Le Orbite, i tracciati elusivi dei corpi celesti, sono la base sostanziale dei Cicli o respiri spaziali della Coscienza (vedi Dal tempo lineare al tempo ciclico, primo capitolo).
Conosciamole secondo la prospettiva dell’Astrologia eliocentrica (estratti da “Il Sistema solare nello Spazio” di E. Savoini):
“LE SETTE ORBITE
L’astrologo, così attento a computare le posizioni dei vari pianeti e i loro aspetti, non mostra interesse per le orbite che essi solcano nello spazio. L’astronomo, dal canto suo, non va oltre il semplice calcolo di quelle geometrie: ha una povera concezione dello Spazio. Il primo dovrebbe curarsene, giacché per lui l’ordinamento cosmico dei corpi celesti non può essere ininfluente: non può essere privo di significato il fatto che Giove, ad esempio, viaggia sulla quarta orbita, e non sulla quinta [vedi “La Stella solare“]. Data l’infinità dello Spazio è giusto non prendere in conto le distanze, poiché elementi irreali (nell’Infinito le quantità non hanno valore); l’ordine, però, la sequenza, ossia il numero dell’Orbita, è sicuramente un fattore di prima importanza, che non è lecito trascurare senza compromettere l’affidabilità dei risultati di qualunque indagine.
Su quest’argomento non ci sono, che si sappia, né studi né ipotesi, e neppure sembra che esistessero in passato. È un campo di fondamentale importanza ed è inesplorato. Chi vuole addentrarvisi deve fare da sé: non trova consiglio né traccia alcuna. Il cercatore qui è solo. Enciclopedie e testi, utili al fine di indirizzare il pensiero, tacciono su questo tema. Sembra davvero che fin dalla remota antichità nessuno abbia posto domande circa la disposizione geometrica dei corpi celesti che solcano gli spazi del Sistema solare.
Per questa ragione, l’avventura è rara e preziosa: la mente scopre una regione rimasta senza impronte d’altri passaggi, primodiale e incontaminata. È incoraggiante, ma è facile compiere mosse immature o sventate. Questo capitolo comporta dunque una dose di rischio, che è il costo della novità; per quanto esili, i risultati dell’indagine avranno tuttavia un certo valore, avendo essa acceso un primo lume in una regione ignota.
COS’È UN’ORBITA?
Qui parte la ricerca. L’ipotesi di base (lo Spazio è vivo) soccorre in questa solitudine, e consente una prima risposta al quesito, priva di termini tecnici ma non senza contenuti psichici.
La visione corrente, di stampo materialistico, non va oltre i dati quantitativi e considera le orbite come semplici tracciati geometrici stabiliti da leggi meccaniche: i pianeti viaggiano come treni su un binario. Non occorre neppure un pilota per guidare le astronavi planetarie, ed è strano, se si pensa che persino le locomotive esigono una guida. I pianeti, sostengono gli astronomi, non hanno stazioni sul loro percorso, non hanno incroci o deviazioni: il loro moto è il più ottuso, e non richiede sorveglianza intelligente, neppure l’aiuto di un pilota automatico.
Il fatto (indiscutibile) che a bordo di almeno una di queste navi spaziali (la Terra) sia in corso un grandioso sviluppo evolutivo, complesso ma ordinato e produttore di sublimità spirituali, di struttura e di bellezza, non turba le certezze dell’astronomo, che continua a sostenere la sua teoria, paludata e ufficiale. In un vero parossismo d’incoerenza attribuisce il prodigio della vita al caso – come se questa nullità fosse capace d’azione e ordine.
Prima di osare una risposta alla domanda iniziale, bisogna sgombrare il campo da una simile concezione, degna solo di essere distrutta, poiché non è soltanto bruta, ma demenziale.
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Si cominci affermando che è un ente geometrico [vedi Principi di Geometria vivente], ossia spaziale, dunque vivente. Per questa ragione si deve considerarla come un ternario, costituito da:
1) un Centro, che può essere in moto.
2) Da sé medesima, intesa come limite (inesistente ma reale) fra due infinità: lo Spazio interno e l’esterno.
3) Dal suo rapporto con il Centro, il quale l’irradia e al quale restituisce le sue Onde, che sono cicli.
Non è tutto: se l’Orbita è il limite geometrico fra due infinità, come si è affermato, il suo magnetismo reattivo agisce su entrambe, quindi anche sull’esterna. Occorre dunque aggiungere:
4) Potenza riflettente, che rilancia anche all’esterno l’ordine interno, e viceversa.
5) Potestà di generare e mantenere il dualismo costruttivo fra dentro e fuori, avanti e indietro.
