∈ S } {\displaystyle \{(x,y,z,1)\mid (x,y,z)\in {\mathcal {S}}\}} {\displaystyle \{(x,y,z,1)\mid (x,y,z)\in {\mathcal {S}}\}}

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Base (architettura)

 

Basi attiche dell’Eretteo sull’Acropoli di Atene.

Base composita dagli scavi di Ostia.

La base in architettura è l’elemento inferiore degli ordini architettonici, sul quale poggia il fusto della colonna o del pilastro.

Questo termine viene anche usato per indicare l’elemento inferiore dell’edificio, ovvero il basamento, o il supporto di un oggetto, per esempio una scultura.

La base, come gli altri elementi degli ordini architettonici, nasce nell’ambito dell’architettura greca. Nell’ordine dorico la base era del tutto mancante, e inizia a comparire nei templi ionici dell’Anatolia nel VI secolo a.C., isolando il fusto della colonna dallo stilobate. Inizialmente si tratta di semplici “tori” (modanatura liscia a semicerchio convesso), ma gli elementi che la compongono tendono quindi a moltiplicarsi, come nell’Artemision di Efeso, con due scotiae (modanature a semicerchio o a tre quarti di cerchio concave sormontate da un toro).

Nell’evoluzione dell’ordine ionico che si ebbe quindi in Attica la base assunse una forma canonica con due tori separati da una scotia (come le basi che si possono vedere nell’Eretteo sull’acropoli di Atene, del V secolo a.C.): questa forma, diffusa successivamente anche nell’architettura romana, adottata anche per l’ordine corinzio e, in seguito, per quello composito, prende il nome di base attica.

A Roma, in particolare a partire dall’età augustea, si ebbe una nuova forma canonica di base, caratterizzata dal raddoppio della scotia tra i due tori, che prenderà il nome di base composita.

Un’altra caratteristica delle basi di epoca imperiale romana è la presenza di un “plinto” quadrato sotto la base rotonda della colonna, mentre in precedenza esistono basi prive di plinto, sia che questo facesse parte del blocco di fondazione della colonna, appena emergente rispetto alla pavimentazione, sia che fosse intagliato in un blocco separato. Inoltre diventa progressivamente più frequente l’uso di intagliare questo elemento architettonico separatamente, mentre in precedenza lo stesso blocco poteva comprendere anche l’imoscapo (estremità inferiore) del fusto della colonna.

In alcuni casi le modanature generalmente lisce della base potevano presentare decorazioni scolpite (si parla in questo caso di “base decorata”)

In epoca tardo-imperiale in alcuni casi le basi potevano poggiare su un “piedistallo”, che rialzava l’altezza delle colonne senza necessità di alterare le proporzioni del fusto, e nella più antica architettura bizantina quest’uso diventa sempre più frequente: le basi hanno dimensioni sempre più ridotte e in molti casi sono intagliate nello stesso blocco del piedistallo stesso.

Nel medioevo, quando spesso gli elementi architettonici romani vengono reimpiegati in nuove costruzioni, come per i colonnati di moltissime delle chiese della stessa Roma, si utilizzarono al di sotto dei fusti, sia basi più antiche, spesso adattate alle necessità del nuovo edificio, oppure altri elementi architettonici (come per esempio capitelli rovesciati), oppure ancora nulla del tutto, a seconda dei blocchi che si avevano a disposizione. Successivamente la riscoperta dell’architettura antica, e in particolare degli ordini architettonici classici nel Rinascimento, porterà ad un nuovo impiego di basi simili a quelle di epoca romana.

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