Nel precedente articolo: “Aspirare al vero” si è parlato di conoscenza e di saggezza: “La saggezza è la scienza dello spirito, come la conoscenza lo è della materia”.
In questo scritto si vuole aggiungere e sviluppare la dimensione della conoscenza che, se ben usata, può dare un importante contributo alla realizzazione dell’auspicata saggezza.
Secondo la natura del quinto raggio, la realtà, come noi la concepiamo, viene scissa, selezionata, analizzata ma con la collaborazione del sesto raggio si realizza la capacità di ricondurre all’unione, all’essenza ed al valore. Questo può contribuire a realizzare un patrimonio propedeutico alla saggezza. Infatti, grazie al servizio del quinto, che analizza e metabolizza i vari elementi, possiamo realizzare la capacità di nutrire la consapevolezza del tutto, attraverso la “visione” del sesto raggio (vedi teoria dei sette raggi).
Ora si vuole dare spazio alla conoscenza che, appunto, vuole orientarsi come strumento capace di creare saggezza.
In modo particolare si vuole osservare come ci è stato segnalato nello studio della sesta epoca di Enzio Savoini[1] che, con un’audace previsione del futuro, ha previsto l’importanza della scienza e della ricerca e in senso lato di tutte le discipline che l’umanità ha creato nell’ambito della conoscenza.
Per i pensieri che qui si vogliono sviluppare si riporta quanto scritto nel capitolo terzo, riflessioni finali, che riguardano sinteticamente le previsioni del settimo giorno solare (1919-2750) e che concernono in modo specifico la scienza, anche se sono di notevole importanza tutte le altre discipline in quanto tra loro correlate.
1921-1980 – Scienza: Dalla fisica classica alla quantistica. Einstein. Macchine di calcolo. Visita umana sulla luna. Ricerche meccaniche spaziali. Energia atomica.
1980-2040 – Scienza: La scienza scopre, riconosce e annuncia che la materia non esiste. Abbandona l’atteggiamento positivista e penetra nel mondo eterico. Prime ricerche sovramundane. A poco a poco rinuncia alla specializzazione e tende alla comunione con gli altri campi, che intende quali diverse espressioni in una sola energia.
2040-2100 – Scienza: Il mondo fisico non è più, per la scienza, la sola realtà concepibile, ma semplicemente il suo aspetto inferiore. Al centro delle ricerche e dell’interesse sta solo il reame della coscienza, che si dimostra computabile. Si dimostra l’esistenza dell’anima. La scienza dona all’uomo la certezza della sua immortalità che tante Voci, inascoltate, hanno insegnato da millenni.
2100-2160 – Scienza: Alle prese con il mondo sottile, la scienza impara a tenere conto dell’infinito e supera il regno della quantità, che ora riconosce insufficiente. Lo spazio, chiamato con vari nomi, sostituisce la materia. Si scartano, perché insulsi, i concetti di vuoto, nulla, zero e caso.
2160-2220 – Scienza: Nuove conquiste spaziali. Tecnologia raffinata. Si accerta l’esistenza di altri pianeti, in altri sistemi solari. L’astronomia diventa scienza spirituale, e stimola ad altre avanzate. Nuove terapie mediche e chirurgiche, basate sulle qualità del suono e della luce.
2220-2280 – Scienza: Il declino del quinto raggio pone la scienza in secondo piano, sostituita dal rigore degli ordinamenti, delle gerarchie, dei rapporti sociali. Il sapere puramente scientifico scompare poco a poco, e gli subentra una conoscenza sintetica, che è religiosa, artistica e filosofica nello stesso tempo, e si esprime con precisione scientifica.
Le prime due fasi, sono sicuramente alla nostra portata, in quanto già in buona parte facenti parte del nostro bagaglio conoscitivo. Per le restanti fasi molto può essere anticipato o ritardato, anche se la curva esponenziale degli studi e delle ricerche di tutte le discipline scientifiche possono far ben sperare.
Quanto previsto, da Enzio Savoini, non è una predizione sensibile ma il risultato di studi effettuati dalla mente orientata, illuminata e supportata da un manipolo di persone che hanno saputo cogliere la luce che si stava esprimendo.
Da questa breve lettura si evince, per quanto riguarda le prime due fasi, quanto sia veramente realistica questa previsione, ma la cosa più interessante è la competenza possibile per l’umanità di poter creare il proprio futuro. Sì vuole inoltre far presente, da quanto qui riportato, che la conoscenza, di cui la Scienza è portatrice di spazi aperti, evidenzi il suo spiccato contributo per nutrire ed elevare le coscienze. Quindi, ecco che la conoscenza ci offre infinite opportunità. Certamente essa non è fine a se stessa, ma al Servizio di un bene più grande.
Gibran nel suo famoso libro “Il profeta” riesce a descrivere la conoscenza in modo poetico ma anche empirico.
“E un uomo disse: parlaci della conoscenza, ed egli rispose dicendo: i vostri cuori conoscono in silenzio i segreti dei giorni e delle notti. Ma le vostre orecchie hanno sete del suono di questa conoscenza del cuore. Vorreste conoscere in parole ciò che avete conosciuto da tempo in pensiero. Vorreste toccare con le dita il nudo corpo dei vostri sogni. Ed è bene che sia così. La sorgente nascosta nella vostra anima dovrà necessariamente scaturire ed effondersi sussurrando verso il mare; ed il tesoro delle vostre infinite profondità si rivelerà ai vostri occhi. Ma fate che non siano le bilance a pesare un tale ignoto tesoro; e non cercate le vostre profondità con l’asta e lo scandaglio. Poiché il vostro Io è un mare illimitato e incommensurabile. Non dite “ho trovato la Verità” ma piuttosto “ho trovato una verità”. Non dite “ho trovato il sentiero dell’anima”; dite piuttosto “ho trovato l’anima camminando sul mio sentiero”, poiché l’anima cammina sui sentieri di tutti. L’anima non procede come una linea né cresce come una canna. L’anima si svolge come un fiore di loto dagli innumerevoli petali”.
Infatti, la verità di Dio è come uno specchio rotto di cui ogni frammento è stato raccolto da una religione diversa che dice che lì è racchiusa tutta la verità ma questo serve perchè ogni tradizione, ogni ricerca, ogni disciplina offre modi adeguati alla cultura di ogni razza e di ogni tempo.
La verità Una è stata frammentata per dare la possibilità a tutta l’umanità di riceverla. Quando l’umanità sarà cresciuta, evoluta, allora si avrà la comprensione del tutto e si saprà fare una traduzione simultanea dei molteplici linguaggi. Tra questi, anche la scienza illuminata darà il suo grande contributo. Tramite questa, avremo anche un linguaggio laico. Realizzeremo il vero significato della parola religione che porta nel suo etimo il significato di religere, unire. Si riconoscerà l’unità nel molteplice, per creare Comunione nelle comunitá.
Troviamo quindi l’importanza della conoscenza e dei suoi strumenti che, se orientati verso il bene, includono anche il bello, il buono ed il vero, per ricordare la famosa e saggia impresa Platonica. Infatti, quando leggiamo nel Vangelo “La verità vi farà liberi” (Gv. 8,32) sappiamo che la libertà passa necessariamente attraverso l’esperienza orientata, nutrita dalla ricerca e dalla conoscenza che contiene in sé una intrinseca dinamicità. La stessa fede richiede una certa rinuncia e quindi movimento nella scelta dell’accettazione totale, fiduciosa e gioiosa.
Nella Natura stessa esiste la predisposizione all’apertura, perché la natura raccoglie tutto ciò che nasce, un’avventura nel nuovo. Psicologi e sociologi hanno divulgato molte ricerche che dimostrano continuamente la necessità di aprirsi al nuovo, nonostante le innumerevoli difficoltà che attraversano i limiti che riportano all’inerzia, alle rigidità, che nutrono l’illusione della sicurezza. La natura è caratterizzata dall’ottimismo che vuole l’uomo capace di armonizzare tutte le facoltà capaci di realizzare il processo di liberazione per avventurarsi verso vette ancora sconosciute.
Sappiamo anche che quando vengono raggiunti stati di coscienza più elevati, l’intera umanità ne viene beneficiata, ma questo diventerà un nuovo campo di riflessione per un prossimo articolo.
L’autentico scienziato non è colui che sa offrire tutte le risposte ma colui che sa porre le vere domande, cosciente che il suo compito di verificare e perlustrare la “scena” della realtà, ossia il fenomeno, non esaurisce tutte le dimensioni dell’essere, a partire dal suo “fondamento” che è “meta-fisico”. Proprio per questo dev’essere vivo in lui, come nel teologo e nel filosofo o nell’artista per il loro campo specifico. Si dev’essere consapevoli che la conoscenza umana non è monodica ma polifonica e polimorfa, perché comprende non solo la via scientifica e tecnologica ma anche la via estetica o quella morale, filosofica, spirituale e religiosa.
Non per nulla Max Planck, il grande artefice della teoria quantistica, nella sua Conoscenza del mondo fisico, non esitava ad affermare che “scienza e religione non sono in contrasto, ma hanno bisogno l’una dell’altra per completarsi nella mente di un uomo che pensa seriamente”. Si tratta di un dialogo rigoroso e rispettoso, persino necessario, tant’è vero che Einstein nell’autobiografico Out of My Later Years arrivava a coniare una famosa formula: “La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca”. E alla fine della sua esistenza, nel 1955, in una sorta di testamento, lasciava nel suo Messaggio all’umanità un appello che credo possiamo ancor oggi porre a suggello per tutti i ricercatori “Noi scienziati rivolgiamo un appello come esseri umani rivolti ad esseri umani. Ricordate la vostra umanità e dimenticate pure il resto!”.
Da questa nuova maturità raggiunta dalla scienza, e quindi dalla conoscenza che si estende a tutte le discipline che sempre più concorrono verso una modalità sinergica di visione e cooperazione, possiamo ben pensare che l’antica dicotomia tra scienza e spiritualità possa sciogliersi nell’abbraccio di una visione nuova del mondo.
La nuova maturità che emerge dalle conoscenze scientifiche, mai come prima disponibili ai più, attraverso pubblicazioni chiare e semplificate ma valide e profonde, può, in effetti, prendere un posto importante nella cultura umana, nella ricerca di risposte alle questioni fondamentali: il posto dell’uomo nel mondo, il rapporto di interdipendenza, e quello particolarissimo di se stesso e del suo ruolo, possono esser visti con questa nuova ottica con un maggior senso di matura serenità.
La scienza vista come l’attività spirituale sociale più eccelsa ha dunque la responsabilità di dare risposte alle domande che ormai molti uomini e donne di tutti i continenti, di tutte le razze e religioni si pongono. Chi sono, da dove vengo e dove vado, per poi cercare la propria specifica piccola ed essenziale missione.
Per concludere, si riporta quanto ben espresso in un sutra dell’agni yoga: “L’orbita delle azioni umane tende fortemente a conformarsi al corso del Cosmo. Le scintille dello spirito si accendono al contatto con il Fuoco dello Spazio. Nell’orbita delle azioni stanno tutti gli impulsi necessari a raggiungere il Magnete, il cui potere creativo sospinge l’uomo alla Verità, mentre la sensibilità dello spirito indica la direzione.
Tento di accostarvi all’Infinito, non soltanto per volervi trasmettere questo eccelso concetto, ma perché raffiniate la coscienza. Se infatti la conoscenza delle cause l’espande, la cognizione della qualità la perfeziona. Questa proprietà e la qualità del pensare e del sentire vi faranno riconoscere le origini del creato.
Le parole non bastano a descrivere la consistenza dell’alta qualità del pensiero. Ma chiunque, anche chi fatica e soffre, ne avverte il grande valore. Come arpa eolia essa risuona alla corrente della realtà; e accumula sotto il centro del Calice il succo sottilissimo della conoscenza e del discernimento, non solo per virtù della commensura, ma in conformità con l’immutabile.
Quest’ultima scintilla di Verità accende il Faro di Luce, che vi guida.”
Infinito II – 518
Questo articolo viene pubblicato in corrispondenza della congiunzione eliocentrica tra Venere (5° Raggio) e Marte (6° Raggio non sacro), in Virgo.
Tale congiunzione mette in luce il rapporto tra Mente superiore (Venere) e Desiderio ardente (Marte). Quest’ultimo viene convogliato verso una maggiore consapevolezza del germe Cristico che si cela nel grembo della sostanza (Virgo) dalla forza insita nella Mente illuminata ed orientata: l’ardore di Marte si trasforma in aspirazione e consente di percorrere con risoluta determinazione il Sentiero dell’ascesa.
I due mitici “amanti” stretti in quest’abbraccio celeste possono spezzare le pesanti catene della materia e condurre, combattendo, verso mondi di luce superna.
[1] “Studio ciclico della sesta epoca” di Enzio Savoini scritto nel 2000.
Articolo che offre molti spunti su cui riflettere.
Basterebbe meditare a fondo sulla citazione di Gibran per comprendere il senso ultimo e profondo dell’argomento trattato. La poesia arriva là dove il ragionamento non può arrivare.
Questo articolo mi ha fatto venire in mente una delle più celebri terzine di Dante che ancora oggi ci invita a riflettere: “Considerate la vostra semenza, fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza” E’ dalla nostra semenza, cioè dalla natura, che discendono virtù e conoscenza, etica e sapere. Contro lo smarrimento di tale accordo in corso nel nostro tempo, si tratta di tornare a riaccordare la conoscenza con la virtù.