Accademia delle Muse – La Leggenda musaica

Nel giorno dell’allineamento eliocentrico tra il Magister Musicae Mercurio e l’asteroide Calliope, la maggiore delle Muse, Dea del Pensiero e dell’Arte del Governo filosofico, seminiamo il 3° capitolo del testo Accademia delle Muse, dedicando la nostra contemplazione del Bello, del Bene e del Vero alla Luce possente e vittoriosa dell’incipiente Wesak, Festa solare di Taurus e culmine del Conclave dei Maestri di questo Grande Anno della Decisione (12 maggio 2025 Plenilunio di Taurus, ore 18.58).

La Leggenda musaica

Partiamo dal ‘fondo di verità’ della Leggenda musaica:

Bellezza, Bontà, Verità, Saggezza, Gioia … sono Entità, Energie e Simboli reali: sono i Nomi delle Muse.

La Tradizione occulta così chiarisce la loro natura e la forza del simbolo:

“… bellezza, bontà e saggezza non sono qualità, come implicherebbe la loro nomenclatura inadeguata, ma sono grandi realtà in manifestazione … esse non descrivono la Divinità, ma sono i nomi di Vite, la cui potenza e attività sono tuttora sconosciute agli uomini.

… Il simbolo o la prima espressione di ciò (perché tutto nei tre mondi non è altro che il simbolo di una realtà interiore) è l’impulso che spinge al miglioramento, la caratteristica più evidente dell’animale umano. Egli passa di scontentezza in scontentezza, spinto da qualcosa d’interiore che gli rivela continuamente la visione allettante di ciò che è più desiderabile dello stato e dell’esperienza presenti.” 26

Le Muse sono l’impulso sacro a ritornare alla Bellezza perfetta del Cielo.

“… Il Pensatore insegnava: “Imparate la gioia. È una delle Muse [Talìa], ma scende in voi a proteggervi solo se chiamata da pensieri e parole di Bellezza. Minacce o pretese non servono: la gioia vola solo sulle vie del Bello”. (SOV 1, 231)

Le Muse sono… e sono il meglio della Vita e della nostra vita.

E pensiamo che è solo agli albori della nostra cultura greco-latina che il Loro Nome ha cominciato a risuonare nella coscienza umana: che dono sublime! Altri Nomi risuonano lo stesso Principio sostanziale o femminile nelle varie tradizioni, ma per noi ‘oggi’ è la Loro Leggenda, parte della Leggenda mondiale sulla Madre del Mondo, che ha inciso un nuovo sentiero per l’Evoluzione, la grazia di un nuovo incanto. 

“Fra tutte le energie creative, il pensiero è supremo. Quale ne è il cristallo? Qualcuno crederà che la corona del pensiero sia la scienza esatta; ma è più giusto dire che lo è la leggenda. La leggenda esprime il senso dell’energia creativa. In una breve formula definisce la speranza e la vittoria. È errato credere che essa sia frutto dell’antichità fantastica. La mente imparziale discerne la leggenda che s’intesse per tutti i giorni dell’Universo. Ogni conquista umana, ogni condottiero, ogni scoperta, ogni cataclisma sono velati nei suoi racconti ispirati. Non sdegniamo dunque le leggende della verità, e impariamo a discernere con acume e ad amare le parole della realtà. La leggenda ammanta la volontà del popolo, e non sapremmo citarne una sola che sia falsa. La lotta spirituale di una comunità forte stampa un’immagine di genuino significato. E la forma esteriore del simbolo mostra il segno del mondo, poiché il linguaggio universale è inevitabile per l’evoluzione. Fa bene chi cerca una lingua universale. Fa bene chi crea una leggenda mondiale …”.27

Le Muse: le abbiamo ricordate, pensate e nominate, ed il Loro riconoscimento ha cambiato per sempre il nostro passo di avanzata!

