Creare le cause dell’Opera futura

La causalità è il motore dell’Universo

chi capisce e accetta la causalità come ragione degli effetti è un chiaro seguace dell’evoluzione [1]

Per avanzare con le basi dell’Esistenza e collaborare alla creazione dell’Opera futura, bisogna dunque accettare la sublime e immutabile legge di Causalità e partire dalla teoria che fa discendere la creazione da un processo pensato, da una volontà creatrice, dall’aver fissato uno scopo da raggiungere e che questa creazione sia continua e in atto… E in questa operazione creativa, l’uomo che è creato, che è una creatura, ha potere creativo. Il livello umano è quello in cui avviene questa trasformazione straordinaria: da essere semplicemente creato, passivamente creato, si risveglia in lui a poco a poco, per effetto del grande processo cosmico creativo, la capacità a sua volta di creare. Quindi il creato costruisce cocreatori. Il creato costruisce creatori. [2]

E’ incomparabile l’Opera di un creatore che lavora per costruire le cause del futuro, che con il suo spirito imprime le forme di qualità, apparenza e forza. Ogni essere pensante può partecipare all’immensa opera creativa universale, e anche il più umile può contribuire a costruire una nuova Cultura. Per rendere efficace l’azione creativa è indispensabile orientare la coscienza al futuro, lottare con ogni forza contro la materia inerte e sprigionare scintille creative dalla lancia dello spirito. Essere mossi solo dall’emozione e sospinti all’azione solo dal desiderio non è affatto sintomo di vera coscienza di sé. Nell’uomo veramente evoluto e auto-cosciente… non solo sono presenti direzione, proposito e programma, ma esiste anche coscienza dell’agente attivo del piano e dell’opera.[3]

In quest’epoca di rinnovamento generale, l’Umanità è sospinta dalla Necessità di gestire coscientemente l’avanzata planetaria. Con la convinta adesione al Piano evolutivo e con azioni di gruppo, coordinate e cooperanti, può accelerare il vero progresso e creare un’officina di bene. Inoltre, bisogna ricercare consapevolmente la cooperazione con i Creatori solari[4] e inserirsi nel Loro accordo ritmico, per progettare e costruire il futuro ed esprimere la nostra funzione: centri di unione dei mondi.

Anche se gli effetti positivi delle buone intenzioni, dei buoni pensieri, delle buone azioni sono poco visibili, pur tuttavia, secondo la legge causale, ognuno di essi produce i suoi frutti… Sapere che ogni atto è una causa dilata la coscienza, poiché la giusta direzione è impressa non dal timore, ma dal discernimento. Magnifica è questa legge, che infonde vita a qualsiasi esordio buono e creativo! Invero, la struttura del Cosmo cresce ogni istante, per via di tutte queste origini, e gli eroi dello spirito sanno che i loro sforzi giornalieri li fanno compartecipi della creazione della vita. La legge di causalità dirige il pensiero a comprendere l’infinità del Mondo del Fuoco; allora lo spirito si sente connesso alla Catena universale, quale effetto di una causa e causa di un nuovo effetto. Molte cose un giorno potrà l’uomo comprendere alla luce della sola comprensione della legge causale. Sulla via del Mondo del Fuoco ricordate il moto eterno di ogni singola azione.[5]

A tale proposito, dal Diario 1989, 3 febbraio (testo inedito) di Enzio Savoini, illuminato pensatore del nostro tempo, si riportano alcuni pensieri che riconoscono l’Opera per quel che è, nella sua libertà senza confini:

Chi si ingegna a lavorare soggettivamente, cioè a costruire le cause, ha la sensazione di non vedere mai uno solo degli effetti per cui agisce; e accetta questa condizione come inevitabile, facendo sacrificio del pur legittimo desiderio di percepire il progresso delle sue attività impersonali.

Si tratta di un atteggiamento sicuramente corretto e benefico; ma non è vero che l’Opera resti, per così dire, inavvertibile al suo creatore. Quella sensazione è dovuta all’inesperienza dell’attore, ma prima o poi viene sostituita da una comprensione superiore.

Infatti, poiché egli agisce a livello causale, dove non esistono separazioni, non c’è reale distinzione tra la sua coscienza e l’Opera in fase di sviluppo. In quella sfera, l’Opera, il lavoro e l’Operaio sono tutt’uno.

Quindi quest’ultimo può conoscere lo stato della prima semplicemente guardando nelle profondità della propria coscienza, dove la Cosa e il suo Fattore sono sempre congiunti. La coscienza del Creatore rispecchia esattamente la Creatura, ed è quivi pertanto che ne vanno ricercate le sembianze e le condizioni di crescita.

Ma cos’è l’OPERA? Coll’aumentare dell’esperienza ci si accorge che i suoi lineamenti non sono ben definiti, non però per difetto di esecuzione, anzi proprio per l’accuratezza persistente con la quale la si esegue. Più ci si concentra nel lavoro interiore e impersonale, più si ampliano i contenuti della Forma in costruzione, al punto che non li si potrebbe neppure descrivere in termini concreti, tanto essi si dilatano e si fanno, a loro volta, inclusivi. L’OPERA assume, a poco a poco, il significato universale di ciò per cui si lavora e si vive.

Ciononostante, ogni operatore edifica un Tempio suo proprio, cioè carico di qualità individuali, ancorché compiuto in gruppo e secondo regole accettate e comuni.

Dato il rapporto fra OPERA e costruttore ogni guadagno nella coscienza di questi va a perfezionare tutta l’OPERA, anche le fasi già eseguite, anche le sue prime fondazioni, poiché ogni miglioria si estende a tutte le parti”.

