Diventare il Modello

La direzione Sole/VulcanoMercurioTerra sull’asse zodiacale Scorpio-Taurus, che oggi (1) rifulge della potenza armonica del Quarto Raggio è quella freccia vibrante che percorre lo spazio e giunge al bersaglio senza movimento alcuno.
I centri energetici interessati nel tracciare questo sentiero di luce sono come torce accese nell’infinità del cosmo e in quanto tali irradiano la loro potenza “semplicemente” essendo, magnetizzano un campo ed attraggono potenze energetiche a loro simili; così facendo incidono nella sostanza la Parola creatrice che alberga nel Cuore del Sole.
Mercurio, Maestro dell’Armonia nonché Reggitore Gerarchico di Scorpio, incessantemente ascolta e trasmette quella Parola, connette Idee e forme, collega infinito e finito; con sapienza imita e riflette il Verbo diramando i “decreti” solari in tutti gli angoli dello spazio sistemico così che il Proposito solare si possa riversare in ogni atomo e trasfigurarlo, consentendo lo svolgersi progressivo dell’evoluzione.

Come abbiamo visto negli scorsi articoli il processo evolutivo sollecita l’Uomo ad assumere la piena potestà della sua essenza di co-creatore; per far questo ogni uomo deve apprendere l’arte di riflettere e l’arte di imitare, ovvero deve affinare la capacità umana di tendere ad un Modello e di riproporre le sue intime strutture mediante uno “sguardo” penetrante, lucido e saggio.

Non solo l’uomo vive di modelli che rispetto alla sua condizione umana sono “superiori”, ma a sua volta è modello per i regni inferiori: “All’interno del pianeta, l’uomo, quarto regno di natura, è il modello per antonomasia. Non a caso, da più parti vien detto che esso ha il compito di unire cielo e terra. (…) E’ infatti il cielo per i regni inferiori (animale, vegetale, minerale) che sintetizza in sé, mentre riflette ed imita i modelli maggiori: la gerarchia dei Maestri, che opera con coscienza planetaria e solare. (…) Modello è misura, rapporto, e l’uomo è la misura delle cose. In effetti, il modo umano di leggere e comprendere il modello celeste, ricreandolo nella mente, illuminata dalle coscienze superiori, è peculiare ed unico ed accende un livello del piano planetario e solare. Inoltre, imitando ed incarnando tale modello, la sostanza di cui siamo fatti, che è animale, vegetale e minerale viene condizionata ed evolve”. (2)

Il Modello in questa accezione si configura pertanto come quel meccanismo interiore, cui diamo parvenza esteriore, in grado di connettere la coscienza, frutto luminoso del rapporto tra Proposito e Campo, a livelli di esperienza, interiore ed esteriore, non solo maggiormente inclusivi e comprensivi, ma primari rispetto a questa stessa esperienza.

Tali Modelli per la loro natura in-formante e strutturante giacciono ad un piano di coscienza, e di Vita o Realtà, superiore rispetto alla coscienza dell’individuo che vi si conforma e alla manifestazione spazio-temporale che ne deriva, essendo loro stessi i garanti, e la fonte, di ogni espressione e di ogni forma. Infine, questi Modelli, senza i quali non si avrebbe manifestazione né comprensione, chiedono di essere “imitati” affinché si giunga a quella perfetta coincidenza tra Modello e forma che consente la perfetta fusione tra i due livelli dell’esistere: “Quando l’imitazione o l’immagine sono perfettamente coincidenti con il Modello reale, Forma e Idea (o Formula) cessano di essere distinti e s’identificano”. (3)

