La parola Vita, che comunemente pronunciamo in contesti molto differenti senza porvi particolare attenzione, sostanzia un pensiero potente, poiché evoca il fondamento supremo sottostante al Creato, quel “Principio Illimitato ed Immutabile, sola Realtà Assoluta antecedente ogni Essere manifesto di cui l’Universo è un simbolo condizionato”, “Che è al di là dei limiti e delle possibilità del pensiero e dell’espressione umani”. (A. A. Bailey, Trattato del Fuoco cosmico, Ed. Nuova Era 1980, pag. ingl. 3).
Questa Vita, o Realtà assoluta, è assimilabile al concetto del Dio trascendente o, in Armonica, dello 0/0 , inizio occulto ove convergono tutte le direzioni equitonali, che si trova al di fuori del campo sperimentabile del mondo manifesto. È “Ciò di cui nulla si può dire” poiché non abbiamo i mezzi per farlo, ma a cui ci si può accostare “per fede”, ovvero tramite quella certezza della mente intuitiva e cardiaca che riconosce il Vero.
In tale Vita che non è, inconoscibile per la ragione, è però celata la sua “emanazione coeterna e coeva, o radiazione inerente, causa della Sua periodica manifestazione”.
“La VITA UNICA, eterna, invisibile e tuttavia onnipresente, senza principio né fine, è tuttavia periodica nelle sue manifestazioni regolari, fra i periodi nei quali regna l’oscuro mistero del Non- Essere; incosciente, e tuttavia Coscienza assoluta; irrealizzabile, eppure l’unica Realtà auto-esistente; insomma, ‘un Caos per i sensi, un Cosmo per la ragione’. Il suo unico attributo assoluto, che è ESSO STESSO Movimento eterno ed incessante, è chiamato in termini esoterici il ‘Grande Respiro’, che è il moto perpetuo dell’universo, nel senso di Spazio illimitato, sempre presente […]”. (Helena P. Blavatsky, La Dottrina Segreta. Cosmogenesi, ed. Cintamani, 2007, p. 45)
Sull’onda del Grande Respiro la Vita, dunque, è: è Moto.
È interessante, a questo proposito, osservare che l’etimologia della parola Vita proviene dal latino vita, dalla stessa radice di vivere, dalla radice indoeuropea *GVI-/*JIV-, che esprime l’idea del processo di moto in avanti: la v latina spesso corrisponde alla j indoeuropea. Sanscrito jīv, vivere, in cui si ritrova il concetto del moto continuo dritto in avanti nel tempo.
In Armonica la Vita è il primo rapporto, l’1/1, tramite il quale il Divino si pone in relazione con Se stesso, emanando il Suono creatore e dando origine all’infinità degli intervalli sonori e luminosi che lo imprigioneranno nella moltitudine delle forme del Creato, così producendo coscienza e mettendo in moto il grande ciclo dell’evoluzione, nutrito nel grembo del Tempo e dello Spazio infinito: l’Amore divino.
“Gli uomini e le altre creature vivono, ma ben pochi si domandano cos’è, in verità, la Vita. La più importante delle questioni, dalla quale tutto dipende, non è quasi mai posta, sì che giorni e anni scorrono senza che i viventi sappiano e vogliano sapere perché. La Vita è il Mistero, eppure è l’energia più evidente e preziosa, più comune e diffusa. Ecco l’enunciato del teorema:
Chiamasi Vita quell’energia che genera se stessa.
Le parole sono poche, il significato è immenso, perciò merita di essere detto sublime.” (Enzio Savoini, Dispense del 3° Settennio. L’anno del quattro, scritto inedito, gennaio 2004)
Pur permanendo eternamente uguale a Se stessa, allorché si identifica, la Vita è l’Essere (2/1), Ciò che è, la Sua realtà inerente e indifferenziata, ed è l’Uno (1/2), l’Ente supremo, inizio e fine di ogni cosa. È il Dio immanente (vedi: Genesi della Vita).
Possiamo dire, allora, che:
La Vita è il Magnete centrale che feconda l’Infinito: lo Spazio, nel quale genera e moltiplica se stessa incessantemente.
