La costruzione dell’Antahkarana nell’essere umano

In questo giorno di opposizione tra Plutone e Mercurio, si prosegue la presentazione della “via illuminata” iniziata con un primo articolo l’Antahkarana.

Il lavoro di costruzione dell’antahkarana nell’uomo, si fonda su due fattori:

il primo è che questo insegnamento si occupa di energia che deve essere usata scientificamente, il secondo è che si descrive un metodo e un processo che dipendono dall’uso dell’immaginazione creativa. Quando questi due fattori, la sostanza-energia e l’impulso pianificato, sono riuniti (coscientemente e deliberatamente) ha inizio un processo creativo che darà risultati importanti.

L’essere umano vive in un mondo di energie diverse, che a volte si esprimono come energie dinamiche positive, a volte come energie ricettive negative o come forze magnetiche attrattive; citando HPB “la materia è spirito al suo grado più basso”. L’intero processo consiste nello stabilire rapporti costruttivi fra energie negative e positive, con la conseguente produzione di forza magnetica. Questo é il processo creativo. Vale per l’attività di un Logos solare, di un Logos planetario e di un essere umano, gli unici creatori coscienti dell’universo. Deve dimostrarsi vero per il discepolo che tenta di creare un rapporto costruttivo fra la Monade e l’espressione umana nei suoi tre mondi di evoluzione.

Questo processo di costruzione, intrapreso coscientemente sul sentiero del discepolo, é da eseguirsi  secondo regole antiche e collaudate. Quando queste regole sono osservate correttamente, la successione degli eventi e l’apparizione dei risultati desiderati sono inevitabili.

I sei stadi o metodi del Processo di Costruzione

Ci sono sei parole che descrivono una tecnica di costruzione o un processo di manipolazione dell’energia, che crea un rapporto fra la Monade e l’essere umano che aspira alla piena liberazione e sta percorrendo il Sentiero del Discepolato e dell’Iniziazione. Ciò crea un canale di luce e di vita fra l’aspetto divino superiore e quello inferiore e produce un ponte fra il mondo della vita spirituale e il mondo della vita quotidiana.

Questi sei stadi sono:

  • Intenzione
  • Visualizzazione
  • Proiezione
  • Invocazione ed evocazione
  • 5 e 6. Stabilizzazione e Resurrezione

I primi tre punti indicano i tre stadi del lavoro della personalità, considerando inoltre che la proiezione è un punto assai critico per il discepolo. I tre rimanenti sono espressioni della risposta proveniente dai livelli superiori della vita spirituale.

La tensione dell’inferiore evoca l’attenzione del superiore.

Entrando nel merito di questi stadi abbiamo:

  1. Intenzione: con questo termine non s’intende una decisione mentale, un desiderio o una determinazione. Il concetto è letteralmente il focalizzare l’energia sul piano mentale al punto di maggiore tensione possibile.

Nell’“intenzione” del discepolo che si occupa coscientemente del ponte arcobaleno, i primi passi necessari sono:

  • Conseguire un giusto orientamento, e ciò deve avvenire in due stadi: il primo, verso l’anima (sul piano mentale) quale aspetto dell’energia costruttrice, e il secondo verso la Triade (atma, buddhi, manas).
  • Comprensione mentale del compito da eseguire. Ciò comporta l’usare la mente in due modi: capacità di rispondere all’impressione buddhica e intuitiva, e un atto d’immaginazione creativa.
  • Un processo di accumulo d’energia o di assorbimento di forza, affinché le energie occorrenti vengano confinate entro un cerchio invalicabile mentale, prima del successivo processo di visualizzazione e proiezione.
  • Un periodo in cui si pensa con chiarezza al processo e all’intenzione, in modo che il costruttore del ponte possa percepire con chiarezza ciò che si sta attuando.
  • Il mantenimento costante della tensione, senza indebito sforzo fisico delle cellule cerebrali.

Fatto tutto questo, si scoprirà che vi è un punto focale d’energia mentale prima inesistente; la mente sarà tenuta ferma nella luce, e vi sarà anche l’allineamento di una personalità ricettiva e attenta e di un’anima orientata verso la personalità in uno stato di percezione costante e direzionata.

  1. Visualizzazione: la visualizzazione è il processo con cui l’immaginazione creativa è resa attiva e acquista la capacità di rispondere al punto di tensione sul piano mentale e di esserne attratta. Fino a questo punto l’attività è stata di natura mentale. L’immaginazione è, l’aspetto più basso dell’intuizione. L’attività creativa dell’immaginazione è la prima influenza organizzatrice che opera sopra e dentro il cerchio invalicabile di energie accumulate, mantenute in uno stato di tensione dall’ “intenzione” del discepolo.

