Del Suono creativo

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“Quando la coscienza si dissocia dal personale e limitato, e, sia pure fievolmente, si riconosce illimitata e vede il sé inferiore come indocile strumento, scopre la possibilità di usarlo per manifestare le proprie opere. Non turbata dalle imperfezioni personali e chiaramente consapevole della propria libera potestà essa si dispone a concepire e trasmettere i propri disegni.

Si avvede allora che dispone di un solo mezzo esecutivo: il Suono. Per suo mezzo essa pone in vibrazione la sostanza psico-spaziale capace di dar forma ai semi del suo fuoco creativo. Apprende che qualsiasi energia può essere convogliata da uno stesso Suono che costruisce le strutture settemplici più adatte per manifestarla come entità vivente rivolta a uno scopo.

Si potrebbe dire, semplicemente, che la coscienza superiore “impara a parlare”. Le facoltà creative del Suono producono in modo automatico sia le cooperazioni che i ritmi che assicurano il risultato corretto nel tempo opportuno. Essi vengono finalmente utilizzati dall’alto, dopo essere stati a lungo studiati dal basso.

Il Suono assicura l’esecuzione sia delle partizioni organiche che del sistema di rapporti strutturali di tensione ed equilibrio fra esse, sì da comporre un insieme vivente e radiante che contiene ed esprime l’energia emessa dal Sé superiore.

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Oltre a ciò, il Suono può essere ripetuto, così manifestando nuove caratteristiche, inerenti al numero della battuta e arricchendo prodigiosamente l’edificio energetico.

Da queste semplici considerazioni si vede l’ampiezza delle possibilità che si schiudono in questa fase del processo creativo, le quali si moltiplicano quando il Suono viene usato, in gruppo, da un gruppo strutturato secondo le leggi stesse del Suono.” (Da uno scritto inedito di E. S., 8 ottobre 1988)

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