Comunicazione e trascendenza

Nel corso della storia dell’umanità sono cambiati i modi e i tempi della facoltà umana più sviluppata, la comunicazione: dall’esposizione orale alle cartapecore, dagli scrivani alla stampa, fino a giungere ai giornali, alla tv e infine ai social network……niente di meglio per osservare lo svolgimento della nostra storia che il nostro modo di comunicare!

Con le nuove tecnologie le modalità sono cambiate, così come i soggetti e i temi che scegliamo di spartire con il nostro prossimo. Apparentemente viviamo in una società in cui la maggior parte delle persone condivide anche i più piccoli episodi della propria vita pubblica e privata, spesso a discapito della vera condivisione interpersonale degli avvenimenti più importanti e significativi per la nostra crescita.

In questi tempi aridi di certezze ma, nello stesso tempo, affamati di esse, ci sarebbe bisogno di persone che sappiano gustare la positività della vita, più che di persone che sappiano classificare e inventariare…….se assaporassimo maggiormente saremmo in grado di essere meno insoddisfatti, meno compulsivi e comunicheremmo più a fondo, ci relazioneremmo con gli altri in modo più autentico e profondo, saremmo più in contatto con il resto del Creato.

Per poter trovare i legami e le relazioni che ri-conoscono l’altro, è necessario trovare e usare parole che non siano separate dall’esperienza, che sappiano parlare e invogliare a cercare la propria strada, rompendo schemi precostituiti e fossilizzati, non per convincere l’altro delle proprie idee, ma per divenire due unità che si compenetrano.
Per far questo è necessaria una buona dose di corrispondenza con i valori e i principi del bene comune e dell’armonia senza, per questo, nascondere a sé stessi i rischi, i sacrifici e le eventuali cadute a cui si può andare incontro.

A tal proposito ricordiamo Socrate, nel Lachete, che parla della gioia giunta nel ’contemplare come il parlante e le cose da lui dette si concordino e armonizzino. Un uomo simile lo sento proprio come un musico, che accordi in un’armonia bellissima…..la sua vita stessa in accordo fra parole e azioni’

E’ il concetto greco di parresia, cioè lo status di colui che parla con sincerità e apertura, privo dal bisogno di persuadere il suo interlocutore, privo dal disaccordo fra il dire e il fare perché le azioni devono rispecchiare le parole….cioé si deve incarnare il Vero, ri-conoscendo e incontrando la persona con cui si entra in relazione.
Tutto ciò non può essere messo in evidenza se chi parla non si è risvegliato, non ha ri-conosciuto la sua vera essenza, non si è detto chi è.

Oggi incontriamo sempre più persone fragili, depresse, che sentono pesantemente la fatica del vivere, e sono alla continua ricerca di misura, di equilibrio, di centro….queste persone dovrebbero essere aiutate a capire che, non per questo, sono meno adatte a vivere ma devono cogliere la vita nella propria vita, vivendo ogni momento come se fosse un continuo inizio.

Per vivere è importante mettere radici nella concretezza ma è ugualmente importante trascendersi, verso l’interno e verso l’alto perché, in caso contrario, lo spirito diventa sofferente, sfiorisce, e questa condizione di oppressione, di respiro inconsistente, superficiale è tipico dei nostri tempi dove spesso non c’è la voglia di rigenerare il mondo col dare vita, con uno sguardo rinnovato, a cose inattese.

“Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. In tutto il mondo la gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.” Carl Gustav Jung

Quando viene a mancare la forza di dare inizio a qualcosa, perdendo il contatto con noi stessi, con la nostra anima, con il nostro spirito, c’è una società alla continua ricerca di terapie dell’anima, sia farmacologiche che psicologiche, solo per la possibilità di tirare avanti e di riuscire ad adattarsi alle esigenze della società.
Alla fine c’è una diminuzione della pena esistenziale che si paga, però, con la mancanza di fiducia in sé stessi e con la privazione del principio dello spirito, che è la libertà, la sola condizione che può favorire l’incontro con la vera essenza.

Per proseguire nella ricerca della trascendenza verso l’interno e verso l’alto, non deve mancare la certezza alimentata dall’apertura verso la vita e verso le altre persone, per essere pronti a rinascere in continuazione, convinti che la nostra vita è in continua evoluzione.  

In questo momento astrologico il Sole si trova nella sesta qualità di Virgo, che tende a ricongiungere ciò che si mostra separato, seminando chicchi di Verità che rappresentano il cuore e stimolano le varie società a raggiungere un’auspicata comunione di intenti e Mercurio, reggitore exoterico di Virgo, rappresenta la necessità di custodire e nutrire il pensiero dell’uomo affinché raggiunga l’Armonia con tutto il Creato.

“Gli uomini … hanno molto in comune, senza darsene ragione: condividono, ad esempio, l’umanità, e sono liberi utenti del Cielo, con tutte le sue stelle. Hanno, soprattutto, in comune la Vita. Non così l’esistenza, che sovente si tolgono l’un l’altro, per le più varie ragioni. L’esistenza, a differenza della Vita, è un ciclo esteriore che non si può mettere in comune, è personale, e non si può spartire.” *

In questo nostro sforzo di trascendenza dobbiamo avere la certezza di essere parte integrante dell’Universo e, per fare ciò, dobbiamo imparare a rilassare la mente razionale ed entrare in sintonia con le energie sottili che ci aprono le porte di un nuovo mondo, una nuova Cultura e Civiltà.
Non è casuale che l’umanità, nonostante i blocchi imposti dalle religioni, dai governi, dalle guerre e dalla sua propensione all’egotismo, sia sempre progredita e tenda costantemente all’unificazione, partendo ogni volta dalla coscienza individuale.

