Focalizzazione

Glossario – Focalizzazione

 

Etimo secondo TPS

 

Sostantivo derivato dal verbo “focalizzare”, che a sua volta si sviluppa dall’aggettivo “focale”, derivato da “fuoco”, dal latino focus, focolare, circondato dagli altari degli dei familiari, il luogo sacro della casa, fuoco. Il termine deriva dalla radice indoeuropea *BHAS-, che esprime l’idea dello splendore della luce. Hanno lo stesso etimo il sanscrito bhās, splendere, raggio di luce; il greco phàos, luce; l’italiano face.

Per denotare invece il fuoco quale fiamma che brucia, (si veda ad es.  la locuzione ferro ignique, “a ferro e a fuoco”) i Latini usavano il termine ignis, sanscrito agni, fuoco. Agni è il Dio del fuoco, che in origine impersonava il bagliore del lampo, è la folgore sprigionata tra le nubi. Per F. Rendich, agni deriva dalla radice indoeuropea *AG- che esprime l’idea del moto tortuoso a zig-zag, con riferimento al lampo che guizza tra le nuvole (DEC, pp. 61- 62). In italiano si conserva ad es. nel termine “agire”, che esprime pertanto un potente impulso igneo. Russo  agon’, fuoco.

 

La Focalizzazione è la concentrazione ignea

 

Nel Lambdoma Manifestazione la definizione è: La Focalizzazione è la concentrazione ignea (4.1)


Treccani

focaliżżazióne s. f. [der. di focalizzare]. – L’operazione di focalizzare; messa a fuoco di un obiettivo, di uno strumento ottico, e, fig., di un problema, di una questione e sim.

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Wikipedia

Fuoco (ottica)

 

La messa a fuoco influisce sulla profondità del campo inquadrato.

Il termine fuoco o messa a fuoco (maf) di una lente. Qui  potete vedere due tipi di messe a fuoco:

Messa a fuoco vicina

La messa a fuoco influisce sulla profondità del campo inquadrato

Messa a fuoco lontana

 

Il fuoco di una lente sottile

Il termine fuoco o focale in ottica indica il piano o il punto in cui singoli raggi fotonici formanti un fascio di radiazioni elettromagnetiche distinte e arrivate da un punto all’infinito, si incontrano e quindi si concentrano (ad esempio: in seguito all’applicazione del fenomeno di rifrazione in una lente o al fenomeno di riflessione di uno specchio concavo). La distanza tra il centro ottico della lente ed il piano focale, indica appunto la distanza focale come valore assoluto della lente (es: 50 mm); usata per catalogare anche gli obiettivi fotografici, la focale di un’ottica è sempre riferita alla maf all’infinito. A seguito del fenomeno di convergenza dei raggi in un punto, nella realtà il fuoco non è sempre indicato come un insieme di punti, infatti teorizzando nell’ambito dell’ottica geometrica, si parla di un unico punto focale (vedi: Aberrazione).

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La messa a fuoco di un’immagine

Quasi tutti i vari strumenti ottici creati dall’uomo (macchine fotografiche, cannocchiali, binocoli, telescopi, etc.) utilizzano lenti o specchi per concentrare la luce dell’immagine catturata, direttamente sul piano focale. Quando la regolazione fornisce un risultato nitido, si dice che l’immagine è a fuoco, in caso contrario si dice che è fuori fuoco o sfocata.

In stretta relazione con la nitidezza, la maf è da collegare direttamente ai Circoli di Confusione e alle Aberrazioni Ottiche.

Nell’occhio

Per analogia l’occhio umano funziona proprio come una macchina fotografica, dove la parte anteriore (Cornea e Cristallino) è simile ad un obiettivo dotato di meccanismi di regolazione della messa a fuoco: utile per distanze da 7 cm all’infinito (per occhi emmetropi, 7 cm fino a 10 anni di età, poi mediamente verso i 25 cm e più, con l’invecchiamento e la Presbiopia). E dove la parte posteriore, ovvero Rétina e Nervo Ottico, funzionano come un sensore fotografico in grado di fornire, a distanza di 25 cm, una risoluzione massima o acutezza visiva (20/10) monoculare di 280 dpi, pari a circa 11 linee per mm.

