Libertà, Volontà e Volontariato: le basi del governare

Riepiloghiamo quanto detto fin qui a proposito del governare alla luce di una parola chiave, Libertà, che abbiamo già utilizzato in altri scritti per descrivere questo campo di attività. Lo facciamo sotto gli auspici di Venere che si trova ora, secondo la visione eliocentrica, sulla Vetta di Capricornus e sta transitando nel primo settore di tale segno iniziatico e potente che trasmette il 1°, il 3° e il 7° Raggio ed innesca la fase decisiva del processo di liberazione della Vita dalla forma.

Definiamo quindi il concetto di Libertà attraverso sette formule tratte da una dispensa inedita di Enzio Savoini del 1994 dal titolo “Prima semina – anno 2.1”.

  • La Libertà è il bene comune e supremo. E’ la Volontà. Il nesso tra le due traspare dalla parola “volontario”.
  • La Libertà è l’unica Legge dell’Universo. La prima e l’ultima.
  • La Libertà ha una sola condizione: il rispetto di quella altrui.
  • La Libertà presuppone l’Infinito, senza il quale non governa.
  • La Libertà è il potere di agire.
  • Il governare elargisce libertà dall’alto, ma dal basso bisogna conquistarla.
  • Per conquistare la Libertà maggiore occorre donare la propria. Questo è il governare

Libertà - Governo

La prima di queste formule, nella quale si afferma che la Libertà è il bene comune supremo, si propone subito come una scelta di campo. A buon diritto si potrebbe dire infatti che beni comuni sono, ad esempio, l’acqua, l’aria, la luce, la terra, l’energia, le risorse alimentari, insomma tutto ciò che il Pianeta mette a disposizione di ogni creatura, umana e non, e che serve a garantirne adeguatamente l’esistenza formale. Ugualmente sono beni comuni la pace, la felicità, la bellezza, il patrimonio culturale, quelle cose immateriali che riempiono le nostre vite di Qualità e che sono di fondamentale importanza per il nostro essere uomini.

Porre invece in capo a tutto la Libertà, significa stabilire una precisa gerarchia di valori che mette al primo posto il contenuto, la Vita, fonte suprema di Libertà, che detiene la ragione per la quale ogni entità viene al mondo, piuttosto che il contenitore, la forma nella quale essa sperimenta, o la qualità che emerge dal loro rapporto. Così facendo, i nostri pensieri si orientano subito a ciò che è più causante, e che cosa vi è di più causante della Vita, che si imprigiona nella Forma per innescare quel processo di liberazione che mette in moto l’evoluzione, producendo Coscienza e rivestendosi di Qualità?

Aspirazione al GovernoE’ la Vita, e dunque il mondo dell’essere, a cui il Governo è chiamato a riferirsi. Chi governa deve pertanto apprendere l’uso della Volontà che è l’agente della Vita, è energia di Vita ed estrae le coscienze dal mondo del divenire, dominato dal desiderio. E’ chiaro che in queste poche parole è sintetizzato un lungo percorso di crescita nel quale si imparano i rudimenti del governare,  che si intraprende volontariamente, spinti dalla necessità interiore e dall’aspirazione a servire e che si innesca nel momento in cui la coscienza è sufficientemente evoluta da poter accogliere l’eco dell’impulso vitale.

La Volontà, inoltre, non è disgiunta dal potere che il governare è deputato ad esercitare, ed il vero Potere è Sacrificio. La parola sacrificio è interpretabile, in questo contesto, in due modi: sacrum facere e dono di sé. La Volontà, che irradia energia vitale, rende infatti sacra ogni opera, ogni parola, ogni azione: tutto ciò che è mosso dall’intendimento di trasmettere Vita è un atto sacro e sacralizzante, ed è perciò un’azione di governo. Allo stesso tempo, governare significa rinunciare alla libertà individuale realizzata ad un determinato livello per porla al servizio del bene collettivo, così come fa la Vita stessa che, facendosi condizionare dalla forma, la eleva al Cielo. In tal modo si cresce a gradi di Libertà sempre maggiori.

Ciò vale evidentemente tanto per il governo solare o planetario quanto per quello della propria vita personale: tutti siamo chiamati ad essere governanti. Chi governa, ovvero chi sacralmente utilizza l’energia della Vita e, ponendosi al centro di un campo, diviene fonte di libertà per tutte le coscienze che vi dimorano, non può quindi che candidarsi volontariamente, con umiltà e coraggio, a tale solenne incarico, gravido di responsabilità

Così, in questo ciclo del mondo, possiamo supporre che i Maestri o i nostri superiori in ogni sfera di attività, proprio per il rispetto del libero arbitrio di ciascuno, si aspettino che siamo noi a proporci ai diversi incarichi di servizio,  sollevandoli via via da compiti minori: saremo messi alla prova ma il loro aiuto non mancherà.