La possibilità di cogliere e replicare un Modello deriva dall’attivazione di quella proprietà specchiante (creatrice di infinite simmetrie) che è propria del Cielo e, per analogia, dell’aspetto “cielo” che risiede in noi: “l’uomo può trovare il Cielo in se medesimo, purché impari a farlo e sia persistente. A tutta prima questo sembra il consiglio più facile; in realtà è il più arduo da praticare, poiché è fatto comune che l’uomo costruisca in sé tali ostacoli e dissidi da oscurare la calma serena del Cielo interiore, perderlo di vista e neppure sospettarne la presenza. Tuttavia questa è la regola centrale, e pertanto conduce al Centro. Gli antichi Greci esortavano, dal frontone del tempio di Delfo, “Conosci te stesso”. Quel tempio sorgeva appunto al centro del loro sistema generale di riferimento. Dicevano dunque in breve la stessa cosa qui esposta con molte parole, poiché l’uomo e il Cielo sono uno.” (4)

Esistono profondissime ragioni per costruire immagini quanto più simili al Cielo, poiché ivi dimorano le Cause di tutte le cose e gli eventi. Se si espande questo concetto al suo limite, e dunque si suppone di aver costruito qualcosa di perfetto, si constata che l’immagine è allora pari o identica al modello, al punto che non sussiste distinzione riconoscibile. Ogni dualismo scompare, il ciclo si è concluso e l’ESSERE trionfa sul divenire, che si annulla con tutta la manifestazione. Per quanto infinita, questa è la via più sicura per la Meta ultima”. (5)

Il modello, in realtà, è il vero padre dell’opera, e fornisce la visione che alimenta e sostiene il tentativo di ricopiarlo nel mondo manifesto. Riconosciuta che sia questa necessità, che è anche un preciso dovere, resta da reperirlo e studiarlo sia nella sua staticità che nella sua dinamica. La continua contemplazione di quella Figura eviterà molti errori di esecuzione e di rotta, e la potenza di quell’atto mentale renderà facile rappresentarlo – pur con i necessari adattamenti e compromessi – nel mondo quotidiano. Non ci si deve scoraggiare a questo proposito: il modello è, per sua natura, perfetto; le copie no. Ma poiché è lo sforzo che conta, e non il risultato, la evidente dissimiglianza e la sproporzione fra quello e la sua immagine terrena non deve smorzare la fiamma dell’entusiasmo. Nessuno, in Alto, pretende che i discepoli siano perfetti e capaci di eseguire opere impeccabili: al contrario, in Alto ci si attende semplicemente che l’imitazione sia tentata, a ogni costo. Non è dunque il caso di perdere tempo ed energia a enumerare e notare le impurità e le deformazioni, ma di dedicarsi con immutato fervore a ridurre sempre più i margini di imprecisione e le pieghe dei compromessi”. (6)

Questa analogia profonda tra Cielo e Uomo, che già trova ragione nel Modello macrocosmico (Sistema solare) rispetto al Microcosmo uomo, permette di fondare un’ulteriore analogia, ovvero di stabilire un Modello dell’operare umano che consista proprio in questa struttura settenaria e sia formata “a sua immagine e somiglianza”.

Ne emerge pertanto un Modello di gruppo umano disposto secondo la geometria della stella a sei punte (che sviluppa l’indicazione del Maestro Tibetano in merito ad una Scienza dei Triangoli e a gruppi disposti in modo consimile), organizzato ed ordinato, ma libero in essenza, la cui struttura replica quella solare e cosmica, dove ciascun membro occupa uno dei Vertici ed è chiamato ad esprimerne e rappresentarne l’Energia: “… un tessuto rilucente di trama ed ordito, fatto di cuori e coscienze viventi che, al pari di atomi nei cristalli, si dispongono in strutture e geometrie sottili, liberi e orientati, uniti in un lavoro comune, molteplice e diverso per ciascuno”. (7)

Se il Sistema solare è il Modello primario per l’operare umano, è altrettanto vero e significativo che la Gerarchia, Cuore del Pianeta, sia anch’essa disposta secondo una struttura settenaria e come tale rappresenti il canone principe per il lavoro dei gruppi umani volti all’evoluzione e al Servizio: “Per tutto ciò che può trascinare l’umanità in un rapido ma controllato vertice di sviluppo interiore, il Modello esiste e, in virtù di quanto contenuto negli Insegnamenti, è conoscibile e conosciuto in modo sufficiente per cominciare: la Gerarchia” (8) e ancora “… poiché la Gerarchia opera dall’alto in basso, si comprende fin dall’inizio che per i discepoli è indispensabile reperire un modello cui uniformare la vita di gruppo, per libera scelta, dopo averlo saggiato e riconosciuto come il migliore e più adatto possibile”. (9)

Sulla base di queste indicazioni sappiamo che è dunque possibile costituire un Gruppo che operi, soggettivamente, secondo questo Modello vibrante, attivando le funzioni adatte al servizio verso il Piano evolutivo: “In ciascun uomo esiste e vive una Stella a sei punte, attorno a un centro: quindi tutte le Funzioni qui descritte, sia pure in modo tanto imperfetto e sommario, agiscono in modo più o meno proporzionato nella pulsazione dei suoi propri ritmi vitali. Operare lealmente in un gruppo così ordinato equivale dunque a riprodurre in comune la stessa vita del singolo, e viceversa con beneficio per l’equilibrato e sicuro sviluppo dei centri vitali (o dei Vertici). Si può pertanto asserire che una Stella di discepoli, se attiva, è avviata gradualmente verso quella nuovissima iniziazione di gruppo che il Maestro Tibetano insegna e profetizza”. (10)

Ne deriva la costituzione di un gruppo strutturato (Stella) di Ego (e tutta la vita e l’opera della Stella è egoica) che opera mediante lavoro soggettivo (cioè dall’interno), senza sedi esteriori, senza organizzazione palese, nella quale i membri imparano sempre meglio a vivere nel mondo come anime, secondo i dettami fondamentali degli Insegnamenti, e “a lavorare con e per il futuro, anziché voler modificare il presente (come tutti i gruppi), e a guardare senza apprensione a mete che sembrano lontane e irraggiungibili solo all’occhio profano. La Stella, ben disciplinata, funziona anche come una vera e propria, minuscola scuola superiore: forse è il nucleo delle future scuole iniziatiche che non tarderanno ad apparire e che il Maestro Tibetano ha previsto con ricchezza di particolari”. (11)

Possiamo spingere questo Modello ancora oltre: a partire dalla sua più semplice strutturazione (Stella a 6 punte e a 7 Centri) possiamo tratteggiare un Sistema di Sette Stelle; questo assetto a Sette stelle può essere visualizzato anche mediante lo schema a Lambdoma, un sistema vivente di stelle il cui scopo primario è quello di operare per un progetto (Piano) di portata planetaria: “Lambdoma è parola di origine greca, dall’iniziale di LOGOS, il suono creatore, e indica uno schema grafico che ne compendia le leggi principali. Il suo aspetto geometrico è variabile ed elastico: una sinergia fra triangolo, croce e svastica. E’ una griglia di coordinate tonali, ma anche un crivello, un ordinatore, uno strumento di controllo utile sia al progetto sia alla verifica. Consente di trasformare la musica in figure e viceversa, collegando suono e luce. Se utilizzato a dovere aiuta a estirpare i contrasti e sprigiona armonia, ossia espurga il superficiale e rivela l’essenza”. (12)

Notiamo ancora una volta la stretta relazione tra la struttura settenaria del Lambdoma e la medesima struttura del Sistema solare: i Modelli si richiamano l’un l’altro e mostrano la loro fonte unica. “L’eclittica, linea centrale o equatore o cuore dello Zodiaco, equivale, nel Lambdoma ideale, alla diagonale, ed è la Via del Divenire. La sua Origine (1/1) non può essere che là dove essa incrocia l’orizzonte del luogo, che ne nasconde la parte inferiore. Questi punti dunque sono due e Sole/Vulcano li occupa e li disegna, in tutti i mondi, al levare e al tramonto. Passa poi in meridiano due volte, a mezzogiorno e mezzanotte locali. La prima coppia di punti corrisponde ai poli equatoriali e agli equinozi, l’altra ai poli meridiani e ai solstizi. Ogni pianeta o Luminare vede pertanto segnati sull’eclittica i propri giorni, ossia il ritmo vitale, diurno e annuale; ciascuno secondo le sue caratteristiche peculiari e uniche. Essa è dunque il vero Calendario ciclico d’ogni corpo celeste, e ciò la conferma quale Via del Divenire. E’ la sede celeste dove si possono rintracciare, prevedere e numerare le date del progresso individuale seguito dai vari mondi del Sistema”. (13)

Altrettanto significativa è la relazione tra Lambdoma e Mondo delle Idee, che svela una volta di più la sua funzione di Modello energetico: “Il mondo delle Idee, o delle Cause, o degli Archetipi, o degli Universali è sintetico. Vi stanno le radici di tutte le cose, grosse e sottili. Il Lambdoma ha lo scopo di esplicare il contenuto delle Formule, sì che il cuore lo comprenda, poiché si manifesta poi nelle Forme”. (14)

Un Gruppo umano animato dal desiderio di Servizio e guidato dalla Volontà di Bene, si struttura dunque, in essenza, come Ordine settenario, ad immagine dei Modelli gerarchici, solari e cosmici.

Compiere il Volere superiore richiede l’adesione totale al Modello, con il quale il discepolo s’immedesima”. (15)

Imitazione e riflessione del Modello, dunque, si configurano come la strada maestra per giungere alla perfetta identificazione col Principio supremo; questi passi, agiti con coraggio e consapevolezza, incidono nello Spazio l’aurea Via di mezzo e consentono ad un Gruppo umano strutturato secondo le Leggi celesti di avanzare verso le Mete Lontane, seminando nello Spazio semi di Luce, i germogli della Nuova Cultura.

Pensate con coraggio alle Immagini dei Grandi: seguirete la via dell’unione.

Pensate alla gioia di camminare sulla superficie del pianeta, e impregnarlo con la coscienza dello spirito.

Pensate alla gioia di camminare sotto le costellazioni, quale punto focale di raggi millenari”. (16)

 

 

Note

01) L’11 novembre si celebra la terza delle tre congiunzioni di quest’anno tra Mercurio (4° Raggio) e Terra (3° raggio non sacro), che volgono concordi l’Occhio interiore allo splendore irradiante di Sole/Vulcano (1° Raggio). Luce ed Armonia risuonano nello Spazio ed alimentano la potenza trasfigurante del Cuore solare, Modello supremo di ogni cuore che pulsa in sintonia con l’Uno. La prima congiunzione è avvenuta il 15 marzo, la seconda il 21 luglio.

02) Vedi articolo su TPS L’uomo quale modello

03) Enzio Savoini, L’Uomo sul Pianeta e nel cielo, testo inedito, 1998

04) Primo Vertice, Un nuovo modello di spazio, ed. Nuova era, c2016, p. 157

05) Ibidem, p. 155

06) Primo Vertice, Il gruppo a Stella: ipotesi, ed. Nuova era, c2016, p. 41

07) Ibidem, Introduzione, p. IX

08) Ibidem, p. 42

09) Ibidem, p. 13

10) Ibidem, p. 71-72

11) Ibidem, p. 99

12) Enzio Savoini, L’Uomo sul Pianeta e nel cielo, testo inedito, 1998

13) Ibidem

14) Ibidem

15) Enzio Savoini, Dispense del 3° Settennio. Misteri, scritto inedito, giugno 2001

16) Collana Agni Yoga. Foglie del giardino di Morya II. Illuminazione § 297

Taggato , , . Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento