«Urusvati riconosce le diverse qualità dei mondi lontani durante i suoi voli. Può sembrare strano che, nonostante la base unitaria, esistano tuttavia tante differenze, anche in manifestazioni che paiono simili alle terrestri. Anche l’atmosfera psichica di quei mondi è sorprendente. I colori a volte ricordano quelli della Terra, ma la loro sostanza è ben diversa.
Benedetto chi, nel corpo denso, è pronto ad accettare la multiformità dei mondi, che non è facile da acquisire: bisogna disporre di ricca esperienza spirituale per riconoscere la Realtà. “Accettare”: ecco un termine che da solo esprime l’essenza stessa dell’evoluzione. Ci sono uomini di cultura e buona educazione incapaci di capire la multiformità e la varietà dei mondi, e perciò non trovano accesso al Mondo sottile: i sentimenti sottili non si possono forzare.
Chiunque rifiuti l’idea del Mondo sottile si appresta una dimora futura miserabile. Le idee devono essere coltivate e dilatate, altrimenti non si speri di volare in corpo sottile. Quest’ultimo, se timido, quand’anche riesca a lasciare il fisico si spaventa e resta paralizzato.»
(Collana Agni Yoga – Sovramundano I § 122)
Accennammo in un precedente articolo (vedi) al mondo delle Idee, come sfera d’azione dove trovare soddisfazione a quell’anelito al Vero, connaturato in ogni uomo, anche quando inconsapevole, affermando ch’esso è il «mondo dell’anima e della mente superiore».
Vale la pena riflettere su questa definizione.
Una delle difficoltà del ricercatore nell’ambito del sapere esoterico, è quella di riconoscere i livelli, o piani, di coscienza a cui si sta facendo riferimento. Infatti la lettura che le Istruzioni occulte offrono, spesso risultano all’aspirante fonte di contraddizioni, e ciò è dovuto alla non-consapevolezza dei piani indagati, poiché la sua conoscenza è verosimilmente ancora di tipo teorico; forse sta lavorando per renderla discriminante, ma evidentemente non ha ancora raggiunto quella conoscenza intuitiva che consente l’accesso diretto al mondo delle Idee.
Viene detto che «… la conoscenza teorica include ogni conoscenza di cui l’uomo sia consapevole, ma che è da lui accettata su informazioni d’altri uomini o di specialisti dei vari rami della conoscenza. È quindi fondata sull’autorità e ha in sé l’elemento della fiducia verso lo scrittore o l’oratore e nell’intelligenza dei ricercatori nei vari campi del pensiero. Le verità così accettate non sono state formulate o verificate da colui che le accetta, mancandogli la necessaria preparazione e capacità per farlo.
[…] la conoscenza discriminante ha in sé una qualità selettiva e presuppone la valutazione intelligente e l’applicazione pratica del metodo più specificamente scientifico, l’uso dell’esperimento, l’eliminazione di ciò che non può essere provato, la selezione dei fattori suscettibili di essere sottoposti all’investigazione e conformi a leggi riconosciute. […] Il metodo scientifico compie, in rapporto alla mente umana, le stesse funzioni che il metodo della meditazione occulta (nei suoi due primi stadi di concentrazione e di meditazione) compie in rapporto all’individuo. Per mezzo di esso si generano giusti processi del pensiero, mentre gli elementi non essenziali e le formulazioni incorrette della verità sono, in ultima analisi, eliminati o corretti, e la costante concentrazione dell’attenzione su un pensiero seme, un problema scientifico, una filosofia o una situazione mondiale, per finire sfocia in una chiarificazione e nel costante affiorare di idee giuste e di sane conclusioni.
[…] la conoscenza intuitiva, che in realtà è la percezione, della mente, di fattori in creazione, di qualche legge e qualche aspetto della verità, noti all’anima, emananti dal mondo delle Idee e partecipi della natura di quelle energie che producono tutto ciò che è manifesto. […] L’intuizione che guida i pensatori più avanzati verso nuovi campi del sapere non è che la precorritrice dell’onniscienza, caratteristica dell’anima. La conoscenza della verità su tutte le cose esiste ed è chiamata onniscienza ed infallibilità; nel linguaggio della filosofia indù è detta “corretta conoscenza”. Quando l’uomo ne coglie un frammento e l’assorbe nella coscienza umana, si giunge alla formulazione di una legge, alla scoperta di un processo della natura. Lavoro che è stato fin qui lento e frammentario; fra non molto però, la luce affluirà, la verità sarà rivelata e gli uomini verranno in possesso della loro eredità: l’eredità dell’anima.»
