24 luglio – Congiunzione eliocentrica Terra-Altair (Aquila)

La nostra Terra transita ora (Sole nel Segno di Leo e Terra in Aquarius) tra le stelle ‘iniziatiche’ del Capricorno e in tale campo eclittico incontra la proiezione della brillante Altair dell’Aquila, l’Uccello della vetta dello Spirito che vola al di là di ogni forma o limite, l’onnipenetrante Occhio del Veggente.

AquilaLa costellazione dell’Aquila [1] è incastonata nella regione del Firmamento chiamata ‘il Cielo’, la radiosa dimora delle creature dell’aria (eccetto il Corvo, appollaiato sulla lunga schiena dell’Idra e la Fenice, all’estremo del cielo australe), Esseri alati che volano attorno alla cupola del Tempio (Orse e Drago, Poli Nord): oltre all’Aquila, dominano la bella geometria del Quadrato di Pegaso, la splendida croce del Cigno e la settemplice Lira (rappresentata da un rapace).

Il nome arabo della costellazione è Al Nasr al Tair, ‘l’Avvoltoio Volante’ o ‘rapace’, da cui deriva il nome della lucida dell’asterismo. Altair troneggia sul capo dell’Uccello reale, al centro di altre due stelle, Beta e Gamma dell’Aquila, che formano le ali spiegate dell’uccello, i cui nomi propri, Alshain e Tarazed, vengono da una traduzione persiana di un’antica parola araba che significa ‘l’equilibrio’.

La bianca Altair attira l’attenzione degli osservatori per la velocità di rotazione su se stessa, assai rapida, causa della sua forma molto schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore, a sferoide oblato [2].

Altair è una delle 4 Stelle regali (con Regolo, Aldebaran e Antares) che marcavano solstizi ed equinozi [3] nonché il vertice più meridionale del Triangolo estivo e il custode, accanto alla compagna Vega, del Fiume d’argento della Via Lattea.

triangolo estivoTra le segnature del Cielo, il maestoso volo del Rapace del Cielo è immortalato in Vetta nell’atto di spiegare le ali verso la coppa dell’Acquario, a lui tesa dall’Uomo con la brocca. Tale immagine ha ispirato, fin dall’antichità, simboli di resurrezione e immortalità, velati da precisi riferimenti astronomici: nell’astronomia babilonese e in quella indiana l’Aquila era la rappresentazione simbolica dell’avvento del nuovo anno, contrapposta al Serpente (la costellazione dell’Idra), simbolo dell’anno che muore: al tempo e nella versione dei Veda, nel “combattimento tra Indra (il Sole) ed il serpente Vrita (Idra), cioè tra le potenze della luce e quelle delle tenebre, Indra si avvicina col suo corso al solstizio estivo, che avveniva proprio sulle stelle del serpente Vrita, rendendolo invisibile con la sua luce (al contrario Vrita era la costellazione dominante nella notte del solstizio invernale). Durante questo solstizio estivo la luna piena cadeva sempre in Acquario, e questa luna, cioè il Soma, la mitica bevanda degli dei, era portata dall’Aquila celeste”: “ai tempi in cui i Rig Veda furono scritti, la notte prima del plenilunio di mezza estate, in Acquario, la luna era proprio sul meridiano dell’Aquila”; “ridotta in fin di vita al solstizio d’inverno, l’Aquila ritrova magicamente vita e forza …queste stelle all’approssimarsi del solstizio invernale, sparivano sotto l’orizzonte per poi riapparire in primavera salendo sempre più alte nel cielo, significando l’immortalità attraverso l’eterna rinascita primaverile di gioventù e bellezza”. (G. M. Sesti, Le Dimore del Cielo, Ed. Novecento, pagg. 235-39)

Anche l’allegoria dell’Aquila che si nutre del fegato di Prometeo, il preveggente Titano (esperto in architettura, astronomia, matematica e medicina) che donò il fuoco agli uomini contro il volere degli dei, cela un preciso riferimento astronomico: “l’aquila-sole divora l’epatos-epatta, i giorni della luna che ogni anno venivano aggiunti al calendario per pareggiare il ciclo della luna con quello del sole e che magicamente ricrescevano l’anno successivo”. (ibidem pag. 238)

Ricordiamo che per la Tradizione esoterica “l’Aquila è considerata essere in stretto rapporto sia col Capricorno che col Sagittario. È l’uccello della luce (il simbolo dell’aspetto superiore dell’uomo) che si manifesta come anima (secondo aspetto) portata a compimento.”

