Glossario – Eternità
Etimo secondo TPS
Dal latino aeternitas, composto da aevum, eternità, epoca, età, e dal suffisso -ternus, che si applica in modo analogo, ad es., a sempiternus, eterno.
Aevum deriva dalla radice indoeuropea *I-, che esprime l’idea di andare: latino ire; sanscrito aivas, andata, viaggio (al plurale, “consuetudine”, termine che origina dall’esprimere la ritmica continuità del moto: andamento); greco aei, sempre; gotico aivas, tempo. Si esprime così l’idea del moto sempiterno.
Eternità indica il moto ritmico infinito
Nel Lambdoma Spazio la definizione è: L’Eternità è il ciclo infinito (3.1)
Treccani
eternità (ant. etternità) s. f. [dal lat. aeternĭtas –atis]. –
1. L’esser eterno, nei varî sign. dell’aggettivo: l’e. di Dio, l’e. della beatitudine in cielo, l’e. della gloria; quel che costituisce propriamente l’Inferno de’ dannati, non sono i tormenti, ma l’e. de’ tormenti (Segneri).
2. Come concetto assoluto, l’infinita estensione del tempo, che non ha avuto inizio e non avrà termine; nell’uso com., in senso più ristretto, l’eterna durata del tempo, che esclude la fine ma non il principio, soprattutto con riferimento alla vita futura: godere, soffrire per l’e., per tutta l’e.; il pensiero dell’e.; entrare nell’e., con la morte. Per estens., l’immortalità, spec. della fama: aspirare all’eternità. Con valore iperb., un periodo di tempo molto lungo: ho aspettato un’e.; ci vuole un’e. prima che si decida; il viaggio è durato un’eternità.
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L’eternità si determina come una condizione a-temporale, ingenerare, immutabile, imperitura. Vi è assoluta mancanza di divenire, in quanto mutamento di materia, condizione di misurabilità del tempo, epperò assente nell’eternità.
Il termine potrebbe derivare dalla locuzione latina “ex” (fuori) e da “ternum” (terno) ovvero, “fuori dalla triade del tempo: passato, presente e futuro”.
L’eternità come temporalità illimitata
Il concetto di eternità si presenta nella filosofia antica con Platone e Aristotele nella forma di una successione cronologica illimitata, in cui cioè si sussegue una sequenza ideale di intervalli di tempo in numero illimitato sia precedenti sia posteriori a un istante dato (secondo la concezione del tempo propria della fisica). Non esistendo alcuno strumento in grado di misurare un tale intervallo privo di limiti, esso si configura come congettura, e pertiene quindi al campo della metafisica.
In altro senso, tuttavia, l’eternità può caratterizzarsi come temporalità ciclica come ad esempio nel concetto di Nietzsche dell’eterno ritorno. In questo caso infatti l’attimo come intervallo cronologico minimo viene inteso anche, metafisicamente, come punto di congiunzione del tempo cronologico, caratterizzato dalla linearità del tempo, con una sussistente temporalità circolare, caratterizzata dall’eterna ripetizione dello stesso attimo.
L’eternità come atemporalità
Nella riflessione teologica di Agostino di Ippona il tempo stesso ha avuto un inizio, una concezione che è risultata in accordo con la cosmologia contemporanea. Dato che Dio pre-esiste al tempo, anzi lo crea, deve trovarsi in una condizione atemporale. Lo stesso concetto di eternità atemporale compare in Boezio e poi nella filosofia medievale con Anselmo d’Aosta, Tommaso d’Aquino, ecc. In questo senso, che ha a che fare più direttamente con la rivelazione propria di alcune religioni, la temporalità eterna propria della divinità è radicalmente altra dalla temporalità definita e limitata propria del genere umano. La storia dunque trova il suo limite, in questa concezione, nell’eternità che è destinata a porvi fine trascendendola e portando a compimento il suo senso profondo.
Simbolismo
«[…] E mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s’annega il pensier mio.» (Giacomo Leopardi, L’infinito)
L’eternità è spesso simboleggiata dall’immagine di un serpente che divora la sua coda, noto come Ouroboros. Anche il cerchio è usato comunemente come allegoria dell’eternità, così come il simbolo matematico dell’infinito: ∞.
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