L’uno è nell’Universo e l’Universo è nell’uno“, recita un’antica frase tibetana, e possiamo senza dubbio affermare che noi siamo la nostra Coscienza e la CoScienza è l’insieme delle informazioni che noi siamo. La vera Scienza antica e moderna ci informa che l’essere e la sua coscienza, è un ente o punto dell’Infinito in eterno movimento e una volta nato, cioè manifestato, ha la possibilità intrinseca di vivere in eterno, costruendo capacità, conoscenze, consapevolezze e armonie.

“La cosmogonia dovrebbe evocare pensieri esaltanti. Mentre un popolo primitivo concepisce il suo dio assiso su un globo insignificante, lo spirito superiore affonda lo sguardo nell’Infinito, rivestendosi della gioia della conoscenza illimitata. Non svilite l’Infinito!” **

Il compito iniziale dell’uomo è quello di capire chi è, da dove viene e dove va e, per arrivarci, fa esperienza, vede, sente, tocca, ama, vive insomma, fino al momento in cui comprende la verità su quelle domande e aderisce al progetto Vita all’infinito, compiendo l’atto d’amore più grande che si possa concepire: manifestare l’Infinito nell’infinità del tempo e dello spazio, sempre praticando la legge cosmica dell’amore.

Bisogna imparare a comunicare con lo Spazio consapevoli che la parola comunicazione significa scambio, misura, condivisione, e di conseguenza indica una partecipazione che tende all’armonia e all’unità.

“Riflettete sul pensiero. Rendetevi conto di come sia vasto e gioite di quel laboratorio che, dalla cellula minerale all’Infinito, collega tutte le origini. L’onda magnetica, la scintilla elettrica ed il pensiero: questi tre viaggiatori accolgono chi avanza nell’Infinito.” ***

E’ importante, a questo punto, ricordare che gli esseri umani sono dotati di un corpo di energia, il corpo eterico, collegato col sistema nervoso dell’uomo fisico e che è parte del corpo eterico del Pianeta e, quindi, del Sistema Solare, che li collega, tramite correnti di forza, con tutte le altre espressioni della Vita divina, dalla più piccola alla più grande, perché l’Etere è alla base di tutto ciò che esiste.

La veritiera scienza della Comunicazione non può prescindere dal riconoscere l’importanza del corpo eterico come emittente e destinatario di percezioni, pensieri e idee che circolano nello Spazio e tutto ciò è anche alla base della solidarietà, della fraternità e della comunione: quando ci si sente visti per noi stessi, per la nostra unicità grazie a uno sguardo, che non ci attraversa come fossimo il nulla, ma che ci fa sentire vivi, perché accolti, ri-conosciuti e cercati per noi stessi.
La nostra capacità di riconoscerci e sceglierci è dovuta al fatto che ogni persona avverte in qualche modo, spesso solo confusamente, che esiste un’unione a prescindere, e che per sentirci vivi abbiamo bisogno di essere riconosciuti nell’essere, voluti e accettati.

Potrebbe essere questo il segreto del cuore, che scopriamo quando un’altra persona ci si avvicina, ci ri-conosce, nel senso che ci fa sperimentare la nostra unicità, il nostro valore e ci rende così possibile una nascita con una nuova consapevolezza, una scoperta di inaspettate possibilità e capacità.
Non siamo più un qualcuno ma cominciamo a esistere come parte cosciente del Tutto: giungere a questo stadio, non guardare solo in vista del proprio vantaggio, significa far posto a una condotta che non indebolisce, ma nutre lo spirito, perché rende possibile quel senso di intimo benessere e integrazione con quanto ci circonda, che prende il nome di meraviglia.

Provare meraviglia è ritrovare il rapporto originario con la Realtà: anche se solo per pochi istanti ci viene accordato di sentire e comprendere il senso del Tutto, del valore che ogni cosa, che ogni persona ha ed è………… resta il ricordo e l’intenso desiderio di provare nuovamente quell’emozione, quella profondità di sentire, pensare e agire senza intellettualismi, per aprire l’anima sino alla sue massime profondità

E, dentro di noi sembra prendere posto quella peculiare vibrazione che ci rende consapevoli d’essere vivi, immersi nel flusso vitale dell’Universo, come se in quel momento tutto avesse inizio, come se noi vivessimo una nuova nascita, come se la vita avesse ricevuto il dono di un nuovo debutto, così da poterla sentire pienamente nostra e ringraziare, assaporando la sensazione e la certezza di sentirsi riconciliati con il Creato e, anche se pur sempre fragili, sentirsi a casa nell’esistenza.

Oltre tutte le distinzioni inevitabilmente si perviene alla sintesi del cuore. Non occorre ripetere che il silenzio nasce dall’incontro di tutti i suoni. Imparate dunque a coordinare il cuore con il silenzio. Ma questo silenzio non è semplice vuoto; al contrario, esso soffonde lo spazio con la sintesi del pensiero. Come al cuore non occorrono parole per pregare, così a questo silenzio pregnante non occorrono formule. Il silenzio intenso presuppone grandi accumuli di pensiero e desideri benevolenti. Così il cuore, intento nel silenzio, carico di energia come una dinamo, batte il ritmo dell’Universo, e i desideri personali si trasmutano nella Volontà direttiva universale. In tal modo si collabora con i mondi lontani. ****

 

 

*Enzio Savoin, Scritti ineditii-Comunione, 2001
** Collana Agni Yoga-Agni Yoga ,pag.26/7-Ed.Cintamani
*** Collana Agni Yoga-Agni Yoga,pag.25-Ed.Cintamani
**** Collana Agni Yoga-Cuore,pag.14-Ed.Cintamani

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