Questo pensiero è confortato dal fatto che, oggi come non mai, nel mondo gli uomini si associano a tutti i livelli per portare avanti progetti di volontariato, ciascuno secondo le proprie capacità, ma assumendosene la responsabilità individualmente ed insieme. Si individua insomma una necessità e ci si prodiga per farvi fronte, magari con poche forze ma con grande entusiasmo, ed ogni progetto aggrega sensibilità affini. Ciascuno trova in modo naturale il proprio posto nel tutto, valutando autonomamente le proprie capacità e possibilità, e la paga del lavoro è sempre la gioia interiore.

Sappiamo per esperienza che non tutto è così facile e sereno, perché comunque le personalità di ciascuno si intromettono, creando contrasti interni; questo è tuttavia irrilevante rispetto al segnale forte di cambiamento che tale modalità porta con sé e che ci fa pensare che possa estendersi in modo naturale a tutti i campi dell’attività umana, da quelli spirituali ai più pratici, producendo una rivoluzione che scardini dalla mentalità generale il vecchio modo di pensare secondo il quale, mentre non ci si mette mai in gioco in prima persona, se qualcosa non funziona è sempre colpa di altri: delle circostanze, dei governanti o di Dio.

Allora, come suggeriva San Francesco, cominceremo col fare il necessario, poi il possibile, quindi, senza quasi rendercene conto, ci troveremo a fare l’impossibile. Ed è questo ciò che occorre per dare avvio ad un nuovo corso del pensiero che dovrà sottostare al progetto di una nuova Cultura e Civiltà.

Il popolo, sollevato, costruirà un Tempio nuovo (1)

Tempio Gerusalemme

(1) Collezione Agni Yoga, Appello § 1

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Una risposta a Libertà, Volontà e Volontariato: le basi del governare

  1. Gabriela.carsana@gmail.com dice:

    Si, san Francesco aveva “visto lontano”..oggi, nel nostro “presente”..immaginato, pensato ..anche dal santo patrono d’Italia. Oggi, stiamo facendo di “necessità, virtù”..e siano benedetti tutti i movimenti, le associazioni, i gruppi di volontarioato che nonostante, la loro ..pochezza, stanno lavorando per il bene comune. Molte persone, prevalentemente in occidente, sentono la spinta ad offrire parte del loro tempo per aiutare e condividere spazi di comunione. Tante sono le fonti, religiose, sociali, laiche…Forse anche , in modo empirico, stiamo comprendendo che il nostro benessere psico-fisico, è aumentato dalla nostra capacità di dare un senso alla propria vita, aiutando una causa, delle persone, delle realtà sociali, vicine e lontane.Credo che il lavorare , nel senso del “sacrum_ facere” sia ancora lontano dalla maggioranza delle coscienze. Forse il movente maggiore è ancora legato ad aspetti egotici..sentirsi utile, necessario, rispondere e gestire i sensi di colpa, avere ancora bisogno di sentirsi importanti…tanti sono ancora i meccanismi egotici che condizionano le nostre scelte.
    Frequento da anni il mondo del volontariato, e ben conosco le dinamiche di potere ed i conflitti alimentati dalle personalità. Nonostante ciò, credo che questo sia un territorio fecondo di opportunità. Nel micro mondo del volontariato è possibile vedere con maggiore facilità, la realtà per quella che è, ad una coscienza, sufficientemente risvegliata, non è difficile vedere le dinamiche , i percorsi , i significati, le opportunità.
    In realtà, questo è uno dei terreni più recettivi, più responsivi , per una semina dei principi per una nuova cultura, creatrice di una nuova civiltà.
    In un gruppo di lavoro , si opera per una finalità comune, in un campo specifico, per una progettualità condivisa, spesso con dei modelli tangibili ed espressi, in condizioni operative, concordate ed organizzate, in una visione comunitaria e concorde con aspetti ritualizzati, per una diffusione dell’operato.
    Lavorare, quindi in questi contesti, ci costringe alla traduzione continua di tutta la conoscenza rivelata, attraverso linguaggi idonei. Lo è stao per le parabole, del grande Maestro, lo è ancora , attraverso il linguaggio analogico. Ancora più importante è la “presenza” illuminata, in ogni contesto, dove la vita , molto naturalmente ci chiama ad operare. Ognuno di noi, con la semplice presenza, libera, fecondata di amore e sapienza, ognuno con il proprio livello è, e può essere un magnete….depurato, fin dove le è possibile, dai pesi dell’ego, agisce come magnete, in ogni tempo ed in ogni spazio. Nei gruppi di volontariato si può comprendere in modo empirico che la diversità è una risorsa, che i livelli di evoluzione diversi sono una opportunità , che la separazione è una illusione, che la comunione è il nostro destino.

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