Cuore

Glossario – Cuore

 

Etimo secondo TPS

 

Dal latino cor (caso genitivo: cordis) cuore. Secondo la maggioranza dei linguisti, la radice indoeuropea di riferimento sarebbe *KERD-, che esprime l’idea della vibrazione. Si citano le espressioni per “cuore” in varie lingue: sanscrito hd; greco kardia, e kradao significa “vibrare”; inglese heart; irlandese cride; tedesco herz; russo serdze; francese coeur.

Si noti il significato originario pregnante di alcuni termini italiani derivati: incoraggiare, “dare impulsi”; scorare, “mettere fuori fase”; ricordare, “richiamare al cuore”; concordare, “ vibrare insieme”.

Secondo F. Rendich, la radice indoeuropea originaria sarebbe “hd”, la quale esprimerebbe la seguente idea: “che porta” [h] “energia” [d], “cuore” (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo-Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. 521).

 

Il Cuore è il centro pulsante della Vita

 

Nel Lambdoma Vita la definizione è: Il Cuore è il centro pulsante della Vita (2.4)


Treccani

 

cuòre (pop. e poet. còre) s. m. [lat. cŏr]. –

1. a. Organo muscolare, cavo, che costituisce il centro motore dell’apparato circolatorio, situato, nell’uomo, tra i due polmoni, sopra al diaframma, davanti alla colonna vertebrale, dietro lo sterno. Ha forma approssimativamente conica, con apice (detto mucrone) rivolto in avanti, in basso e a sinistra, ed è costituito da quattro cavità, due atrî (o orecchiette) e due ventricoli; ogni atrio comunica col rispettivo ventricolo mediante un orifizio atrioventricolare, fornito di un apparato valvolare disposto in modo tale da permettere il passaggio del sangue dagli atrî ai ventricoli (e non viceversa); questi ultimi sono in comunicazione a sinistra con l’aorta, a destra con l’arteria polmonare. L’azione del cuore per la circolazione del sangue (ciclo cardiaco) si svolge attraverso tre fasi: la presistole, in cui si ha una sincrona contrazione degli atrî, coincidente in parte con la dilatazione (diastole) dei ventricoli, la quale esercita così un’azione aspirativa sul sistema venoso; la sistole, che è la fase preminente, in cui i ventricoli si contraggono simultaneamente, spingendo il sangue nelle rispettive arterie, aorta e polmonare, mentre inizia la diastole degli atrî; e, infine, la perisistole, in cui si ha il riposo completo di tutto l’organo. Locuzioni: i palpiti, le pulsazioni del c.; il sangue affluisce al c.; senti come mi batte forte il c. (e in senso tra proprio e fig.: mi batteva il c., il c. mi batteva forte, per qualche emozione); il c. ha cessato di battere; avere il c. sano, forte, malato; soffrire di cuore. Nel linguaggio clinico, c. destro, c. sinistro, la metà destra e, rispettivamente, la metà sinistra del cuore, cioè l’insieme dell’atrio e del ventricolo di destra e, rispettivamente, di sinistra. In patologia, c. polmonare acuto, quadro clinico grave determinato dall’improvvisa occlusione per embolia dell’arteria polmonare; c. polmonare cronico, condizione morbosa caratterizzata da insufficienza cardiaca cronica susseguente a lunghe malattie dell’apparato respiratorio.

1.c. estens. La parte del petto dove sta il cuore: si portò la mano al c.; stringersi, serrarsi al c. qualcuno.

3. fig. Dall’antichissima credenza popolare che il cuore fosse il centro della vita spirituale e affettiva dell’uomo, si è formata ed è rimasta nel linguaggio com. una serie ricchissima di locuz. e frasi fig., nelle quali il cuore è inteso come la sede dei varî moti dell’animo.

3.a. Come sede della sensibilità, dei sentimenti: avere il c. tenero, sensibile, ardente, compassionevole, generoso, duro, insensibile, feroce, crudele, ecc.; c. di pietra, di sasso, di macigno, di ghiaccio, inflessibile, spietato; c. di tigre, di belva, crudele; uomo di c., di buon c., buono, caritatevole; persona senza c., cattiva, crudele; avere c., essere buono, pietoso; avere il c. lieto, essere allegro; avere il c. triste, essere afflitto; toccare il c., impietosire; spezzare, strappare il c., commuovere intimamente, straziare; sentirsi schiantare il c., essere afferrato da un’acuta sofferenza, da un sentimento di profonda pena; avere una spina nel c., una grave preoccupazione; mangiarsi, rodersi il c., tormentarsi; sentire un tuffo al c., una forte e improvvisa emozione; stare col c. in pena, stare in ansia; occhio non vede, c. non duole (prov. che si usa ripetere soprattutto a proposito di avventure e relazioni extraconiugali, o sim.); Era già l’ora che volge il desio Ai navicanti e ’ntenerisce il core (Dante).

