Comunicazione riflessiva

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi (Marcel Proust)

In questo momento Sole-Vulcano si mostra, in relazione alla visione eliocentrica, nella sesta qualità di Sagittarius, per cui le coscienze vengono sospinte verso il traguardo che hanno già individuato per andare verso il Centro e ricostituire l’unità.

Questo segno trasmette, oltre il 4°e il 5°, principalmente il 6° Raggio che permette alla volontà individuale di scagliare lontano la freccia grazie alla potente energia di Comunione che unisce tutti i Sistemi e si trova da sempre nel cuore dell’uomo.

Poiché l’idea di separatività dai suoi compagni si è diffusa per Ere nell’atmosfera di pensiero che l’umanità ha respirato, l’inevitabile è accaduto, e vediamo che una separazione enorme quanto la distanza tra i poli esiste ora tra la sua filosofia, la sua etica e la sua politica. Non vi è alcuno scambio tra esse, e invece di correre parallelamente, divergono per strade diverse. Migliaia di uomini influenti nella loro vita filosofica ed etica sono quasi dei paragoni di virtù e bontà; ma nelle loro vite politiche e nelle azioni esterne, questi stessi uomini non esitano a sopraffare e a depredare milioni di sfortunati – la massa, la gente comune – che, come mosche, sono sempre catturati e impigliati nella grande rete di un sistema sociale sbagliato e innaturale, intessuto da coloro nei quali rivivono ancora gli istinti del lupo e della tigre, anche se tali impulsi si manifestano su un altro piano di azione. Essi spesso confessano di amare l’umanità e il suo benessere, e possono offrire persino milioni in nome della carità – anche per perpetuare la loro gloria terrena – ma non esitano a barattare la libertà di una nazione se in tal modo possono raggiungere il loro fine, o a cercare di far passare leggi oppressive e ingiuste che succhiano il sangue alle masse popolari. Non si dovrebbe permettere che esista alcuna separazione tra Giusta Filosofia, Giusta Etica, e Giusta Politica, dipendono l’una dall’altra, e costituiscono i tre aspetti della grande pietra angolare – la “Roccia delle Ere,” sulla quale soltanto si può costruire qualsiasi civiltà sicura e duratura. *

Il significato letterale della parola comunicazione è “il compimento del proprio incarico insieme con altri”.


Ma per poter svolgere questo incarico bisogna comunicare nel modo giusto e, purtroppo, nonostante tutte le nostre migliori intenzioni, la giusta comunicazione è ancora una sfida per molti di noi.

Per usare le parole in modo consapevole, con amorevole gentilezza, dobbiamo mettere in pratica la generosità. Possiamo fare felici molte persone semplicemente utilizzando un linguaggio amorevole “.(Thich Nhat Hanh)

C’è un detto vietnamita che recita “Non costa nulla avere la parola amorevole”. Abbiamo solo bisogno di scegliere con attenzione le nostre parole e possiamo fare felici gli altri. Perché allora non farlo?

Le relazioni d’amore, affetto o semplice conoscenza spesso sono inquinate da una scorretta e superficiale comunicazione. L’interpretazione a proprio gusto dei messaggi via chat o via mail, le conclusioni affrettate sulle persone e sulle situazioni, le chiacchiere sotto forma di pettegolezzo, le nostre paure nascoste che si manifestano sotto strane forme quando meno ce lo aspettiamo, creano spesso nella nostra vita, malintesi, inutili sofferenze, discussioni e chiusure di rapporti.

Spesso tutto ciò avviene perché ci dimentichiamo di comunicare con amore, spesso non abbiamo consapevolezza del nostro umore e dell’umore dell’altro e facciamo fatica ad ascoltare veramente perché nell’era del “di corsa” ci si dimentica spesso di ringraziare, di salutare con un sorriso, di fare quel piccolo gesto in più di attenzione verso il prossimo. Anzi, spesso il prossimo diventa sfogo del nostro stress.

Ricordarsi di essere gentili e comunicare con amore è importante e ci dà la possibilità di arricchirci, di avere scambi quotidiani più ricchi, armoniosi e gentili.
Le parole parlate, a differenza di quelle scritte, in genere non si possono cambiare e da questo nasce la grande responsabilità che l’uomo pensante, e in particolare quello che intraprende un cammino spirituale, deve avere sull’uso e il controllo della parola
Sappiamo che, non per nulla, nelle scuole occulte dell’antichità si proibiva al neofita di parlare per i primi due anni di tirocinio.

Oggi l’umanità, essendo più mentale, parla molto di più e spreca fiumi di energia in parole inutili, frasi assurde, forme pensiero senza senso e direzione: tutto questo ha come conseguenza l’alimentazione di una gigantesca nube caotica, malsana e negativa, che circonda sempre di più il nostro pianeta.

