Oggi Mercurio (4° Raggio, Armonia) si affianca ai suoi Fratelli Saturno (3° Raggio, Luce) e Plutone (1° Raggio, Potere) già congiunti in Capricornus (1°, 3° e 7° Raggio) secondo la visione eliocentrica, il cui incontro è stato ricondotto ai nostri cuori ieri, 10 gennaio 2020 (vedi).
Il Messaggero degli Dei, il Magister Musicae del Sistema solare, illumina con la sua mente intuitiva il grande Disegno che si sviluppa in questi nostri tempi tormentati, e che ci coinvolge a livello sia profondo sia sottile, con grandi promesse di trasformazione e di conseguimenti, annunciati dalla radiosa congiunzione di Giove e Saturno in Aquarius che avverrà a fine anno.
Un anno davvero decisivo, iniziato sotto il segno della splendente congiunzione eliocentrica di Venere e Nettuno in Pisces: dedicato alla costruzione dei nuovi Ideali , di cui l’umanità è tanto assetata quanto bisognosa.
Nel segno iniziatico di Capricornus riflettiamo sul 4° aspetto del Potere e della Luce (1).
“4° ASPETTO DEL POTERE
Il 4° Aspetto è strettamente collegato al secondo e data la sua posizione centrale fra i sette è quello che più compiutamente esprime la centralità del potere.
Un potere qualsiasi che per assurdo fosse periferico non avrebbe modo di affermarsi per esercitarsi, il potere deve ripetere ”ad infinitum” la sua centralità fino ad occupare tutto lo spazio e conseguire così la perfetta comunione con il secondo aspetto.
Già si è riconosciuto la sua capacità di penetrare, ora si pone in rilievo il fatto che esso si esercita e si afferma sui centri dai quali opera e agisce.
Una forma che sia organizzata in modo da esprimere chiaramente il proprio centro (come accade in moltissimi fiori) irradia da quello la propria bellezza e armonia.
La centralità non è mai disgiunta da quella suprema gioia che è la bellezza, che ogni quarto aspetto crea e manifesta.
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4° ASPETTO DELLA LUCE (sulla Luce in generale vedi qui)
Dal quarto aspetto in poi si nota che le qualità della Luce non appaiono più così evidenti, non vengono rappresentate con altrettanta forza dai simboli e non manifestano quella periodicità e quel ritmo che invece contraddistinguono i primi tre. Sono infatti espressioni di raggi di attributo, o minori.
È possibile riconoscere il 4° aspetto nella proprietà di trasparenza e riflessione, caratteristica della luce. Se due raggi luminosi di fonti diverse si incrociano non si elidono a vicenda, ma quel punto d’incontro diviene più brillante: la Luce è trasparente alla Luce, la Luce non si oppone alla Luce.
Essa subisce anche qualsiasi processo di riflessione rimanendo sempre pari a se stessa e con oggetti molto semplici, come uno specchio o una lente, è facile far compiere ai raggi luminosi percorsi simmetrici e di precisa geometria.
Le qualità che la Luce racchiude esistono là dove essa esiste, oltre la forma, e perché appaiano occorre l’intervento di un mezzo che sia esso stesso limpido, terso e capace di riflettere. La Luce è allora in contatto con il mondo da essa creato: intermedia fra il mondo a-formale e il formale è appunto la quarta proprietà, elusiva demarcazione fra realtà e apparenza.
In modo peculiare si osserva che la Luce è sinonimo stesso di capacità di mediare in quanto è, per eccellenza, la sostanza del quarto piano, il piano Buddhico o dell’Illuminazione. Questo livello, intermedio tra i sette dello manifestazione, garantisce la simmetria tra il mondo spirituale e quello delle forme. La Luce quindi, sostanza illuminante, ha in sé la natura del quarto Raggio. Trasparenza, riflessione, lucentezza dovranno quindi essere qualità del quarto Vertice della Stella che nulla tenendo per sé, non opponendo resistenza, rispecchiando fedelmente l’opera creativa superiore, illumina il mondo delle creature.
Egli esegue fedelmente l’opera che gli è commissionata, non deforma ma riflette con precisione le energie da cui è investito.
Ciò significa sacrificio e attività continua per mantenersi pulito, limpido, puro.
L’apparente indifferenza e latenza del quarto Vertice nascondono in realtà un ruolo prezioso e insostituibile: egli è il vero “Magister Musicae”. Non è il compositore ma il direttore d’orchestra che coordina le voci più disparate e le fonde in un tutto omogeneo, fedele al pensiero originale e unitario.
Infine la quarta qualità, intesa come trasparenza, rende incorporee le forme, consente la visione dei loro contenuti ed è sempre presente dove splende la bellezza. Se l’aria è trasparente, il giorno o la notte sono belli: ognuno lo sa.”
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