Il solstizio estivo, che segna alle nostre latitudini il momento di massimo splendore della luce solare, è una discontinuità che cambia direzione alle energie: di qui in avanti, per salire occorrerà discendere nella valle della manifestazione.
Avendo quindi cercato in articoli precedenti di tradurre con parole umane, e perciò evidentemente inadeguate, il Proposito divino, fissiamo ora lo sguardo sull’umanità della Terra che ad esso dovrebbe liberamente conformarsi. Chiediamoci allora: se il Proposito universale può essere definito come il Bene comune, ovvero il massimo grado di libertà conseguibile da ogni creatura in ciascuna fase del ciclo, qual è oggi lo scopo del regno umano, cui è richiesto di collaborare affinché tale Proposito si realizzi?
E’ inevitabile in questo caso parlare di cicli, poiché il raggiungimento pieno del Bene comune, meta suprema della manifestazione, coincide col ritorno dei molti all’Uno, ovvero con la liberazione totale: la fine del mondo manifesto. Tale conseguimento prevede quindi il compimento del Respiro divino in un ciclo di eternità nel quale è contenuta una serie di innumerevoli cicli di diversa ampiezza inseriti gli uni negli altri che segnano i passi evolutivi, ovvero i gradi di libertà che ogni sistema umano, planetario, solare o galattico può di volta in volta conseguire. Ne risulta un congegno straordinario nel quale ognuno, operando per il proprio scopo, contribuisce alla realizzazione del Proposito universale.
All’interno del Sistema solare l’umanità della Terra, quarto regno di natura, rappresenta un elemento particolare poiché, essendo dotata di libero arbitrio, può essere un fattore di accelerazione dell’evoluzione se aderisce consapevolmente al proposito solare, o di rallentamento, nel caso scelga di ostacolarlo.
Naturalmente l’uomo sceglie dapprima in modo inconsapevole, seguendo la propria natura ed i condizionamenti derivanti dal proprio karma individuale e di gruppo, dal contesto sociale in cui vive e, soprattutto, dalla fase del ciclico maggiore e dalle condizioni celesti presenti in ogni momento, che sono dapprima subite, poi comprese, accolte ed utilizzate per il Bene comune.
Anche il libero arbitrio quindi è condizionato ed il suo reale esercizio per l’uomo comincia ad essere possibile solo nel momento e nella misura in cui abbia conseguito una dose di libertà interiore che gli permetta di essere sufficientemente distaccato dal proprio “io” personale e di padroneggiare dunque sufficientemente i suoi veicoli di manifestazione.
La possibilità di scelta, pur se in un certo senso comincia a delinearsi da subito, si afferma in modo decisivo quando ci si focalizza sul livello mentale: qui, chi sceglie di assecondare l’evoluzione si sforza di salire al mentale superiore, proiettandosi verso la luce liberatoria dell’anima, chi invece sceglie di servire le forze frenanti si ferma al mentale inferiore e si lascia imprigionare dalle forme materiali.
Per comprendere qual è il campo maggiore nel quale le nostre scelte si compiono, possiamo guardare innanzi tutto al nostro Logos solare, l’Ente divino all’interno del quale muoviamo, viviamo e siamo. Qual è il Suo proposito? Evidentemente non siamo in grado di dare una risposta; gli Insegnamenti ci forniscono però una traccia, dicendo che questa Sua incarnazione ha lo scopo di manifestare la seconda energia creativa, l’Amore, avendo realizzato la terza, l’intelligenza, in quella precedente e prevedendo di trovarsi nella prossima incarnazione a dover sviluppare la rispondenza al Volere, il primo aspetto del divino.
Se seguiamo questa ipotesi, possiamo quindi ritenere che ogni atomo, cellula, organo di questo sistema sia volto, in questo ciclo solare per noi difficilmente concepibile, a incarnare nei modi più diversi tale potestà creativa e che ogni proposito minore poggi su questa base comune.
Pensiamo poi al nostro pianeta, la Terra, di cui l’umanità è un organo. Ci viene detto dall’insegnamento del Maestro Tibetano che la grande Entità che attraverso di essa si manifesta sia vicina ad un passaggio di coscienza che si rifletterà ovviamente su tutti i regni di natura con un afflusso di energie potenti e la conseguente acquisizione di un grado di libertà maggiore.
L’umanità, che ha giurisdizione sulle coscienze dei regni inferiori, è chiamata a collaborare in modo consapevole a tale sforzo, impegnandosi al massimo al proprio livello. In questo momento decisivo del ciclo dunque, mentre ci troviamo alle soglie di una nuova Cultura e Civiltà che si svilupperà per più di 2000 anni sotto l’influenza del segno di Aquarius, siamo chiamati ad interpretare l’energia d’Amore, proposito di tutto il Sistema solare, essenzialmente come collaborazione coordinata e unificante, indirizzando le coscienze di coloro che possono rispondere a tale appello, ovvero che cominciano ad essere in grado di esercitare il libero arbitrio, a superare ogni divisione ed a unire le forze in un’azione comune, che presuppone anche un’assunzione di responsabilità nei confronti degli altri regni di natura, con i quali dovremo finalmente porci in rapporto aureo.
Definita la linea fondante del Proposito, occorre quindi allestire un Piano tramite il quale perseguirlo, in questo favoriti dal fatto che il Raggio di energia creativa che caratterizza la Terra in quanto entità manifesta ci vien detto essere il terzo (l’Intelligenza attiva) e quello dell’anima il secondo (l’Amore) in risonanza con l’energia di base di tutto il Sistema solare.
Il lavoro da compiere è molto ed è glorioso. Teniamo dunque lo sguardo rivolto al Cielo e scandiamo i nostri passi con quelli dei nostri maggiori.