È il Fuoco che satura l’Universo ed è la Luce, il suo moto ritmico.
È il Suono, la vibrazione che perdura, tessendo la trama ignea del Creato, ed è il Pensiero, l’energia psichica che lo rivela.
È l’unica Realtà auto-esistente e produce il molteplice; è il seme originario del Principio.
È l’onnipotenza dello Spirito che aleggia sulle acque della Sostanza, nel grande Respiro del Cosmo.
È il Padre che ne esprime il potere generativo.
È ovunque e sempre l’Unità, il fondamento supremo.
E l’elenco potrebbe continuare all’infinito, sciorinando tutti “i nomi di Dio”, ordinati e qualificati dal Numero: l’Ordine e il Nome delle cose.
Nulla è dunque e nulla esiste al di fuori della Vita e ciò rende comuni tutte le creature, dalle stelle nel Cielo ai granelli di sabbia, dalle sublimi Entità immanifeste alle semplici coscienze allo stato nascente.
“Nel mondo reale, la Vita è e non diviene; diviene ed esiste nell’irreale. L’esistenza, perciò, ma non la Vita, presuppone una forma d’espressione mutevole. I mondi sono due: dell’essere e del divenire, ossia dell’esistere. Tutto ciò che esiste è, ma non tutto ciò che è esiste. La differenza è fondamentale. Ignorarla dimostra di non aver ancora capito che la Vita può essere o no manifesta, e questo è un sommo problema, non una semplice questione di significato letterale.” (Enzio Savoini, Dispense del 3° Settennio. Reale ed Irreale, scritto inedito, giugno 2002)
“Entro le forme la Vita è Una; entro ogni atomo (solare, planetario, umano, elementale) la vita senziente è una sola; nella natura oggettiva – somma delle forme di tutti i regni – sta una Realtà soggettiva, una in essenza, che produce il molteplice. L’omogeneo causa l’eterogeneo, l’unità produce la diversità, dall’Uno provengono i molti. Lo si comprenderà meglio studiando se stessi e seguendo la regola aurea che svela il mistero della creazione. Il microcosmo svela il macrocosmo.” (Alice A. Bailey, La luce dell’anima, ed. Nuova era, 3. ed., 1987, pag. 387)
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Nel processo di ritorno all’Uno, da cui in realtà nulla si separa se non in coscienza, i discepoli, dopo aver lungamente invocato l’energia d’Amore dell’Anima ed aver cominciato ad operare da tale punto focale, sono chiamati a riconoscere il potere della Volontà, l’Agente della Vita, quale mezzo e base di qualsiasi accostamento, apprezzamento e identificazione con l’Essere, la Monade. Questo implica orientamento, determinazione implacabile, capacità di attendere e di conservare immutati l’intenzione e la direzione, qualunque cosa accada.
La Volontà è l’energia che conduce all’iniziazione e il nuovo Gruppo dei Servitori del mondo sta imparando ad utilizzarla per costruire quell’arcata del ponte antahkarana che collega l’Umanità a Shamballa.
In questi tempi accelerati, nei quali l’energia della Vita s’impone alle coscienze di coloro che si riconoscono membri di tale Gruppo mondiale, i discepoli cominciano quindi ad intravedere al loro orizzonte interiore un nuovo punto di tensione e conseguimento, non a gloria dei singoli, dei gruppi o del Gruppo Uno, ma a sostegno del lavoro dei Maestri, per il Bene Comune, attestando così la quarta Gerarchia creativa umana.
La Buona Volontà, divenuta Volontà di Bene, dovrà dunque mutarsi in Volontà di Essere per produrre quell’opera di trasferenza che determinerà, a tempo debito, la distruzione del corpo causale ed aprirà la via dell’evoluzione superiore.
Il Padre solare chiama alla Verità centrale
Siamo Fuoco. Governiamo dal piano della Mente
Nota: Questo articolo viene pubblicato per celebrare l’odierna congiunzione fra la Terra (3° R.) e Plutone (1° R.), distruttore delle forme al fine di liberare la Vita.
Grazie!