L’immaginazione creativa è una specie d’energia attiva, attirata verso l’alto e messa in rapporto con il punto di tensione; lì essa produce degli effetti nella sostanza mentale. In tal modo la tensione è accresciuta e quanto più potente e chiaro è il processo di visualizzazione, tanto più bello e forte sarà il ponte.

Nella Visualizzazione i primi passi sono:

  • L’uso dell’immaginazione creativa o facoltà di creare immagini.
  • Risposta all’impressione intuitiva o buddhica
  • Attenzione portata a due energie:

L’energia mantenuta a un punto di tensione entro il cerchio invalicabile precedentemente creato.
L’energia attiva creatrice di immagini, messa in azione dalla mente del costruttore.

Bisogna disporre di una buona immaginazione per cominciare a pensare al Mondo del Fuoco. Occorre sapersi figurare la Gerarchia che sale fin lassù, e quando poi la capacità figurativa resta impotente bisogna radunare tutto il proprio coraggio per adire alle grandi Figure di Fuoco.[1]

  1. Proiezione[2]: ogni discepolo deve proiettare in avanti la sostanza organizzata, in modo che dal centro di forza che è riuscito ad accumulare appaia una linea o proiezione di sostanza di luce. Questa è sospinta in avanti su un parola di potere, come nel processo creativo logoico. Questo processo è una combinazione di volontà, di visualizzazione ampia e continua e dell’uso della Parola di Potere di raggio (“fino a questo stadio del processo il metodo è identico per tutti i raggi”).

Nella Proiezione le fasi sono:

1. Richiamare la volontà col metodo appropriato al Raggio del discepolo, il raggio dell’anima.

2. Mantenere simultaneamente tre linee di pensiero:

consapevolezza dell’anima e della personalità fuse;

consapevolezza del punto di tensione focalizzata;

consapevolezza dell’energia di Raggio sotto il suo aspetto volontà.

3. L’uso di uno dei sette metodi di proiezione di Raggio, secondo il Raggio del discepolo.

4. L’uso di una Parola di Potere.

  1. Invocazione ed evocazione: il compito dell’Invocazione basata sull’Intenzione, la Visualizzazione e la Proiezione, è stato accuratamente svolto dal discepolo, ed egli percepisce con chiarezza, almeno in certa misura, il lavoro compiuto col duplice mezzo della vita spirituale e del lavoro occulto tecnico e scientifico. Egli è perciò invocativo. L’effetto della sua vita è registrato sui livelli superiori di coscienza ed egli è riconosciuto come “un punto di tensione invocativa”. Questa tensione, questa riserva d’energia vivente che è il discepolo stesso, sono messe in moto dal pensiero proiettato, dall’uso della volontà e dall’enunciazione di una Parola o Espressione di Potere. Ne risulta che la potenza da lui sviluppata e il suo raggio d’influenza ora sono abbastanza forti da richiamare una risposta dalla Triade Spirituale.

Il Padre (la Monade) operando lungo il filo va incontro al Figlio (l’anima arricchita dall’esperienza della vita della personalità nei tre mondi) e dai livelli superiori viene emessa in risposta una linea di proiezione d’energia, che alla fine entrerà in contatto con la proiezione inferiore. In questo modo viene costruito l’antahkarana.

Nella Invocazione e Evocazione i passi sono:

  • L’anima e la personalità fuse ora sono invocative e la loro intenzione congiunta si esprime nei tre stadi precedenti.
  • Dalla Triade Spirituale giunge ora la risposta, evocata da quella intenzione sostenuta da un atto di volontà scaturito da un punto di tensione.

5.-6. Stabilizzazione e Resurrezione: ora il ponte è costruito. Esso deve essere necessariamente usato, perché ora non esiste altro mezzo di rapporto fra l’iniziato e Colui che ora riconosce di essere. Egli ascende in piena coscienza alla sfera della vita monadica; è risorto dall’oscura caverna della vita personale alla luce splendente della divinità non è più soltanto parte dell’umanità e membro della Gerarchia, ma appartiene anche al grande gruppo di Coloro la Cui volontà è coscientemente divina e Che sono i Custodi del Piano. Essi rispondono all’impressione di Shamballa e sono diretti dai Capi della Gerarchia.

Possiedono la “libertà dei tre Centri”. Possono esprimere a volontà la triplice energia dell’umanità, quella duplice della Gerarchia e l’energia unica di Shamballa.

La Stabilizzazione è raggiunta con la lunga e paziente pratica dei quattro processi precedenti, seguita da una utilizzazione cosciente dell’antahkarana.

