Ognuno di noi è artista della propria vita: che lo sappia o no, che lo voglia o no, che gli piaccia o no. (Z. Bauman)
Il Modello deve riflettere l’Armonia del Cosmo e il campo di servizio si nutre intuendo l’essenza divina delle cose…..l’arte della Nuova cultura e civiltà si manifesta esprimendo l’arte di vivere e per riunire la comunità planetaria attorno alla volontà del Bene, del Bello, del Vero occorre rivelare la sacralità della Bellezza.
«Vivere insieme è un’arte, un cammino bello e affascinante, osserva papa Francesco, e la famiglia è il luogo in cui ci si custodisce reciprocamente nella confidenza e nel rispetto, dove si impara a convivere nella differenza, ad appartenere ad altri, e dove i genitori trasmettono la fede ai figli”.
Certo la famiglia è il primo spazio dove si impara l’arte di vivere, dove si impara a plasmare la vita che ci ritroviamo tra le mani, come un pezzo di argilla indistinta che attende soltanto di prendere forma e questa scuola continua incessantemente per tutta la nostra esistenza.
Nessuno può insegnarci un metodo o darci delle regole da seguire per prendere in mano la nostra vita ma, sicuramente, è un’operazione che solo noi possiamo compiere perché non possiamo demandare, delegare, affidare ad altri quello che è di nostra esclusiva competenza: prendere in mano le redini della nostra vita dipende unicamente da noi!
Se un individuo affida ad altri il compito di gestire la sua esistenza è come se vivesse da perfetto estraneo in casa propria, mentre un essere cosciente incarnato deve rimanere vigile mentre segue la sua corrente di vita, per poter fluire attraverso l’esistenza senza farsi portare passivamente e indolentemente dalla risacca.
Forgiare la propria vita è come un ritorno alle origini. È incominciare a vedere noi stessi come artefici della nostra esistenza e disimparare abitudini da schiavi e prigionie interiori che ci sono state insegnate e a cui abbiamo aderito incondizionatamente: possiamo semplicemente sbarazzarcene come fossero un abito vecchio, per poi indossarne uno nuovo, interamente realizzato da noi.
Bisognerebbe osservare il mondo esterno come una proiezione del proprio mondo interiore e vedere cosa ci dice quello che si vede e quello che si vive in quanto tutto ciò che ci circonda offre preziosi indizi sulla nostra condizione attuale di esseri coscienti.
Per raggiungere la meta bisogna imparare a fare silenzio e ad ascoltare perché dal silenzio, dallo spazio del Cuore emerge la voce interiore, la guida e il modello per raggiungere l’autenticità. Bisogna sperimentare anche l’ascolto degli altri e capire cosa stanno dicendo veramente, cosa comunicano dal profondo.
Si tratta di piccole azioni che ci consentono di scoprire concretamente che siamo più di quanto pensiamo di essere: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare dell’inconsapevolezza!
Possiamo sempre migliorare il rapporto con noi stessi e con gli altri in qualsiasi momento, ma dobbiamo crederci perché il problema più grande è lo scetticismo, che spesso ci fa voltare le spalle alla curiosità, amica della crescita personale.
Dopotutto, è più facile chiudere la propria mente al cambiamento piuttosto che aprirsi al fascino del nuovo.
La vita è la nostra. Il tempo è nostro: apparentemente sembrano concetti elementari ma non prestiamo attenzione ad essi e molto spesso non ci rendiamo conto del potere che abbiamo sulla nostra vita e lasciamo che siano gli altri o gli eventi a condizionarla e portarla avanti.
Alla fine siamo sempre noi a decidere, anche decidendo di non decidere.
Il tempo è come un credito che si rinnova di giorno in giorno e ogni
ventiquattrore abbiamo a disposizione la nostra somma di tempo da spendere come desideriamo.
Possiamo anche decidere che sia il tempo a comprarci lasciando scorrere i giorni in modo sempre uguale, rassegnandoci e non cambiando le cose che non vanno bene e che non ci fanno crescere per divenire esseri veramente coscienti e in sintonia con tutto l’Universo.
Il tempo è lì, a nostra disposizione, non ci giudica, non gli interessa come spendiamo i minuti, le ore e il giorno dopo ci presenta una nuova giornata da utilizzare, un foglio bianco su cui scrivere, un pezzo d’argilla da modellare.