La vista binoculare umana mette a fuoco gli oggetti utilizzando due sistemi contemporaneamente: la Telemetria a sdoppiamento d’immagine, basata sulla distanza tra le due assi ottiche (parallasse) e l’accomodamento focale dei piani proiettati sulla rétina, con il normale allargamento dei circoli di confusione (… tipica della maf monoculare). In altre parole, in una macchina fotografica, la lente si muove rispetto al piano del sensore/pellicola per mettere a fuoco, mentre negli occhi i muscoli cambiano la forma del cristallino per focalizzare il soggetto.

Una differenza importante tra la maf oculare e quella fotografica, è la semisfericità della Rétina rispetto alla planarità del Sensore, che favorisce la costruzione delle lenti oftalmiche e che invece obbliga notevoli correzioni ottiche nelle lenti fotografiche, aumentandone la complessità.

Nella fotografia

Fotografia con il primo piano a fuoco, e lo sfondo fuori fuoco

La messa a fuoco viene attuata allontanando o avvicinando opportunamente, sull’asse ottico, le lenti dell’obiettivo, utilizzando la ghiera manuale, il sistema di messa a fuoco automatico o lo spostamento dell’intero gruppo ottico. In questo modo è possibile mettere a fuoco qualsiasi piano immagine ripreso tra la distanza minima e l’infinito, proiettandolo nitidamente sul piano focale del sensore (lastra, pellicola, etc.). L’allontanamento dell’ottica dal Sensore, provoca la maf di oggetti sempre più vicini alla fotocamera: i tubi di prolunga e i soffietti posti tra corpo macchina e ottica, vengono utilizzati appunto in Macrofotografia, per ingrandire i soggetti riducendo la minima distanza di maf (il Focus Stacking è una tecnica di maf usata particolarmente nella fotografia Macro “molto spinta”, vicino alla Microfotografia).

L’obiettivo Stenopico (dal Greco: Piccolo-foro) funziona senza lenti ottiche e senza l’ausilio di regolazioni di maf, producendo un’immagine totalmente a fuoco (o quasi). Precisamente, più piccolo è il diametro del foro e più piccoli saranno i circoli di confusione dei punti immagine, rendendo più nitida o a fuoco la fotografia.

La corretta messa a fuoco di un particolare piano, della profondità del campo inquadrato, potrà essere effettuata soltanto con l’ausilio di un Mirino per il controllo del fuoco accurato. Oggi l’apparecchiatura digitale con Live view, offre una semplificazione della maf tramite il Focus Peaking e lo zoom digitale (4x, 8x, 10x, etc) dei mirini elettronici. Altri metodi di controllo del fuoco accurato, con le Mire ottiche, erano i “lentini” per ingrandire una piccola parte dello schermo smerigliato oppure gli Stigmometri (meglio quelli con taglio diagonale) ed eventuali Microprismi intorno (soppiantati oggi dagli schermi per l’Autofocus).

Nei telescopi

Per i telescopi il problema di mettere a fuoco oggetti posti a diversa distanza non sussiste, dato che la distanza dalla Terra degli oggetti stellari è sempre tanto grande da poter essere di fatto considerata infinita.

La messa a fuoco costituisce però ugualmente un problema a causa dell’elevatissimo ingrandimento, che richiede un’altissima precisione: anche una lievissima irregolarità nella curvatura della lente o dello specchio basta a provocare un’imperfetta messa a fuoco. Non è solo un problema di fabbricazione ma anche di condizioni operative: ad esempio le variazioni di temperatura possono causare la dilatazione termica dello specchio e quindi alterarne la curvatura.

Nei telescopi rifrattori si aggiunge il problema del diverso indice di rifrazione per i vari colori, per il quale ogni colore ha un diverso fuoco. Solo sfruttando come espediente varie lenti convesse è possibile focalizzare colore per colore (lunghezza d’onda per lunghezza d’onda) nel punto desiderato, che si trova per comodità lungo l’asse ottico del tubo.

Per questa ragione, con le attuali tecnologie, è praticamente impossibile costruire telescopi rifrattori con lenti dal diametro maggiore di 1 metro circa. Si riesce invece a costruire telescopi riflettori con specchi che superano gli 8 metri di diametro (LBT, VLT). Anche in questi tuttavia far convergere la luce verso lo specchietto secondario che a sua volta la rifletterà verso l’oculare può essere problematico.

Dimensioni maggiori sono ottenute utilizzando specchi composti da più elementi, che vengono mantenuti nella corretta posizione da un sistema di controllo computerizzato.

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