In questo anno 5.7, ultimo del quinto settennio del Piano, la cui Meta recita: “Liturgia creativa del Gruppo e del Lavoro”, intendiamo mettere a fuoco i sette aspetti della settima energia creativa, che si manifesta come Ordine, Rito e Magia cerimoniale, pubblicando stralci da “Il Libro dei Rituali “.
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Premessa
<< La settima qualità della Vita lega assieme Spirito e Sostanza.>>
Per intervento della settima Qualità le forme prendono vita, ovunque nell’Universo. Essa agisce liberamente ma secondo legge, con amore, nello Spazio, seguendo un programma, in bellezza, con misure molteplici ma fedele a un solo Modello. Dal suo operato così regolare nasce un Ordine vivente che si aggiunge, senza confondersi, all’Ordine sempiterno. Il settimo Fuoco non potrebbe compiere un tale suo prodigio senza l’azione cooperante degli altri sei; ma questi non otterrebbero lo scopo senza il suo suggello.
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La settima Virtù agisce dall’interno e dall’esterno, perciò i suoi prodotti sono visibili e invisibili. È attiva in ogni luogo e in tutti i tempi, talora in evidenza oppure inosservata. L’epoca veniente vedrà sbocciare i fiori incandescenti della sua magia, che già si annuncia. È giusto dunque studiarne la natura e i processi, e preparare vasi per raccoglierla dal Cielo.
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PRIMO ASPETTO DELLA SETTIMA ENERGIA
<< La settima qualità della Vita lega assieme Spirito e Sostanza.>>
Si è voluto riscrivere questa frase per imprimere nella memoria del lettore, con il minor numero di parole, la verità fondamentale che sfugge all’uomo sepolto nel frantume quotidiano. In epoche che oggi sembrano remote, l’esistenza umana ebbe agio di percepire il rapporto divino fra visibile e invisibile, che non essendo fra loro separati sono compresenti in ogni atto e cosa della natura. Oggi, per varie ragioni, la vita dell’uomo è spesa in una febbre di ricerche quasi sempre futili, avendo egli smarrita l’idea del Centro, sì che gli pare ovvio e accetta come normale il silenzio indifferente del Cielo. Tutte le sue imprese puntano verso luoghi periferici, e va in cerca del Graal, senza neppure saperlo, nei siti più remoti. Cosa penosa, suppone che il Centro, cui peraltro dedica scarsa attenzione, sia celato in qualche lontano anfratto dello spazio. Questa confusione gli deriva dall’aver chiuso gli occhi molto tempo fa, tanto che ora non ricorda di averlo fatto, e vive cieco credendo di vedere. Eppure la Natura, grande Maestra, ripete ora come sempre la sua preghiera: nessuno dei fiori che adorano il Sole ha cessato di seguirne l’orbita celeste. Tutte le mattine e tutte le primavere l’amore divino trionfa e si spande nel mondo, ignorato, in ore conosciute e palesi, e lo lava e lo rigoverna – oggi come un tempo. E gli uomini sono ben consci della vita che li anima, ovvero dell’unione sacra fra spirito e sostanza; eppure non ci pensano e preferiscono profanare opere e cose.
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L’unione è lo scopo dell’ultima emanazione, la settima – e nello stesso tempo ne è la necessità. Se il mondo visibile fosse realmente disgiunto dall’invisibile, tutto il manifesto sarebbe stoltezza, tenebra e morte. Una tale, impossibile, separazione è presente solo nel raziocinio mal usato dell’uomo contemporaneo. La divina energia che perennemente unisce le due opposte polarità dell’esistenza non è segreta, è anzi la più palese di tutte, ma la si coglie solo al confine fra centro e periferia, proprio là dove l’intelletto è impotente. Mentre unisce, il settimo Signore slega. Se confina la vita nella forma e assicura il rapporto fra questa e quella non è per chiudere, ma per aprire. Infatti, la Vita spiritualizza la Sostanza, il Fuoco supremo accende lo spaziale, e tutto si risolve nell’unione, cioè nell’Essenza, che è l’Uno. Il primo Raggio origina tutti i processi, e il settimo li conclude. Sono entrambi grandi fattori iniziatici e l’energia passa dall’uno all’altro di essi, sì che, come si ripete anche senza capirlo, principio e fine coincidono sempre e dovunque. Per questa ragione si può dire che l’Uno chiude quando genera una nuova apertura, e che il Sette apre quando fa mostra di chiuderla.
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Il primo aspetto del Rito, che manifesta il Sette, si vede nella sua costanza serena: è infatti la Regola che permane immutata per quanto varino le sue forme. Queste ultime si adeguano, flettendo alle circostanze (che paiono dominarle), ma il Rito è sempre necessario come ultimo sigillo. Ciò è evidente nelle cerimonie iniziatiche, le quali chiudono ciò che era aperto e aprono ciò che era chiuso (come già detto). Per quanto espresse nelle lingue più diverse, le formule che sanciscono quel passaggio segreto hanno valore identico presso qualunque popolo e in tutte le epoche. Le energie di settimo Raggio squillano come comandi. Sono precise e ritmiche. Nascono nel silenzio che le prepara, nel mistero, segnano spazi geometrici e ordinati e sublimano le cose. Ma per quanto taglienti e bruschi quei comandi non feriscono, poiché non costruiscono ordini separati o incomunicanti; al contrario organizzano le somiglianze ovunque esse si trovino, per quanto sembrino lontane ed estranee. In verità ciò che unisce Spirito e Sostanza non può mai alimentare separazioni. Il settimo Signore torna alla Casa del Padre, ma conduce uno stuolo di Pellegrini – e nello stesso tempo se ne allontana, alla testa di un esercito che conduce in battaglia. Egli difende le sue terre, che non hanno limiti, e le innumerevoli creature che vi dimorano; e vigila sui loro destini, che gradualmente riduce a uno solo.
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Queste frasi vogliono rappresentare il primo potere del rituale. Avrebbero potuto essere diverse, certamente: la gioia del mistero sta proprio in questo. Donde sono venute? Eccole qui, dopo il loro volo segreto, fissate sulla pagina. Sono cariche di vita, come i semi.
Nota: Questo articolo viene pubblicato per orientare menti e cuori all’odierna direzione celeste Sole/Vulcano (1° Raggio) – Urano (7° Raggio).