La Resurrezione è l’elevarsi della coscienza oltre le limitazioni dell’anima e della personalità (dal punto di vista della Monade) ed il suo passaggio in quella della Triade Spirituale.

I sette metodi di raggio usati nel processo di Costruzione:

Nell’illustrazione di queste 6 parole (o stadi) che descrivono il processo di costruzione dell’antahkarana grande importanza risiede nei Raggi. Va innanzi tutti ricordato che ‘Antahkarana è chiamato “ponte arcobaleno”, perché è costituito di tutti i colori dei sette raggi. Per essere esatti il ponte che il discepolo costruisce tra la personalità e la Triade Spirituale è composto di sette fili d’energia o sette correnti di forza; egli usa tutti e sette i raggi e questa possibilità deriva dal fatto che la sua personalità, nel lungo ciclo di incarnazioni è stata molte volte su tutti i raggi. Ma alla fine predomina il raggio dell’anima, e nel ponte arcobaleno “si sentono vibrare i colori dei suoi raggi; si vede la nota del suo raggio”.

Fino allo stadio di proiezione (stadio 3), i metodi impiegati da tutti i discepoli sui vari raggi sono identici. Unica è la loro intenzione e tutti devono raggiungere lo stesso grado di tensione e di preparazione per la costruzione del ponte, raccogliendo le energie necessarie da due sorgenti: la personalità e l’anima. Con questa focalizzazione e con la tensione che ne risulta, ed in questo modo evocando la Triade Spirituale ed iniziando il duplice processo di costruzione da entrambe le estremità del ponte, il lavoro procede in modo uniforme.

Ad un certo punto di costruzione l’anima, come entità separata, scompare lentamente dal quadro, perché viene assorbita nella e dalla personalità, che sta divenendo sempre più l’anima in incarnazione. Infine, viene stabilito un rapporto fra spirito (la Monade) e personalità (la forma o materia), tramite un minuscolo punto di coscienza eternamente presente, che è consapevole di entrambi questi fattori e tuttavia conserva inviolata la propria identità. Quest’ultima realizzazione è il risultato dell’opera compiuta dall’anima nel corso di eoni. Paradossalmente diciamo che l’anima scompare o se ne va; tuttavia, in ultima analisi essa rimane, poiché in questo sistema solare non vi è altro se non questa coscienza di essere.

«Passa il ponte e collauda te stesso. Ma la Mia stella splende da millenni”. [3]

 

Ma vediamo più nel dettaglio i singoli raggi coinvolti nella costruzione dell’Antahkarana:

Primo Raggio – Volontà o Potere

Per comprendere la tecnica di primo raggio occorre afferrarne la qualità fondamentale: essa è dinamica. Il punto al centro è il Primo raggio di Potere, e la sua tecnica è quella di non muoversi mai dal centro, ma di operare dinamicamente da quel punto. Forse, la parola che esprimerebbe meglio il suo modo di operare è Ispirazione. Il Padre ispira una risposta all’aspetto materia o alla Madre, ma lo fa rimanendo lui stesso immobile. Il Costruttore (umano o divino) opera dal punto in cui si trova, per mezzo della legge di sintesi, con un fiat della volontà basato su un proposito e un programma chiaramente formulati.

Il discepolo di primo raggio deve seguire i quattro stadi della tecnica di proiezione. Quando ha seguito fedelmente la procedura indicata, deve tentare coscientemente di fondere anima e personalità e riuscirvi in una certa misura, ed in seguito mantenere questi fattori riuniti fermi nella luce della Triade. Ora viene a crearsi un altro punto d’intenzione focalizzata, il cui risultato è una tensione ancora più dinamica.

Nel silenzio totale che ne risulta, viene effettuato l’atto di proiettare l’antahkarana, che è poi proseguito sull’impeto di una Parola di Potere. Il significato della Parola di Potere da usare al punto in cui si effettua la proiezione, può essere riassunto in queste parole: “COSÌ È* ”[4].

Secondo Raggio – Amore o Saggezza

Una volta che i primi due stadi di Intenzione e Visualizzazione sono stati eseguiti attentamente, e i quattro stadi di Proiezione sono stati condotti fino al loro punto più elevato, la vivida luce dell’anima di secondo raggio (la più vivida, in questo sistema solare di secondo raggio) domina la luce della forma e irradia fino alla luce triadica. Viene allora un momento d’intensa concentrazione ed è enunciata la Parola di Potere particolare del secondo raggio. Il duplice simbolo di questa Parola SXPRULXS prende forma nella mente del discepolo e significa: “VEDO LA LUCE SUPREMA”. Questa affermazione si riferisce al Sole Centrale Spirituale e non al Cuore del Sole; implica lo sforzo intenso per vedere nella luce la relazione del tutto. Non è visione, e nemmeno aspirazione di vedere la visione. È la visione totale espressa nel simbolo massonico dell’”Occhio di Dio”, “l’Occhio Onniveggente”. Implica la realizzazione della luce dell’espressione divina, di cui la luce dell’anima è il pallido riflesso.