Tutti i cuori e le menti migliori di ogni campo umano, anche senza conoscere questa leggenda mondiale, ora hanno le Muse quali Madri di creazione e Maestre di perfezionamento e a tempo debito risveglieranno i popoli alla loro/nostra fondamentale Unità, attraverso la Bellezza.

Seguiamo dunque i segni tramandati dalla loro Leggenda per scorgerne ed onorarne i principi creatori sottostanti. Il nostro pensiero ne verrà ispirato sempre più profondamente, ed un giorno sapremo imitare e riflettere la Loro Opera iniziatica, così da contribuire alla fondazione della Nuova Cultura e Civiltà acquariana, e far fiorire nell’umanità la Gioia e Forza del Bene, del Bello e del Vero:

“Finora il segno del Salvatore è stata la Croce, e la qualità della salvezza offerta è stata la liberazione dalla sostanza o dalle lusinghe della materia e dalla sua presa — liberazione che può essere conseguita solo a gran prezzo.
Il futuro contiene entro il suo silenzio altri modi di salvare l’umanità. La coppa della sofferenza e dell’angoscia della Croce è stata vuotata quasi del tutto. Gioia e forza ne prenderanno il posto. Invece della sofferenza avremo una gioia che produrrà felicità e condurrà infine alla beatitudine. Avremo una forza che non conoscerà altro che vittoria e non ammetterà sconfitte.” (RI, 233-4)

Nella Leggenda, il canto più antico delle Muse è quello che esse cantarono dopo la vittoria degli Olimpici sui Titani, per celebrare la nascita d’un ordine nuovo.

Esistevano due gruppi principali di Muse: quelle della Tracia, di «Pieria», e quelle della Beozia, poste alle pendici dell’Elicona.

Le prime, vicine all’Olimpo, portano spesso, in poesia, il nome di Pièridi. Sono in rapporto col mito d’Orfeo e il culto di Dioniso. Le Muse dell’Elicona sono poste più direttamente alle dipendenze d’Apollo.

“Se le Muse e Apollo hanno un ruolo fondamentale … nel dare al mondo la completezza dell’ordine e della bellezza, nel dispensare la conoscenza della musica, vi è una figura nel cui profilo riemerge l’idea di una parola-canto come potere che opera e interviene nei diversi domini dell’universo, riuscendo a orientarne diversamente gli effetti e la struttura. Si tratta di Orfeo il quale fu partorito, non a caso, da una Musa [Calliope con Apollo]. … La cetra e la voce di Orfeo, infatti, conoscono e sanno produrre i suoni che mettono in vibrazione ogni piano e ogni elemento del cosmo. Non vi è regno della natura che non possa essere mosso e influenzato dalla sua musica. Minerali, vegetali e animali entrano in immediata consonanza con il suo canto e si piegano a esso, realizzando o compiendo ciò che quello richiede. Hanno così luogo eventi che, all’uomo comune, appaiono incredibili prodigi in aperto contrasto con le leggi e le evidenze della realtà. Ma, se la musica orfica riesce a tanto, è proprio perché sa percepire e accordarsi con le leggi profonde della natura, perché conosce le segrete sonorità di ogni elemento ed è in grado, a propria volta, di disporne. La magia non è altro che raggiungere la vibrazione necessaria, impadronirsene e imprimere a essa la direzione voluta. … La musica del figlio della Musa è comunione intima con la natura e insieme signoria di ogni sua più riposta forza.

Proprio perché dotato di un simile potere, Orfeo è l’indispensabile compagno degli eroi che si dispongono ad affrontare le imprese più ardue. … La voce e il canto di Orfeo sono potenza taumaturgica che risana, salva e restituisce la vita. … Canto e pratica iniziatica, magia della parola e ritualità sono, in Orfeo, due aspetti di una medesima “conoscenza” sacra che dischiude gli arcani della vita e della morte, indicando la via segreta per affrontarli e dominarli. Poesia e iniziazione sono i volti di un’unica arte che ha penetrato il mistero fondamentale della natura ed è in grado di disporne per cambiare lo sguardo e l’esistenza dei mortali.” (DSM)

