Guida

Glossario – Guida

 

Etimo secondo TPS

 

È sostantivo che si sviluppa dal verbo “guidare”, traente origine dalla voce provenzale guidar, “guida”, che nasce a sua volta dall’antico termine francese guider, guidare, condurre, testimoniato nel 1300.

Quest’ultima forma si sviluppa da guier, dal franco *witan che significa “mostrare la strada”, dal proto-germanico *witanan, “prendersi cura, proteggere”, fonte anche del tedesco weisen, “mostrare, indicare” e dell’antico inglese witan, “rimproverare”: per questi termini s’individua dunque un ceppo sviluppatosi nell’antica lingua germanica che risale alla radice proto-indoeuropea *WEID-/*VID, la quale esprime l’idea del “vedere”.

Si rileva che nell’antica lingua dell’Inghilterra anglo-sassone il Witenagemot, noto anche come Witan, era un’istituzione politica che operava da prima del VII secolo fino all’XI secolo, e che rappresentava uno sviluppo aristocratico delle antiche assemblee generali germaniche: si trattava di un raduno della classe dirigente, composto dai più importanti nobili, sia ecclesiastici sia secolari, la cui funzione principale era di consigliare il re.

Il Linguista F. Rendich scompone così la radice vid: “diffusione [vi] di luce [d]”, “distinguere [vi] alla luce [d]”, “vedere”, “conoscere”, “sapere”. Si vedano il sanscrito vid, conoscere, capire, veda, conoscenza vera, vidvas, saggio, veggente; il greco eido, vedere, oida, sapere; il latino video, vedere (Dizionario etimologico comparato delle lingue classiche indoeuropee. Indoeuropeo-Sanscrito-Greco-Latino, Palombi Editori, 2010, p. 406).

La parola “guida” è dunque sorella del termine sanscrito vidvas, saggio, veggente.

L’idea della guida è tra quelle fondamentali nell’Insegnamento dell’Agni Yoga.

Citiamo da Gerarchia:

  • 33 — Come avvicinarsi sempre più alla Fonte? Come ottenere una comprensione migliore? Solo seguendo la legge della Gerarchia. La Mano che guida è anche quella che eleva. La Mano che indica è quella che rivela la via della Legge superiore. Così, in verità, si crea la grande misura della legge gerarchica!
  • 415 — Il principio pilota della Gerarchia deve essere presente ovunque, nel piccolo e nel grande. Solo così si potrà costruire il grande futuro. La vita si regge sull’unione degli archi di coscienza. Gerarchia e guida si fondano su leggi universali; perciò l’attività creativa spirituale è così intimamente pervasa dal Magnete cosmico. La guida è dunque in contatto con esso, e questo grande principio aumenta di continuo la saturazione del mondo. Noi quindi creiamo fondendo assieme coscienza e cuore.
  • 455 — La Guida ha il potere di infondere nell’uomo tutti i sacri fervori. La Volontà superiore afferma tutte le imprese rivolte al progresso. La garanzia sta semplicemente nel correlare quel Volere all’apprendimento. Così si rivela all’umanità il legame diretto fra Gerarchia e discepolo. Il grande Potere scorre veramente nel filo d’argento che connette le iniziative migliori. Si può dire, in verità, che la vittoria sta nel legame con la Volontà superiore.

 

Guida significa il saggio che indica la Via

 


Treccani

 

f. guida [der. di guidare]. – 1. L’azione di guidare: affidarsi alla g. di una persona esperta; la g. di una motocicletta, di un autoveicolo; per le navi o gli aeromobili è sinon. di pilotaggio, che è termine più frequente. Usato assol., s’intende in genere la guida di un autoveicolo: prendere lezioni di guida; scuola di g. (e, nell’uso corrente, scuola guida); avere una g. spericolata, prudente, nervosa, tranquilla. Nella tecnica, g. a distanza, lo stesso che teleguida.

2.a. Persona che, precedendo o accompagnando o anche solo indicando, insegna il cammino da seguire: una g. fidata, sicura, pratica dei luoghi, coraggiosa; fare da g. a qualcuno. Per estens., riferito a cosa (materiale o astratta): la colonna di fuoco fu g. agli Ebrei; le luci dell’aeroporto fecero da g. nell’atterraggio; le sue indicazioni ci servirono di guida.

2.b. Chi, per professione, accompagna i turisti nelle visite ai monumenti, alle opere d’arte, ai musei, alle gallerie, agli scavi archeologici, alle ville, ai paesaggi e sim., per illustrarne i pregi storici e artistici e le bellezze naturali; g. alpina, chi, per professione, accompagna escursionisti e scalatori dilettanti nelle zone montane o alpestri e nelle arrampicate guidandoli in qualità di capo cordata sulla roccia o sul ghiaccio e prestando tutti i consigli e i soccorsi necessarî.

2.c. Nello scoutismo, nome con cui sono indicate le giovani esploratrici di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, e anche, al plur., le giovani esploratrici in genere, in quanto si distinguono dagli scouts, cioè dai giovani esploratori.