6) Capacità di accomunare. L’Orbita qualifica magneticamente lo Spazio che apre e chiude, e ne fa un campo comune di sviluppo ed energia.
7) Ritmo,ossia pulsazione o liturgia propria, distintiva e riconoscibile. È un’Entità invisibile ma presente e reale.
Allo stato attuale della conoscenza non si saprebbe dire con sicurezza se esistono Orbite il cui centro, o punto focale, non sia occupato da un Sole, è certo invece che essa è continuamente creata dal Luminare che la disegna nel Cielo.
Non ha senso pensare che un Luminare, che vola nello Spazio con il suo immenso carico d’energia intelligente, lasci, dopo il passaggio, le cose com’erano: insulse e vuote. Bisogna riconoscere che la sua traccia, ossia l’Orbita, è un segno indelebile che trasforma lo Spazio e l’insemina.
L’Orbita è resa “trasparente” dalla sua passività (così attiva), ma ciò nulla toglie al suo potere insostituibile. Pianeta e Orbita non possono essere l’uno senza l’altra, e dalla loro unione feconda nascono ritmi, cicli e cause a profusione. Il pianeta è un centro che gira attorno a un altro, maggiore: il congegno è semplice, in apparenza. In realtà costruisce un settenato strutturale, vero motore di cause ed effetti innumerevoli e cangianti.
Ciò detto, se riconosciuto vero dal cuore, ecco una prima risposta al quesito:
L’Orbita è un Ente spaziale autonomo (è dotato di sette centri o facoltà), ma inseparabile dal Pianeta che la genera, del quale è l’aspetto negativo e sempre rinnovato. È la genitrice di quelle cause cosmiche che esso sparge come semi di Fuoco mentre ruota e gira attorno al Sole. La sua struttura è settenaria. È l’Origine femminile delle evoluzioni di coscienza che il Pianeta programma, ospita e alimenta.
ORBITA E ZODIACO
Orbita e Zodiaco hanno qualcosa in comune, ma non sono entità analoghe. Lo Zodiaco è paragonabile all’orizzonte, non altrettanto può dirsi dell’Orbita. Questa, infatti, è la reazione spaziale al moto di un corpo celeste, lo Zodiaco ha natura e genesi diverse. Ciò appare chiaramente se si concepisce lo Zodiaco come l’insieme delle direzioni e dei settori spaziali che si diramano dal centro del Sistema. Esso non ha una sede definita nello Spazio, come l’Orbita, che è invece un ente geometrico individuale, che ha posizione distinta, seppure variabile.
Fra loro esiste però un rapporto dinamico.
Disegnati i dodici settori zodiacali a partire dal centro solare è evidente che ogni Luminare o pianeta li interseca tutti per ciascuna delle sue rivoluzioni: la sua Orbita li incrocia e li taglia. Questa serie regolare di passaggi o intersezioni definisce in ogni caso la qualità del rapporto fra Orbita e Zodiaco. Nella figura si è tracciata, a modo di esempio, la quinta orbita, di Saturno. L’incrocio con i vari settori determina, in successione, una serie di rapporti:
5/1 5/2 5/3 . . . 5/12
ciascuno dei quali si potrebbe suddividere in sette parti:
5/1.1 5/1.2 5/1.3 . . . 5/1.7
Tra il fascio di direzioni che compongono lo Zodiaco e un’Orbita esiste dunque una pluralità ordinata di rapporti. È possibile considerare l’Orbita come anch’essa divisa in dodici settori che vi riflettono lo Zodiaco, che vi assume, però, la colorazione generale dell’Orbita. Le Orbite sacre (quelle dei Luminari) sono sette: pertanto anche in questo modo si ottengono 84 valori diversi, ciascuno esprimente una sua qualità, interpretabile sia in base ai simboli zodiacali, sia secondo le sette energie della Vita.
Questi brevi cenni, assieme alle considerazioni precedenti, aprono nuove prospettive sulla conoscenza psichica del Sistema solare e del suo bilancio energetico, assai diverse dalle lezioni astronomiche e astrologiche. Sono nozioni ancora rudimentali, e molte questioni si dovranno rivedere e aggiornare, tuttavia, a poco a poco si delinea un nuovo profilo.
Prima di lasciare lo studio dell’Orbita, considerata a sé stante per necessità d’esposizione, bisogna riconoscere che l’insieme delle sette Orbite è una struttura ben definita del Sistema, disposta attorno al Sole. Ciò la rende assimilabile alla struttura della sostanza spaziale insegnata dalla Teosofia, disposta anch’essa su sette livelli che avvolgono l’Uno. Lo Spazio solare si presenta ordinato in una gerarchia di Funzioni.”