Il segno di Capricornus inaugura l’anno terrestre riversando nello spazio solare energie potenti di primo, terzo e settimo Raggio: Volontà, Intelligenza, Ordine. Tutto il processo della manifestazione è qui condensato in un seme igneo che germinerà in Aries ed in Leo si paleserà come fuoco della mente.
Il primo settore di Capricornus, nel quale si trova adesso il Sole dal punto di vista della Terra, è risonante con l’attività del governare, retta appunto dal primo Raggio creativo, ed il Governo, a sua volta, è evidentemente collegato al Proposito, di cui è agente.
Fissare un Proposito è dunque un’azione infuocata, preliminare a qualsiasi atto di governo: significa immettere nello Spazio un magnete che ne condizionerà una porzione infinita ma commensurata alla sua potenza. E’ dunque un gesto magico e rituale che evoca e si allinea al Proposito divino che è per noi inconcepibile. Peraltro, anche quello solare è sconosciuto persino alle coscienze più avanzate, pur se sappiamo che in questa incarnazione il nostro Sole dovrà sviluppare il principio di Amore. Inoltre, anche “Identificare il Proposito planetario”, come indicato quale prima Meta della terza colonna del Lambdoma del governare che guiderà i nostri passi in questo settore (vedi), parrebbe a tutta prima al di fuori della nostra portata.
E’ tuttavia evidente che non è possibile compiere alcuna operazione di governo se non si sa dove si è diretti e quindi dobbiamo ammettere che il Proposito, a qualsiasi livello sia formulato, per il principio di analogia, deve essere essenzialmente lo stesso e, nelle sue grandi linee, non può che essere semplice e riconoscibile da tutti.
L’intento del Divino che, per impulso della Necessità, feconda lo Spazio col seme della Vita, è allora commensurabile a quello della Monade che si incarna? In senso generale non si può che rispondere di sì, poiché quest’ultima altro non è che uno dei tanti livelli ai quali il Divino stesso si manifesta.
Perché allora tale Ente, in sé perfetto, si lascia infinitamente condizionare dalla manifestazione, pur rimanendo Se stesso? La risposta, anche se forzatamente ‘banalizzante’ perché mediata dalla nostra esperienza umana, potrebbe essere questa: “per conoscersi e sviluppare tutte le proprie potenzialità nel ciclo dell’eternità”.
Ed il modo per conoscersi non può essere che quello di passare dall’Uno al Due, dove il Sé immutabile e trascendente permane ed osserva l’altro sé che costantemente muta, proprio come fa, nel cammino della liberazione o del ritorno all’Uno, ogni coscienza che, per evolvere, trae da sé un avamposto di quella maggiore: un Osservatore.
Ritornando dunque all’istanza di ‘Identificare il Proposito planetario’, fissata al primo punto del Lambdoma su citato, al fine di provare a fissare i lineamenti di un nuovo Governo che sia in grado di ‘Dirigere le potenzialità evolutive’, possiamo intanto dire di avere un indizio. Infatti, a quanto sappiamo dall’Insegnamento del Maestro Tibetano, il nostro Logos planetario è prossimo ad assumere un’iniziazione, a passare cioè dalla condizione di pianeta non sacro a quella di Luminare sacro, evento che evidentemente coinvolgerà tutte le coscienze che in esso evolvono.
Tale accadimento, foriero di importanti assestamenti energetici, non sarà probabilmente così prossimo se computato secondo le misure umane, ma abbastanza vicino da farci capire (e l’accelerazione di questi tempi ce lo mostra) che stiamo vivendo una fase decisiva per il destino del nostro mondo.
Non conosciamo quale sia la natura degli obiettivi intermedi che favoriranno questo passaggio, che avrà ripercussioni anche in tutto il Sistema solare, ma sappiamo che la coscienza dell’Umanità è chiamata a prepararsi per collaborare a tale assunzione di libertà, ovvero di responsabilità di governo, riconoscendosi parte integrante della coscienza planetaria ed assumendo il proprio ruolo di quarto regno di natura, mediano fra quelli inferiori ed i superiori.
Naturalmente, in ogni campo, la parte più avanzata dell’Umanità, più libera e più consapevole della posta in gioco, dovrà porsi come capofila dell’impresa, nella certezza che, al giusto momento, saprà dove dirigere i propri passi, cosa e come fare, venendo così a conoscenza di un frammento del Piano e dunque del Volere divino (vedi).
Il proposito del governare insomma, a qualsiasi livello, non può che essere conforme a quello divino, e più lo scopo minore lo contempera, maggiore è il potere di liberazione che l’organo di governo che lo assume dovrà essere in grado di sostenere ed elargire (vedi).
Qualsiasi obiettivo un Governo si ponga, anche solo per far fronte a situazioni contingenti, non può dunque prescindere da tale postulato, altrimenti non governa.
Se riconosciamo la validità di questo assunto, ci appare quanto mai evidente che oggi il proposito dei governanti dell’Umanità non è precisamente identificabile con questi pensieri, a motivo dell’insufficiente livello di coscienza dei popoli, e dunque dei rappresentanti di governo che essi esprimono, i quali, se anche fossero inizialmente motivati da una spinta ideale assimilabile al Proposito divino del donarsi per elargire libertà, la perderebbero per strada, scontrandosi con le mille trappole del percorso e gli inevitabili compromessi. E se la barra del governare non è tenuta fissa sulla stella polare del Proposito è inevitabile smarrirsi nel mare delle vicende della vita. E ciò vale, innanzi tutto, per il governo di sé.
In questo primo appuntamento dell’anno relativo al governare fissiamo allora i lineamenti che definiscono le basi di fondazione ed i termini di paragone su cui potrebbe stabilirsi un Ente di governo nella futura Cultura/Civiltà.
Lo facciamo tramite una sintesi dei semi tratti da: Calendari e semine 1994 e 1995, scritti inediti di Enzio Savoini:
- La Libertà, unica legge dell’Universo e Bene comune supremo, va conquistata donando la propria. Così si governa.
- I Centri, a cui il governo si apprende, sono infiniti e sono uno. Essi irradiano libertà nello Spazio, educandolo.
- La conquista della libertà è un’azione creativa e va pianificata. Essa procede in modo progressivo, ritmico e ordinato. Proposito, Piano e Progetto sono la trinità del governare.
- La libertà viene da Cielo, le cui luci sono fonti di governo. Le regole del Cielo sono chiare quanto elusive. L’arte del governare si esprime nell’imitarlo.
- Ogni dose di libertà governa, e quindi libera. Il governo procede dall’Alto e si esercita secondo il Diritto cosmico, che unifica Cielo e Terra.
- Governare è un’azione religiosa e produce comunione. Con ritmo regolare accomuna i molti e moltiplica il singolo. E’ presupposto di tutte le intese e annulla i confini.
- Governare stabilisce una gerarchia che sale verso la Vetta, unitaria e piramidale. Dalla Vetta s’irradia Luce, la grande liberatrice.
Seguendo queste tracce ed applicandole, il governare umano potrà a mano a mano divenire assimilabile al Governo sottile del pianeta. Allora sarà veramente segno che la Gerarchia si sta esteriorizzando.