“Quanto alla tensione tra Dioniso e Apollo, le due divinità costituiscono, di fatto, i poli attraverso cui la figura e la sapienza di Orfeo oscillano. Dioniso è il pulsare di una vita indistruttibile che rigenera continuamente se stessa: la potenza di una vita che scaturisce dal seno stesso della morte, l’estasi di una natura in cui i contrari coincidono e ogni fine si rovescia in un inizio. Apollo, per contro, è luce che dissipa ogni tenebra, principio solare di unità che si oppone all’indifferenziato, forma compiuta del canto e della parola in cui l’esperienza estatica e la sapienza si esprimono. Orfeo canta con l’arte e con la cetra di Apollo, ma penetra nell’Ade, seguendo la traiettoria e l’esempio di Dioniso che laggiù era disceso per strappare la propria madre al regno dei morti (Diodoro Siculo, Biblioteca 4,25). Orfeo è la bellezza solare della poesia, ma è anche l’incontro con la forza dionisiaca che sostiene e risveglia senza posa la vita della natura e degli uomini. La magia del cantore è efficace e potente poiché partecipa dell’esperienza dell’uno e dell’altro dio. … Le iniziazioni di Orfeo fanno perno su questo nucleo: Dioniso, riunificato da Apollo, era stato ridestato a nuova vita; in modo analogo, gli uomini, facendo tesoro della poesia e dei riti del cantore, possono sottrarsi alla completa dissoluzione poiché il frammento divino che è in loro è promessa di vita eterna e di rinascita a un piano superiore. La magia di Orfeo è strumento di salvezza se si sa intenderla e impiegarla nel modo necessario.” (DSM)

Apollo dirigeva i canti e le danze delle Muse ed il luogo del culto, nell’Elicona, era un sacro bosco, nelle cui vicinanze si trovava la fonte Aganippe; presso la vetta del monte, sgorgava un’altra fonte “dalla luce oscura”, che si diceva scaturita per un calcio del cavallo Pegaso ed era chiamata appunto perciò Ippocrene, cioè “la fonte del cavallo”.

Cominci il canto mio dalle Muse Elicònie, che sopra
l’eccelse d’Elicóna santissime vette han soggiorno,
e con i molli piè d’intorno alla cerula fonte
danzano, intorno all’ara del figlio possente di Crono.

 Esse, poiché nel Permesso lavate han le tenere membra,
o d’Ippocrène nell’acque, oppur del santissimo Olmèo,
intreccian d’Elicona sui vertici sommi, carole
agili, grazïose: ch’è grande virtú nei lor piedi.

(Esiodo – Teogonia, Proemio)

Tra Cielo e Terra, il cavallo, Simbolo vivente della Mente, alata come Mercurio, e destriero di Perseo28 suo analogo, corrisponde nel più alto simbolo del Firmamento alla Costellazione Pegaso, il cui “zoccolo” tocca la situla dell’Acquario, vaso dal quale fuoriesce quel Fluvius Aquarii, l’acqua di vita, nella quale nuota il Pesce Australe, il Pesce singolo simbolo dell’Avatar della Nuova Era.

Questo nuovo Musagete acquariano porta Forza e Gioia, la nuova arte di vivere che trasformerà i vecchi metodi evolutivi dell’Era dei Pesci basati sulla crocifissione delle acque emotive ancora non chiarificate, incapaci di compassionevole spassionatezza: “l’arte sarà l’unico mezzo vitale della nuova cultura” (AY) e la Bellezza, “il segno dell’unione”, occuperà il Centro propulsivo dei nuovi Misteri, guidando progressivamente il buon senso dell’opinione pubblica alla Volontà-di-Bene, a servire in fratellanza il Proposito comune: “non la bellezza, ma la comprensione della bellezza salverà il mondo”. (AY)

Buon senso che, a ben vedere, è riflesso nella coscienza di massa del pensiero illuminato, di cui Mercurio, Perseo e Pegaso sono portatori e Simboli:

