L’Idea di Comunione

Il termine Comunione, sebbene venga utilizzato frequentemente nel parlare comune, merita di essere esplorato oltre la sua apparente immediatezza.

Comunione – dal lat. communio-onis, der. di communis «comune» – l’esser comune a più persone, comunanza, rapporto che si stabilisce tra più persone attraverso un vincolo spirituale che le unisce. (Treccani).

Oltre a beni materiali, “si condividono anche sentimenti, ideali, fedi, opinioni, formando gruppi e società tenuti assieme da qualche elemento psichico, religioso o mentale” – come ben espone in scritti inediti E. Savoini, aggiungendo che “gli uomini, nondimeno, hanno molto in comune, senza darsene ragione: condividono, ad esempio, l’umanità, e sono liberi utenti del Cielo, con tutte le sue stelle. Hanno, soprattutto, in comune la Vita. Non così l’esistenza, che sovente si tolgono l’un l’altro, per le più varie ragioni. L’esistenza, a differenza della Vita, è un ciclo esteriore che non si può mettere in comune, è personale, e non si può spartire.

Queste prime riflessioni mettono in chiaro che le ‘comunioni’ oggettive sono spurie, mentre le più elevate, come il Cielo e l’aria che si respira, in verità non interessano alcuno. La ‘comunione dei santi’, di cui parlano certi teologi, vale solo per chi è allineato con una data fede, e dunque comune non è. Il sacramento cristiano dell’eucarestia, proclamato come atto di comunione, è riservato a chi è in regola con certe norme, quindi è condizionato e separato, e insomma non è in comune.”

Un altro presidio culturale quale dovrebbe essere l’Istituzione Massonica, ha tra le sue definizioni quella di comunione iniziatica; come per altri simboli che questa tradizione annovera, anche questo costituisce un modello a cui ispirarsi e nei confronti del quale s’impegnano tutti i suoi appartenenti. Nell’ambito massonico è comunque un valore lontano dall’essere pienamente riconosciuto nel suo significato, se si pensa che le sue gerarchie ammettono l’idea di tante “comunioni” quante sono le “obbedienze” (usando i due termini come sinonimi), anche all’interno di una stessa nazione. Anche in questo caso l’uso del termine Comunione è parziale ed esclusivo anziché inclusivo come suggerisce la sua etimologia.

“Si vede, sin dalle prime battute, che il tema non è dei più facili, nonostante l’apparenza. Trovare qualcosa che sia realmente comune a tutte le creature è un’ardua e incerta impresa, e le comunioni ristrette, ossia aperte a pochi, che comunioni sono?

Una comunità, di qualsiasi genere, religiosa o laica, non può sussistere senza un suo ordinamento. D’altro canto, la comunione non sopporta limiti o restrizioni, che l’annullerebbero. Il dissidio pare inconciliabile: regole, o no? Libertà, o no? Il contrasto tende a un’unica soluzione possibile: le varie comunità devono costituirne una sola, aperta e libera, altrimenti non sono una Comunione.

Si direbbe che gli uomini non sono ancora maturi per un simile progresso, e difatti neppure ci pensano. Giocherellano con varie istituzioni, sovente dai nomi altisonanti, ma il problema rimane irrisolto. Non hanno volontà di venirne a capo.”

“È facile parlare di Comunione libera e aperta a tutti; realizzarla è un’altra questione. Il filo di questi pensieri porta a riconoscere una proprietà della Comunione che esteriormente non si nota: l’ordinamento, certamente necessario, pare una forza che esclude, anziché accomunare, e che frantuma la libertà. Eppure deve esistere perché la Comunione abbia senso.

La proprietà semi segreta cui si allude sta in questo: la Comunione auto espelle chi non pone tutto in comune. È una regola unica, come la Comunione stessa. Non si tratta di un’imposizione. È una legge universale, cosmicamente giusta. Non richiede un collegio di probiviri, o tribunali: è implicita nell’Idea di Comunione. È una realtà interna, non proclamata. È la constatazione di una verità.

Per questa ragione nel Cosmo non siedono Giudici, non si promulgano codici, non si emettono leggi, eppure tutto vi è ordinato, e persino il disordine vi ha un suo posto.” (E. Savoini, scritti inediti).

 

Il termine comunione, si è detto, esprime il rapporto che si stabilisce tra più persone attraverso un vincolo spirituale che le unisce. La potenza di questo termine esprime contemporaneamente sia una direzione, l’unione, che un rapporto tra chi vi partecipa orientandosi a quella meta.

