Un Campo è un’entità vivente?

La parola campo evoca immediatamente in noi l’immagine di un appezzamento di terreno destinato ad una coltura particolare, ovvero di una porzione di spazio qualificata.

Il Campo quindi non può sussistere in assenza di un Proposito: ne è l’evidenza e la sostanza.

Usando il pensiero analogico, possiamo supporre allora che quell’Entità sublime che è lo Spazio, per sua natura indifferenziato, la Vergine Madre, l’Origine femminile, accogliendo in sé il seme del Proposito divino, la Vita, ne assecondi l’intento, e ne venga qualificata, ponendosi così quale Campo, ove il seme igneo viene nutrito e può crescere e fruttificare.

Il rapporto fra Vita e Spazio è la Coscienza, che illumina l’Infinito e porta il seme del Proposito nei diversi livelli della Sostanza.

Il Campo spaziale può essere quindi configurato come una sfera che tiene in sé infinite altre sfere, ciascuna delle quali è vitalizzata da un “frammento” del Proposito divino, che viene nutrito con la divina energia dell’Amore.

Se accettiamo tale ipotesi, è evidente che il Campo spaziale, fecondato da un seme di potenza infinita, e qualificato dal Proposito, non può che essere a sua volta infinito, vivo e cosciente, così come tutto ciò che ospita.

L’universo manifesto ne è l’apparenza fenomenica.

I semi sparsi nel campo sono diversi ad ogni seminagione, poiché carichi di tutta l’esperienza precedente; inoltre, l’agricoltore ne immette ciclicamente di nuovi, che produrranno frutti di altro genere, necessari per adempiere il suo scopo.

Ugualmente, tutte le cose dell’universo sono sempre nuove, ed in grandi cicli che per noi sono eternità, la natura intrinseca del Campo cambia, e di conseguenza variano le forme in esso ospitate.

A noi uomini, che siamo in grado di comprendere la natura del Campo nel quale siamo immersi, è data la responsabilità di vivere ed agire all’interno di esso accogliendo il Proposito che le Coscienze cosmiche, solari e planetarie trasmettono di livello in livello e che è scritto nella volta celeste. Dobbiamo dunque imparare a leggere, per potere poi tracciare a nostra volta segni nello Spazio, a beneficio delle coscienze minori.

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