Pegaso è il cavallo alato, il simbolo ispiratore della mente superiore, dell’amore che rifiuta la terra e dimora nell’aria. Ad un livello inferiore, dobbiamo ricordarci dei piedi alati di Mercurio, che rappresentano sempre le ali della mente e ci ricordano anche che una delle definizioni dell’amore è ‘la fredda chiara luce della ragione’.” (FE, 91)

L’acqua di vita di Aquarius, Segno d’aria che trasmette il puro 5° Raggio della Forza della Mente e della Scienza, canta la “saggezza speciale” della Gioia: l’Amore intelligente, spassionato sconfinato e ardente, che condurrà a ricordare la nostra Origine e Natura infinite, a cantare e danzare l’Unità del Tutto: a servire la Fratellanza tra i mondi.

*

Come indicato, le Muse Dee dei monti e delle fonti (dei mondi spirituali e dell’acqua di vita, il potere elettrico e creativo del pensiero/energia psichica) a volte vengono associate alle Ninfe (di minore livello gerarchico) che donano l’entusiasmo che viene dagli spettacoli e dalle bellezze della natura, guidate da Dioniso Musagete;  l’epiteto è comunque proprio di Apollo, il dio che guida il coro delle Muse, che insieme con lui danzano e cantano specialmente durante le feste e i banchetti degli dei olimpici.

Raffaello, Apollo e le Muse nella Stanza della Segnatura, Vaticano

Nel canto, inteso come racconto storico musicato, le Muse erano superiori a qualsiasi umano poiché conoscevano alla perfezione non solo il passato e il presente, ma anche il futuro. Il loro canto più antico abbiamo visto essere quello rivolto alla vittoria degli Dei contro la rivolta dei Titani, ma allietavano ogni festa, come nel caso delle nozze di Cadmo e Armonia e di Teti e Peleo, o ancora lamentando la perdita del prode Achille per diciassette giorni e diciassette notti.

Cratere François “Nozze di Teti” – Museo archeologico di Firenze 29

Sono spesso rappresentate in poesia mentre mettono in musica e versi storie quali l’origine del mondo, la nascita degli dei e degli uomini, le imprese di Zeus.

Le Muse, depositarie della memoria(Mnemosine) e del sapere in quanto figlie di Zeus, occupavano dunque il Centro o cuore della religione greca: esse rappresentavano l’ideale supremo dell’Arte, intesa come verità del Tutto, l’eterna magnificenza del Divino.

*

 

Le Muse sono una, tre, sette o nove. Ma, “a partire dall’epoca classica, il numero nove s’è imposto, e si ammette in genere la seguente lista [nomi già consacrati nella Teogonia di Esiodo]: Calliope, la prima di tutte in dignità, poi Clio, Polinnia (o Poliinnia), Euterpe, Tersicore, Erato, Melpomene, Talia, Urania. Soltanto a poco a poco ciascuna ha ricevuto una determinata funzione, d’altronde variabile secondo gli autori. Ma, molto generalmente, si attribuisce a Calliope la poesia epica; a Clio la storia; a Polinnia la pantomima; a Euterpe il flauto; a Tersicore la poesia leggera e la danza; a Erato la lirica corale; a Melpomene la tragedia; a Talia la commedia; a Urania, l’astronomia.” (EDM)

Le Muse erano anche coloro che avevano insegnato alla sfinge, il mostro generato da Echidna avuto da Tifone, il famoso enigma che proponeva ai Tebani che passavano per il monte Fichio.

Il numero Nove e tale mistero della Sfinge30 collegano le Muse al Segno di Virgo (il Sesto Segno a partire dall’Inizio manifesto di Aries, ma Nono dall’inizio occulto di Capricornus), la Madre cosmica, il cui Nome sanscrito Kanyā (vergine, giovane donna – dalla radice “kan”, il “respirare [an] con moto avvolgente [k]”)rappresenta Śakti o Mahāmāyā, la forza della Natura (vedi sopra la tavola delle Sette Gerarchie creative).