Come questo rapporto debba trovare espressione, è in essenza quell’arte di vivere, che conduce gl’individui a diventare canali perfetti per la vita dello spirito, arte che i Grandi Pensatori dell’umanità hanno mostrato con l’esempio e tramandato con precetti religiosi e filosofici in ogni tempo. Un Sapere che basa sui giusti rapporti umani e che mira al Bene Comune come obiettivo primario. Tutto l’insegnamento spirituale è finalizzato a ben orientare l’individuo (prima) e i gruppi (poi), alla meta progressiva dell’Iniziazione.

 

“Iniziazione è il coraggio di accostarsi all’Immagine della Luce senza paura di guardarLa. Ci vogliono coraggio e molta abnegazione per unirsi alla Luce, e in ciò sta la grande conquista iniziatica.” – (Sovramundano 1 § 232, Collana Agni Yoga)

“La corrente della Comunione crea una scala mirabile fino alle più eccelse manifestazioni del Creatore – la scala dello Spirito.” – (Illuminazione § 52, Collana Agni Yoga)

 

Questa Luce, sul sentiero del Ritorno, come spesso è chiamato il sentiero evolutivo, si conquista per gradi, ognuno dei quali risponde ad un’espansione coscienziale maggiore; la capacità inclusiva si fa più ampia come l’orizzonte di chi sale in mongolfiera, ma per salire è necessario rendersi più leggeri della gravità terrestre. Un bel simbolo a ricordo dell’essenzialità.

Si comprende allora che la Comunione spirituale è uno stato di coscienza, pronto ad accogliere chi l’accoglie; è la risposta alla sintonizzazione del cuore, che come per una emittente radio, quando avviene, consente di coglierne limpidamente il segnale e mantenerlo tale, finché l’allineamento è sostenuto; un “segnale” già in onda e presente nell’etere prima del nostro riconoscimento.

Laddove sia presente concordanza spirituale, la Comunione si rivela.

“La concordia delle azioni è già una vera unione. In futuro, sarà l’unione cosmica a dirigere tutte le forze creative; su questo principio poggerà il nuovo mondo. L’armonia tra nuovi pianeti sta a garantire il futuro.*

Questo principio base della struttura sarà anche il principio dell’intera attività creativa. La concordanza spirituale sarà espressa in qualsiasi campo dell’esistenza. Quando i mondi lontani prenderanno a vivere, i massimi principi universali troveranno applicazione. Anche in Terra si può trovare un sia pur debole accordo di affinità e impegnare tutte le forze verso risultati di successo. La concordanza spirituale provvede l’armonia necessaria. Essa, che è la madre dell’attività creatrice, è indispensabile quanto lo è l’affinità tra gli elementi. Grande legge dell’Universo, la concordanza spirituale!” – (Infinito I § 93)

Si comprende allora perché la Comunione spirituale sia la vera espressione della preghiera.

“Considerate le ore di Comunione come preghiera, come abbandono di tutto ciò che è malvagio e distruttivo. Se il pensiero non contraddice il bene, le Porte della Benevolenza sono aperte – e questa è la più salubre igiene del cuore.” – (Cuore § 90, Collana Agni Yoga)

“È bene avanzare ad ogni costo: ognuno ha la sua via. È bene disporre l’organismo a ricevere l’Insegnamento del Maestro. Il Nostro Raggio agisce di continuo, ma la concentrazione dello spirito è necessaria. È bene ricercare le Indicazioni del Maestro fra le varie manifestazioni della vita. È bene saper pregare. La preghiera, ossia la comunione spirituale, è l’espressione suprema; ma sono indispensabili purezza di mente e forza di spirito ...” – (Illuminazione § 237, Collana Agni Yoga)

 

La Comunione è la risposta alla religiosità degli uomini, quell’attitudine a cogliere il legame con il divino, perseguendo il principio supremo di Unità, verso il quale il gruppo umano tende, come “meta di tutte le coscienze”.

“Donde venne l’ondata che sommerse la coscienza, oscurandola? “Religare”, si diceva anche in antico. Il principio di causa ed effetto, cioè la legge di concatenazione dell’Universo, vale anche per lo stesso legame con l’Infinito. L’umanità è connessa al Cosmo da vincoli inscindibili. Non è difficile individuare quel punto immutabile dove tutte le cose si incrociano, dove gli accumuli terrestri si congiungono agli strati delle sfere superiori. Per volere del Cosmo tutte le cose mutuamente si attraggono. Tutto tende a una creazione reciproca.
All’umanità è concesso “religare” in forma di religione unificante, per il progresso della comunità, per l’ammissione della Fonte prima che contiene tutti i principi dell’Essere e crea tutte le sostanze per il suo bene.
La concatenazione universale di tutte le sfere superiori dovrebbe essere intesa dalla coscienza come un’ancora di salvezza, mentre si gettano basi migliori per il futuro.” – (Infinito 1 § 23, Collana Agni Yoga)

 

A ben vedere la stessa direzione è espressa dal termine Universo, quel ritorno all’Uno, che la Comunione custodisce come meta per il gruppo umano e fondamento della nuova religione mondiale.


