Il Sole apparente transita ora nella prima qualità del segno di Leo, accendendo per la terza volta nell’anno il triangolo di energie di primo Raggio correlate alla Volontà, al Potere, al Governo ed illuminando di conseguenza la serie di pensieri formulati nel Lambdoma di Nuova Cultura dedicato al governare (vedi: Le Formule del Governare), la cui seconda colonna è particolarmente risonante con la fase del Piano che stiamo vivendo: l’anno 5.2.
In queste pagine si è parlato diffusamente dello scopo e del modo del governare, la cui nota fondamentale è sacrificio, quel dono di sé che rende sacra l’esistenza. Oggi poniamo l’attenzione sul presupposto indispensabile alla facoltà di esercitare l’arte del Governo: l’acquisizione della capacità di governare se stessi.
L’educazione al governo coincide col sentiero che percorre l’aspirante per divenire discepolo e quindi iniziato, cioè col modo in cui la Vita progressivamente si afferma nell’esistenza.
Gli impulsi vitali, ignei, attengono all’essere, alla Volontà, all’incentivo divino. Sono lampi di percezione del Piano che illuminano il cammino interiore di ogni individuo come fari e ne promuovono lo sviluppo della coscienza, fino a condurlo al punto in cui egli può guardare nella luce oscura di Shamballa.
La possibilità di esercitare la Volontà, ovvero di restare a contatto con l’energia della Vita, cresce quindi di pari passo con l’evolvere della coscienza ed è messa in moto dalla Necessità, quel divino incentivo insito nell’Uno che Lo sospinge ciclicamente a manifestarsi nei molti e ad ancorarsi nei diversi piani dell’esistenza, innescando contemporaneamente l’impulso a ritornare all’origine, ripercorrendo il cammino in senso opposto.
Quando la coscienza percepisce tale richiamo imperioso, nulla è più come prima: la ruota dell’esistenza individuale cambia il senso del moto, determinando un afflusso di energia vitale sufficiente a compiere quell’atto di volontà che apre la strada alla possibilità di governare e che consiste nel trarre da sé un Osservatore, vicario dell’anima, la cui funzione è ‘semplicemente’ quella di essere, così condizionando le vicende della vita senza giudicare, correggere, incitare. Il ciclo consapevole del ritorno alla casa del Padre prende allora l’avvio.
La prima fase dell’educazione al Governo è quindi specificatamente rivolta al sé minore. Sviluppa l’intelletto, la percezione sensoriale, la rispondenza al centro dell’Umanità. La mente assume il controllo e la personalità è attiva.
Appena la funzione dell’Osservatore si stabilizza, inizia la seconda fase di preparazione al governare. L’atto di volontà che ne decreta l’avvio consiste nell’assumere la responsabilità di un particolare servizio. Governare infatti è servire, come abbiamo già detto in queste pagine (vedi); è distribuire acqua di Vita secondo il dettame di Aquarius, impegnandosi ardentemente, ciascuno al proprio livello, in tale compito che costringe a bussare alle porte del Cielo il quale, come talvolta vien detto, deve essere conquistato con la forza che scaturisce dalla necessità di soccorrere sempre meglio il mondo, nutrendo ed orientando i minori con l’energia psichica che si è in grado di trasferire attraverso pensieri, parole ed azioni.
Diviene allora inevitabile e naturale porsi al timone della propria nave con umiltà ma senza timore ed imparare a governarla, tracciando una rotta che mira direttamente alle sorgenti della Vita, protetti dalla purezza del movente e dallo scudo della Gerarchia.
E’ evidente dunque che governare non significa mai imporre ma rendersi e rendere liberi, e la Volontà, strumento della Vita, nutre i cuori con scintille di mondi lontani ed accende la nostalgia di Infinito.
L’assunzione di responsabilità segna una discontinuità ‘iniziatica’ nel percorso della coscienza che da individuale si trasforma in coscienza di gruppo, poiché lo sguardo interiore si sposta dal sé al campo di servizio, dal desiderio di miglioramento personale all’urgenza di collaborare alle necessità del Piano. Si comincia così ad attingere alle energie provenienti dall’anima ed a operare, dimentichi di sé, come se si fosse membri della Gerarchia planetaria. Si rafforza allora anche la facoltà di Discernimento (vedi) che cresce man mano che il Piano si palesa, che l’impegno aumenta e che si comprende quale sia il proprio posto, il proprio compito ed il motivo per cui si è venuti al mondo.
