Libertà e Bene comune

venerenettunoOggi Venere  si congiunge a Nettuno (nella visione eliocentrica), portando l’impulso a costruire le  formule ideali a guida della nuova cultura, generatrice di nuova civiltà. Ideali tanto nuovi quanto antichi, nel loro eterno valore, sempre riscoperto ed elevato a gradi superiori di comprensione e di conseguimento, veri e propri pilastri su cui costruire la comunità armonica umana.

Nel cielo di questi giorni, il Sole appare nel segno di Aries e la Terra, vista dal Sole,  transita nelle acque di Libra. Questa condizione invita ad apprendere l’arte e la legge del volere e del governo, il cui massimo valore è la libertà.

Molto si è detto e ancora si dirà intorno a tale concetto sublime; in questo contributo rileggiamo le parole di un grande pensatore *:

1“Qual è la parola più vicina a descrivere il Bene comune, che abbiamo detto essere inconoscibile, ignorato, ma che esiste? Ritengo sia proprio: Libertà.

Pensiamo per un momento che lo scopo supremo di tutta questa immensa attività creativa nella quale siamo immersi sia di rendere tutti liberi: dai corpi, dalle imposizioni, da tutto, semplicemente liberi, invece di essere sempre oppressi da una quantità di limitazioni.

Pensiamo che lo scopo della vera religione, della vera cultura, della vita, consista nell’affermare la propria Libertà. Che grandioso pensiero: tutti totalmente liberi!

Possiamo senz’altro affermare che l’Uno è l’unico Ente assolutamente libero. Nulla è sopra di lui. Ma se l’Uno si riflette nei molti, i molti devono tendere alla libertà, ed ecco che il Bene comune comincia ad essere espresso in modo forse più accettabile, più amabile.

 2Siamo dunque degli enti immortali avviati ad essere liberati, e dove incontriamo imposizioni, anche le più semplici, lì sta il male. Perché dovremmo essere impediti, noi uomini? Dove sta una dignità superiore a noi che siamo l’Uno?

E’ chiaro che ci vuole un lungo percorso, una grande fatica, grande esperienza, un’umanità, una bontà, una tolleranza…, ma si deve arrivare alla Libertà totale

 Quindi, se accettate questo pensiero, sotto la dizione Bene comune ponete questa parola: Libertà.

Non è la ricchezza, il Bene comune, non è la scienza, il sapere… e quindi amiamola questa Libertà!”

“La vetta suprema del Bene comune è la libertà, totale e massima per tutte le entità, e l’Ordine tende appunto a questo scopo unico senza limitarla, ma ampliandola. Là dove agiscono ordinamenti senza libertà si scopre sempre la presenza di uno pseudopotere, illegittimo, transitorio e vero avversario del Bene comune.

4Per fare ordine nella coscienza umana occorre per prima cosa educarla alla libertà disciplinata. Affermazioni come questa sono intese per lo più come paradossali, eppure prima o poi si dovrà riconoscere che la libertà (dalla paura, dall’ignoranza, dai dubbi, dalle illusioni) è quella sovrana energia che se applicata con disciplina instaura l’Ordine senza costringere, avvia una vera cultura senza ingannare, governa senza asservire.

Il potere, quale comunemente inteso e applicato dall’Umanità, anche se legittimo ed esercitato per il maggior bene comune, è sempre coercitivo e limita la libertà dei soggetti. All’opposto, il Potere spirituale e superiore dona libertà e si afferma elevando l’inferiore. Come una fiamma, esso brucia e consuma le limitazioni, cioè distrugge le forme che imprigionano lo Spirito. È un Potere che non utilizza, per sussistere, le risorse dei soggetti ma, con sacrificio, continuamente fornisce quelle energie che abbattono in loro i carceri della forma.

Se il vero potere è liberatorio, non è certo esercitato dai cosiddetti “potenti” della Terra, ma da tutti coloro che si adoperano per liberare le coscienze ed elevare a libertà sempre maggiori i prigionieri del Pianeta.”

6“Gli uomini quanto più evolvono tanto più riconoscono la libertà come diritto, dovere e bene supremo. Certo essa va conquistata e acquisita per gradi, e il processo di liberazione è arduo, prolungato, impegnativo; tuttavia esso lascia ciascuno “libero” di seguirlo a modo suo, in altre parole di proporzionarselo, e persino di rifiutarlo. Liberare è una facoltà del divino, e si constata che chi è prigioniero (in carcere, o in città, o in se stesso) è sempre privato del Cielo, sovente senza neppure rimpiangerlo.

Giorno per giorno cresce nell’uomo la tensione, e con essa l’audacia, necessarie per atti di libertà più ampia.

A prima vista l’Autonomia sembra negare la Comunione. La realtà ideale è proprio l’opposto: una comunità (umana) è tanto più autonoma e forte quanto più lascia autonomi i suoi membri. E’ questa una grande lezione che l’uomo moderno non sembra ancora in grado di comprendere, a giudicarlo dalle sue imprese, tutte viziate dal concetto di autonomia autoritaria. Non si tratta di imporre la volontà di uno o di alcuni membri, come quasi sempre accade, ma di saper raccogliere in una sola le volontà di ciascuno. All’opposto di quanto appare, l’Idea di Autonomia promuove le comunità e le rafforza senza limitare la libertà dei partecipanti.”

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“Può l’Ordine essere libero? E la libertà ordinata? Il dilemma si risolve solo quando si riconosce il Bene comune: quando l’unione sacra è stabilita; quando l’io illusorio tace; quando il sacrificio è compiuto.

L’Ordine vive di libertà, e la vera libertà è possibile solo nell’Ordine.

Ecco l’opera magica rituale: liberare nell’ordine, ordinando in libertà.”

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*immagini ed estratti da scritti inediti di E. Savoini

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4 risposte a Libertà e Bene comune

  1. Gabriela dice:

    Negli anni, ho frequentato molti gruppi di ogni genere, anche quelli legati a finalità di tipo spirituale. Ricordo alcuni ambienti, per cosi dire”perfetti”, tutto era ordinato ed in ordine. Tutto funzionava alla perfezione. Le sale di meditazione silenziose, tutti allineati, in perfetto silenzio. Devo dire che questa condizione creava un effetto piacevole, confortante, intenso. Ho anche frequentato gruppi caotici, disordinati, dove la confusione regnava, magari con pregnanze emotive dissonanti. Nel primo caso la situazione era gestita da leader, da regole ben precise ed impartite agli astanti. Ogni cosa era legata all’ubbidienza ed al accettazione passiva e di dipendenza dalla persona o dalla istituzione. La seconda , priva di leader e regole, era destinata ad esaurirsi in poco tempo.Tra queste due polarità ne esiste una terza, che corrisponde a gruppi che pur, riconoscendo il valore dell’ordine e della sacralità , non ha imposizioni, e passo dopo passo, ne osserva gli effetti. Realizza nel tempo i propri limiti, prende coscienza delle sue opportunità. Non ci sono regole imposte dal esterno, nessun responsabile di tutto e tutti. In questi gruppi, si conquista, lentamente la consapevolezza del valore dell ordine, della sacralità manifesta, del proprio ruolo e della propria responsabilità.Credo che i gruppi della nuova era , avranno sempre più queste caratteristiche . La “libertà ordinata” sarà una conquista, un punto di arrivo di anime libere di esprimere la gioia del lavoro, frutto della libertà

  2. Eleonora A. dice:

    Passo passo si impara a conquistare le diverse libertà: prima per sè, poi per il proprio ambito, infine per tutta l’umanità. Poichè man mano si comprende che i confini delle comunità si assottigliano fino a scomparire, non esistono in verità e coincidono con la Comunione. Quando l’analogia di questi passaggi è divenuta cosciente, si annuncia la vera, completa Libertà.

  3. Bianca V. dice:

    Mi risuona quanto affermato nell’elevata sintesi di Marilu: sento anch’io che quanto più si liberi tanto più si è capaci di Cooperazione e di Unione; e che la coscienza libera sceglie spontaneamente il Servizio, che le appare come l’unica via ovvia e sensata.

    La libertà è spesso per il profano (pro fanum, che sta fuori del tempio) la gratificazione quanto più ampia possibile dell’ego. In realtà, “libertà”, e molti altri termini “di valore” come verità, onore, dignità, si ampliano e si nobilitano ad ogni voluta della spirale evolutiva; potremmo dire che sono come “contenitori vuoti” in cui ognuno pone quello che, conseguentemente alla propria personale visione ed esperienza, gli sembra il loro significato nella tappa evolutiva in cui si trova.
    E’ pertanto importante usarli coerentemente, tenendo presente il loro senso più alto e non svilirli in usi incoerenti, impropri o banalizzanti.

    Per l’uomo sul Sentiero, la Libertà è l’adesione volontaria e lieta alla parte che può intravedere del Piano divino. Tale visione diventa sempre più elevata man mano che egli sacrifica il suo piccolo sé per realizzare quanto ha intravisto.
    In sostanza, la sua piccola libertà diventa mezzo di manifestazione sulla Terra della Volontà e del Proposito divini, acquistandone, ovviamente, in ricchezza e dignità.
    Lo svolgimento del suo personale “progetto di vita” coincide con la sua “libertà”. Egli sa che all’uomo dotato di consapevolezza e capacità di amare è affidato un grande, arduo ma meraviglioso Lavoro: sostenere, con l’energia della Mente e del Cuore, il percorso evolutivo del Pianeta.
    Il Pellegrino sul Sentiero scopre pertanto che Amore e Libertà coincidono alla sommità del Monte, avendo compreso che l’atteggiamento costante di oblio di sé e amorevole cura, di dialogo costante e cooperativo, liberamente e lietamente scelto, “fa fiorire” qualità e potenzialità nel giardino del nostro mondo.
    Ogni ri-bellione (re bellum, cominciare una nuova guerra) dell’ego svanisce; egli scopre allora la necessità della Disciplina (disco, imparo) del pensiero e dell’azione per costruire nuove forme-pensiero, da cui origineranno nuovi comportamenti, e dell’Obbedienza (ob audire, dare ascolto), intesa come rispondenza al richiamo dell’anima e adesione al Piano; contemporaneamente, intravede la Pace.
    Dante Alighieri esprime questo concetto, in un’alta sintesi, quando per bocca di Piccarda Donati afferma nel Purgatorio, cantica della purificazione – che “…in Sua Volontate è nostra Pace”.

    Analogamente si esprime il Maestro Aïvanhov:

    “Attraverso quest’anima potremo manifestare la nostra potenza….
    La vera libertà consiste nel diventare uno strumento nelle mani delle entità celesti”

    (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

    Che la nostra Libertà sia offerta ardentemente e coerentemente al Servizio del Piano.

  4. Marilù dice:

    Chi più è libero meglio sa collaborare, più è capace di unione, più illumina, più insegna.
    L’eroismo massimo e il servizio perfetto sono le azioni spontanee della coscienza libera.
    Marilù

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