* Questo articolo viene pubblicato in corrispondenza della congiunzione eliocentrica tra Venere e Nettuno: la Comunione intelligente e amorevole. Per l’Insegnamento esoterico, Venere e Nettuno sono rispettivamente i Principi e gli Esseri solari di 5° e 6° Raggio preposti alla Costruzione della Forma tramite la Mente mossa dall’Amore e alla riunificazione dei molti nel nome dell’uno, il ritorno all’essenza comune.

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3 risposte a L’Idea di Comunione

  1. Il criterio decisivo per valutare la vita nei suoi aspetti più alti è l’aumento della qualità della relazione, cioè l’aumento dell’unità con gli altri (comunione) , con se stessi (unificazione interiore) e con Dio (santità). Tutto ciò che aumenta l’unità e la comunione è gradita a Dio perchè si produce la sua logica, e lo si può dire simbolico nel senso etimologico del greco sym-ballo (mettersi insieme, unire). Tutto ciò che diminuisce l’unità e la comunione e aumenta la dispersione è sgradita a Dio perchè contrasta con la sua logica, e lo si può dire dia-bolico nel senso etimologico del greco dia-ballo (dividere, disunire). L’amore è la forma più alta di unione, unione come comunione, e per questo è la forma più alta dell’essere.

  2. Gabriela dice:

    Realizzare la comunione sta’ diventando la nostra urgenza più evidente. L’umanità la sta’ evocando attraverso molteplici strade.In un momento dove le connessioni ci fanno vedere ciò che accade sulla nostra terra, dilaniata da conflitti, che tutto rivela, fuorché la comunione,riusciamo , se prestiamo attenzione ad intravvedere, quanta energia si sta’muovendo per la sua realizzazione. Certamente vero, come è scritto nell’articolo che la comunione è “arte di vivere”, è sostanzialmente “uno stato di coscienza”. Di fronte a questa assunzione di significato, viene spontaneo ricordare all ‘osservatore, quante siano le strade e le risorse che portano, lentamente ed inesorabilmente alla realizzazione della concordanza. Basti pensare alle recenti ricerche e scoperte scientifiche sul D.N.A. umano. Ora anche i più separatisti, possono sapere che noi possiamo avere fratelli genetici in tutte le parti del mondo, in tutte le razze, in tutte le etnie.La cultura in senso lato, non è più ristretta a pochi privilegiati.Tutti possono comprendere e riconoscere la grande danza dell interconnessione. La fisica viene spiegata e divulgata in modo semplice. Partendo quindi dal basso, possiamo riscontrare tanti risvegli, indotti dalle evidenze fisiche. Nel mondo ormai tutto è web, rete, connessione. Le scoperte, le ricerche, sono frutto di collaborazioni, di lavori di gruppo. Stiamo imparando a poco a poco,in modo empirico, che la comunione, la concordanza, ci porta a dei magnifici effetti. Da tempo si pensa che la nuova religione, sarà in grado di “relighare”, come espresso, in modo nuovo. Mi piace pensare che la religione diventerà scientifica e la scienza diventerà religiosa. Ma questo,non sta’ già accadendo?.

  3. Bianca V. dice:

    Grazie Adriano per aver focalizzato la nostra attenzione su un punto così essenziale della Nuova Era, per l’ avvento della quale noi tutti lavoriamo.

    La “Comunione fraterna” che intendiamo concretizzare nel nostro mondo comporta:

    – esperienza quotidiana di amorevolezza, che sostituisce la cooperazione alla competizione e che dona gioiosamente agli altri attenzione, tempo e denaro, considerati beni “da condividere”;

    – cultura di alti contenuti, al servizio dell’Uomo e della Vita, che sente profondamente l’impegno a favorire l’evoluzione delle coscienze attraverso l’ispirazione al Bello e al Vero;

    – vigilanza sulla purezza d’intenti delle proprie azioni, che comprende lo svelamento delle motivazioni egoistiche meno esplicite. Ciò può avvenire attraverso l’analisi spregiudicata dei propri pensieri e comportamenti così da poter lentamente controllarli per poi modificarli, raffinandoli; a tale analisi si accompagnerà l’osservazione attenta ma priva di malevolenza di atteggiamenti altrui;

    – Pace e Con-cordia (da cum corde: armonia dei cuori), intese come costante tensione a favorire la Vita con pensieri e azioni di servizio.
    Siamo tutti custodi delle creature dei regni di Natura e “garanti” dei loro percorsi evolutivi.

    Che Comunione, Condivisione e Cooperazione ispirino le nostre Menti, irradino i nostri Cuori e guidino le nostre Mani nel cammino terreno.

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