2.d. In marina, g. del palombaro, la persona che sorregge il palombaro immerso e ne sorveglia la manovra dall’imbarcazione alla quale esso è legato e dove è installata la relativa pompa d’aria, tenendosi in continuo contatto con lui, mediante telefono o con segnali convenzionali.

2.e. Chi guida un veicolo, guidatore; nell’automobilismo, sinon. di pilota.

3. fig. Persona che con la sua esperienza o con la sua autorità suggerisce ad altri il comportamento da seguire per raggiungere un determinato fine: essere la g. di un popolo, di una nazione; l’esercito ha trovato la sua vera g.; essere di g. a qualcuno negli studî, nella professione; g. spirituale. Anche riferito a cosa, per lo più ideale: l’esempio dei maggiori sia sempre la vostra g.; seguire la g. costante delle norme morali. Talora posposto con funzione appositiva, invar.: seguire dei principî, delle idee guida; stato g., il paese che esercita una funzione di leader rispetto ad altri paesi; fossili guida, v. fossile, n. 2 a.

4.a. Libro contenente le indicazioni necessarie alla visita di un museo o complesso monumentale, di una città, di un’intera regione o stato: g. della galleria degli Uffizî, del Foro Romano, di Assisi, delle Dolomiti, dell’Inghilterra; guide Baedeker; g. del Touring Club Italiano.

4.b. Manuale che avvia allo studio di particolari problemi o discipline o alla comprensione, all’interpretazione di qualche cosa: g. alla lettura; e come titolo: G. bibliografica; G. allo studio della paleografia, ecc.

5. Persona alla quale altre si devono allineare in uno schieramento (per esercizio ginnastico, per rappresentazione scenica, o, più spesso, per addestramento militare); quasi esclusivam. nelle locuz. guida a destra!, guida a sinistra!, comandi (militari o ginnastici) di allinearsi rispetto al compagno che è il primo della riga rispettivam. da destra o da sinistra.

6. Nome generico di varî strumenti, dispositivi e sim. che servono a guidare. In partic.:

6.a. Riga di ferro messa dal compositore, in tipografia, sul manoscritto per non saltare le righe.

6.b. Ciascuna delle due strisce di legno che, entrando in un’apposita cavità, serve allo scorrimento di un cassetto.

6.c. Nelle costruzioni meccaniche, meccanismo atto a far descrivere, a punti di un suo membro, traiettorie prefissate; nel caso che il meccanismo sia costituito da due soli membri (coppia cinematica), funge da guida il membro fisso che regola il movimento di quello mobile. Con sign. più restrittivo, parte del membro fisso che costituisce la superficie di contatto tra il membro stesso e uno degli organi mobili.

6.d. Al plur., guide, le rotaie; con questo preciso sign. è ant., ma è in uso per indicare binarî o rotaie di vario tipo, rilevate o intagliate nel pavimento, entro cui si fanno scorrere elementi di chiusura, pannelli, ecc.

6.e. Nell’attrezzatura navale, g. d’inferitura, lo stesso che fighiera.

6.f. G. acustica, condotto, in genere di sezione circolare costante e provvisto di padiglioni terminali a tromba, adoperato per raccogliere messaggi orali pronunciati a un’estremità e renderli percepibili a un ascoltatore con l’orecchio accostato all’altra estremità, su un percorso anche tortuoso e discretamente lungo (anche 10-20 m); questi dispositivi, detti anche portavoce, erano molto comuni in passato per varî impieghi nei quali sono stati sostituiti da dispositivi elettrici o elettronici (telefoni interni, citofoni, ecc.), sono attualmente ristretti a pochi usi, per es. nelle navi per certe comunicazioni interne.

6.g. In radiotecnica, guida d’onda, tubo (rigido o flessibile) a pareti interne conduttrici nel cui interno l’energia elettromagnetica, convenientemente immessa, si propaga sotto forma di onde anziché sotto forma di corrente ad alta frequenza (come accade nelle linee ordinarie).

6.h. In ottica, g. di luce, o g. ottica, dispositivo per canalizzare la luce, costituito da una bacchetta, per lo più flessibile, all’interno della quale la luce si propaga subendo una serie di riflessioni totali: trova applicazione in medicina, per illuminare, osservare e fotografare regioni interne del corpo umano; un particolare tipo è costituito dalla g. di luce a fibra ottica, più brevemente detta fibra ottica (v. fibra, n. 5 b).

6.l. Al plur., guide, le due strisce di cuoio o sim., dette anche briglie o redini, con cui il guidatore regola l’andatura dei cavalli da tiro.

6.m. Striscia di tappeto che traversa una stanza da un uscio all’altro o è distesa lungo un atrio, un corridoio, o sopra una scala nel mezzo degli scalini.

7. Complesso di comandi che serve per guidare un autoveicolo (organi di g. sono il volante, la leva del cambio, ecc.); g. a sinistra (o a destra), la disposizione del gruppo sterzante, del volante e del cruscotto in corrispondenza della parte anteriore sinistra (o destra) dell’abitacolo; g. esterna, quando il posto del guidatore è esterno alla cabina dei passeggeri, g. interna, in caso contrario (per metonimia, una g. interna, un’automobile con guida interna).