(A.A. Bailey – Trattato di Magia Bianca 15/16)
Lo sguardo che penetra piani diversi, come tra fogli lucidi, che non tiene conto della differente qualità vibratoria di ogni piano, induce in errore il ricercatore che usa strumenti sensoriali ancora non tarati per il piano che indaga. Si potrebbe dire: ad ogni piano il suo strumento. Così l’individuo se per discernere, spontaneamente utilizza il senso del gusto sul piano fisico, dovrà usare l’immaginazione per approcciare il piano astrale, e la discriminazione su quello mentale, ma solo l’intuizione lo renderà affidabile come esploratore del piano buddhico (già accennammo ai diversi aspetti dei cinque sensi sui cinque piani: fisico, astrale, mentale, buddhico, atmico).
Da ciò discende la necessità di distinguere tra i vari gradi di “deformazione della realtà” che la manifestazione porta con sé, proprio per la necessità che l’ente ha di cambiare grado di vibrazione, al fine di rendersi tangibile sul relativo piano. Allora la Grande Illusione, a seconda del piano sul quale si manifesta, dall’Insegnamento viene differenziata con i termini: maya, annebbiamento, illusione e Guardiano della Soglia.
Sarà allora utile, studiare come avviene la distorsione di un’idea nella sua discesa dal piano buddhico a quello fisico.
«Al nostro scopo, illusione può significare la reazione della mente non disciplinata al primo contatto col mondo delle idee che avviene quando è effettuato l’allineamento e la natura inferiore è messa in contatto con quella superiore. Le idee giungono a noi dal piano intuitivo; l’anima illumina i piani della mente e dell’intuizione, sì che si rivelano l’uno all’altro e il loro mutuo rapporto si palesa. La mente dell’uomo (che lentamente diviene il centro della sua coscienza e principale realtà dell’esistenza) diviene consapevole di questo mondo nuovo e inesplorato delle idee e tenta di farle proprie. Per la maggioranza, specie per i mistici di medio sviluppo, la valutazione delle idee è dapprima vaga e nebulosa e spesso di seconda mano; al neofita inesperto l’illuminazione ottenuta in virtù di un debole contatto con l’anima appare quale supremo prodigio di importanza vitale; le idee contattate gli appaiono meravigliose, del tutto eccezionali e di vitale importanza per l’umanità.
Ma la mente è tuttora centrata in sé stessa, il contatto è debole e l’allineamento incerto, e perciò le idee vengono percepite solo vagamente. L’eccezionalità dell’esperienza, che consiste soltanto nella presa di coscienza del contenuto della propria mente, immerge il discepolo nel regno dell’illusione. Le idee con cui è entrato in contatto sono (se solo se ne avvedesse) semplici frammenti di un Tutto infinitamente più vasto e la sua interpretazione è inadeguata. L’idea apparsa nella sua coscienza in virtù del parziale risveglio dell’intuizione, scendendo alla coscienza cerebrale si deforma in diversi modi. I modi in cui cerca di concretarla e trasformarla in un progetto di pratica attuazione sono ancora del tutto inadeguati e imprecisi. La distorsione e la discesa di un’idea può essere descritta come il passaggio di un’idea dal piano dell’intuizione al cervello.
I. L’idea è colta dalla mente “salda nella luce dell’anima”.
II. Discende ai livelli superiori del piano mentale, dove si riveste di sostanza di quei livelli. Per la mente inferiore è ancora un’astrazione. Chi pretende d’essere intuitivo lo noti attentamente.
III. L’anima proietta la propria luce verso l’alto e all’esterno e l’idea, incerta e vaga, emerge nella coscienza dove appare, così come appare un oggetto colpito dai raggi di un potente riflettore. La mente, tesa al contatto stabile con l’anima e vedendo nel mondo superiore con “l’occhio aperto dell’anima” la registra sempre più chiaramente.
IV. L’idea rivelata diviene un ideale per la mente attenta e infine qualcosa degna di essere desiderata e materializzata. Entra quindi in gioco la facoltà della mente di costruire forme pensiero; l’energia dell’idea agisce sulla sostanza mentale, vivificata dal riconoscimento dell’anima, e l’idea compie il primo vero passo verso la manifestazione; un ideale altro non è che un’idea che ha preso forma. È la prima fase verso la materializzazione. La manifestazione diviene possibile. Così nasce l’illusione.
V. Ora comincia la distorsione, dovuta a varie cause:
- Il raggio proprio dell’ego colora l’interpretazione umana dell’idea e la forma pensiero che emerge. Simbolicamente, la luce pura si muta in luce colorata. L’idea è allora “rivestita di colore”, che è il primo velo.
- Il grado evolutivo è condizionante, così come la qualità dell’integrazione fra i tre aspetti della personalità e l’allineamento anima-mente-cervello. Questo, necessariamente imperfetto, disegna contorni incerti e quindi una forma finale imprecisa. Dunque abbiamo:
a. Imperfetta integrazione della personalità.
b. Imprecisione della forma-pensiero.
c. Per conseguenza, attrazione di sostanza inadatta per costruire la forma-pensiero.
d. Il centro dell’attenzione si sposta, perché l’ideale è percepito debolmente.
e. Instabilità del rapporto della mente con l’idea percepita. - La qualità di sviluppo del corpo mentale getta un altro “velo” sull’idea. Essa ha già subito un mutamento per la colorazione impressa dal raggio dell’anima e ora è il raggio del corpo mentale, che di solito è diverso, a imporre un altro cambiamento. È la seconda fase verso la materializzazione. La forma ha assunto una qualità. Così si produce l’illusione.
VI. Questa illusione di norma si palesa in sette modi:
- Errata percezione.
- Errata interpretazione.
- Errata appropriazione.
- Errata direzione.
- Errata integrazione.
- Errata espressione.
- Errata applicazione di un’idea.»
(A.A. Bailey – L’Illusione Quale Problema Mondiale 54/57)
L’elemento che va considerato come medio perché questi processi possano avvenire è l’etere, «termine generico per indicare l’oceano di energie, tutte in mutuo rapporto fra loro, che costituisce il sintetico corpo di energia del nostro pianeta. In senso occulto è il modo moderno di esprimere “le acque dello spazio”, che sono le acque del desiderio nelle quali siamo immersi.
L’espressione Biblica “in Lui viviamo ci muoviamo e siamo” è l’affermazione di una fondamentale legge di natura e l’enunciazione che sta alla base del fatto che indichiamo col termine, quasi privo di significato, di “onnipresenza”. L’onnipresenza ha la propria base nella sostanza dell’universo e in ciò che la scienza chiama etere.
[…] Il corpo di energia, o eterico, di ciascun essere umano è perciò parte integrante del corpo eterico del pianeta stesso e di conseguenza del sistema solare. Per tale mezzo ogni essere umano è fondamentalmente connesso con ogni altra manifestazione della Vita divina, minima o immensa.
[…] Nell’unione sta la forza. Questa è la seconda Legge delle Comunicazioni Telepatiche.
La prima legge è:
1. Il potere di comunicare è insito nella natura stessa della sostanza. Potenzialmente esso risiede nell’etere e il significato della telepatia è riposto nella parola onnipresenza. (L’onnipresenza – una legge della natura basata sul fatto che i corpi eterici di tutte le forme costituiscono il corpo eterico planetario – rende possibile l’onniscienza.)
La seconda legge è:
2. Il mutuo rapporto fra numerose menti produce un’unità di pensiero abbastanza potente da essere percepita dal cervello.
Abbiamo quindi una legge che regola un’attività soggettiva e un’altra legge che regola una manifestazione oggettiva. Le esporremo nel modo più semplice. Ogni membro del gruppo che non sia ostacolato dal cervello o dalla natura emotiva, potrà scoprire l’universalità del principio mentale che è la prima espressione exoterica della coscienza dell’anima. Egli penetrerà allora nel mondo delle idee, divenendone cosciente in virtù della sensibile “lastra ricevente” della mente. Egli cercherà poi di rintracciare coloro che percepiscono il medesimo tipo d’idee e che, contemporaneamente a lui, reagiscono al medesimo impulso mentale. Nell’unirsi ad essi egli constaterà di essere in rapporto con loro.
Una volta compresa, la prima legge produce dei risultati nella mente o corpo mentale, e la seconda in una “stazione ricevente” minore, il cervello. Ciò è possibile poiché la reazione mentale di un uomo viene rafforzata dalla reazione mentale di altri uomini ugualmente ricettivi. Perciò tale processo di comunicazione, regolato da queste due leggi, ha sempre funzionato tra gli adepti, gli iniziati e i discepoli anziani, incarnati in corpi del piano fisico. Oggi esso viene costantemente sviluppato e diffuso da un nuovo gruppo di mistici e servitori mondiali i quali costituiscono, in embrione, il Salvatore mondiale.»
(A.A. Bailey – Telepatia e Veicolo Eterico 1/6)
Nel Secondo volume del Trattato dei Sette Raggi, dove il Tibetano espone la natura sperimentale dei gruppi in relazione alla Legge del Progresso di Gruppo, che dovrà essere percepita sempre più dai discepoli del mondo e che determinerà l’opera dei gruppi mondiali, in particolare sottolinea ch’essi: «sono un esperimento nel fondare o istituire punti focali nella famiglia umana attraverso i quali diffondere determinate energie in tutti gli uomini […] e nell’inaugurare nuove tecniche di lavoro e nuovi modi di comunicare.
[…] Alcuni gruppi, trasmettitori e comunicatori di energia, diffonderanno illuminazione nei gruppi di pensatori. Sono illuminatori di pensieri di gruppo. Trasmettono energia da un centro di pensiero a un altro. Trasmettono soprattutto l’energia delle idee. Questa è la loro funzione principale.
Il mondo delle idee è un mondo di centri di forza dinamica. Ricordatelo. Le idee devono essere captate e registrate. Se ne deve assimilare e trasmettere l’energia e questo è il compito dei centri di forza che si esprimeranno in questo modo.»
(A.A. Bailey – Trattato dei Sette Raggi II vol. 189/192)
«Solo chi dipende da altri anziché dal potere del pensiero può credere che una situazione non abbia via d’uscita. Il cordoglio per le condizioni umane scorre come increspature su un fiume; ma quelle immagini di Verità che voi chiamate idee, reggono il karma del mondo. È mirabile vedere come combattono nello spazio. Mentre i popoli si degradano nella furia dell’ignoranza e del tradimento, i pensieri del Vero costruiscono i loro nidi celesti, assai più indispensabili alla vera evoluzione che il culto d’intere nazioni.
Voi capite l’opera della realtà, e quella di Maya. La realtà è il pensiero dello spazio, laddove Maya è l’attenzione del popolo.
Ricordate che chiunque di Noi potrebbe angustiarsi per le misere condizioni degli incarnati; ma ciò non ha nulla a che vedere con il disegno evolutivo, poiché il pensiero crea. La crescita o la dissoluzione di un singolo corpo, assieme alle immagini del Vero, consentono possibilità di volo in altre sfere. Ogni Maestro di vita ebbe a basare il proprio potere solo su quelle immagini; e creò il futuro con il pensiero, e non secondo la coscienza delle moltitudini.»
(Collana Agni Yoga – Agni Yoga § 122)
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* Questo articolo viene pubblicato alla vigilia della congiunzione eliocentrica tra Venere e Nettuno: la Comunione intelligente e amorevole. Per l’Insegnamento esoterico,Venere e Nettuno sono rispettivamente i Principi e gli Esseri solari di 5° Raggio e 6° Raggio preposti alla Costruzione della Forma tramite la Mente mossa dall’Amore e alla riunificazione dei molti nel nome dell’Uno, il ritorno all’essenza comune.