“Questo Sesto segno o Rāśi indica che ci sono sei forze primarie in natura, nella loro unità rappresentate dalla Luce Astrale, la Settima Forza: i cabalisti ed i filosofi ermetici chiamano la Luce Astrale “Vergine celeste o celestiale.” Da qui i sette princìpi diffusi in ogni unità ovvero i 6 e UNO – due triangoli e una corona”.31

Virgo “è la forza nutritiva della sostanza stessa, soggetta ai nove mutamenti ciclici della gestazione cosmica; alimenta e protegge la divina vita cristica (l’anima) embrionale, in procinto di manifestarsi o incarnarsi.

Nove segni (Virgo inclusa), nove potestà unite, contribuiscono a sviluppare la vita cristica sia nell’individuo che nella collettività. Tutta la storia del progresso umano e il segreto dei processi della manifestazione divina stanno in questa sintesi numerica interconnessa, in questa relazione mutua e fruttuosa:

  1. Nove è il numero dell’uomo. In realtà, la quarta Gerarchia creativa (l’Umana) è la nona, se si includono le cinque inespresse.
  2. Nove è il numero dell’iniziazione, per quanto riguarda l’umanità.

Ciò che Virgo nasconde è in potenza capace di reagire a nove energie che, agendo sulla vita entro la forma ed evocando la rispondenza dell’anima, determinano “crisi” ed “istanti di comprovato sviluppo“.32

E vergini o nutrici appella le Nove Muse il Sommo Poeta:

O sacrosante Vergini, se fami,
freddi o vigilie mai per voi soffersi,
cagion mi sprona ch’io mercé vi chiami.

Or convien ch’Elicona per me versi,
e Uranìe m’aiuti col suo coro
forti cose a pensar mettere in versi.
33

Intendere le Muse quali Energie vergini o primarie del Cosmo e della Natura, ovvero la loro appartenenza all’aspetto Madre della realtà, che per l’esoterismo coincide con la Sostanza-Materia “vergine” associata allo Spirito Santo o Terzo Aspetto (il Primo è quello dello Spirito/Padre ed il Secondo quello della Coscienza/Figlio), chiama in gioco la cosiddetta evoluzione devica34 della Madre del Mondo, Origine femminile o ricettiva della creazione, articolata nelle sue suddivisioni (analoghe alle gerarchie angeliche della tradizione cristiana).

Rispetto alla manifestazione solare e all’evoluzione umana, possiamo allora immaginare l’Essenza devica delle Muse attestata sui livelli superiori (eteri cosmici) del piano fisico cosmico, dal Secondo livello monadico (2^ Gerarchia di Virgo-Giove) fino al Quarto livello buddhico delle nostre Anime spirituali o Angeli solari del Verbo incarnato (4^ Gerarchia di Scorpio-Mercurio – vedi figura pag. 11).

Una Madre – Tre, Sette, Nove Madri Vergini – che con il Potere del Suono e del Pensiero ci aiutano a far nascere il Cristo in noi: l’Anima. “La nota fondamentale che più accuratamente d’ogni altra rispecchia la verità della missione di Virgo è: Il Cristo in voi, speranza di gloria.” (AE)

 La Musa, essenza devica altissima, è raffigurazione dell’essenza lirica della realtà, quello spirito santo che col suo Soffio e Canto rivela e risveglia in noi l’eroe, il nostro vero Nome e Anima. “Il mondo, umano e divino, è fatto di poesia e di canto”: il Canto della Musa in noi è la Mantrikashakti che è e dà vita ad ogni linguaggio, ad ogni forma pensiero.