8. In musica, notazione (spesso discontinua e notata a caratteri ridotti) di una o più parti concomitanti, che si sottopone o si sovrappone alla parte d’una voce o d’uno strumento, per rammentare all’esecutore il contesto affidato ad altri. G. tematica, notazione dei varî temi o passi importanti d’un vasto componimento musicale, spec. teatrale o sinfonico, a sussidio dell’ascoltatore.

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Guida spirituale

 

Un direttore, guida, maestro o padre spirituale è una persona a cui si decide di far riferimento per essere condotti nella propria vita spirituale, in campo etico e religioso.

Antichità e scuole misteriche

Filosofo con i suoi allievi, dipinto di Willem van der Vliet (1626)

 

Nell’antichità, in particolare nelle religioni misteriche dell’antica Grecia, il maestro era colui che guidava i discepoli attraverso un apprendistato, al termine del quale egli officiava il rito di iniziazione trasferendo loro il proprio potere o status, anche tramite contatto fisico, in una maniera simile al significato di successione apostolica. Nel culto misterico di Eleusi la guida suprema che impartiva l’iniziazione sacrale era chiamato ierofante

Nell’esoterismo e nella massoneria un ruolo simile viene svolto dal Gran Maestro. Presso la religione induista, in cui gode di un particolare rispetto e venerazione, viene indicato col termine «guru» colui che conferisce l’iniziazione religiosa.

Michel Foucault ripercorre e aggiorna il concetto di direttore spirituale o direttore di coscienza negli ultimi millenni nel suo L’ermeneutica del soggetto.

Cattolicesimo

 

Rilievo votivo dedicato allo ierofante, sulla destra.

La prassi della direzione spirituale si è poi diffusa nella religione cattolica: si tratta di una relazione di accompagnamento tra una persona dotata di saggezza e discernimento spirituale, solitamente ma non esclusivamente un presbitero o un consacrato in genere, ed una persona che desidera fare un cammino di fede e di scoperta della volontà di Dio nella sua vita. La guida spirituale ha come obiettivo quello di discernere, ossia comprendere, quanto lo Spirito Santo, attraverso le situazioni della vita, le intuizioni spirituali frutto della preghiera, della lettura e della meditazione della Bibbia, indica alla persona accompagnata. Il direttore spirituale o padre spirituale può fornire consigli, dare indicazioni di vita e di preghiera, risolvere dubbi in materia di fede e di morale senza sostituirsi nelle scelte e determinazioni alla persona che accompagna. Il confessore durante il Sacramento della Riconciliazione offre comunque al fedele consigli che fanno sorgere sentimenti di pace e serenità.

Se il direttore spirituale è un presbitero, talora è anche il confessore del fedele. A tutti i consacrati è vivamente consigliato, sia in fase di formazione – nei seminari e noviziati la figura del padre spirituale è istituzionalizzata – che successivamente di avere un direttore spirituale; similmente tanti laici ne hanno uno.

Don Bosco con un suo allievo

Il direttore spirituale è tenuto alla riservatezza rispetto a quanto viene detto in sede di direzione similmente a quanto avviene nell’ambito della confessione sacramentale; è importante poi notare che la direzione spirituale non ha nulla a che vedere con il sostegno psicologico benché ambedue trattino dell’essere umano e delle sue profondità e nonostante il direttore spirituale debba essere dotato di alcune conoscenze psicologiche e di introspezione, il suo ruolo è differente.

Un direttore spirituale non è necessariamente una scelta definitiva. Non ogni direttore è infatti adatto a seguire una persona in tutte le stagioni della vita. La Chiesa Cattolica lascia liberi sia il direttore che il fedele di interrompere il rapporto fiduciario in qualsiasi momento, senza preavviso, oneri o adempimenti particolari. Ciò si basa sull’assunto che il rapporto di collaborazione debba essere fondato su un clima di fiducia e di serenità e debba essere sempre improntato alla libertà reciproca di interrompere il percorso, laddove vengano meno i presupposti perché esso sia fruttifero.

Filiazione spirituale

Il rapporto di filiazione spirituale, non consanguineo, fra direttori spirituali e discepoli dovrebbe ricalcare il modello della Sacra Famiglia, in cui Giuseppe fu il padre putativo di Gesù, che non nacque cioè dalla sua carne, ma per l’opera soprannaturale dello Spirito Santo. Come padre e patriarca d’Israele, Giuseppe ebbe cura dell’educazione spirituale e religiosa del Figlio di Dio (Giovanni 6:41-59) a partire dalla sua presentazione al Tempio come ultimo discendente ed erede legittimo di re Davide.

Alcune confessioni come la Chiesa Cattolica non vietano tuttavia in linea di principio il fatto che il padre spirituale possa essere anche un famigliare ordinato sacerdote. Inoltre, il diritto canonico riconosce esplicitamente un primario ruolo educativo e di edificazione spirituale all’intera comunità famigliare laica, eccetto per il sacramento della Confessione. Tale ruolo è delegato in particolare al padrino e alla madrina prescelti al momento del Battesimo e della Cresima.

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