E nel Diario 1989, 6 febbraio: Ancora dell’OPERA, scriveva:  

La mente concreta, in quanto matrice delle forme pensiero per sua natura, percepisce come vaghe, incerte e indefinite le Idee, cioè le cause delle forme. Quelle entità, che in realtà sono esatte precise e ordinate, paiono alla sua indagine più simili a nebbie o fantasmi. Anche quando ne coglie la presenza quei lumi si sfocano al suo contatto.

Ciò avviene anche per l’OPERA.

È bene dunque cercare di veder chiaro in questa direzione, poiché ne dipendono sia la precisione del lavoro che l’accuratezza della sua esecuzione.

L’OPERA ha una struttura, e nel suo ambito vigono leggi, regole e ordinamenti. È un grande complesso di rapporti esatti e dosati, a più livelli, che interagiscono con altre OPERE. Si tratta di un edificio di spiritualità organizzata, autosufficiente ma libera di aggregarsi ad altri complessi e di integrarli a se medesima.

Certo essa è globale, e quindi planetaria, ma proprio per questo può essere considerata solare, e ancor più che tale.

E come essa si amplia sempre più quando esplorata dalla coscienza, sì da non presentare veri e propri limiti, così si accomunano i suoi Costruttori, a schiere e individualmente impegnati in una collaborazione senza riserve. La sua natura è tale che ciascuno può esprimervi le proprie migliori virtù, arricchendone una regione come se questa fosse indipendente dal totale, e in piena libertà di intelligenza.

Tutte le attività sono però dominate dall’assoluta necessità di collaborare, il che conduce alla progressiva fusione dei vari gruppi creativi in entità sempre superiori e più potenti.

Perciò si può dire che l’OPERA, l’OPERATORE e l’OPERAZIONE sono una stessa e sola Vita.

Ciò consiglia di osservare simultaneamente e con costanza in due direzioni: nella sfera d’azione possibile in ogni data fase e nelle altre sfere, interagenti, che salgono verso la sintesi ultima.

Quindi il creatore opera al proprio livello senza dimenticare la correlazione e l’infinità del Tutto.

Può rimpicciolire o ingrandire il suo apporto, concentrandolo o dilatandolo senza diluirlo.

L’OPERA è grande e piccola allo stesso tempo, e resta infinita.

Mentre questa concezione a poco a poco viene accettata e assorbita dalla mente razionale, il creatore, o forse meglio l’Operaio, impara che può agire sia come entità isolata che come gruppo, ma anche a vario livello, essendo egli guidato dall’Alto e capace di dare guida in basso.

Gradualmente egli acquisisce la capacità di lavorare di continuo ma con ritmo, sia di intensità che di fase; e questa attività ne assorbirà a poco a poco tutta l’energia e l’interesse”

Che “l’arte di comporre le cause”, nostra per destino, guidi i cuori a riconoscere la bellezza del disegno divino e illumini la mente a creare in conformità alla necessità evolutiva secondo le leggi celesti e a rispondere insieme alla quarta stanza della Grande Invocazione data dal Maestro Tibetano:

“… dal Centro che vien detto il genere umano si svolga il Piano di Amore e di Luce …”

Scintille causali filano nello spazio, e ciascuna produce i suoi effetti

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[1] Collana Agni Yoga, Infinito I § 24

[2]  Enzio Savoini, Allestire un Piano, testo inedito

[3] Alice A. Bailey, Astrologia Esoterica, pagg. 288-9 ingl.

[4] Il presente articolo è pubblicato in corrispondenza della congiunzione dei fuochi solari di 3° e 5° Raggio: Saturno,  il Pensatore e Seminatore per eccellenza, e Venere, la Mente illuminata dall’Amore. Tale impulso causale che ci indirizza a preparare e a costruire il Futuro sfolgora nella Luce Superna di Capricornus: ‘la Porta degli Dei’, l’unico punto ove potenze solari e umane possono incontrarsi per collaborare a piani di sviluppo planetari. I Segni del Cielo indirizzano a cristallizzare la Luce in forme e ad allestire piani e progetti iniziatici, affinché sostituiscono quelli ormai inadatti e superati all’evoluzione.

[5] Collana Agni Yoga, Mondo del Fuoco III § 46 

 

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Una risposta a Creare le cause dell’Opera futura

  1. Bianca V. dice:

    Maria Luigia, il tuo scritto mi ha dato l’opportunità di ripensare alle apparenti disordinate vicende delle nostre piccole vite e della più grande storia dell’umanità come a una catena di eventi logicamente legati – invece – da senso e finalità.
    Superando la visione frammentaria e sprovveduta dello sguardo superficiale, potremmo accedere a collegamenti, significati e nessi ancora non chiaramente percepibili.

    Uscire dalla considerazione casuale del mondo e scegliere quella causale cambia la nostra visuale; ci conduce dalla rappresentazione di un universo caotico, crudele e privo di senso alla visione di un cosmo ordinato e direzionato.

    Si legge nella Dottrina segreta:
    …(vi sono) una indivisibile assoluta Onniscienza ed Intelligenza nell’Universo, che palpitano in ogni atomo e punto infinitesimo dell’intero Cosmo…Vi è un disegno nell’azione delle forze apparentemente più cieche.
    (H. P. Blavatskj, La Dottrina segreta, vol. I)

    Ed Einstein, che pare studiasse la Dottrina segreta, conferma:

    Credo in un Dio…che si rivela nell’ordinata armonia dell’universo. Credo che questa Intelligenza si manifesti in tutta la Natura. Base del lavoro scientifico è la convinzione che il mondo è un’entità ordinata e comprensibile e non il prodotto del caso.
    (citato in Il regno degli dei, Geoffrey Hodson)

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