Noi, artisti del pensiero, possiamo cantare il vero Nome delle cose e così, nominandole, amandole, le manifestiamo e le liberiamo:

Suono, luce, vibrazione e forma si uniscono e fondono, e uno è il lavoro. Esso procede secondo la legge e nulla può impedirne il progresso. L’uomo respira profondamente. Concentra le sue forze ed emana, dirigendola, la forma pensiero.”35

L’Uomo ha riscoperto la Leggenda del Logos e della Musa:

– lo Spirito entra nel mondo (Materia) grazie al Suono, al canto e alla parola, la musica e poesia, la Forza creatrice dei Logoi costruttori e delle loro Muse cosmiche e solari; e, simmetricamente, l’Uomo, unità cosciente di un Logos planetario, può ritornare allo Spirito, alla Casa del Padre, ancora con l’aiuto sapiente della Madre e delle Sue Ancelle vergini e nutrici;

– tra Cielo astrologico ed astronomico, la Grande Madre Virgo è la divina Ginevra che, attraverso il Consorte Artù (Stella Arturo della Costellazione del Boote), il Re illuminato Custode delle Sette Energie della Vita dell’Orsa Maggiore, riversa questi Sette Raggi ai 12 Cavalieri della Tavola rotonda (lo Zodiaco a 12 Archetipi capeggiati dalla 1^ Gerarchia immanifesta di Pisces), per nutrire la crescita ed evoluzione del Figlio, la Coscienza, il Regno solare.


26 Da A. A. Bailey, “Raggi e Iniziazioni”, Collezione Lucis, p. 59. (RI)
27 Da Agni Yoga § 19.
28 “La Donna sul Trono (Cassiopea), la Materia trionfante, viene vinta da Perseo, “il domatore”, colui che può conquistare il mostro (Cetus-la Balena). Si dice che Perseo possedesse l’elmo dell’invisibilità, i sandali della velocità, lo scudo della saggezza e la spada dello spirito.” (A. A. Bailey, “Le Fatiche di Ercole”, Collezione Lucis) È dunque un Mercurio nella sua funzione di reggitore esoterico di Aries: la mente illuminata che avanza e governa. Perseo, il Principe che Viene, “uccise la Medusa simbolo della grande illusione” e liberò da Cetus Andromeda, la Donna Incatenata, figlia di Cassiopea e Cefeo, la materia dominata e controllata. Il cavallo Pegaso nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo di Medusa. Secondo un’altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato del mostro, insieme a Crisaore, la “spada d’oro”, altro simbolo del potere mentale.
29 Il primo e più antico monumento superstite di arte greca, in cui oggi ci appaiono effettivamente figurate le Muse, è il famoso cratere di Clizia e Ergotimo, o cratere François, del Museo archeologico di Firenze, del 550 circa a. C. Compaiono qui, in uno schema assolutamente primitivo, le figure delle nove Muse. Tutte indicate singolarmente coi rispettivi nomi già consacrati nella Teogonia di Esiodo, seguono esse a gruppi di tre il corteggio degli dei che si recano ad assistere alle nozze di Peleo e Tetide. In tutta la rimanente ceramica greca a figure nere, le Muse non fanno alcuna altra apparizione, o rimangono per noi raccolte entro caratteri così generici, che non ci permettono di differenziarle dalle Ninfe o da altri personaggi mitici generici.