3.b. L’intimità stessa del pensiero e del sentimento: aprire il c.; parlare col c., col c. in mano, sinceramente; fare una cosa col c., con tutto il c., molto di buon grado, generosamente; tenere in c., nascondere; sgorgare, venire dal c., dall’intimo; arrivare, scendere al c., nell’intimo; ascoltare la voce del c.; il cuor mi dice che ci rivedremo presto (Manzoni); avere il c. sulle labbra, essere aperto, sincero; con abbondanza di c., con ispirazione e sentimento; gioire, piangere in cuor proprio; Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca (Dante); Né più nel cor mi parlerà lo spirto Delle vergini Muse e dell’amore (Foscolo); i grandi pensamenti nascono dal c., e dal c. nascono eziandio i grandi errori (Manzoni). Come sinon. poet. di affetto, sentimento, anche al plur.: Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia! (Leopardi).

3.c. Come sede dell’affetto, dell’amore: affari di c., pene di c.; l’amico del c., la donna del c., i preferiti, i più amati; prov., il c. non invecchia mai; prov., lontano dagli occhi, lontano dal cuore. L’amore stesso: il c. di un padre, di una madre; dare, donare il c.; rubare il c. a qualcuno, farlo innamorare; guadagnare il c. di qualcuno, cattivarsene la simpatia, l’affetto; come formula affettiva: cuor mio! Con sign. e uso particolare, Sacro Cuore, il Cuore di Gesù e il Cuore di Maria, simboli del loro amore per l’umanità e oggetto di speciale culto nella Chiesa cattolica: la festa del Sacro Cuore (di Gesù, il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini; di Maria, il giorno successivo); la chiesa del Sacro Cuore.

3.d. Come sede del desiderio, della volontà: avere a c., desiderare; prendersi a c. una cosa, prendersene cura; essere, stare a c., premere, interessare; avere in c. di fare una cosa, averne l’intenzione. Come locuz. avv., di cuore, volentieri: accettare di c.; Oh di che cuor con voi mi restereiGuardando io rispondevaoh di che cuore! (Carducci); anche con altre accezioni: ridere di c., di gusto; offrire di c., con spontaneità; ringraziare di tutto c., con sentimento di viva riconoscenza.

3.e. Come sede del sentimento morale, della coscienza: semplicità di c.; mettersi il c. in pace, rassegnarsi; Iddio gli ha toccato il c., gli ha fatto sentire la propria voce, l’ha fatto pentire dei suoi peccati.

3.f. Come sede della forza d’animo (quindi spesso sinon. di coraggio, o per significare ardimento, fierezza): prendere c., fare c., farsi c.; perdersi di c.; mi manca il c.; avere (il) c. di fare una cosa; se ti dà il c. di farlo, se ne senti il coraggio; non mi dà, non mi basta, non mi regge il c., non ho il coraggio, non mi sento la forza; né dielle il core Di sprezzar la dimanda, e il mesto addio Rinacerbir col niego (Leopardi); sentirsi allargare il c., aprire l’animo alla speranza, rincorarsi, riprendere animo; in alto i cuori!, esortazione alla fiducia, alla fermezza, alla volontà e certezza di riuscita o di vittoria (per il sign. proprio e originario dell’espressione, come formula liturgica, v. sursum corda). In particolari espressioni: avere o essere un c. di leone, essere coraggioso; avere o essere un cuor di coniglio, di pecora, di pulcino, essere pauroso; don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (Manzoni); e in funzione attributiva, come epiteto: Riccardo Cuor di Leone, Riccardo I re d’Inghilterra (1157-1199).

3.g. Nel linguaggio sport., per indicare dedizione assoluta, entusiasmo, volontà tenace e sim.: la squadra ha vinto per il suo gran c.; il nostro campione ha corso oggi con grande cuore.

3.h. In contrapposizione generica alla ragione, cioè al giudizio realistico delle cose: farsi guidare dal c. più che dalla ragione (o dalla ragione più che dal c.); il c. ha le sue ragioni che la ragione non conosce (traduz. di una celebre frase di Pascal).

4. Per analogia, il centro, il mezzo di qualche cosa: il c. della città; nel c. della notte, dell’inverno, dell’estate; il c. del carciofo, della lattuga.

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Cuore (Bibbia)

Nella Bibbia, il termine tradotto con cuore [לֵבָב (lebab), καρδία (cardia)] rappresenta in primo luogo il muscolo costituente parte dell’apparato circolatorio come pure, per estensione, tutte quelle esperienze che influiscono sul corpo o ne sono influite. Soprattutto nell’Antico Testamento, sentimenti come paura, amore, coraggio, ira, gioia, affanno. odio ecc. sono attribuite al cuore.

