La luce del segno di Leo, che illumina radiosa questo periodo del ciclo annuale, ci guida nel celebrare la posa del terzo dei quattro pilastri del Tempio della Nuova Cultura.
Come abbiamo visto nel primo dei due articoli inerenti le basi fondanti della Nuova Cultura, la costruzione di un “nuovo mondo” necessita di saldi pilastri atti a sostenere il Proposito che informa la costruzione stessa: la stella Regolo, cuore vibrante di Leo, Legislatore cosmico e flusso di fuoco cosmico che pervade le coscienze e ne “regola” l’attività o intelligenza creativa, sancisce e illumina questo momento, concentrando ed irradiando la forza del 1° e del 5° Raggio che promanano dal Segno e che disegnano il gioco cosmico tra l’Uno e il molteplice.
Il brano dell’Insegnamento: “Amici! Ponete quattro pietre a base delle vostre azioni: Primo: Venerazione per la Gerarchia. Secondo: Realizzazione dell’unità. Terza: Commensura. Quarta: Applicazione del canone: “Secondo il tuo Dio” (1) conduce ed ispira questi appuntamenti (2) scanditi, in quest’anno, dal passaggio del Sole al centro dei Segni zodiacali di Croce Fissa.
La forza irradiata da Leo ci sollecita una riflessione sui rapporti tra Uno e molteplice e in questa direzione l’Insegnamento ribadisce che per fondare le basi del tempio è necessario sapersi raffigurare “l’infinità dell’universo stellare. In verità, il Nostro Padre ha molte dimore; quale escludere? Ricordando il Canone, immaginate di uscire dal chiuso alla luce”. (3)
“Ciò che ora dirò e importantissimo. Il canone “Per il tuo Dio” è il più eccelso, è la base del Nuovo Mondo. Finora si diceva: “Il mio spirito si rallegra in Dio, mio Salvatore”. Ora direte: “Il mio spirito si rallegra in Dio, tuo Salvatore”. Dico solennemente che in ciò è la salvezza. “Viva il tuo Dio!” Così direte a tutti; e, scambiandovi gli Dei, andrete verso l’Uno. Là dove altrimenti si affonderebbe, si può andare sicuri, se non si nega. Là dove si potrebbe soffocare si passa indenni, dicendo: “Il tuo Dio”. Là dove si venera la materia terrena si può passare solo elevandola nel Cosmo. È indispensabile non essere attaccati alla Terra. (…) Trovate dunque il Dio di ciascuno, ed esaltateLo”. (4)
La tensione verso l’Uno si spoglia dunque dei residui aspetti separativi e parziali e convoglia tutto il suo “ardore” verso un’unica meta, l’Infinito. Nell’Infinito, campo assoluto di consapevolezza che abbraccia e sostiene ogni altro palpito d’essere, il “mio” e il “tuo” perdono di consistenza, il “piccolo” e il “grande” si annullano nella relazione luminosa tra Centri di diverso “potenziale energetico”, il “tempo” trascolora nell’eterno volgere di cicli che spiraleggiando riportano il “minore” al “maggiore”, gli “dei” si spogliano delle loro vesti colorate d’assoluto e divengono “gradini” di un’ascesa entusiasmante ed irresistibile verso l’Uno.