30Sfinge: ai tempi della Lemuria, nel primo periodo degli uomini-animali, quando l’umanità non era ancora comparsa in terra, nella fase intermedia dello sviluppo, il pianeta e i regni della natura erano influenzati da otto segni. Non esisteva rispondenza alle influenze di Leo e di Virgo. Il mistero della Sfinge non c’era, e questi due segni non facevano parte dello zodiaco. Poi avvenne l’individuazione [18 milioni di anni fa], il germe cristico fu sepolto nell’uomo, e quei due segni cominciarono ad agire sull’umanità, furono gradualmente riconosciuti, e lo Zodiaco fu di dieci parti. Virgo e Leo insieme rappresentano l’uomo intero, l’uomo-Dio e spirito-materia. “Quando si svela la natura del mondo, il mistero della Sfinge cessa di esistere“. Nell’epoca attuale il segno della Sfinge si è suddiviso in due (Leo e Virgo, anima e forma, mente superiore ed inferiore), perché l’uomo è giunto a un livello evolutivo e a una coscienza tali per cui riconosce il dualismo; solo al “giudizio universale“, come è chiamato, Leo-Virgo si fonderanno di nuovo in un solo segno, poiché allora il senso umano del dualismo antagonistico sarà caduto, e la bilancia penderà finalmente dalla parte di ciò che la Vergine-Madre per lunghissime età ha tenuto nascosto e inespresso: il Cristo Bambino, l’Anima.” (Vedi Scheda del Segno di Virgo)
31 Da: Subba Row, Tallapragada – I dodici segni dello Zodiaco.
32 Estratti rielaborati da “Astrologia Esoterica” nella Scheda del Segno di Virgo.
33 Purgatorio XXIX 37-42 e come nutrici in XXII 100-105.
34 Per la letteratura trans-himalayana i deva corrispondono alle entità angeliche della tradizione cristiana e sono la forza-sostanza dei piani a qualsiasi livello, dal cosmico all’atomico. Al nostro livello, l’evoluzione devica procede parallelamente a quella umana: “… la manifestazione umana e quella devica formano un tutt’uno e l’energia e la qualità progrediscono sempre su linee parallele … È in seno al regno vegetale che si effettua uno dei primi approcci temporanei tra la Monade umana e la Monade devica, ambedue in evoluzione. Le due evoluzioni parallele si toccano in questo regno, per poi riprendere ognuna la propria via. Troveranno poi un altro punto di contatto sul quarto livello buddhico, e la fusione finale sul secondo.
… Sia l’uomo che gli Uomini Celesti lavorano con la sostanza devica; entrambi collaborano con i deva; entrambi manifestano volontà, qualità psichica ed attività intelligente nel compiere il loro lavoro; c’è però una differenza, non solo di grado, ma di coscienza. L’uomo in generale lavora inconsciamente. Gli Uomini Celesti, sui livelli cosmici, lavorano per la maggior parte coscientemente. … L’uomo è letteralmente sostanza devica e un Dio, e così riflette realmente il Logos solare.
… I deva collaborano secondo la legge, l’ordine ed il suono. … [Il mago bianco] lavora esclusivamente con i maggiori Deva costruttori unificando il loro lavoro tramite il suono ed i numeri, influenzando così i costruttori minori che formano la sostanza dei loro corpi e perciò di tutto ciò che esiste. Egli opera mediante i centri ed i punti vitali d’energia dei gruppi, e da qui produce nella sostanza i risultati voluti.” (TFC, 438, 589, 632, 652, 479, 985-6).
35 Da A. A. Bailey, “Trattato di Magia Bianca”, Quarta Regola.
36 “Fatica di Ercole in Virgo: Il cinto di Ippolita. La sesta fatica segna il maggiore insuccesso di tutto il pellegrinaggio di Ercole. Egli non comprese che Ippolita, la regina delle Amazzoni, che offrì ad Ercole il cinto donatole da Venere dea dell’amore, doveva essere redenta con l’unione e non uccisa. Questo cinto era un simbolo dell’unione conquistata col conflitto, con le dispute, con la lotta (le Amazzoni erano un mondo femminile da cui erano esclusi tutti gli uomini), simbolo della materia, della maternità e del sacro Bambino al quale tutta la vita umana è in realtà rivolta: “L’uso errato della sostanza e la prostituzione della materia a fini malvagi sono peccati contro lo Spirito Santo” ed Ercole commise questo peccato, quando uccise invece di comprendere e perdonare. Anche le Amazzoni, che adoravano la Luna (la forma) e Marte, il dio della guerra, non compresero così la loro vera funzione: Maria è raffigurata con la Luna sotto i piedi, e avente fra le braccia Colui che sarà riconosciuto come il Principe della Pace.” (Segno di Virgo)
Taggato , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento