Il retaggio comune

Dedichiamo il quinto articolo di Nuova Cultura a tutti coloro che ritengono possibile cambiare radicalmente i pensieri e i metodi oggi utilizzati, senza far uso di azioni eversive o, ancor peggio, della violenza. Intendiamo con queste parole sottolineare la necessità di mutare il livello dell’interesse vitale, spostando il focus sulla qualità dell’esistenza. La qualità, come si è già detto, per sua natura, non può essere scelta o sanzionata dal basso, ma solo dall’alto.

E’ noto che la cultura non si crea all’istante; d’altra parte senza cultura non si ha reciproca comprensione, né gli uomini possono comprendere le esigenze reali dell’evoluzione.

Confrontando le creazioni dei vari popoli, si scoprirà che le belle e grandi idee si ritrovano ovunque; la cultura, infatti, è retaggio comune di tutti gli uomini: nonostante le differenze linguistiche, di fede o costumi, ogni atto di cultura è proprietà dell’intera umanità ed ogni conquista trasforma la vita di tutti.

Solo mediante la cultura si riuscirà ad impiantare la nuova Era che sarà proclamata come unico baluardo contro la disintegrazione e la follia che ci circonda.

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“In fatto di cultura e civiltà, i governi statali sono impotenti: si limitano a imporre norme esteriori, che nulla possono costruire. Pongono certi argini, sovente mal congegnati, all’acqua che scende dal Cielo e dai monti. Mai cultura ebbe origine da un sistema di leggi, mai civiltà si affermò a seguito di prescrizioni governative.

Sono cose che tutti sanno, ma delle quali si tace. Meglio d’altri indizi, questo silenzio mostra l’attuale collasso generale della cultura e della civiltà. Si è sul punto di pensare che il potere statale possa e debba intervenire in quei campi, ossia che il genere umano sia autonomo; è come credere di saper governare la pioggia e le stagioni. E’ la vecchia favoletta di quella mosca che, posata sul corno del bue, vantava di condurre il carro.

In realtà, cultura e civiltà sono originate e promosse dai Misteri, che ardono nel luogo segreto; quando, come oggi, sono povere e confuse è segno che quella fiamma cova da tempo sotto le ceneri. Allora il legame fra Cielo e Terra s’attenua, e scarsa è l’energia che anima i cuori. Viene poi l’ora del ripristino, il fuoco si ravviva, la cultura scorre e pulsa, la civiltà organizza l’esistenza sociale”.

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“L’uomo non è capace, oggi, di aggiustare da solo i guasti che ha causato. Il clima psicologico è parossistico; la notte non potrebbe essere più oscura, eppure questa condizione di estremo pericolo induce alla speranza.

Quando tutto si sfascia comincia il rinnovo. La primavera sboccia sulla decomposizione della stagione trascorsa.

Depurata la mente dal pensiero personale, e rivolta al Cielo, essa s’impregna d’energia, che irradia nello spazio planetario. Altro non occorre.

E’ il Servizio più potente.

E’ comprensibile che all’allievo inesperto, seppure volenteroso, questo modo di servire e combattere pare o troppo facile o inconsistente. Preferisce dedicarsi al servizio esteriore. Non sa quanta energia occorre per operare sottilmente. Il suo lavoro tuttavia è lodevole, utile e prepara a capire. Egli aderisce alla mente personale perché ancora incapace di liberarsene, e qualche successo della sua attività lo convince a persistere. E’ protetto dalla sua buona volontà, ma è minacciato dall’orgoglio, di cui sovente è inconsapevole. Queste due energie, quando sono in contatto, producono una sorta di miraggio, e buon per lui se è luminoso e sereno.

L’allievo più anziano, ossia più esperto, o provato, comprende il senso delle parole del grande Maestro (e grande Allievo): “Non la mia, ma la Tua volontà sia fatta”.

Sa che ripetere quel detto come preghiera serve a poco o a niente. Sa che va accompagnato dall’offerta di una mente limpida e ricettiva. Sa che la “Sua volontà” agisce e si compie tramite la mente del discepolo, tenuta salda nella Luce. Il discepolo vive nel mondo e ne conosce i problemi del giorno e dell’ora.

Il discepolo è un  Centro, è un Numero, è un Ente divino. Quando si libera dal sé minore, si offre come canale alla volontà superiore, e agisce senza agire. La “Sua volontà”, in tal modo, assume cento e mille qualità diverse, una per ciascuno degli allievi, e agisce in molti ambienti psichici diversi, e si moltiplica, differenziandosi. Il Maestro allora vive nei Suoi discepoli, come questi in Lui”.

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La ricerca di questo bene comune, la cultura, guida lo sguardo ad abbracciare l’intero mondo, guida il cuore a quel luogo segreto che contiene tutta la Bellezza possibile che attende solo di essere raccolta, compresa, amata ed espressa. Quando cerchiamo la bellezza, dentro e fuori di noi, finiamo col trovarla. Il suo splendore ci stupisce, e riuscire a vederla attraverso la nebbia delle nostre imperfezioni, ci consola. Allora, davvero, tutto è possibile.

Nota: i testi in corsivo sono tratti da scritti inediti di E.S.

 

 

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