“Il torrente è uno solo, e innumerevoli le scintille. L’Universo è uno solo, ed infinite le forme”. (5)
Il molteplice, la molteplicità delle forme, è dunque l’espressione visibile della creatività insita nell’universo, una creatività che ha come sua fonte primaria la Luce che sgorga dall’Uno, dal Padre celeste. La relazione tra questi due poli, Uno e molteplice, poggia su Leggi cosmiche che garantiscono lo svolgersi ordinato e ciclico del processo evolutivo; nell’ambito dell’Umanità questa relazione prende anche la forma di Retti rapporti umani e prelude alla piena manifestazione di quell’Idea primaria, la Fratellanza, che il maestro Tibetano afferma l’essere l’Idea più importante per questo scorcio di ciclo. (6)
Eppure molti si chiedono: “Vale la pena di parlare dell’Infinito, se è irraggiungibile?”; e l’Insegnamento risponde “Ma esiste; e tutto ciò che è grande, anche se invisibile, costringe a pensare alle vie che vi adducono”. (7)
Eppure a volte non abbiamo risposte quando l’Insegnamento perentoriamente ci chiede: “Il tuo cuore teme o esulta, quando davanti a te si spalanca l’Infinito?”. (8)
“Quando si pensa all’infinito la mente di norma corre a figurarsi qualcosa di “infinitamente” grande, vasto e disteso. Ma si tratta di un primo accostamento, imperfetto e fuorviante. “Infinito” significa, semplicemente, “non-finito”, ossia senza limiti, senza confini, senza estensione. Ciò che è realmente infinito non è né grande né piccolo. Non ha dimensioni, dunque non ha forma. Tutto ciò che è infinito è a-formale, e tutto ciò che è a-formale è infinito. La coscienza per sua natura è infinita, come le idee e qualsiasi entità spirituale o immateriale. Anche lo spazio lo è; anzi, dire “spazio” è quasi come dire “infinito”. La vita e l’energia sono infinite, a qualsiasi livello. Se si segue questa traccia di pensiero si scopre che tutti i massimi valori sono infiniti, e che è infinito (senza limiti) il catalogo di quelle entità che ne condividono la natura. Al contrario, le forme, per quanto sembrino innumerevoli, sono un numero chiuso, per elevato che esso sia – e non potrebbe essere altrimenti: il finito spetta alle cose finite”. (9)
“Chiusi nella forma è impossibile accogliere l’Infinito. Ma esiste un congegno perfettamente elastico che consente di conoscerlo e assimilarlo per gradi: la coscienza, che può dilatarsi all’infinito, a prezzo di aumentare la tensione. E’ questa la sua vera funzione. E quando essa ha ingoiato per amore l’Infinito, non avendo più ragione di esistere, scompare”. (10)
Come si diceva nel precedente articolo è necessario saper “Commensurare la vita terrena con l’Infinito” (11) e questa commensura è in grado di ordinare le cose, di ridar senso alla vita, di spingere la coscienza verso le alture dello Spirito, verso i mondi lontani; Uno e molteplice, finito ed Infinito divengono elementi inseparabili di un processo eterno, divengono la chiave per comprendere l’evoluzione, divengono l’immagine dell’Essere e del divenire, figure del pulsare infuocato della Vita e del movimento eterno dell’Infinito.
E quel Sole, che incidiamo simbolicamente sulla pietra quadrangolare del Tempio, richiama l’onnipresenza del divino, lo splendore irradiante dell’Uno che volge a Sé ogni cellula del Suo “corpo” perché possa trionfare la gloria della Manifestazione, la potenza del Fuoco centrale che vibra e accende ogni particella vivente: “…tutto l’oceano dell’Infinito è in ogni seme”. (12)
Ogni Sole è il centro di un infinito e il centro dell’Infinito; ogni Sole (ogni coscienza, ogni cuore) apparentemente isolato nel suo campo d’azione nell’immensità del cosmo, è di fatto collegato ad ogni altro Sole (coscienza, cuore) che splende in cielo, in una catena infinita di Soli che incendiano lo Spazio, l’Infinito.