«”Tu m’hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano” (Salmi 4:7); “…altrimenti il vendicatore del sangue, mentre l’ira gli arde in cuore, potrebbe seguire l’omicida e, se questi deve andare troppo lontano, raggiungerlo e colpirlo a morte, mentre non era passibile di morte, perché non aveva prima odiato il compagno” (Deuteronomio 19:6); “Ma la mattina, quando gli fu passata l’ubriachezza, la moglie raccontò a Nabal queste cose; allora gli si freddò il cuore ed egli rimase come di pietra” (1 Samuele 25:37); “Fino a quando avrò l’ansia nell’anima e l’affanno nel cuore tutto il giorno? Fino a quando s’innalzerà il nemico su di me?” (Salmi 13:2).»

Per questo motivo “cuore” giunge a rappresentare l’essere umano, la persona stessa.

«”Allora sua moglie Gezabele gli disse: «Tu ora eserciti il regno su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna di Nabot di Izreèl!»” (1 Re 21:7 CEI). “Non dovrà neppure avere molte mogli, affinché non perverta il suo cuore; neppure dovrà avere grande quantità d’argento e d’oro” (Deuteronomio 17:17); “Tu dicevi in cuor tuo: «Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione” (Isaia 14:13).»

Cuore ed anima

Secondo la Bibbia, il cuore è il centro non solo dell’attività spirituale, ma di tutte le operazioni della vita umana. “Cuore” ed “anima” sono spesso usati in modo interscambiabile, ma non ne è generalmente il caso.

«”Tu amerai dunque il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze … Oggi, il SIGNORE, il tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste prescrizioni; osservale dunque, mettile in pratica con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua” (Deuteronomio 6:5; 26:16); Cfr. “Gesù gli disse: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37); “Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. Il secondo è questo: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è nessun altro comandamento maggiore di questi». Lo scriba gli disse: «Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro; e che amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto, con tutta la forza, e amare il prossimo come se stesso, è molto più di tutti gli olocausti e i sacrifici»” (Marco 12:30-33).»

In questo senso “cuore” non è mai attribuito ad animali, mentre “anima” talvolta lo è.

«”Poiché la vita [נֶ֣פֶשׁ (nephesh, anima)] della carne è nel sangue” (Levitico 17:11); “Tutto quello che era sulla terra asciutta e aveva alito di vita [(ruach, “spirito”)] nelle sue narici, morì” (Genesi 7:22)».

Sede della vita morale e spirituale

Il cuore è la “sede della vita” di un essere umano, il suo “centro di controllo”. Il “cuore”, infatti, determina l’impostazione di fondo della vita morale e spirituale di una persona. Il cuore di una persona può essere saggio e intelligente, puro, integro, onesto e buono.

«”Ecco, io faccio come tu hai detto; e ti do un cuore saggio e intelligente: nessuno è stato simile a te nel passato, e nessuno sarà simile a te in futuro” (1 Re 3:12). “L’uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l’animo a vanità” (Salmo 24:4); “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Matteo 5:8); “Egli non mi ha forse detto: “È mia sorella?” Anche lei ha detto: “Egli è mio fratello”. Io ho fatto questo nella integrità del mio cuore e con mani innocenti». Dio gli disse nel sogno: «Anch’io so che tu hai fatto questo nella integrità del tuo cuore: ti ho quindi preservato dal peccare contro di me; perciò non ti ho permesso di toccarla” (Genesi 20:5-6); “Poiché, ecco, gli empi tendono l’arco, aggiustano le loro frecce sulla corda per tirarle nell’oscurità, contro i retti di cuore … Ed egli si curò di loro con un cuore integro e li guidò con mano sapiente” (Salmi 11:2; 78:72); “E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e portano frutto con perseveranza” (Luca 8:15). In questi come in altri brani, il termine “anima” non può sostituirsi a “cuore”».

La coscienza

Il cuore è pure la sede della coscienza, là dove Dio ha impresso la sua legge morale, la consapevolezza di sé stessi.

«”Ho preso a difendere la mia giustizia e non cederò; il cuore non mi rimprovera uno solo dei miei giorni” (Giobbe 27:6) “…essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda” (Romani 2:15).»
Corrotto dal peccato

La condizione del cuore umano dopo la Caduta è radicalmente corrotto dal peccato e, in quanto tale, “concepisce disegni malvagi”.

«”Il SIGNORE vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo. Il SIGNORE si pentì d’aver fatto l’uomo sulla terra, e se ne addolorò in cuor suo. … Il SIGNORE sentì un odore soave; e il SIGNORE disse in cuor suo: «Io non maledirò più la terra a motivo dell’uomo, poiché il cuore dell’uomo concepisce disegni malvagi fin dall’adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto” (Genesi 6:5-6; 8:21).»