Terzo Raggio – Intelligenza attiva

I processi di Intenzione e di Visualizzazione sono stati eseguiti e i quattro stadi della tecnica di Proiezione sono stati conclusi. Al punto di massima tensione il discepolo proferisce la Parola di Potere del terzo raggio. Per il discepolo di questo raggio non è facile raggiungere il punto focale di silenzio; la sua intensa fluidità lo conduce a molte parole o a una grande attività mentale, spesso stimolata dall’annebbiamento astrale. Ma quando riesce a conseguire il “silenzio mentale” ed è semplicemente un punto di concentrazione intelligente, può usare la Parola di potere con grande efficacia.  Questa parola è “IO SONO IL PROPOSITO STESSO”.

Per quanto riguarda le rimanenti parole di potere connesse ai quattro Raggi di Attributo, si può dire poco al riguardo, per cui ci si limita ad elencarle

Quarto Raggio – Armonia tramite conflitto

                                   “DUE SI FONDONO IN UNO”

Quinto Raggio – Conoscenza concreta o Scienza

                                   “TRE MENTI SI UNISCONO”

(Ciò afferma il fatto che la Mente Universale, la mente superiore e la mente inferiore concreta si fondono tramite la proiezione dell’antahkarana).

Sesto Raggio – Devozione o Idealismo
“LA LUCE SUPERIORE DOMINA”

Settimo Raggio – Legge o Ordine cerimoniale
“L’ALTISSIMO E L’ABISSALE SI UNISCONO”

Possiamo quindi concludere questa analisi sulla costruzione dell’Antahkarana ribadendo che riguarda l’uso dell’energia e che è necessario tenere a mente la distinzione fra energia e forza, che dipende dall’uso dell’immaginazione creativa e dalla sua relazione con l’intuizione.

Il lavoro di costruzione dell’Antahkarana deve essere compiuto con tutta la comprensione cosciente possibile.

Il successo della costruzione della ‘Via Illuminata’ dipende da qualcosa di più della comprensione teorica del processo. Dipende dalla capacità di vivere nel mondo dell’anima, dalla conoscenza dei raggi dell’anima e della personalità, e dalla capacità dell’individuo di focalizzarsi nella coscienza unificata e da quel punto, mantenendo la mente ferma nella luce, pronunciare la Parola di Potere che porterà il filo di luce che ha creato verso la Triade Spirituale.

Il sentiero del fuoco conduce al Sublime. Non le parole, né la paura, né l’abitudine, ma la comunione del cuore ne è la manifestazione più immutabile ed eterna. Il ponte dell’arcobaleno avvicina a quella spiaggia. Quante controversie, a questo proposito; pure, quella spiaggia esiste, e bisogna trovare la via. Sarà il cuore ardente, e certo non le foglie secche dell’autunno, a valicare tutti i ponti. Chi non pensa all’incedere del fuoco del cuore non conosce la via superiore; né vuole impegnarsi a trovarla.[5] 

[1] Tratto da Mondo del Fuoco vol.I §556, Collana Agni Yoga

[2] La tecnica di proiezione consta di quattro stadi:

  1. a) Lo stadio preparatorio in cui la coscienza si focalizza nel raggio dell’anima.
    b) Un interludio in cui l’agente che proietta realizza con intensità l’esistenza del “punto di tensione” e del prodotto finito del processo di visualizzazione.
    c) Un’attività focalizzata della volontà, secondo il raggio, in cui una linea di luce o di sostanza è     inviata o proiettata con l’immaginazione e in modo creativo dall’unità mentale verso la       Triade Spirituale, il più lontano possibile, usando costantemente l’immaginazione creativa.
    d) Questa linea di luce (questo filo o ponte) viene allora raffigurata colorata dalle qualità dei            due raggi e mantenuta stabilmente allineata nella luce della Triade Spirituale, non in quella   dell’anima. Questo corrisponde allo stadio di sviluppo molto precedente in cui la mente era      mantenuta ferma nella luce. La mente è ancora mantenuta in questo modo, ma (quale agente        dell’anima e della personalità) non è più in riposo, ma diviene anch’essa un agente attivo di

[3] Tratto da Agni Yoga §657, Collana  Agni Yoga

[4] Libera traduzione dall’inglese ‘I assert the fact’

[5] Tratto da Cuore §256, Collana Agni Yoga

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