E ad agosto, alle nostre latitudini, verso la metà del mese avviene il sorgere eliaco di Sirio, ovvero la distribuzione attraverso il cerchio spaziale dell’orizzonte terrestre (Personalità) dell’energia combinata Sirio-Sole (Monade-Anima). L’influsso di Sirio, che presiede Leo da un punto di vista cosmico, distribuisce Amore cosmico: Sirio è il Sole dei Soli, il Magnete celeste, un Centro di luce ove si concentra e si distribuisce l’Infinito alle coscienze che sanno volgere gli occhi al cielo e costruire “la via per l’Infinito”. (13)
“L’essenza dell’attrazione esercitata dal Magnete sta nel costruire formule nuove. Esso pone in tensione quelle energie che non sono ancora unificate. Su questo processo di fusione si basa l’intera attività cosmica. Ovunque l’occhio si volga, la vita si edifica secondo questi processi. Sfere si formano attorno al seme dello spirito e al seme cosmico; e quest’ultimo costruisce le sfere. Così le energie cosmiche creano reciprocamente. Su quest’attività creativa posa l’Infinito.” (14)
Sostenuti dalla formula attuale dell’anno 5.5 “Il potere del Cristo sia la luce della Nuova Cultura” poniamo nello Spazio, ovvero nell’Infinito, una nuova pietra vivente del Tempio dell’Umanità Una:
“Quando lo spirito si protende verso l’Infinito, il senso di responsabilità acquista la stessa potenza espressa dai Creatori del Cosmo. Cominciate dalla responsabilità personale e tendete a quella universale. Essa procede per gradi, dal livello individuale al mentale, e poi su, a quello dell’evoluzione umana, alla preparazione di un avvenire migliore. Quando si avrà cura di perfezionare il pensiero, si potrà dire prossima l’ora della costruzione di un futuro migliore”. (15)
NOTE
- 1- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
- 2- L’anno in corso rappresenta (nella logica di un Lambdoma o matrice armonica e numerica organizzata secondo un modello settenario) il culmine del Quinto Settennio ed è animato dal grande sogno di porre i principi di una Nuova Cultura e una Nuova Civiltà attraverso la semina, peraltro già avviata da tempo, di “semi” energetici che andranno a germinare in tempi, luoghi e modi sconosciuti ma adeguati alla futura svolta evolutiva. Il Quinto Settennio (in una matrice sistemica, o tavola del Piano, che comprende 7 Settenni) si è aperto col Solstizio di dicembre del 2014, dando nel contempo avvio all’anno 5.1 che ha visto i Misteri quali centro propulsivo della cultura umana. Col Solstizio di dicembre 2015 si è avviato l’anno 5.2 dedicato alla costruzione soggettiva de L’Istituto del Cuore, organo primario per diramare in ogni coscienza la luce della Nuova Cultura. Il Solstizio di dicembre 2016 ha aperto le porte all’anno sistemico 5.3, dedicato alla Semina dei principi della Nuova Cultura, mente l’anno 5.4 si è aperto al Solstizio di dicembre 2017 avviando congiuntamente la riflessione e il lavoro soggettivo in merito alle nuove basi della cultura umana e alla potenza creatrice del pensiero. Il Solstizio di dicembre 2018 ha dato avvio all’anno 5.5 dedicato proprio alla Nuova Cultura e Civiltà, posta quale Quinta Meta centrale di un Piano a 49 mete per l’avanzata evolutiva e cosciente dell’umanità e del pianeta nell’attuale terzo millennio. Il testo “Le Mete Lontane” che presenta la Tavola del Piano è pubblicato a cura della Casa Editrice Nuova Era, nella Collana Semi di nuova cultura.
- 3- Collana Agni Yoga, Foglie del giardino di Morya, Illuminazione 235
- 4- Ibidem 211
- 5- Collana Agni Yoga, Infinito I 71
- 6- Vedi: Alice A. Bailey, L’illusione quale problema mondiale, ed. Nuova era, par. ing. 133-135
- 7- Collana Agni Yoga, Infinito I, Introduzione
- 8- Collana Agni Yoga, Comunità 275
- 9- Enzio Savoini, Commenti a Infinito, Parte I, Nuova era, 2003, Premessa
- 10- Ibidem, p. 33
- 11- Collana Agni Yoga, Aum 284
- 12- Collana Agni Yoga, Infinito II 1
- 13- Ibidem § 147
- 14- Ibidem, § 45
- 15- Collana Agni Yoga, Infinito I 73