Il cuore umano è quindi indurito, malvagio, perverso, empio, ingannevole, maligno.

«”Io gli indurirò il cuore ed egli non lascerà partire il popolo” (Esodo 4:21); “Labbra ardenti e un cuore malvagio sono come schiuma d’argento spalmata sopra un vaso di terra” (Proverbi 26:23); “I perversi di cuore sono un abominio per il SIGNORE, ma gli integri nella loro condotta gli sono graditi” (Proverbi 11:20); “Gli empi di cuore si abbandonano alla collera, non implorano Dio quando egli li incatena” (Giobbe 36:13); “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (Geremia 17:9)»

Il cuore umano è detto “incirconciso”, cioè non consacrato a Dio e quindi in linea con ciò che è vero, giusto e buono.

«”… tutte le nazioni sono incirconcise, e tutta la casa d’Israele è incirconcisa di cuore” (Geremia 9:26); “Avete fatto entrare degli stranieri, incirconcisi di cuore e incirconcisi di carne, perché stessero nel mio santuario a profanare la mia casa, quando offrivate il mio pane, il grasso e il sangue, violando così il mio patto con tutte le vostre abominazioni” (Ezechiele 44:7); “Gente di collo duro e incirconcisa di cuore e d’orecchi, voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi” (Atti 7:51).»

Per questo motivo il cuore in questa condizione contamina l’intera vita e carattere di una persona. “Cattivi pensieri” provengono dal cuore e “traboccano”.

«”Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla … Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo” (Matteo 12:34; 15:18); “Siccome la sentenza contro un’azione cattiva non si esegue prontamente, il cuore dei figli degli uomini è pieno della voglia di fare il male” (Ecclesiaste 8:11); “Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso; dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri” (Salmi 73:7).»

La durezza del cuore trova espressione quando una persona considera il peccato con leggerezza e sufficienza, riconoscendolo e confessandolo solo in parte; quando è piena di orgoglio e presunzione; ingratitudine, disinteresse per la parola e le ordinanze di Dio; quando soffoca la propria coscienza; quando risente la riprensione ed in genere ignora le cose di Dio.

Il rinnovamento del cuore

È per questo motivo che il cuore deve essere rinnovato, purificato e rigenerato prima che una persona di buon grado possa ubbidire a Dio.

«”Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne … Io darò loro un medesimo cuore, metterò dentro di loro un nuovo spirito, toglierò dal loro corpo il cuore di pietra, e metterò in loro un cuore di carne” (Ezechiele 36:26; 11:19); “O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non togliermi il tuo santo Spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza e uno spirito volenteroso mi sostenga. Insegnerò le tue vie ai colpevoli, e i peccatori si convertiranno a te. Liberami dal sangue versato, o Dio, Dio della mia salvezza, e la mia lingua celebrerà la tua giustizia” (Salmi51:10-14).»

È quanto avviene quando, attraverso l’annuncio dell’Evangelo di Gesù Cristo, Iddio “apre il cuore” di una persona: “C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo” (Atti 16:14).

Infatti, quando lo Spirito di Dio vi opera rigenerazione, è il cuore che esprime la propria fede in Cristo: “…con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati” (Romani 10:10). Mediante lo stesso Spirito riconosciamo Dio come nostro Padre: “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»” (Galati 4:6).

Il processo della salvezza inizia dal cuore allorché riceve con fede la testimonianza di Dio e respinge ciò che indurisce e rende ostinato il cuore.

«”Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto” (Salmi 95:8); “Beato l’uomo che è sempre timoroso! Ma chi indurisce il suo cuore cadrà nella sfortuna” (Proverbi 28:14); “Egli si ribellò pure a Nabucodonosor, che lo aveva fatto giurare nel nome di Dio; e irrigidì il collo e il suo cuore rifiutando di convertirsi al SIGNORE, Dio d’Israele” (2 Cronache 36:13).»

Inizia così l’opera di rigenerazione del cuore umano. Il cuore è “l’uomo interiore” rigenerato dallo Spirito di Dio: “…affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore” (Efesini 3:16).

Quando il cuore è rigenerato, esso diventa puro, saldo e fiducioso nel Signore: “O Dio, crea in me un cuore puro e rinnova dentro di me uno spirito ben saldo” (Salmi 51:10); “Egli non temerà cattive notizie; il suo cuore è saldo, fiducioso nel SIGNORE” (Salmi 112:7).

È nel cuore che Iddio pone la caparra della futura piena salvezza: “Egli ci ha pure segnati con il proprio sigillo e ha messo la caparra dello Spirito nei nostri cuori” (2 Corinzi 1:22).

Nell’opera della grazia di Dio in Gesù Cristo, il cuore occupa un ruolo centrale.

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