Le balze del Sentiero

Mercurio, congiunto ieri eliocentricamente con la Terra, oggi incontra Giove, sempre in Leo, ma nella quinta qualità del segno. L’Amore e l’Armonia si uniscono quindi in un’azione costruttiva comune.

Sono queste le energie fondanti della psicosofia, che si occupa dell’uomo in quanto pontefice planetario fra i regni inferiori e superiori di natura e, allo stesso tempo, ne chiarisce il percorso evolutivo individuale, che si concretizza nel costruire ponti fra i diversi livelli della propria coscienza (vedi “La Costruzione del Ponte”).

Costruire ponti significa superare abissi nei quali ci si può facilmente perdere. Si racconta in un volume dell’Agnigigantedella montagna Yoga di un gigante che, per arrivare rapidamente in soccorso in una situazione di grande pericolo, correva poggiando i piedi sulle cime delle montagne. Sempre nella collezione Agni Yoga, ed. Bresci, a chiusura del primo volume, Appello, si trova la seguente frase: “Ti domanderanno come si traversa la vita. Rispondi: come un abisso su una corda tesa: In bellezza, con cautela, oscillando”.

In effetti, in momenti di grande tensione interiore, è possibile anche per chi non è un gigante correre a grandi balzi toccando di slancio solo le cime dei monti, ma è indispensabile, per poter percorrere in verticale la vita, tirare dei fili che colleghino stadi di coscienza sempre più elevati e traccino un percorso sull’abisso.

Così come fanno i ragni, che traggono da loro stessi quel filo che andranno a fissare in un punto strategico dal quale continuare la loro opera, ugualmente noi costruiamo il sentiero con la sostanza delle nostre vite e lo agganciamo via via ai livelli di coscienza conseguiti, ai quali fissiamo le nostre corde, che devono essere ben assicurate per garantirci di non dover tornare al punto di partenza nel caso di un passo falso o di una caduta. Procediamo dunque costantemente sull’abisso, dal quale non dobbiamo lasciarci attrarre, sostenuti dalla consapevolezza di essere parte di una cordata comune.

La prima parte del Sentiero si sviluppa proprio intorno all’acquisizione della capacità di distaccare lo sguardo da quel fondo valle dal quale proveniamo, dove regnano nebbie e riflessi distorti del Reale che condizionano pesantemente il nostro procedere ed anche la possibilità di leggere correttamente le indicazioni sul cammino e di interpretare quei segni di cambiamento che inevitabilmente si producono in noi.

passerellatibetna

I molti ostacoli che incontra sul sentiero spirituale colui che inizia la scalata delle vette sono definiti con tre diversi termini dal Maestro Tibetano: maya, annebbiamento e illusione. Con il primo egli si riferisce agli ostacoli che provengono dal piano fisico/eterico, col secondo a quelli emotivi/astrali e col terzo agli sviamenti mentali.

Quando l’uomo comincia a orientarsi ai valori spirituali si innesca il conflitto fra il corpo eterico e quello fisico denso, che sono destinati a fondersi. E’ il tempo in cui si dà molta attenzione alle pratiche fisiche, alle discipline di purificazione, ai comportamenti alimentari come mezzo per dominare il fisico. Il risultato di questi sforzi è una buona concentrazione e determinazione, un riorientamento più stabile, una visione relativamente chiara, che illude dapprima di aver raggiunto grandi mete. Si è pronti a quel punto a proseguire e ad affrontare anche la battaglia che si svolge sul piano emozionale/astrale, il piano del desiderio, ove si produce l’annebbiamento.

Il termine annebbiamento evoca in noi un fenomeno ben noto in natura: quando il calore del sole comincia a scaldare le terre umide si forma un velo più o meno spesso di nebbia che lo oscura. Lo stesso effetto si riscontra faronellanebbiaquando il sole dell’anima comincia a sorgere nella coscienza di colui che percorre il Sentiero, che d’un tratto sente svanire tutte le sue certezze nell’atmosfera densa in cui si trova immerso. Si aggrappa allora alla sola luce che conosce, quella della mente, spesso scambiandola con quella dell’anima e tuttavia, pur con quel fioco lume, procede con determinazione; così, a poco a poco, la nebbia comincia a diradarsi e scorge il riverbero della luce maggiore che rivela la via di mezzo, la corda tesa sulla quale egli potrà posare i piedi e procedere verso la Meta. Qui si consegue un campo base importante: termina il Sentiero della Purificazione e della Prova ed inizia quello del Discepolato, dove emerge soprattutto l’illusione mentale.

La luce della mente (decisiva ma anche soggetta a mentire) in questo tratto del cammino si contrappone a quella maggiore dell’intuizione, della conoscenza diretta, della discriminazione, del Cuore (la mente che non erra). Si è chiamati ad imparare a distinguere fra “la Verità e le verità”, fra conoscenza e saggezza, fra realtà e illusione, alla luce crescente della discriminazione che elimina gli sterili dubbi, e contemporaneamente fa sì che non ci si prenda mai totalmente sul serio, nella consapevolezza che la Verità è trascendente ed il suo riflesso è ovunque, perciò ogni cosa è giusta e vera ma solo nel proprio limitato contesto. Qui si apre il Sentiero dell’Iniziazione e ci si prepara alla fusione fra l’anima e la persona: l’Angelo della Presenza e il Guardiano della Soglia (che rappresenta tutti i nodi ancora irrisolti anche da vite passate) si affrontano e il discepolo, quando infine si identifica con l’Angelo, provoca la dissoluzione del Guardiano nella radiosità dell’anima.

Angelo presenza

Il ponte, unitario, frutto di ripetute fusioni, è allora l’Angelo, la Presenza che integra in sé la Persona; è quel pilastro della successiva costruzione che collega l’uomo spirituale alla fonte vitale monadica e quindi alle iniziazioni superiori.

L’eterno percorso del ritorno all’Uno è un’opera di fusione e di decentramento. Inizia per l’uomo sulla spinta del desiderio di conseguimenti personali ma ben presto prosegue sulle ali del Servizio disinteressato al mondo, nell’oblio di sé, nel riconoscimento delle necessità del momento, nella gioia dell’Opera comune.

Lavorare con ardore e gioia per porre le basi del mondo nuovo è dunque il propellente che ci sospinge sul Sentiero dell’Infinito.

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