In questo momento magico del ciclo annuale, ove fine e inizio coincidono, è il Proposito ad emettere ancora una volta il primo suono, che ribadisce e via via definisce l’appello originario che anima queste pagine e che, al suo livello, così come fa il Suono sublime che sta all’inizio del creato, mette in moto il ciclo della manifestazione, precipitando l’essere nel divenire e viceversa.
All’inizio dell’anno appena trascorso abbiamo traguardato una data abbastanza vicina e ritenuta particolarmente significativa, il 2025 (vedi: Rinnovare il Proposito), come possibile scadenza entro la quale, intensificando i nostri sforzi, poter ragionevolmente pensare di essere in grado di porre le prime basi di una cooperazione acquariana, e quindi coordinata, atta a costituire una comunità umana coralmente invocante ed evocante energie idonee a costruire forme pensiero fondanti per la nuova Cultura/Civiltà che deve instaurarsi sulla Terra e di cui già si scorgono i prodromi. Abbiamo poi chiuso il ciclo annuale visualizzando il Modello del Proposito, cui conformare la nostra azione in tal senso.
Oggi possiamo affermare che questa collaborazione, ordinata sul canone dello sviluppo numerico e sonoro, comincia ad attrarre sensibilità affini. Si stanno tracciando sul piano sottile le prime connessioni luminose, ancora fragili, e quindi da custodire con cura ed alimentare nel cuore comune. La risposta per ora emerge in particolare nel nostro Paese, l’Italia, perché è qui che è stato recepito e formalizzato quel Modello sul quale può dispiegarsi un frammento del Piano gerarchico per l’umanità ed è da qui che si diffonderà, soprattutto per vie interiori, nel mondo. D’altra parte l’Italia, secondo l’Insegnamento del Maestro Tibetano, ha il compito di incidere i sentieri, cosa che nei cicli ha sempre fatto, almeno in certi campi, a partire da quando, ai tempi dell’impero romano, furono tracciate le vie (ed i ponti) per fare di diversi popoli una comunità ordinata, regolata da un impianto legislativo sul quale ancora oggi fonda il diritto moderno.
Poiché il modello su cui si basa la nostra proposta di cooperazione è settenario, in quanto ripete il modo in cui la Vita si squaderna nella forma, anche le fasi di attuazione del Piano che dal Proposito discende seguono tale ritmo, contando per sette. Quest’anno, il ventinovesimo di un ciclo maggiore, gerarchico, di 49 anni, è quindi il primo del quinto settennio, governato perciò dalla quinta energia creativa, l’energia della scienza e della conoscenza, della mente e dell’analisi, della costruzione delle forme pensiero e delle attività manifeste.
Se dunque finora è stato seminato interiormente il terreno affinché il pensiero di unire in un progetto condiviso le energie e le forze di tutti coloro che lavorano per il Bene comune divenisse non solo accettabile ma necessario, ora cominciamo a scorgere i primi germogli che stanno spuntando qua e là, sempre più numerosi, da quei semi.
Il nostro Proposito iniziale dunque, che resta saldo al centro per ottemperare alla sua funzione di governatore del Campo, si dirama ora in sfaccettature di colori e di intenti che lo sollecitano e lo accendono ritmicamente. Il centro è il posto del fuoco, è il luogo in cui si va a fuoco; è acceso dalle energie che ad esso convergono e che lo attraversano; è il punto ove confluiscono tutti i fili del Bene comune: qui si compie il massimo sacrificio e si conquista la massima libertà, qui si attuano i processi di fusione e di trasmutazione. Esso inoltre è un Magnete, che trae a sé ed orienta i simili.
Idealmente ci collochiamo quindi tutti interiormente in questo centro dal quale si compie quel grande Gioco che prevede una partecipazione corale alla costruzione del futuro – e che ci impegna strenuamente nel presente – a cui ciascuno può prender parte incarnando un preciso tassello del Piano evolutivo umano, tratto ed intuito dagli Insegnamenti.
Da questa posizione, affermiamo dunque il Proposito di questo ciclo annuale: mirare alla costruzione di un primo prototipo di umanità orientata in modo univoco, consapevole, condiviso e coordinato nella libera azione di servizio individuale e di gruppo.
Apriamo allora le porte del cuore, impegnandoci a sostenere il tentativo, magari ingenuo ma potente, di far crescere, con un’azione congiunta, ordinata e portata essenzialmente a livello sottile e causante, i germi viventi della nuova Cultura in seno all’Umanità.
“Nella sera sacra del massimo Giorno santo, nel nome del Simbolo universale, vi dico: Siete ammessi a costruire il nuovo Mondo.
Vi dico: Rafforzate gli occhi, che non v’accechi quando per un attimo solleverò un lembo del velo sul futuro […]”
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Centro, Fuoco sacro iniziatico: è la rinascita.
Il mondo non può restare neppure un istante senza quella Fiamma, che per sua natura è continua e senza tempo.
Marilù T.