“L’orientamento, ossia la liturgia, è il primo atto per avviarsi alla Meta, ed è la via stessa che vi conduce. Chi è ben orientato è la Via”. (1)
L’anno 5.7 (2), alimentato dalle energie del 5° e del 7° Raggio e dedicato a celebrare la Liturgia creativa del Gruppo e del Lavoro, ben ci offre lo spunto per sondare il “mistero” della liturgia, e del rito, come elementi fondanti qualsivoglia lavoro e, in particolare, quel lavoro gioioso e fecondo che un Sistema (3) mette in campo nella pienezza della comunione dei suoi membri.
Un Sistema “orientato”, ossia con gli occhi del cuore fissi in modo irremovibile alla Meta, percorre la Via quasi senza avvedersene, incurante dei successi come degli insuccessi, eppure capace di discriminare con la mente “salda nella luce” i passi che lo condurranno alla Vetta, capace di modulare la sua avanzata e nello stesso tempo di non deviare il percorso, capace, infine, di accordarsi al ritmo e ai cicli del Cielo dal quale, inevitabilmente, è attratto e trae lumi e forza.
“Il cuore ospita in sé il Cielo intero, con tutta la sua liturgia di pianeti, stelle, galassie. Ospita i riti dell’atomo, il fuoco solare, le scintille monadiche. Risuona a tutte le musiche dello Spazio. E’ la Chiesa universale”. (4)
Il lavoro appare allora una inevitabile conseguenza di questa consonanza con i Maggiori che offrono il loro Modello liturgico all’Umanità affinché ne tragga ispirazione ed alimento.
“Ogni lavoro ha una sua liturgia, ed è sacro e religioso. Chi l’esegue è raramente consapevole di questa sua natura, e finisce per considerarlo come un castigo, un giogo, un peso sopportabile a stento. (…) Tramite l’azione del quinto Raggio si crea la concretezza, il mondo dualistico, e già dal livello mentale si afferma il lavoro delle creature, che ne giustifica la presenza: vita e lavoro (servizio) non si possono disgiungere. I sette Raggi non sono mai separati, poiché la luce è un intero, e il lavoro, effetto e stimolo impresso dal quinto, è sempre colorato dagli altri, e in particolare dal sesto e dal settimo. Ciò spiega perché è sacro e liturgico”. (5)
“È saggio riconoscere che la liturgia è un bene inevitabile, e rispettarne i dettami con attenzione e scrupolo: ciò specialmente in organismi complessi, come il Sistema e le sue Stelle, che si propongono proprio di restituire ritmo e valore alla vita umana. L’Universo, il massimo dei Sistemi, ha una sua liturgia, che risulta evidente dal suo splendido ordinamento, e lo stesso può dirsi del Sistema solare e del planetario. È certamente ben fatto ormeggiare di proposito i ritmi di qualunque attività umana a quelli, maestosi e solenni, dello Spazio gerarchico solare che li ospita e li nutre”. (6)
“Liturgico” è parola che oggi evoca una dose di clericalismo, con ciò che esso implica: si tratta di una sovrapposizione abituale ma priva di senso. La liturgia non è gestita solo dalle Chiese. E’ liturgico semplicemente tutto ciò che riconosce la posizione subalterna delle creature rispetto all’ambiente, cosmico e infinito, ossia divino. L’infinità spaziale atterrisce chi non vi si orienta: ciò accade nei vasti spazi dei deserti e degli oceani, quando le stelle non rassicurano con i loro lumi. La bussola e le coordinate geografiche sono oggetti e strumenti liturgici tanto quanto un altare. La liturgia è un’arma rassicurante, utile per attraversare i luoghi affollati e i disabitati, come accade al navigante, al pellegrino e all’allievo senza Maestro”. (7)
La liturgia, dunque, si mostra quale compagno di viaggio nel percorrere la vita e nello stesso tempo mostra la gerarchia impeccabile dell’universo ove il respiro dell’Uno tiene in sé innumerevoli esseri, ciascuno collocato nella “dimora” che compete al suo grado evolutivo eppure in cammino verso l’Uno da cui ha avuto origine.
La perfetta liturgia del creato in ogni attimo celebra nascita e morte, diastole e sistole, espirazione ed inspirazione; in ogni momento tutto collabora alla costruzione dell’Opera Una, alla risoluzione del caos in ordine e luce.
Un Gruppo ordinato e coeso, un Sistema, volto al Bene comune non può dunque prescindere da una sua precisa liturgia che si esprime anche attraverso una ritualità, interiore ed esteriore calibrata da un ritmo in accordo col Cielo, capace di plasmare e disciplinare l’andar per Via: “Tutto ciò presuppone un rituale, bello e armonioso: là dove questo manchi non si può ragionevolmente sperare in una vera crescita. E’ il ritmo che trasforma, magicamente, la marcia in una danza, la prosa in una poesia, ed è l’essenza stessa della musica: come farne a meno, quando si mira a costruire una nuova civiltà umana?”. (8)
Rito è termine derivato da rituale, dal latino ritualis, da ritus, rito. I linguisti sono divisi nell’individuazione della radice indoeuropea di riferimento, ma concordi nell’assegnarle l’identica idea di “scorrere”: per alcuni è *SRA-; per altri è *RI-; per F. Rendich (9), è “ṛ/ar/ri”, che esprimerebbe l’idea di “moto in armonia con ciò che è giusto e ordinato in natura”, ovvero “moto ordinato”.
E non c’è nulla di meglio che procedere per Via con moto ordinato e solenne, liberi dalle laceranti richieste degli opposti e volti al lavoro (cioè al Servizio) con moto spontaneo e gioioso, certi nell’intimo di far parte di una luminosa Fratellanza che opera non solo in ambito planetario, ma cosmico.
“Le radici di ogni rito stanno nel Sole, inteso come suprema Intelligenza del suo Sistema. Ciò è evidente se si pensa che quell’Ente spirituale irradia la Vita su questo e sugli altri pianeti: qualsiasi ciclo o moto o evento solare costituisce di per sé un Rito, costruttivo e benefico, che gradualmente rivela ciò che le forme racchiudono”. (10)
“Per esigenza naturale di una tale globalità (spontanea, non ottenuta per conquista) il rito, la liturgia e il culto saranno dichiaratamente solari. Seguiranno con intelligenza i moti del Sole, visto come il simbolo migliore e vivo dell’Ente spirituale centrale. Tutti i popoli lo riconoscono come il segno più perfetto del Lume divino, tutta la natura lo proclama. La pulsazione della sua energia lo rivela inoltre come il supremo Officiante per il Sistema che dirige dal centro. Ne segue che la nuova religione sarà progressiva, evitando di chiudersi in un modello statico. Sarà capace di programmare il proprio sviluppo e l’ascesa generale”. (11)
“All’attuale pomposità delle funzioni di varia natura, non più accompagnate dalla convinzione, si sostituiranno a poco a poco ideali ben radicati e pan-umani, sorretti ed espressi da riti semplici e sinceri”. (12)
“Ricordate che il declino dei misteri più importanti cominciò quando i riti divennero complicati e senza vita. L’Insegnamento deve vivere libero come il fuoco dello spazio”. (13)
Un Sistema che lavori secondo i ritmi e i cicli celesti, che sappia officiare la liturgia comunitaria col cuore volto al Bene, al Vero e al Bello percorre dunque la Via certo della guida amorevole dei Maestri che, incessantemente, rivolgono il loro appello all’uomo sollecitandolo affinché “Guardi al Cielo, grato e fidente, in vigile attesa. Questo è il rito fondamentale, il più semplice e diretto, componente essenziale di ogni liturgia”. (14)
Note
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01-Enzio Savoini, Calendario e Rituali 2000, scritto inedito
02-Il Quinto Settennio (in una matrice sistemica, o tavola del Piano, che comprende 7 Settenni) si è aperto col Solstizio di dicembre del 2014, dando nel contempo avvio all’anno 5.1. Col Solstizio di dicembre 2020 si è avviato l’anno 5.7, dedicato alla Ritualità sacra del Lavoro e del Gruppo, organo primario per diramare in ogni coscienza la luce della Nuova Cultura. Questo articolo, in accordo con i moti ciclici del Cielo che fungono da Modello ad ogni azione culturale e costruttiva, viene pubblicato in occasione della congiunzione tra Saturno e Mercurio, in Aquarius, rispettivamente fonti radianti del 3° e 4° Raggio, Piano e Modello, mattoni primari per costruire qualsivoglia Sistema votato al Servizio planetario.
03-Un Sistema può essere altrimenti considerato una composizione salda di elementi, ovvero un Tutto composto da parti secondo una regola e per un fine.
04-Enzio Savoini, Calendario e Rituali 1998, scritto inedito
05-Enzio Savoini, Calendario e Rituali 2000, scritto inedito
06-Primo Vertice, Le mete lontane, ed. Nuova era, 2017, p. 137
07-Enzio Savoini, Calendario e Rituali 2000, scritto inedito
08-Primo Vertice, Il Gruppo a stella, ed. Nuova era, p. 30
09- Franco Rendich – Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee, Roma 2010, Palombi Editore, p. 336
10-Primo Vertice, Le mete lontane, ed. Nuova era, p. 167
11-Ibidem, p. 149
12-Ibidem, p. 187
13-Collana Agni Yoga, Agni yoga n. 414
14-Enzio Savoini, Calendario e Rituali 1992, scritto inedito