“Ercole, il discepolo, guarda l’aquila, l’aspetto spirito. Egli è occupato con quel meraviglioso simbolo di luce emergente che rende possibile ogni vittoria”. (estratti da: A.A.Bailey, Le Fatiche di Ercole, Collezione Lucis, pagg. 84 e 73)

L’Aquila, quale simbolo del Potere dello Spirito e del suo sguardo sovrano e acuto (occhio d’aquila), sta dunque per la vittoria dello Spirito traguardata dal Guerriero del Cielo, Ercole, l’eroe del Cuore associato al Segno di Scorpio[4]. Il ‘rapace’ del Cielo indica l’altissimo e potente volo nella Realtà permesso dalla chiara visione spirituale, dalla conoscenza diretta.

In tale Data, 24 luglio, sacra dunque all’ascesa e alla pura visione dalla Vetta, sale il canto ininterrotto dello spirito libero da ogni identificazione formale, quel volo della coscienza dell’Iniziato che, consacrato all’Altissimo, scorge il sentiero del mondo verso la Fratellanza reale, alata. Chi è ben orientato vola come aquila sull’abisso, sale libero in volo nella vita, sopra il deserto, verso la sua Dimora ove regna il sole della Conoscenza, incontro a tale alba allorché sopraggiunge l’Aquila bianca, la portatrice di Beatitudine.

L’Aquila bianca viene dall’Est: così Noi riveliamo una nuova coscienza. Tutta la storia umana fu creata o con l’Est o per l’Est. 

(Mondo del Fuoco I, § 310, Collana Agni Yoga)

In vetta non c’è spazio per tutti, e chi vuol salirvi si accorge che è meglio non caricarsi troppo; del resto, lassù non c’è posto per cose superflue. Lo spirito in ascesa deve costantemente ricordare che è indispensabile staccarsi dalle cose della vita quotidiana. Il pendio è ripido: solo alla base la Montagna è ampia e offre spazio per le cose terrene; la Vetta è aguzza e troppo angusta per i possessi umani. Ma da quella cima si vedono bene gli eventi del mondo: pensate dunque alla Vetta, pur senza trascurare le pareti scoscese. Durante la salita, coraggiosi, saldi e positivi, tenete a mente che se la cima è stretta, l’orizzonte è vasto. Quanto più ci si eleva, tanto più potente è la visione, e quanto più questa si dilata tanto più intimamente ci si unisce al tutto. Ricordate dunque il saluto di commiato al momento di cominciare l’ascesa. (Mondo del Fuoco III, § 19) 

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[1] AQUILA – È uno dei più antichi simboli. Secondo i Greci e i Persiani era consacrata al Sole; presso gli Egiziani, era consacrata a Oro/Horus con il nome di Ah, ed i Copti adoravano l’aquila con il nome di Ahom. Dai Greci era considerata l’emblema sacro di Zeus, ed era anche quello della più alta divinità dei Druidi. Il simbolo è arrivato ai nostri giorni quando, seguendo l’esempio del pagano Mario che nel II secolo a. C. usò l’aquila bicipite quale insegna di Roma, le teste incoronate ‘cristiane’ di Europa resero l’aquila bicipite sacra per sé e per i propri discendenti. Giove si accontentò di un’aquila con una sola testa e così pure il Sole. Le case regnanti di Russia, Polonia, Austria, Germania, nonché l’impero napoleonico, hanno adottato l’aquila a due teste come loro stemma. (estratto da H. P. Blavatsky, Il Glossario Teosofico, Collana Cintamani, 1998)

[2] Il tempo di rotazione si aggira intorno alle 6,5 – 11 ore contro ad esempio i 25 giorni del Sole ruota su sé stesso, a fronte di un diametro che è più della metà rispetto ad Altair. (wikipedia)

[3] La contrapposizione astronomica delle 4 Stelle Reali come stelle dei Solstizi e degli Equinozi fu adottata come simbolo dei quattro Evangelisti, con l’eccezione del solo Scorpione, che fu sostituito dalla vicina costellazione dell’Aquila. ‘L’Aquila è permutabile con lo Scorpione’, ne è la sublimazione ultima attraverso lo stadio intermedio di Scarabeo volante, simbolo dell’Anima presso gli Egizi. …“L’Aquila (associata a S. Giovanni) rappresenta lo Spirito cosmico o Etere, l’onnipenetrante Occhio del Veggente”.

[4] “Lo Scorpione è spesso trasmutato nell’Aquila, costellazione che sorge sempre assieme allo Scorpione e che nel simbolismo gli è strettamente collegata. Lo Scorpione è il ‘mostro delle tenebre’ che punge a morte, eppure preserva e riproduce, simboleggiando così non solo la generazione, ma anche la rigenerazione. Quest’ultima è rappresentata dall’Aquila, l’uccello del sole che ha conquistato il lato oscuro dello Scorpione (l’avversario che può trascinare l’uomo più in basso delle bestie), ma che trasmutato diventa l’aquila di luce, che può innalzarsi al disopra degli dèi.”

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