In senso simbolico potrei dire che il corpo astrale planetario (visto dai livelli dell’anima) è immerso in una nebbia profonda e densa. Quando, la notte, contemplate il cielo sereno, vedete stelle, soli e pianeti risplendere di luce limpida e fredda, luce scintillante che percorre molti anni luce prima che l’occhio umano la registri e ne scopra l’esistenza. Se poteste osservare il corpo astrale del pianeta, non vedreste uno splendore analogo, ma una sfera oscura di vapori, nubi e nebbia di tale densità da mostrarsi non solo impenetrabile, ma anche sfavorevole alla vita.**

La difficoltà di comprendersi è dovuta perlopiù ai limiti del linguaggio che, se fosse perfetto e trasparente, tanto da poter consentire a una persona di vedere nella mente di un’altra, la comunicazione umana ne risulterebbe facilitata. Ma purtroppo il linguaggio è spesso esattamente l’opposto, è imperfetto, nebuloso, pieno di ambiguità che conducono ad errori ed equivoci.

La parola evoca il pensiero e le cose sono ciò che la parola le fa col nominarle, per questo motivo dobbiamo usare il discernimento nell’uso delle parole e cercare di ridurne il numero perché dovrebbero essere vere, amorevoli e utili e, quando ci accorgiamo che non avrebbero questi requisiti sarebbe molto meglio tacere.

Ma se il controllo e il dominio della parola è essenziale perché la comunicazione fra gli esseri umani possa trasformarsi in una vera comunione di anime, altrettanto importante è la capacità di ascolto: infatti troppo spesso vogliamo affermare le nostre idee, convincere gli altri e non ci rendiamo conto dei bisogni del nostro interlocutore, non sappiamo ascoltare e non siamo capaci di immedesimarci in lui e di vedere le cose con i suoi occhi, per cui la nostra comunicazione non raggiunge il livello dell’anima, ma rimane in quello della personalità senza produrre l’armonia e l’equilibrio occorrenti a far nascere un dialogo utile per conseguire l’unità nella diversità. 

Per avviare un rapporto evolutivo dobbiamo imparare ad esercitare la volontà per rendere vere, utili e amorevoli le nostre parole; il controllo per tenere a bada la nostra emotività; la serenità per rendere retti e luminosi i nostri rapporti; l’amore per rendere sacra la nostra comunicazione e trasformarla in comunione.

Dobbiamo essere consapevoli che la parola, simbolo di unità, è divina, mentre il linguaggio, con tutte le sue gradazioni, è umano.

Non è facile tenere a mente tutto questo perché non siamo abituati ad osservarci mentre compiamo delle azioni e, anche se ci mettiamo d’impegno, ci dimentichiamo di farlo presi dalla frenesia propria dei nostri tempi dove tutto è fatto di corsa, dove sembra sempre di dover vincere una gara di velocità e più corriamo più siamo bravi, si ha la perenne sensazione di non avere tempo, di sprecarlo, di non riuscire a far tutto e l’abilità acquisita di fare più cose contemporaneamente provoca scariche di adrenalina di fronte al traffico lento, alle file in banca o negli uffici, specialmente se dall’altra parte dello sportello c’è un bradipo che impiega un’eternità a timbrare un foglio.

Lamberto Maffei in Elogio della lentezza ci dice che il nostro cervello ha bisogno di tempi lunghi e resta indietro nella corsa a cui la vita contemporanea ci costringe per stare al passo con gli altri, per cui si fa a meno del cervello pensante, riflessivo, poiché per fronteggiare un imprevisto, bastano una manciata di neuroni ai quali, invece di riservarli alle occasioni eccezionali, è richiesto di restare in servizio permanente, in uno stato di continua emergenza che produce stress.

La retta parola crea forme positive mentre la parola sbagliata produce forme nocive e se non ci rendiamo conto di questo continueremo ad usare parole e incrementare suoni che producono forme non sempre salutari, per cui nella nostra quotidianità dovremmo imparare a riflettere, prima di parlare, e ad usare le parole più adatte per formulare giusti pensieri.

Dobbiamo imparare a parlare e ad ascoltare gli altri usando l’intelligenza del cuore per eliminare per sempre la critica e il giudizio ed osservarci attentamente affinché ogni nostro pensiero e ogni nostra parola irradi solamente gioia, armonia e bellezza in consonanza con l’Infinito.

 

*(Helena Blavatski-Dottrina Segreta-Teogenesi, pag.242-Ed.Cintamani)
**(A.A.Bailey- Illusione quale problema mondiale, pag34.Ed.Nuova Era)

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