Diceva Schopenhauer “ Svolgere un’attività, dedicarsi a qualcosa, o anche solo studiare sono cose necessarie alla felicità dell’uomo perché sforzarsi e lottare con ostacoli è il bisogno più essenziale della natura umana. Lo stato di quiete da intendersi non solo in senso fisico, come assenza di movimento, ma anche in senso intellettuale, come assenza di pensieri, non risponde all’uomo e alla sua natura e va dunque evitato.”
Seneca ricorda che il coltivare salutari inclinazioni è di per sé lodevole, indipendentemente dai risultati che si possono conseguire.
“Fratello Gallione, tutti vogliono vivere felici, ma quando si tratta di veder chiaro cos’è che rende felice la vita, sono avvolti dall’oscurità” Così si esprimeva ancora Seneca nell’incipit del suo celebre dialogo De vita beata, riassumendo in poche e semplici parole quell’alone di mistero che cela la formula per una vita felice.
La vita è nostra e abbiamo tutta la libertà del mondo di sprecarla irrimediabilmente o darci una mossa e capire che possiamo concederci un’altra possibilità e proprio perché la vita è nostra possiamo addirittura scegliere di viverla.
E perché non scegliere di viverla al meglio sollevando lo sguardo verso il Cielo?
In quel momento diventiamo consapevoli dello spettacolo dell’Universo e ci rendiamo conto che c’è un’interconnessione fra tutte le esistenze e allora capiamo che la realtà è semplicemente uno specchio di noi stessi………
Poiché attualmente Mercurio è in congiunzione con la Terra, per la seconda volta in questo anno 5.4 che deve manifestare l’Arte della Nuova Cultura e Civiltà, sarebbe utile seguire la quarta Direzione che, come Modello, ci insegna a intuire l’essenza divina delle cose e a riflettere l’Armonia del Cosmo rivelando la sacralità della Bellezza.
Questa Direzione è il luogo determinante per lo svolgimento del Progetto solare perché è lo specchio che lo riflette e l’umanità, come tramite fra Cielo e Terra, deve imparare a riflettere Quello in questa esprimendo l’Arte di vivere.
Per prima cosa bisogna comprendere che imparare e praticare l’arte di vivere non è semplicissimo e che, nonostante solo noi possiamo farlo, è necessario seguire qualche guida a cui attingere nel delicato cammino.
Addestrare all’arte di vivere è stato da sempre il compito dei maestri di vita, come Buddha, Gesù, MeisterEckart, Paracelso e tanti altri che sono stati anche grandi maestri di pensiero e hanno insegnato i medesimi principi fondamentali anche se espressi, a volte, in modo apparentemente opposto.
L’essenza di tali principi è che lo scopo supremo della vita di ogni uomo, da cui poi derivano tutti gli altri, è quello di evolversi manifestando pienamente la propria umanità.
Questo sviluppo, durante il quale l’uomo partorisce se stesso, deve comprendere la risoluzione dell’inconsapevolezza, dell’avidità, dell’egoismo, della malevolenza per fare spazio alla consapevolezza, alla capacità d’amare, alla fratellanza e al coraggio accompagnati dalla gioia di vivere, che è una qualità dell’anima.
L’uomo deve cercare di raggiungere queste mete in ogni stadio della sua vita.
Cesare Pavese, rassegnato nel suo pessimismo esistenziale, parlava del mestiere di vivere e definiva la vita come un vizio assurdo, una sofferenza inutile al termine della quale verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Certo la vita è un mestiere se la limitiamo allo sforzo che dobbiamo compiere ogni giorno per adempiere a tutti i nostri obblighi, alla ripetitività di tutte le nostre azioni che, spesso, ci annoiano e ci deprimono, ma soprattutto se la limitiamo a tutte le nostre aspettative deluse di un domani migliore.
Non possiamo negare che la vita sia anche tutto questo, ma è solo questo?
Vivere è anche e soprattutto un’arte che il Cielo ci può indicare, ma che noi dobbiamo apprendere, sbagliando e riprovando senza sosta, giorno dopo giorno vivendo: vivendo appieno, mettendosi in gioco, spendendosi per qualcosa o per qualcuno, comprendendo che la vita vera è fatta di verità e bellezza perché la Bellezza è verità e la Verità è bellezza.