“La volontà è l’energia dell’anima, che si palesa come direzione, progresso, conformità al Piano. Per l’individuo, il Piano è quel tanto di volere divino che egli può percepire, afferrare e comprendere nelle varie fasi della sua esperienza” (A.A. Bailey, Astr. Es. pag. ingl. 388).
La seconda fase dell’educazione al governo prevede dunque lo sviluppo dell’Amore. Si attiva l’illuminazione, la rispondenza al centro della Gerarchia. L’intuizione è al controllo e l’anima è attiva.
Questo è il punto in cui si trova oggi una parte avanzata dell’Umanità, che è chiamata a riconoscere il proprio posto e ruolo nel pianeta ed a farsene carico in modo unitario e coordinato. E’ un passo indispensabile ed urgente; è una sorta di esame cui è sottoposto il genere umano che deve dimostrare di saper far fronte agli eventi che si presentano in questo periodo di transizione in vista dell’avvento del nuovo mondo.
La scuola di Governo, che si frequenta sulla spinta della Volontà di Bene e dell’adesione al Piano, conduce quindi progressivamente dinanzi alla porta dell’iniziazione, varcata la quale infine si governa, attingendo alle energie che provengono dal Centro ove il Volere di Dio è conosciuto, che opera col Proposito divino.
La terza fase dell’educazione al Governo comporta quindi l’acquisizione di un contatto diretto con l’energia della Vita, la capacità di sintesi, il totale oblio di sé e l’identificazione con la Volontà superiore. La Monade è attiva.
A questo livello opera il Governo reale (vedi: Il Governo della nuova Cultura).
Scintille di Volontà illuminano il cammino di coloro che calcano consapevolmente il sentiero del ritorno all’Uno. Piovono dallo Spazio come gocce di rugiada ardente. Sta a noi, che abbiamo colto frammenti del Piano divino per l’Umanità e che lavoriamo per ancorarlo in terra, riconoscerle come messaggi preziosi, custodirle e nutrirle con amore e dedizione, rispondere a quegli impulsi ignei ed imparare a dialogare col mondo del fuoco, che è qui e dovunque.
Il Sentiero è, nella prassi – come ci ricorda Marinella – un processo di rafforzamento della Volontà e di acquisizione di una sempre più ampia Responsabilità; è la scelta dell’anima adulta che, con un atto di volontà che si origina nella profondità del Cuore, ha deciso di allineare la propria piccola volontà a quella del Grande Essere nel quale “viviamo e siamo”.
Superata la fase atomico-individualistica, lo spirito cerca infatti situazioni in cui esprimere l’amore per un gruppo sempre più vasto.
L’uomo diventerà quindi sempre più saggio e irradiante, pensando sempre più in termini di unità; anche le grandi religioni convergeranno in una universale re-ligio (riunione, riunificazione), superando i separativismi dottrinari e teologici in vista dell’unico glorioso Fine che attende il genere umano affratellato.
Dopo aver lungamente peregrinato nel mondo in cerca di senso e di amore, dopo aver soggiornato a lungo nell’Aula dell’ignoranza e nell’Aula dell’apprendimento, infine, nell’Aula della Saggezza, l’uomo si sente parte attiva e consapevole di un Tutto più grande.
A questo stadio egli:
– sa che la sua “felicità” è collegata a quella degli altri;
– considera il Potere e l’avere come occasioni per operare di più e con maggiore ampiezza;
– sa che la Legge dell’Amore governa l’Universo;
– sente fortemente la propria Responsabilità per la quale è pronto a sacri-ficarsi, cioè ad anteporre il Bene più ampio al suo piccolo vantaggio personale;
– dimostra Coerenza nelle azioni e nelle scelte;
– aspira a che la sua piccola libertà si tramuti in adesione volontaria e lieta alla parte che può intravedere del Piano divino.
In un atto di resa al Superiore invoca: “Sia fatta la Tua Volontà”.
Egli si avvia all’iniziazione, cioè ad entrare nel Mondo di Coloro che sanno.
“Una mente elevata supera gli ostacoli, ma non è facile salire al giusto livello di pensiero alto e bello fra le traversie della vita. E pochissimi si rendono conto che sono proprio le difficoltà che sublimano la mente” Sovramundano I